Il Regno Macedone - Filippo II il Macedone.
Argomenti correlati: Acarnania Anfizionìa Battaglia di Filippi Beozia Cheronea Demostene Eschine Focide Lega achea Lega delio-attica Lega etolica Licurgo Olinto Filippo II il Macedone (? 382 ca. - Ege 336 a.C.), generale e re di Macedonia (359-336 a.C.), artefice della potenza macedone. L'ESPANSIONE MACEDONE Terzo figlio del sovrano Aminta III (che regnò sulla Macedonia dal 394 al 370 a.C.), nel 367 a.C. Filippo fu inviato come ostaggio a Tebe, dove apprese le nuove tecniche militari dei greci; tornato in Macedonia nel 364 a.C., venne in seguito nominato reggente per il nipote Aminta IV (359 a.C.) e riuscì nel giro di pochi anni a rafforzare l'autorità centrale. Prendendo a modello la falange tebana, riorganizzò l'esercito macedone e cominciò a mettere in atto un programma di espansione territoriale. Nel 357 a.C. conquistò la colonia ateniese di Anfipoli in Tracia; l'occupazione delle miniere d'oro del monte Pangeo gli consentì di finanziare tutte le imprese successive. Nel 356 a.C. conquistò Potidea nella penisola calcidica e Pidna sul golfo di Salonicco. Nel 355 a.C. fu la volta della città di Crenide, in Tracia, che in suo onore venne ribattezzata Filippi. LA CONQUISTA DEL POTERE Forte dei suoi successi militari, nel 354 o 353 a.C. venne incoronato re, usurpando il diritto del giovane Aminta. Nel 354 a.C. occupò Metone, avanzando poi nella Tessaglia; due anni dopo raggiunse il passo delle Termopili, che tuttavia non riuscì a espugnare, dovendo ritirarsi davanti all'esercito ateniese. Nel 351 a.C. il grande oratore Demostene tenne la prima delle sue Filippiche, una serie di discorsi per mettere in guardia Atene contro la minaccia macedone. Nel 348 a.C. Filippo controllava la Tracia e la Calcidica, ma due anni più tardi, dopo alcuni tentativi per occupare la città di Olinto, alleata di Atene, acconsentì a ratificare la pace con gli ateniesi. L'EGEMONIA SULLA GRECIA Richiamato a Tebe per partecipare alla terza guerra sacra contro i focesi, entrò nella Focide nel 346 a.C. e poco dopo distrusse tutte le città della regione. La Macedonia prese quindi il posto dei focesi nella lega anfizionica, e in questo modo Filippo si assicurò il diritto di partecipare alle principali decisioni politiche della Grecia. Nel 338 il consiglio della lega nominò Filippo comandante dell'esercito; gli ateniesi, seguendo i consigli di Demostene, si allearono con Tebe contro Filippo II, ma le loro truppe subirono una pesante sconfitta nella battaglia di Cheronea (338 a.C.). La vittoria rese Filippo signore assoluto della Grecia; due anni più tardi riunì a Corinto i rappresentanti di tutti gli stati greci, per preparare la nuova guerra contro la Persia, ma cadde vittima di una congiura di palazzo e venne assassinato. Gli succedette il figlio Alessandro Magno. Nel 1977, a Vergina, vicino a Salonicco, è stata rinvenuta una tomba reale ricca di tesori, che viene ritenuta il sepolcro di Filippo II. Tebe (Grecia). Antica città della Beozia (Grecia); situata a nord del monte Citerone e a nord-ovest di Atene, è al centro di molte vicende mitiche, a partire dalla sua fondazione, che sarebbe opera del fenicio Cadmo (vedi Ciclo tebano), durante la sua ricerca della sorella Europa. Sempre a Tebe sono connessi i miti dei gemelli Anfione e Zeto, i nuovi fondatori della città, che unirono la parte bassa alla Cadmea (l'acropoli di Tebe) e costruirono le mura con le sette porte; di Edipo e dei suoi discendenti Eteocle e Polinice, la cui rivalità provocò la spedizione dei Sette contro Tebe e la successiva distruzione della città da parte degli Epigoni, i figli dei sette eroi; del dio Dioniso, che tornò in città per introdurre il suo culto. LA RIVALITÀ CON ATENE E SPARTA Grecia nel V secolo a.C. Dopo essersi coalizzate nella lotta comune contro i persiani, le città-stato greche si divisero in due schieramenti distinti: la lega delio-attica, guidata da Atene, e la lega del Peloponneso, con al centro Sparta e Corinto. Le due coalizioni si scontrarono nella guerra del Peloponneso, scoppiata nel 431 a.C. e conclusasi con la vittoria spartana nel 404 a.C. Tebe fu alleata di Sparta fino al 395 a.C., quando si unì ad Atene