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adLeggiad   Il regno Macedone.

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Fine dell'indipendenza greca

Alessandro Magno Grafico L'impero di Alessandro L'impero macedone nel IV sec. a.C.

L'impero macedone nel IV sec. a.C.

Ricostruzione del faro di Alessandria d'Egitto

Le conseguenze della morte di Alessandro

Il regno d'Egitto

Il regno di Macedonia Il Regno Macedone Filippo II Il Macedone

Il regno di Siria

La scienza ellenistica

Piccolo lessico Alessandria d'Egitto Antiochia Diadochi Falange macedone Geografia scientifica Lagidi Museo Satrapo

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Riassunto cronologico

Macedonia

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Il regno macedone e la sua gloriosa storia

STORIA ANTICA - IL REGNO MACEDONE

FINE DELL'INDIPENDENZA GRECA

Verso la fine del IV secolo a.C., mentre il mondo greco attraversava una profonda crisi politica ed economica, causata dalle lotte intestine e dai falliti tentativi egemonici di Atene prima e di Sparta e Tebe poi, a nord della penisola greca si andava consolidando un piccolo regno: quello di Macedonia.

I Macedoni, che occupavano il territorio a nord della penisola balcanica, erano un popolo di stirpe affine a quella greca, che viveva di una economia povera ed arretrata, fondata sulla pastorizia, sull'agricoltura e sullo sfruttamento delle risorse forestali.

Nel 356 salì al trono Filippo II, che ben presto seppe dimostrare il suo valore guidando il popolo macedone, considerato dai greci «barbaro e rozzo», verso migliori fortune.

Filippo, ancora adolescente, aveva trascorso tre anni a Tebe, dove aveva avuto modo di conoscere le istituzioni militari e di comprendere i conflitti ma anche gli equilibri su cui si reggevano le città greche.

Così, cosciente della forza del proprio Paese, basato su un regime monarchico molto centralizzato e quindi controllato, decise di approfittare della debolezza delle polis per inserirsi nelle vicende del mondo greco.

Per rompere l'isolamento in cui si trovava la Macedonia, fece preparare un forte esercito che gli consentisse di sbaragliare le difese delle città elleniche.

Sviluppò la cavalleria e addestrò i fanti a combattere in formazione compatta, che passò alla storia con il nome di «falange macedone».

Con molta abilità strategica e opportunismo, Filippo riuscì in un primo tempo ad impadronirsi della città di Anfipoli e del massiccio montuoso del Pangeo, ricco di miniere d'oro, senza che Atene potesse in qualche modo reagire, occupata com'era a sedare le rivolte dei suoi stessi alleati.

Impero Macedone

Estesi i confini della Macedonia verso sud-est, Filippo colse l'occasione per inserirsi nelle contese tra le città greche e riuscì ad installare delle guarnigioni in Tessaglia.

A questo punto gli Ateniesi incominciarono a sospettare della preoccupante avanzata dei Macedoni e, grazie soprattutto all'abilità oratoria di Demostene e alle sue famose «filippiche», sostennero la necessità di un'alleanza di tutte le poleis greche contro la minaccia straniera.

Filippo, rendendosi conto della forza politica e militare che nonostante tutto Atene continuava ad avere, preferì non insistere, dedicandosi piuttosto alla conquista della penisola Calcidica (348).

Due anni dopo Filippo, alleato con i Tebani, scese in campo contro i Focesi ottenendo un'ennesima vittoria.

Quest'ultimo successo risultò essere però di grandissima importanza:

infatti Filippo poté sedere a buon diritto nell'anfizionia di Delfi.

Riuscì cioè ad entrare in uno dei più antichi ed autorevoli organi politico-religiosi della Grecia, con la possibilità quindi di far valere la sua autorità su tutto il Paese.

Filippo a questo punto poteva dirsi soddisfatto:

la Macedonia si era estesa fino al Mar Egeo, Tebe era diventata una preziosa quanto utile alleata e Pella, la capitale del regno, stava diventando il maggior centro politico-diplomatico del mondo ellenico.

