INTRODUZIONE
I
contenuti del Trattato di Roma, stipulato
nel 1957, riassumono i temi dominanti
delle politiche comunitarie di sviluppo
attuate negli anni a venire. Il preambolo
sottolinea, in particolare, la necessità
di garantire uno sviluppo armonioso
della Comunità Europea.
Questa enunciazione di principio non
viene tradotta in pratica nella prima
fase dell’integrazione europea
(durata fino agli anni ’70).
Il criterio fondamentale che guida
la strategia politica ed economica
della Comunità Europea in questo
periodo si basa sulla progressiva
eliminazione degli ostacoli alla libera
circolazione delle persone, delle
merci e dei capitali.
Negli anni ’70, tuttavia, la
fiducia nei meccanismi del libero
mercato comincia a vacillare. In un
contesto caratterizzato da una diffusa
recessione, che accentua il divario
tra le regioni della Comunità
Europea, il finanziamento di interventi
da realizzare nelle aree depresse,
per attenuare gli squilibri territoriali,
diventa una questione prioritaria.
Nell’Atto Unico Europeo, approvato
qualche anno più tardi (1987),
viene formulato espressamente il principio
fondamentale della coesione. Nella
norma di apertura del titolo V (articolo
158) si legge che occorre rafforzare
la coesione sul piano economico e
a livello sociale, per favorire uno
sviluppo armonioso della Comunità
nel suo insieme.
Un anno dopo (1988) si procede alla
prima Riforma dei Fondi strutturali,
che diventano una colonna portante
del welfare comunitario.
Una svolta epocale si determina con
il Trattato di Maastricht (1992) e
con l’avvento della moneta unica.
Le restrizioni e i vincoli imposti
dal Trattato di Maastricht condizionano
fortemente la politica di bilancio
degli stati all’interno dell’UE,
limitando la loro capacità
di intervento per fronteggiare gli
squilibri e le tensioni sociali. Questo
fatto, sommato al persistente divario
tra le regioni sviluppate e le aree
depresse dell’Unione, accresce
ulteriormente l’importanza della
coesione economica e sociale e il
rilievo dei Fondi Strutturali, come
si evince dal Trattato di Amsterdam,
stipulato nel 1997, e dalla Comunicazione
della Commissione Agenda 2000, dello
stesso anno. L’accordo politico
sul programma di azione definito nell’Agenda
2000 è raggiunto durante il
Consiglio di Berlino del 1999.
Sempre nel 1999, sulla base dei principi
sanciti dall'Agenda 2000, viene attuata
un’ampia riforma dei Fondi strutturali.
Il quadro globale di tale riforma
è fornito dal Regolamento CE/1260/1999,
emanato il 21 giugno del 1999, che
contiene le disposizioni generali.
Lo stesso giorno si assiste all’emanazione
di altri due testi normativi di fondamentale
importanza: il Regolamento 1261/1999,
riguardante il Fondo Europeo di Sviluppo
regionale, e il Regolamento 1262/1999,
relativo al Fondo Sociale Europeo.
La riforma coinvolge tutti gli aspetti
riconducibili al finanziamento delle
politiche strutturali: dagli obiettivi
alle procedure di programmazione e
di gestione.
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