contro Sparta nella guerra corinzia. Dal punto di vista storico, Tebe era già prospera in epoca micenea (XIV-XII secolo a.C.); alla fine del VI secolo a.C. era la città più importante della Beozia e iniziò le ostilità con Atene, tanto che nel 479 a.C., durante l'invasione persiana, si schierò con gli invasori, combattendo contro i confederati greci a Platea. Durante la guerra del Peloponneso nel 431 a.C., Tebe combatté al fianco di Sparta, ma presto cominciò a temere la crescente potenza della sua alleata e, nella guerra corinzia (395-386 a.C.), si unì ad Atene contro Sparta. Fra Tebe e Sparta sorse così un forte antagonismo: lo scontro che ne derivò si risolse in un breve periodo di predominio tebano in Grecia, ottenuto grazie alla vittoria di Epaminonda a Leuttra nel 371 a.C. e conclusosi con la morte di quest'ultimo a Mantinea nel 362 a.C. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. IL DECLINO DELLA POTENZA TEBANA L'eloquenza dell'oratore ateniese Demostene persuase in seguito i tebani a unirsi agli ateniesi contro il pericolo costituito dal re di Macedonia Filippo II, ma quest'alleanza non poté impedire che nel 338 a.C., con la battaglia di Cheronea, anche la capitale della Beozia divenisse possedimento macedone. Dopo la morte di Filippo, i tebani tentarono, senza successo, di riguadagnare la libertà. Nel 335 a.C. Tebe venne distrutta da Alessandro Magno, che vendette come schiavi gli abitanti sopravvissuti (si dice che Alessandro risparmiò soltanto i templi e la casa del poeta Pindaro). Benché la città fosse stata ricostruita nel 315 a.C. dal re di Macedonia, Cassandro, due secoli dopo si era ridotta a un piccolo villaggio senza importanza. Il sito dell'acropoli è occupato dalla moderna città di Tebe, che si estende anche ai suoi piedi; tra i resti archeologici vi sono il palazzo di Cadmo, in realtà due palazzi di epoca micenea (da cui provengono documenti in lineare B), la cinta muraria comprendente alcune porte (IV secolo a.C.) e alcuni santuari, oltre a varie tombe micenee. Nei pressi era situato l'importante santuario dei Cabiri (di cui si vedono ora i resti), dove si celebravano antichissime cerimonie di iniziazione maschile, frequentato dal IX secolo a.C., più volte rifatto fino all'epoca romana imperiale. Tracia. Regione storica dell'Europa sudorientale, politicamente divisa tra Grecia, Bulgaria e Turchia. Il nome Trakya fu usato la prima volta dagli antichi greci per indicare le coste nordorientali del mar Egeo; successivamente designò la maggior parte della penisola balcanica orientale, confinante a nord con il Danubio, a est con il Ponto Eusino, a sud con la Propontide (mar di Marmara), il Bosforo, l'Ellesponto (Dardanelli), il mar Egeo e la Macedonia, a ovest con la Macedonia, la Peonia e la Dardania. L'antica Tracia era prevalentemente incolta e coperta di foreste; i giacimenti di minerali, in particolare d'oro, rendevano la regione particolarmente ambita. I traci, un popolo barbaro e bellicoso, fondarono un regno nel V secolo a.C.; la regione divenne poi provincia macedone, romana e, infine, bizantina. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, la Tracia passò sotto il dominio dell'impero ottomano. Dopo la guerra russo-turca del 1877-78 e il congresso di Berlino, la parte settentrionale della Tracia divenne un territorio autonomo dipendente dalla Turchia e fu chiamata Rumelia orientale; la parte meridionale divenne il vilayet turco di Adrianopoli, oggi Edirne. La conferenza di Londra del 1913 mise fine alle guerre balcaniche, assegnando la Rumelia orientale alla Bulgaria e con il successivo trattato di Bucarest, siglato nello stesso anno, la Bulgaria acquisì anche la regione tra i fiumi Mesta e Marizza, la cosiddetta Tracia occidentale. La Turchia conservò la Tracia orientale, a est del fiume Marizza. Dopo la Grande Guerra la Bulgaria fu costretta dal trattato di Neuilly (1919) a cedere la Tracia occidentale alla Grecia che, con il trattato di Sèvres (1920), si vide annettere anche la Tracia orientale. Quest'ultima tornò in possesso della Turchia con il trattato di Losanna (1923). La Tracia greca (occidentale) è suddivisa in tre province: Évros, Xanthe e Rhodope. Durante la