Ma nonostante la politica conciliante di Filippo, gli Ateniesi cominciarono a temere sempre di più l'espansionismo del regno macedone e a sostenere la necessità di uno scontro frontale.

Non potendo affrontare da sola il grande regno e non trovando validi alleati, Atene incominciò a condurre una politica fatta di sospetti e di provocazioni contro Filippo II, il che provocò una pericolosa tensione diplomatica all'interno del mondo greco.

Dopo due anni di gravi tensioni, nel 338 si giunse allo scontro decisivo:

l'esercito macedone e quello ateniese, alleato a quello tebano, si scontrarono in Beozia, e più precisamente a Cheronea.

Le truppe macedoni, guidate da Filippo II e dal suo giovanissimo figlio Alessandro, ebbero facilmente la meglio, dimostrando l'imbattibilità di questo valido e saldo esercito.

Filippo inoltre, dimostrandosi ancora una volta un saggio uomo politico, seppe giovarsi della vittoria con molta moderazione, soprattutto nei confronti di Atene che poté conservare la sua indipendenza, la flotta ed alcune colonie.

Questa politica molto cauta ed accomodante del sovrano macedone non era dettata da una particolare magnanimità, ma nasceva da un disegno molto più complesso, che ipotizzava la fusione di tutto il mondo ellenico in un unico organismo capace di sostenere e vincere un eventuale urto contro l'impero persiano.

Proprio in ragione di questo disegno, dopo la vittoria di Cheronea, Filippo riunì, tutte le poleis nella Lega di Corinto; questo organismo, che gettò le basi dell'unità del popolo greco, permise al re macedone di farsi eleggere capo politico e militare e, pur concedendo alle varie città la formale indipendenza, le obbligò a fornire navi e contingenti militari in caso di necessità e impose una tregua su tutto il territorio ellenico.

Gli anni successivi alla fondazione della Lega di Corinto furono quindi caratterizzati da pace e unità politica, ma questa tranquillità non giovò alla rinascita delle poleis, ormai in crisi da decenni; in alcuni casi anzi, peggiorò la situazione: i cittadini, consapevoli che le decisioni politiche erano prese dal nuovo dominatore, persero rapidamente l'interesse verso i problemi della vita collettiva e il gusto del libero dibattito e della polemica che erano stati il sale e la molla propulsiva della civiltà greca antica.

Nel frattempo Filippo, che intendeva servirsi della Lega di Corinto per conquistare le colonie dell'Asia Minore, tentò di suscitare l'entusiasmo del mondo ellenico diffondendo l'idea di una guerra antipersiana, intesa come vendetta per le aggressioni subite mezzo secolo prima.

Ma nel 336, mentre i preparativi militari erano già a buon punto, Filippo morì, all'età di 47 anni, assassinato da un nobile macedone che nutriva contro il sovrano dei rancori personali.

Sul trono di Macedonia salì allora il figlio Alessandro, che già si era distinto nello scontro di Cheronea, appena ventenne.

Alessandro, che la storia soprannominerà «Magno» e cioè «il Grande», era cresciuto alla scuola di Aristotele, che gli aveva instillato l'amore per la cultura greca, il culto della bellezza e il rigore metodologico della ricerca scientifica.

Addestrato sin da piccolo all'uso delle armi e alla politica dai generali del padre, egli creò un impero dalle enormi dimensioni.

ALESSANDRO MAGNO

Appena salito al trono il giovane sovrano dovette subito dimostrare il suo valore. Dopo essersi fatto confermare dalla Anfizionia di Delfi i diritti già acquisiti dal padre e dopo aver ottenuto dalla Lega di Corinto il comando supremo dell'esercito, fu impegnato a sedare alcune insurrezioni. Nel 335, dopo essersi recato in Illiria, dovette precipitarsi a Tebe dove, alla falsa notizia della sua morte, era scoppiata un'insurrezione anti-macedone. Alessandro represse con deliberata crudeltà la rivolta dei Tebani, che furono massacrati oppure venduti come schiavi; l'esempio offerto dal giovane re servì ad intimidire le altre città, che si sottomisero alla sua volontà.