seconda guerra mondiale, dal 1941 al 1944, fu occupata dalla Bulgaria. Termopili (greco 'porte calde'), nell'antica Grecia stretto passaggio a sud-est di Lamía, tra il monte Eta e il golfo Maliaco, che conduce dalla Tessaglia alla Locride; controllava l'ingresso nella Grecia centrale da nord-est. Il nome del passaggio deriva dalle sorgenti termali sulfuree situate nelle sue vicinanze. Nei tempi antichi il sentiero era largo circa 15 m e passava sotto un precipizio, ma i depositi alluvionali hanno a tal punto alterato la linea costiera che oggi esso è un'estesa pianura paludosa larga da 2,4 a 4,8 km. Durante le guerre persiane, le Termopili furono lo scenario dell'eroica morte di Leonida e dei suoi uomini (300 dei quali erano spartani), nel tentativo di arginare l'invasione persiana nel 480 a.C. Efialte, un tessalo, tradì i greci indicando ai persiani guidati da Serse I un sentiero attraverso la montagna seguendo il quale Serse riuscì ad attaccare i greci alle spalle. La battaglia delle Termopili fu raccontata dallo storico greco Erodoto nelle sue Storie. Nel 191 a.C., il re seleucide Antioco III fu sconfitto alle Termopili mentre tentava di arrestare i romani guidati da Catone il Censore. Demostene (384-322 a.C.), uomo politico e oratore greco. Dopo aver perfezionato gli studi di retorica, cominciò a scrivere orazioni giuridiche. A partire dal 355 a.C. prese parte alla vita politica di Atene sostenendo con tenacia la democrazia e mettendo in guardia la città dalle mire espansionistiche di Filippo II di Macedonia. L'ostilità nei confronti di Filippo è testimoniata da alcune orazioni: la Prima filippica, composta nel 350 a.C., e le tre Olintiache, scritte in seguito alla conquista di Olinto da parte dei macedoni, attraverso le quali incitava gli ateniesi a prendere le armi in difesa delle città alleate. Nel 346 Demostene fu inviato a negoziare la pace con Filippo, insieme a Eschine e a Filocrate. In questa occasione espresse la sua approvazione per l'accordo raggiunto nell'orazione Per la Pace; contemporaneamente, tuttavia, con l'orazione Sulla falsa ambasceria accusò Eschine di tradimento. Sono di questo periodo anche la Seconda e la Terza filippica, composte rispettivamente nel 344-45 e nel 341, con le quali Demostene invocava un'azione risoluta nei confronti di Filippo. Dopo che Filippo ebbe cinto d'assedio Bisanzio (340 a.C.), Atene, alleatasi con Tebe, intervenne militarmente; le forze greche furono sconfitte presso Cheronea nel 338, ma Demostene continuò a sostenere l'indipendenza di Atene dai macedoni. Nel 336 a.C. l'ateniese Ctesifonte propose di conferire una corona d'oro a Demostene; da questa proposta nacque una causa politica che venne discussa nel 330 a.C.: Eschine si oppose a Ctesifonte, ma Demostene vinse la causa pronunciando l'orazione Per la Corona. Costretto a lasciare Atene per un'accusa di corruzione, si rifugiò a Trezene (324). Morto Alessandro, successore di Filippo II, nel 323, Demostene fu richiamato ad Atene, insorta contro i macedoni di Antipatro. Sconfitti in Tessaglia, gli ateniesi dovettero condannare a morte i capi della rivolta, fra cui Demostene e Iperide. Fuggito sull'isola di Calauria, Demostene si avvelenò prima di essere catturato dai soldati di Antipatro. Guerre sacre Serie di conflitti combattuti in Grecia tra il VI e il IV secolo a.C., che ebbero come oggetto del contendere Delfi, il maggiore tra i santuari ellenici, situato nella Focide. PRIMA GUERRA SACRA La prima guerra sacra (592-582 a.C.) si concluse con il successo della lega tessala contro i focesi di Crisa (città sita presso l'attuale Khrisón), che accampavano pretese sul santuario di Apollo a Delfi; dopo questo episodio i tessali, componente prevalente dell'anfizionia delfica, riorganizzarono questa come panellenica, consentendo a quei greci che erano stati loro alleati (Atene e le comunità doriche del Peloponneso) di parteciparvi. SECONDA GUERRA SACRA La seconda guerra sacra si combatté nel 448 a.C., e scaturì da un'invasione della Focide, che gli spartani volevano strappare alla supremazia ateniese, ma che Pericle difese con l'invio di un esercito. Gli eventi successivi furono estremamente convulsi e videro la