Alessandro così poté dedicarsi attivamente al progetto incominciato dal padre: la guerra alla Persia. Il suo amore per la cultura e per la scienza lo portò a considerare la sua missione come una manovra non solo militare, ma anche culturale; così aggregò ai suoi soldati anche degli storici, degli scienziati e dei poeti che avrebbero dovuto essere testimoni della grande avventura. Fra questi uomini di cultura facevano spicco lo storico Callistene, nipote di Aristotele, lo scultore Lisippo e il pittore Apelle. L'esercito di Alessandro, comprendente 30.000 fanti e 5.000 cavalieri, era in gran parte costituito da Macedoni, a causa dello scarso entusiasmo dimostrato dalle poleis greche verso questa impresa. Nel 334 Alessandro entrò in Asia Minore, dove venne accolto molto favorevolmente dalle colonie elleniche della Ionia, stanche di essere sottoposte al dominio persiano e di essere controllate dai satrapi di Dario III, che governavano come dei veri e propri tiranni. Una volta conquistate le colonie greche dell'Asia Minore, Alessandro volle spingersi verso l'interno dell'Anatolia alla ricerca di uno scontro frontale con l'esercito persiano, che sino a quel momento aveva sottovalutato l'avanzata macedone, considerandola poco pericolosa. Nel maggio del 334 a.C. presso Granico venne registrata la prima vittoria del re macedone che, sbaragliando l'esercito dei satrapi dell'Asia Minore, affrettò lo scontro decisivo con le ingenti forze di Dario III. Nel 333, più a sud, nella pianura costiera di Isso si verificò il famoso scontro fra le due potenze: l'esercito persiano, guidato da Dario III e composto da più di centomila uomini, fu letteralmente travolto dalla compattezza delle falangi macedoni che costrinsero il re persiano alla fuga. Questo secondo successo consentì l'occupazione della Siria e delle città fenicie, le cui flotte, prive di basi navali, si consegnarono ad Alessandro; l'unica città che tentò di resistere all'impeto dell'esercito macedone fu la famosa Tiro, che però dovette capitolare e subire il saccheggio e la distruzione. La rivincita contro la Persia, agognata da Filippo II e portata a termine dal figlio Alessandro, era ormai compiuta, ma il giovane re macedone, visti forse i facili successi, decise di modificare i progetti originari: respinse infatti le vantaggiose offerte di pace dei Persiani e incominciò a ipotizzare la conquista di tutto l'Oriente e ad aspirare ad una dignità regale che, secondo le usanze di quei Paesi, doveva innalzarlo al rango degli dei.

Infiammato da quest'ansia di conquista, Alessandro si spinse sino in Egitto, dove entrò in veste di liberatore dal dominio persiano e dove fondò, sul ramo sinistro del delta del Nilo, la città di Alessandria. Fra il 332 e il 331 a.C. Alessandro si dedicò all'organizzazione delle terre conquistate, adottando metodi razionali e rigidamente accentrati; anche in questo caso si può constatare la saggezza di questo giovane dominatore che, preoccupato di dare un saldo fondamento alle sue conquiste, le organizzò affidando ai suoi ufficiali il potere militare e lasciando ai satrapi l'amministrazione civile.

Nel 331 a.C. Dario III, vistosi rifiutare le sue proposte di pace, decise di giocare un'ultima carta e preparò un enorme esercito, reclutato nelle satrapie più orientali dell'impero, con cui affrontare Alessandro presso Gaugamela, in prossimità del fiume Tigri.

Ma ancora una volta l'esercito macedone guidato da Alessandro Magno riuscì ad avere la meglio e lo stesso Dario, sorpreso in fuga, venne ucciso da uno dei suoi cortigiani.

Con questa vittoria caddero nelle mani dei Macedoni anche le città di Babilonia, Susa e Persepoli, con i loro immensi tesori.

Proprio in occasione del suo ingresso nella città di Babilonia, Alessandro dimostrò ancora una volta la sua volontà di adeguamento alla mentalità orientale, praticando alcuni sacrifici in nome della divinità locale Marduk.