costituzione di una lega beotica di tendenze oligarchiche presieduta da Tebe, che mirava - proprio con l'appoggio di Sparta - a liberare dalla supremazia ateniese anche la vicina Beozia. Atene, sconfitta a Coronea nell'inverno 448-447, perse la Beozia, la Locride e la Focide, ove Delfi si proclamò indipendente. La perdita dell'Eubea fu invece scongiurata dalla "pace dei trent'anni" stipulata nell'inverno 446-445, che consentì alla lega delio-attica di conservare la supremazia marittima, rinunciando però alle posizioni nel Peloponneso. In seguito a questo esito i re spartani Plistoanatte e Cleandrida vennero banditi e Pericle vide accrescersi l'opposizione interna. TERZA GUERRA SACRA La terza guerra sacra (356-346 a.C.) ebbe origine da una multa comminata ai focesi dall'Anfizionìa delfica, nella quale spadroneggiavano tebani e tessali. Il vero protagonista del conflitto fu però Filippo II il Macedone che - intervenuto come alleato dei tessali - interpretò ben presto il conflitto in funzione espansionistica, facilitato anche dalla posizione ateniese, insensibile alle calorose orazioni "interventiste" di Demostene. Quando nel 346 venne stipulata la pace, Filippo ebbe per sé la Tracia e la Focide, ove ben presto si recò per farsi includere nel consiglio anfizionico e autoproclamarsi "presidente" dei giochi pitici. Anfizionìa. Nell'antica Grecia alleanza tra popoli vicini a difesa di un tempio. Celebre quella di Anthela (attuale Anthili), dove c'era un tempio dedicato a Demetra vicino alle Termopili, a cui si unì quella di Delfi con il tempio di Apollo. L'alleanza finì per diventare strumento politico dei membri più forti: in numero di dodici, questi si riunivano due volte l'anno a Delfi e alle Termopili, e avevano diritto a due voti ciascuno, ma potevano inviare delegati aggiuntivi. La lega anfizionica combatté tre guerre, la prima (592-582 a.C.) contro la città di Crisa (presso l'attuale Khrisón); durante la seconda (448 a.C.) e la terza (356-346 a.C.), Filippo II di Macedonia usò la propria posizione per dominare la politica greca (vedi Guerre sacre). Battaglia di Cheronea. Battaglia combattuta nel 338 a.C. nelle vicinanze della città di Cheronea nella regione della Beozia, tra i macedoni, guidati da Filippo II re di Macedonia e i tebani appoggiati dagli ateniesi loro alleati. Decisivo per l'esito della battaglia, che segnò la fine dell'indipendenza ellenica, fu l'intervento della cavalleria, guidata dal giovane Alessandro Magno, figlio del re Filippo II, che riuscì a mettere in rotta l'esercito tebano. Sfruttando con abilità la vittoria, Filippo II organizzò nella città di Corinto la Lega corinzia per consolidare la sua posizione di capo indiscusso e dare un nuovo assetto politico alla Grecia. Alessandro Magno (Pella 356 a.C. - Babilonia 323 a.C.), re di Macedonia (336 a.C. - 323 a.C.), fu uno dei più grandi strateghi militari e conquistatori della storia. UN PRECOCE TALENTO MILITARE. Figlio di Filippo II e di Olimpiade, principessa dell'Epiro, ebbe per maestro Aristotele, il quale gli insegnò retorica, letteratura, scienza, medicina e filosofia. Nel 336 a.C. il padre venne assassinato e Alessandro gli succedette sul trono di Macedonia in un momento molto critico; la sua sovranità era minacciata da nemici all'interno del regno e da ribellioni fuori dei confini. Alessandro fece giustiziare tutti i cospiratori, quindi sottomise la Tessaglia. Ristabilita la propria autorità, venne eletto comandante degli eserciti greci da un congresso di stati a Corinto, per combattere contro la Persia. Nel 335 a.C. condusse una fortunata campagna contro i traci ribelli presso il Danubio; al ritorno in Macedonia annientò gli illiri e i dardani, quindi piegò su Tebe e la distrusse, risparmiando soltanto i templi e la casa del poeta Pindaro. LA SPEDIZIONE IN ASIA. Le prime vittorie sui persiani. Alessandro Magno nella battaglia di Isso. Alessandro Magno sconfisse Dario III nella battaglia di Isso del 333 a.C. Nel 334 a.C. assieme ai generali Antigono (il futuro Antigono Monoftalmo), Tolomeo (il futuro Tolomeo I) e Seleuco (in seguito Seleuco I), con un'armata di 35.000 soldati attraversò l'Ellesponto e sconfisse un esercito di 40.000 opliti persiani e greci sulle rive del fiume Granico, nei pressi dell'antica città di Troia: con questa battaglia, nel corso della quale, secondo la tradizione, perse solo 110 uomini, si aggiudicò la supremazia su tutta l'Asia. Proseguendo nella sua avanzata verso sud si scontrò nel 333 a.C. con le forze persiane al comando del re Dario III e le sconfisse nella battaglia di Isso, nel nord-est della Siria; nel 332 a.C. distrusse la città fenicia di Tiro, dopo un assedio durato sette mesi, successivamente conquistò Gaza e passò in Egitto, dove fu accolto come un liberatore, assicurandosi così il controllo dell'intera costa orientale del Mediterraneo. Per collegare i territori conquistati fondò numerose città lungo la linea di marcia: poste in posizione strategica, avevano strade lastricate ed erano fornite di riserve d'acqua. In Persia Alessandro mantenne la suddivisione in satrapie, affiancando ai principi indigeni alcuni funzionari macedoni. La fondazione di Alessandria. Ovunque Alessandro introdusse lo studio della cultura e della lingua greca... Ovunque Alessandro introdusse lo studio della cultura e della lingua greca; il suo esercito era fra i più preparati: si dice che avesse fatto studiare tattica militare e lingua greca a 30.000 giovani macedoni, e che soltanto dopo li avesse arruolati. Nel 332 a.C. fondò in Egitto la città di Alessandria, che diventò il centro culturale e commerciale del mondo greco. Per consolidare l'unità di un regno che accomunava tanti popoli diversi, cercò di promuovere tra i suoi ufficiali i matrimoni misti: egli stesso sposò la principessa Rossane, figlia di un satrapo della Sogdiana e più tardi Statira, figlia del re Dario III. Nel 331 a.C. sottomise Cirene, capitale dell'antico regno nordafricano della Cirenaica, estendendo così i confini dei suoi territori fino all'impero di Cartagine. La conquista dell'impero persiano. Sempre nel 331 a.C. fece un pellegrinaggio al tempio di Amon-Ra, sede dell'oracolo del dio del Sole egizio, che i greci identificavano con Zeus, e si fece riconoscere come figlio della divinità. Quindi, nello stesso anno, riorganizzò le truppe e sconfisse l'esercito persiano di Dario III nella battaglia di Gaugamela. Poco dopo la città di Babilonia si arrese e Alessandro conquistò Susa, impadronendosi dei suoi enormi tesori, e quindi Persepoli, la capitale persiana, che saccheggiò e incendiò. L'impero persiano era ormai definitivamente sconfitto; i domini di Alessandro si estendevano lungo e oltre le coste meridionali del mar Caspio, includendo gli odierni Afghanistan e Beluchistan, e a nord in Battriana e in Sogdiana (attuale Turkestan) nell'Asia centrale. L'AMBIZIONE DI UN IMPERO UNIVERSALE Impero di Alessandro Magno. Le campagne militari di Alessandro Magno nel corso del IV secolo a.C. Dopo aver soffocato le rivolte interne scoppiate nel 336 a.C., Alessandro dichiarò guerra alla Persia, conquistando successivamente Babilonia, Persepoli e Susa. Nel 332 fondò la città di Alessandria, in Egitto. Proclamato re dell'Asia, passò alla conquista dell'India, ma le condizioni del suo esercito lo costrinsero ad abbandonare l'impresa. Per sottomettere questa vasta area aveva impiegato soltanto tre anni, ma la sua sete di conquista non sembrava ancora placata: secondo molti storici ambiva a riunire l'Oriente e l'Occidente in un impero mondiale. Nel 326 a.C. Alessandro attraversò il fiume Indo e invase il Punjab, sconfiggendo il re indiano Poro nella battaglia dell'Idaspe; avrebbe voluto raggiungere l'oceano Indiano, ma l'esercito macedone si ribellò e si rifiutò di avanzare oltre. Costretto a un repentino viaggio di ritorno, Alessandro allestì una flotta con cui si spinse fino al delta dell'Indo: di qui attraversò il deserto fino a Susa, dove giunse nel 324 a.C., mentre la flotta, al comando dell'ammiraglio Nearco, raggiungeva il golfo Persico e risalendo il corso del Tigri arrivava a sua volta a Susa. LA MORTE PREMATURA. Approfondimenti. Plutarco: Alessandro figlio di Zeus. Il letterato e filosofo greco Plutarco deve la sua fama soprattutto alle sue opere storiche e in particolare alle Vite parallele - raccolta di quattro biografie singole e ventidue coppie di biografie di eminenti