Anche se la guerra vera e propria era ormai conclusa, soprattutto dopo l'annessione dell'Elam e della Persia, Alessandro nel 330 volle riprendere l'avanzata verso est, nonostante il malcontento serpeggiante tra i soldati macedoni, che mal sopportavano gli atteggiamenti orientaleggianti del sovrano.

Giunto nelle regioni della Battriana e della Sogdiana, Alessandro riuscì ad allacciare buoni rapporti con i principi del Punjab; questo nuovo incontro con la cultura orientale spinse il re macedone ad abbandonare sempre più la sua matrice ellenica in favore dei costumi orientali.

I suoi soldati così dovettero a malavoglia adattarsi alla proscinési, cioè alla prosternazione davanti al sovrano, e lo stesso Alessandro favorì, e in alcuni casi impose, ai propri sudditi matrimoni con donne asiatiche.

Egli stesso sposò Rossane, una principessa della Sogdiana.

Nel 326 a.C., giunto presso le rive del fiume Indo, Alessandro dovette rassegnarsi a tornare in patria a causa del rifiuto di proseguire da parte dei soldati esausti.

L'espansione del regno di Alessandro Magno

Il ritorno in patria avvenne per vie differenti: dopo aver percorso con una flotta il fiume Indo sino all'Oceano Indiano, Alessandro incaricò l'ammiraglio Nearco di navigare verso occidente, allo scopo di gettare le basi per una nuova linea di navigazione che avrebbe dovuto unire la Mesopotamia all'India attraverso il Golfo Persico; mentre egli stesso, alla testa dei suoi uomini, attraversò il deserto del Belucistan per rincontrarsi con Nearco a Susa nel 324. Fissata a Babilonia la capitale del nuovo impero, Alessandro si impegnò nell'organizzazione dei territori assoggettati senza però mai rinunciare a quella smania di conquista che aveva caratterizzato la sua vita fino a quel momento. Ma i problemi derivanti dall'organizzazione di un impero tanto vasto ed eterogeneo erano innumerevoli: innanzitutto le diversità dei popoli, delle razze, delle lingue, delle usanze e delle religioni costituiva uno scoglio insormontabile. Inoltre Alessandro dovette combattere contro il ricordo delle grandi potenze e, di conseguenza, contro il desiderio di indipendenza di molti popoli; primi fra tutti i Greci e gli stessi Macedoni, che a poco a poco si dimostrarono sempre più avversi all'ambizione e al dispotismo propri del loro sovrano. Nel giugno del 323 a.C., Alessandro moriva a soli 33 anni e dopo soli 13 anni di regno. Un improvviso attacco di malaria stroncò la forte vitalità del più grande conquistatore del mondo antico, causando inoltre il crollo del suo impero. L'impero da lui creato infatti era destinato a sfasciarsi definitivamente e rapidamente, a causa della mancanza di un successore valoroso quanto Filippo II o lo stesso Alessandro. Ma l'idea della monarchia universale rimase ben viva nei secoli successivi tanto da essere ripresa, molto tempo più tardi, dagli imperatori romani.

L'impero macedone nel IV sec. a.C.

L'impero macedone nel IV sec. a.C.

LE CONSEGUENZE DELLA MORTE DI ALESSANDRO

Alla morte di Alessandro lo sterminato impero fu retto dai suoi generali più fidati, i diadochi (o successori), i quali nel giro di qualche decennio gettarono le basi per la nascita dei cosiddetti regni ellenistici, frutto della fusione delle due culture, orientale e greca, operata in quegli ultimi anni. Nonostante in un primo momento i diadochi avessero pensato di salvaguardare l'unità dell'immenso impero, il territorio conquistato a fatica da Alessandro fu suddiviso in tanti regni a causa di una serie di drammatici e sanguinosi contrasti.

Soltanto verso il 301 a.C. è possibile delineare un assetto definitivo e abbastanza stazionario, con la formazione di alcuni regni governati da dinastie differenti. Vediamoli insieme: - il Regno d'Egitto si estendeva dal Mediterraneo centrale (con la città di Cirene) sino alle coste che furono dei Fenici (con la città di Tiro) e comprendeva la valle del Nilo con le città di Alessandria, Menfi e Tebe. A capo di questo regno salì Tolomeo, figlio di Lago e fondatore della dinastia Lagide. Questa stirpe di sovrani governò fino al 30 a.C. (con la regina Cleopatra), e cioè fino a quando Roma si impossessò di tutta la regione. - il Regno di Siria era il più vasto e comprendeva le terre fra le coste dell'Asia Minore e il fiume Indo. Fu retto da Seleuco, fondatore della dinastia dei Seleucidi. Da esso si distaccarono in seguito i Regni di Bitinia e di Pergamo in Asia Minore e il Regno di Parti composto da alcune provincie orientali. - il Regno di Macedonia comprendeva i territori della Grecia settentrionale e fu governato in un primo tempo da Antipatro e più tardi da Antigono Gonata, fondatore della dinastia degli Antigonidi. - il Regno d'Epiro, praticamente sotto l'egemonia del Regno di Macedonia, conobbe un certo prestigio sotto il governo di Pirro, che nella prima metà del III secolo riuscì ad impegnare militarmente il potente esercito romano.

IL REGNO D'EGITTO

I sovrani di questo regno, i Lagidi, cercarono di incoraggiare lo stanziamento nel Paese di elementi di origine greca. Per far ciò, essi non esitarono a rilasciare larghe concessioni non solo finanziarie ma anche giuridiche. Non bisogna a questo punto dimenticare che i Greci, molto ricercati per le loro capacità tecniche e imprenditoriali, erano abituati alla civiltà delle poleis, in cui il cittadino faceva sempre sentire la sua voce; i Lagidi così furono costretti ad offrire loro delle garanzie giuridiche reali. La distinzione fra Greci e orientali assunse così una coloritura razzista, tanto che nelle grandi città la legge e i costumi tesero a proibire o almeno a rendere difficili e improbabili i matrimoni fra gruppi etnici differenti. Nonostante questi gravi limiti di carattere prettamente sociale, il regno d'Egitto durò più a lungo degli altri e conservò la propria indipendenza sino alla conquista romana, avvenuta nel 30 a.C.. Il merito della longevità di questo regno è da attribuire alla politica estera dei Lagidi, che non cercarono di allargare i loro possedimenti ma si limitarono ad annettere solo alcune terre sulle coste libiche e siriache; conquiste peraltro intese esclusivamente a favorire i traffici marittimi del Paese.

IL REGNO DI MACEDONIA

L'ultimo regno che passiamo ad esaminare è quello di Macedonia. Esso, relegato nel nord della Grecia, svolse un ruolo molto importante nel corso del III secolo a.C., al tempo del sovrano Antigono Gonata (277-239); questi consolidò il regno ed affrontò con successo il problema della sottomissione delle poleis greche che, organizzate nella Lega Etolica e nella Lega Achea, si erano ribellate ad un qualsiasi dominio, nel tentativo di salvare quel poco che rimaneva della loro indipendenza. La Macedonia, che naturalmente era il regno più fortemente ellenizzato, non visse il problema della omogeneizzazione delle culture.

Antigono, a differenza di altri sovrani ellenici, rifiutò la divinizzazione e cercò di dare alla sua autorità un fondamento di giustizia e saggezza ispirato alla filosofia di Platone. La vita del Regno di Macedonia fu continuamente complicata dai contrasti di origine sociale che di tanto in tanto nascevano fra le poleis greche confinanti, o all'interno di ogni comunità. I gruppi oligarchici cittadini, nel timore di rivolte popolari, tendevano ad appoggiarsi al Regno di Macedonia, nel quale vedevano una forza conservatrice; ciò facilitò gli interventi macedoni che, nell'ultimo scorcio del III secolo, sotto il governo di Antigono, riuscirono a sottomettere quasi tutte le poleis greche. Ma tra la fine del III secolo e l'inizio del II anche la Macedonia conobbe il declino. Roma, dopo aver sconfitto Cartagine, cominciò a guardare con interesse alle terre del Regno macedone; dopo la conquista, il territorio macedone venne suddiviso amministrativamente, in quattro repubbliche tributarie, e nel 148 la Macedonia fu trasformata in Provincia Romana.