personaggi greci e romani messi a confronto - che godette di molta fortuna per lo stile semplice, spesso romanzesco e ricco di aneddoti con cui l'autore trattò la materia. Tra le Vite narrate non in parallelo celebre è quella del grande stratega e re di Macedonia Alessandro Magno. Giunto in Egitto sulla scia di numerose imprese vittoriose, ormai padrone di un vasto impero, Alessandro fonda la città che porta il suo nome sul delta del Nilo e, convinto da sempre della sua nascita divina, attraversa il deserto allo scopo di recarsi al tempio di Amon-Ra (il dio del Sole Ammone, ovvero Zeus per i greci) nell'oasi di Siwa: favorito nella sua marcia da una serie di fausti vaticinii, Alessandro ottiene dal sacerdote di Ammone una specie di investitura sacra, facendosi riconoscere come figlio della divinità. Plutarco a questo proposito riferisce come la discendenza di Alessandro da Zeus possa essere derivata da un'interpretazione errata delle parole del sacerdote. Alessandro si fermò a Susa un anno, dovendo affrontare una difficile situazione interna che minacciava di minare la stabilità dell'impero appena creato. Il malcontento dei suoi sudditi nasceva anche dal complesso cerimoniale di stile orientale che egli aveva preteso di instaurare, dopo aver rivendicato origini divine; più volte i suoi ufficiali complottarono, senza successo, contro di lui. Giunto a Babilonia con l'intenzione di preparare nuove conquiste in Occidente, fu colpito da febbri malariche e nel giro di pochi giorni morì: aveva solo trentatré anni. Le imprese di Alessandro non sono passate solo alla storia, ma fanno parte anche della leggenda: si tramanda infatti che egli in Frigia tagliò con la spada il famoso nodo gordiano. Vergina Cittadina della Grecia settentrionale, situata nella Macedonia centrale, circa 65 km a ovest di Salonicco; corrisponde al sito di Ege (Aigài), la prima capitale dell'antico regno macedone. Importantissima è l'area archeologica, dove gli scavi, iniziati nel XIX secolo, hanno dato preziosi risultati nel Novecento. Fiorente fin dal X secolo a.C., la città divenne sede della corte macedone dal VI secolo; anche dopo il trasferimento della capitale a Pella (fine del V secolo a.C.), Vergina continuò a essere prescelta per le sepolture dei sovrani e dei membri dell'aristocrazia. Nel 336 a.C. vi fu assassinato Filippo II e poco dopo vi venne proclamato re il figlio Alessandro Magno. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce il complesso del palazzo reale e del teatro, della fine del IV secolo a.C., e numerose tombe macedoni. Entro il cosiddetto Grande Tumulo sono state scoperte tre sepolture, tra cui la più interessante è la tomba attribuita a Filippo II, rinvenuta intatta, dalla facciata affrescata con una scena di caccia reale: conteneva un ricchissimo corredo di armi e vasellame in bronzo e oro, frammenti di mobili decorati in oro e avorio, il diadema regale, l'urna d'oro con le ceneri del re, una seconda urna aurea con le ceneri di una donna. Accanto a questa sono la tomba detta "del Principe", anch'essa integra, ornata all'interno da un fregio dipinto con corse di carri; e quella detta "di Persefone", con un magnifico affresco sulle pareti della camera funeraria, forse destinata al re Aminta III. Acarnania. Regione storica della Grecia nordoccidentale, compresa tra il mar Ionio, il golfo di Arta, l'Epiro, l'Euritania, la Focide e l'Etolia. Alleatasi con Atene durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), nel IV secolo a.C. passò sotto il controllo prima di Sparta, poi di Tebe (371 a.C.) e infine della Macedonia (338 a.C.). Nel secolo successivo, oggetto di continui attacchi da parte della vicina Etolia, fu suddivisa tra quest'ultima e l'Epiro. Grazie all'appoggio degli illiri, si ribellò al controllo dell'Etolia e, alleatasi con Filippo V di Macedonia, partecipò alle guerre macedoniche contro Roma; nel 22 a.C., anno in cui l'imperatore Augusto riorganizzò le province, divenne parte dell'Acaia. Nel II secolo d.C. venne annessa all'Epiro e nel 1480 passò sotto l'impero ottomano. Nel 1832, dopo aver combattuto contro i turchi, divenne parte della neonata nazione greca. Oggi costituisce, insieme all'Etolia, una