IL REGNO DI SIRIA

Il regno, che dall'Asia Minore giungeva sino all'Indo, accoglieva un gran numero di popolazioni greche, asiatiche, semitiche e iraniche, assai diverse fra loro per lingua, cultura e tradizioni; per questo motivo fu attuato un programma di integrazione. Come abbiamo già accennato, con il passare del tempo da questo regno se ne staccarono altri tre che, ordinatisi in maniera autonoma, si resero indipendenti dal potere centrale: il Regno di Pergamo e il Regno di Bitinia, costituiti dalle regioni più periferiche dell'Asia Minore, e il Regno dei Parti.

LA SCIENZA ELLENISTICA

L'epoca ellenistica, iniziata convenzionalmente nel 323 a.C. e terminata con la battaglia di Azio (31 a.C.) e la conquista romana dell'Egitto, fu contraddistinta da una notevole fioritura scientifica. Anche se i progressi si registrarono in sede eminentemente teorica, molte scoperte gettarono le basi della moderna scienza. Eratostene di Cirene (284192 a.C.) fu geografo e matematico di grande spicco: inventò il crivello, che porta il suo nome, per la scoperta dei numeri primi. Inoltre fu il primo a valutare con esattezza la circonferenza terrestre. Aristarco di Samo (310-230 a.C.) formulò la teoria eliocentrica, anticipando di 2000 anni Copernico. Calcolò in teoria esattamente, anche se con strumenti inadeguati, le distanze relative della Terra, del Sole e della Luna. Notevolissime furono poi le scoperte di Ipparco di Nicea (190-120 a.C.) riguardo alla grandezza e alla catalogazione conseguente delle stelle, alle fasi delle eclissi, al verificarsi e all'alternarsi degli equinozi. Archimede (287-212 a.C.), il maggiore matematico e fisico dell'antichità, fu il diretto precursore di Galileo in quanto introdusse il metodo sperimentale. Formulò le leggi dell'idrostatica e il principio della leva. Innovatore anche in geometria e in aritmetica, fu inoltre inventore di macchine da guerra. Euclide (sec. V a.C.) formulò la geometria elementare, unificando le frammentarie nozioni esistenti in precedenza. Apollonio di Perge (nato nel 300 a.C.) è noto per le ricerche sulle coniche e per l'elaborazione di alcuni teoremi fondamentali. La medicina ebbe in Erofilo e Erasistrato due grandi esponenti: Erofilo fu l'ideatore dell'anatomia ed il primo a praticare autopsie; Erasistrato pare sperimentasse anche la laparatomia.

PICCOLO LESSICO

ALESSANDRIA D'EGITTO

La città fu fondata da Alessandro Magno nel 332-331 a.C., subito dopo la conquista d'Egitto. Con i primi Lagidi (Tolomeo I e II) Alessandria cominciò ad assumere importanza. Passata con Augusto a far parte dell'Impero romano, fu sede del governatore della provincia imperiale di Egitto. Con Caracalla prima e con Diocleziano poi, Alessandria decadde progressivamente, anche per la concorrenza della nuova città di Costantinopoli. Nel 642 vi entrava il conquistatore d'Egitto 'Amr ibn al 'As, e cominciava la nuova storia dell'età musulmana. Il centro politico e amministrativo d'Egitto si sposta a sud del delta e Alessandria scade a centro secondario. Al tempo delle Crociate (1166) la città fu assediata da Amalrico re di Gerusalemme, alleato dei Pisani e del visir fatimida Shawar, contro una guarnigione sira comandata da Saladino. Nel 1801 con la battaglia nella penisola di Canopo, presso la città, e con la successiva capitolazione del generale Menou, si concludeva la spedizione francese d'Egitto. Alessandria ricevette un nuovo impulso dal governo di Mohammed 'Ali e la ripresa della città continuò gradualmente per tutto il XIX sec.. Nel 1882, durante la rivolta nazionalista di 'Orabi Pascià, gli Inglesi bombardarono Alessandria causando gravissimi danni. Nel XX sec. lo sviluppo di traffici, l'incremento demografico e urbanistico, e l'importanza militare e civile del porto, hanno dato alla città un'importanza internazionale.