suddivisione amministrativa (nomo) della Grecia. Battaglia di Filippi. Battaglia combattuta a Filippi, in Tracia, nel 42 a.C., nella quale l'esercito dei triumviri Antonio e Ottaviano (il futuro imperatore Augusto) combatté contro quello di Marco Giunio Bruto e di Cassio Caio Longino, gli uccisori di Caio Giulio Cesare. Gli eserciti si affrontarono in due scontri; in seguito alla sconfitta, Cassio e Bruto si tolsero la vita. Beozia. Regione dell'antica Grecia, delimitata a nord dalla Locride Opunzia, a est dal canale dell'Atalante e dallo stretto dell'Euripo, a sud dall'Attica, dalla Megaride e dallo stretto di Corinto, a ovest e a nord-ovest dalla Focide. La regione occupata dall'antica Beozia fa oggi parte dei dipartimenti greci (nómoi) dell'Attica e della Beozia. I beoti erano eoli originari della Tessaglia. La Beozia disponeva di terreni fertili, adatti alla coltivazione e al pascolo; inoltre era ricca di minerali. Acquistò importanza verso il 600 a.C., epoca in cui la capitale, Tebe, costituì la Lega beotica, una confederazione di quattordici città-stato che comprendeva Orcomeno e Tespie. Le relazioni ostili tra la Lega e Atene portarono in seguito a un conflitto che culminò nella vittoria ateniese e nello scioglimento della Lega. Nel 447 a.C. i beoti si ribellarono ad Atene e fu ricostituita la Lega che si schierò con Sparta durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.). Sconfitti gli ateniesi nel 424 a.C., l'esercito beotico, guidato dal generale tebano Epaminonda, nel 371 a.C. riportò a Leuttra una vittoria decisiva anche sugli spartani. Da allora la Beozia dominò la Grecia, fino a quando Filippo II di Macedonia sconfisse gli eserciti alleati di tebani e ateniesi a Cheronea (338 a.C.). La Beozia uscì definitivamente dalla scena politica della Grecia dopo la distruzione di Tebe (335 a.C.) a opera di Alessandro Magno. Cheronea. Antica città della Beozia, teatro di due importanti battaglie. Nel 338 a.C. Filippo II di Macedonia sconfisse ateniesi e tebani, sottomettendo così gran parte della Grecia; nell'86 a.C. l'esercito di Mitridate VI del Ponto, guidato da Archelao, fu sconfitto dalle truppe romane di Silla. Cheronea è la città natale dello storico Plutarco. Dell'antico sito rimangono alcuni resti: un teatro greco e le rovine delle mura. Eschine (Atene 390 ca. - Rodi, dopo il 330 a.C.), oratore greco. Nel 348 fu inviato nel Peloponneso per costituire una lega contro Filippo II di Macedonia, ma, fallito il tentativo, aderì al partito filomacedone. Fu deciso avversario di Demostene, rappresentante del partito antimacedone, dal quale fu ripetutamente accusato di corruzione. Eschine rispose con le orazioni Contro Timarco e Sulla falsa ambasceria; in seguito si oppose alla proposta di Ctesifonte di assegnare una corona d'oro a Demostene con l'orazione Contro Ctesifonte, nella quale attaccò apertamente la sua politica. Al processo, svoltosi nel 330 a.C., Demostene, che si difese con l'orazione Per la corona, uscì vittorioso mentre Eschine dovette recarsi in esilio a Rodi, dove morì. Focide (greco Fokís), antica regione storica e attuale nomo della Grecia centrale, caratterizzata dal massiccio del Parnaso e dal bacino del fiume Cefiso, affacciato sul golfo di Corinto. Ha una superficie di 2120 km2 e una popolazione di 48.884 abitanti (1991). Il territorio è prevalentemente montuoso, con scarse aree pianeggianti. L'economia si basa sull'agricoltura e sulla pastorizia; pregiata la produzione di marmi. I centri più importanti furono Crisa, Elatea, Lilea, Iampoli, e il santuario panellenico di Delfi, per il controllo del quale furono ingaggiate due guerre sacre, la prima nel 592 a.C. e la seconda nel 448 a.C. La terza guerra sacra scoppiò nel 356 a.C., quando la lega anfizionica, della quale facevano parte i focesi, decretò che essi fossero multati per le offese di carattere religioso. I focesi si rifiutarono di pagare e utilizzarono i tesori del santuario per assoldare alcuni mercenari. Sconfitti da Filippo II di Macedonia, vennero espulsi dalla lega anfizionica, le loro città vennero devastate e furono costretti a pagare una forte indennità annuale al antuario di Delfi. Lega achea. Confederazione