Ricostruzione del faro di Alessandria d'Egitto

ANTIOCHIA

Antica capitale del regno di Siria, fu fondata nel 301 a.C. da Seleuco I, che le diede il nome di Antiòchia in onore del padre Antioco. Corrotta nella sua raffinatezza, Antiòchia richiamò l'attenzione degli Apostoli, che sperarono di riformarla. Sconvolta dai terremoti, saccheggiata dai Persiani, Antiòchia non trovò più la forza di rinascere. I Crociati la tolsero ai Turchi nel 1098, ma dopo circa due secoli di dominio cristiano, Antiòchia fu ripresa nel 1268 dai Maomettani, che vi compirono orribili stragi. Seguì da allora le sorti del resto della Siria, passando nel 1920 sotto il mandato della Francia.

DIADOCHI

Il nome fu usato già in antichità, a designare la prima generazione dei successori di Alessandro Magno; la seconda si chiama degli Epigoni. L'età dei Diadochi termina nel 282 con la battaglia di Corupedio, quando scompaiono pressoché insieme i due ultimi Diadochi, Lisimaco e Seleuco. Caratteristica di questa età è lo sfasciarsi dell'impero e il sorgere delle tre monarchie ellenistiche di Macedonia, Egitto e Siria.

FALANGE MACEDONE

Filippo II di Macedonia creò questo particolare corpo militare ispirandosi al Battaglione Sacro tebano di Epaminonda. La falange era una particolare formazione compatta, composta da ottomila fanti armati di sarisse (delle specie di lance), che durante il combattimento creavano una barriera irta di punte. Rispetto alle abitudini militari del tempo, che prevedevano schieramenti di soldati molto larghi, ma piuttosto esigui, la falange rappresentava con la sua compattezza un valido elemento di sfondamento oppure di solida resistenza, anche all'urto della cavalleria.

GEOGRAFIA SCIENTIFICA

Durante questi anni furono molte le scoperte e le ricerche attuate in questo campo: il grande matematico astronomo geografo Eratostene di Cirene (273-192 a.C.) riuscì a calcolare con sufficiente approssimazione la lunghezza di un meridiano terrestre e a redigere una carta geografica abbastanza attendibile, comprendente le terre dall'Europa all'Asia; Aristarco da Samo propose per primo il sistema eliocentrico secondo il quale si ipotizzava che fosse la terra a ruotare intorno al sole e non viceversa. Ma l'ardita ipotesi andava decisamente contro la tradizione e l'osservazione sensibile, e suscitò non poche polemiche; il sistema eliocentrico fu ripreso e dimostrato in seguito da Copernico e da Galilei.

LAGIDI

Dinastia macedone che regnò nell'Egitto dal 305 al 30 a.C. Ebbe origine dal matrimonio di Lagos, padre di Tolomeo I, con Arsinoe, seconda cugina di Filippo II. Si estinse nel 40 d.C., quando già aveva perduto potenza con la conquista romana dell'Egitto, con Tolomeo di Mauritania, assassinato a Roma per ordine di Caligola.

MUSEO

Questa parola, che deriva dal greco mouseion attraverso il latino musaeum, significa «luogo consacrato alle Muse». Le Muse erano delle divinità venerate dai Greci, che avevano la peculiarità di possedere e rivelare ai mortali le arti e le scienze. In un primo tempo i Greci indicarono con il termine «museo» il tempio dedicato alle nove Muse e quindi un luogo di culto e di preghiera. Solo nel IV secolo a.C. il concetto di «museo» come luogo sacro si fuse con quello di luogo di studio. Ciò avvenne nell'Accademia fondata da Platone: all'interno dell'edificio vi era una stanza dedicata al culto delle Muse, in cui gli allievi potevano raccogliersi in preghiera e, in questo modo, ispirarsi. Il primo museo, come lo intendiamo noi oggi, nacque ad Alessandria d'Egitto per opera di Alessandro Magno: questo edificio, sempre dedicato alle Muse, conteneva una biblioteca ricchissima e ospitava un gran numero di scienziati e studiosi (mantenuti dallo Stato) che, proprio in quei locali, si potevano dedicare alla ricerca, specie nel campo della fisica, dell'astronomia, della geografia e della medicina.