costituita dagli achei nel IV secolo a.C.; le città-stato che vi aderivano erano autonome, ma in politica estera seguivano decisioni comuni, deliberate da appositi organi di governo. Sconfitta alla fine del IV secolo dai macedoni, venne sciolta nel 302 e poi ricostituita attorno al 280 a.C.; tra il 251 e il 229 a.C. venne rafforzata dall'adesione di Sicione, Corinto, Megalopoli e Aro. Sorta inizialmente in funzione antimacedone, verso il 235 a.C., quando Cleomene III di Sparta attaccò le forze della lega, essa chiese aiuto al re di Macedonia. Cleomene III venne sconfitto a Sellasia (222 a.C.) e gli achei ritornarono sotto l'influenza macedone. Verso il 198 a.C. gli achei si allearono con Roma nella seconda guerra macedonica: durante i quarant'anni che seguirono i romani assoggettarono completamente la lega, insieme al resto della Grecia. Nel 146 a.C. l'Acaia divenne una provincia romana: comprendeva tutta la Grecia a sud della Tessaglia e della Macedonia. Lega delio-attica. Libera alleanza di molte città costiere e di isole greche e dell'Asia Minore, costituitasi nel 478 a.C. con lo scopo di affrontare la Persia. Ogni membro versava un tributo, deposto sull'isola di Delo, dove si riuniva anche il sinedrio, il collegio in cui erano rappresentate tutte le città. Dopo le prime vittorie della lega, Atene assunse un ruolo dominante e le città-stato che vi avevano aderito erano tutte sottomesse all'egemonia ateniese. Nel 454 il tesoro della lega e il sinedrio furono trasferiti da Delo ad Atene e nel 453 numerose città-stato dell'entroterra, nonostante non fossero minacciate dai persiani, aderirono alla lega per godere del sostegno di Atene. I membri della lega rimasero sottomessi ad Atene fino alla sconfitta subita a opera di Sparta, durante la guerra del Peloponneso (404 a.C.). Con la capitolazione di Atene, la lega si sciolse, ma fu ricostituita nel 377. Quando Filippo II, sovrano di Macedonia, sconfisse gli ateniesi a Cheronea, nel 338 a.C., la lega si sciolse definitivamente. Grecia nel V secolo a.C. Lega etolica. Nella Grecia antica, federazione di città dell'Etolia costituitasi all'inizio del IV secolo a.C., che raggiunse la massima potenza nel III secolo a.C., quando si oppose alla Lega achea, giungendo a controllare l'intera Grecia centrale, dal mar Ionio al mar Egeo, oltre ad alcune regioni nel Peloponneso, in Tessaglia, in Tracia e in Asia Minore. Nel 220 a.C. la lega entrò in guerra contro Filippo V di Macedonia: sconfitta, si alleò con Roma, riuscendo infine a battere i macedoni a Cinoscefale nel 197 a.C. Con l'intento di recuperare i territori un tempo in loro possesso, gli etoli si unirono ad Antioco III di Siria contro Roma, ma quando egli fu sconfitto alle Termopili (191 a.C.) e a Magnesia (189 a.C.), si arresero e si sottomisero ai romani. Persa l'importanza politica, la lega venne sciolta nel 146 a.C. Licurgo (di Atene). (390 ca. - 323 a.C.), politico e oratore ateniese. Fu allievo di Platone e di Isocrate. A partire dal 338 gli fu affidata l'amministrazione delle finanze di Atene, incarico che svolse fino al 326. Ricoprendo tale carica, incrementò la ricchezza dello stato e promosse la costruzione di nuovi edifici pubblici (ad esempio, fece completare il teatro di Dioniso). In ambito politico, Licurgo, insieme all'oratore Demostene, fu strenuo oppositore delle fazioni filomacedoni. L'unica orazione di Licurgo interamente conservata è quella Contro Leocrate, composta intorno al 331. Olinto. Antica città della Grecia, situata nella penisola calcidica sul golfo di Torone. Fondata dai calcidesi, la città raggiunse l'apice della potenza nel tardo V secolo a.C., in seguito alla rivolta dei calcidesi contro Atene. La città fu a capo di una potente confederazione, la Lega calcidica, che si schierò con Sparta nella guerra del Peloponneso. Nel 379 a.C. fu sottomessa da Sparta e nel 348 a.C. venne completamente distrutta da Filippo II di Macedonia nonostante l'intervento degli ateniesi, sollecitati da Demostene con tre orazioni, le Olintiche. da Microsoft ® Encarta ® 2008. © 1993-2007 Microsoft Corporation. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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