SATRAPO

Governatore di una provincia dell'antico impero persiano, con ampi poteri politici, amministrativi e militari.

PERSONAGGI CELEBRI

APELLE

Pittore greco, nato nell'Asia Minore nel IV sec. a.C.. Discepolo di Panfilo di Licione, ritrasse più volte Alessandro Magno. Fu alla corte dell'egiziano Tolomeo, ma fu ivi accusato di congiura e corse rischio di morte. Passato in Efeso, dipinse La Calunnia, capolavoro dell'epoca. Altri dipinti famosi: un Ritratto di Alessandro Magno che impugnava un fulmine (opera, dice Plinio, meravigliosa, in cui le dita e il fulmine sembrano sporgere fuori dal quadro) e un'Afrodite Anadiomene. Della sua produzione, che gli aveva dato fama leggendaria, facendone, a detta di Plinio, il più grande pittore fino allora esistito, nulla è giunto sino a noi. Dolorosa perdita per un artista che affermò di non aver lasciato passare giorno senza tracciare una linea (nulla dies sine linea).

ARCHIMEDE ED EUCLIDE

Questi due grandissimi matematici, vissuti entrambi nel III secolo a.C. durante il periodo dei regni ellenistici, formularono la serie di ipotesi e teorie che tutt'oggi costituiscono la base della matematica e della geometria.

Archimede inoltre realizzò una serie di scoperte fisiche e matematiche, individuando i principi dell'idrostatica e ponendo le lontanissime premesse per l'elaborazione del calcolo infinitesimale.

LISIPPO

Scultore greco, nato a Sicione nel IV sec. a.C., è uno dei maggiori rappresentanti di tutta l'arte classica greca. Si conosce poco della sua opera e nessun originale è pervenuto fino a noi.

Esistono però numerose copie, in marmo e in bronzo, di sculture senza dubbio attribuibili all'artista greco.

Mediante queste riproduzioni, conservate un po' ovunque in Europa, si è potuta ricostruire l'impostazione stilistica dello scultore.

Egli fu certamente al servizio di Alessandro, che ebbe per lui la massima considerazione, al punto di affidargli il compito di ritrarlo in più di una occasione.

ALESSANDRO MAGNO

Fu uno dei più grandi conquistatori del mondo antico.

Nato nel 356 a.C., salì al trono a soli vent'anni, nel 336, dopo l'assassinio del padre.

Dotato di grande intelligenza e saggezza e cresciuto sotto l'influsso del suo educatore Aristotele, Alessandro seppe sempre dimostrarsi all'altezza della situazione.

Dopo aver portato a termine una grandiosa spedizione militare, che dalla Macedonia lo condusse attraverso la Persia, la Media, l'Egitto, la Partia, la Battriana, sino alle foci dell'Indo, nel 323 a.C. Alessandro morì colto da un attacco di malaria ad Alessandria d'Egitto, città che lui stesso aveva fondato.

La morte prematura, che lo colpì a soli 33 anni, gli impedì di portare a termine il suo più grande progetto: l'unificazione di tutto il mondo conosciuto sotto un unico sovrano.

RIASSUNTO CRONOLOGICO

356 a.C.: Filippo II inizia l'espansione della Macedonia.

338 a.C.: Scontro di Cheronea.

336 a.C.: Muore assassinato Filippo II e gli succede il figlio Alessandro.

335 a.C.: Distruzione di Tebe.

334 a.C.: Partenza della spedizione anti-persiana e vittoria di Granico.

333 a.C.: Vittoria di Alessandro a Isso.

331 a.C.: Vittoria di Gaugamela e occupazione di Babilonia.

323 a.C.: Muore Alessandro Magno.

301 a.C.: Spartizione dell'impero macedone e nascita dei regni ellenistici.

148 a.C.: La Grecia diventa Provincia romana.

63 a.C.: I Romani occupano il Regno di Siria.

30 a.C.: Il Regno d'Egitto, il più longevo, cade nelle mani dei Romani.

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