Editto di Ecouen.
Ecouen, Editto di. Emanato il 2 giugno 1559 dal re di Francia Enrico II dichiarava guerra aperta ai protestanti, dopo che il Trattato di Cateau-Cambrésis, firmato in aprile, aveva stabilito la pace tra le potenze cattoliche. Esso però lasciava loro le mani libere per occuparsi della situazione all'interno e l'editto diede inizio in Francia alla politica di sterminio dei protestanti calvinisti (ugonotti) imponendo ai funzionari regi di procedere contro gli "eretici". Alcuni giorni dopo l'emanazione dell'editto, Enrico II perdeva la vita in un incidente durante una giostra, mentre si stavano accendendo le fiamme della guerra civile che avrebbe costituito un lungo e sanguinoso capitolo della storia francese. Dir. rom. - Manifestazione concreta dello ius edicendi, cioè il diritto di fare comunicazioni al popolo, conferito a ogni magistrato. Per lo più il magistrato nel prendere possesso della sua carica promulgava un e. nel quale fissava quelle che sarebbero state le norme generali della sua condotta nel disbrigo degli affari attinenti alla carica. In origine l'efficacia dell'e. durava finché durava in carica il magistrato che lo aveva formulato; ma a poco a poco divenne traslaticio, cioè aveva vigore anche sotto i magistrati successivi, a meno che non fosse stato esplicitamente abrogato. Il pretore, prendendo possesso del suo ufficio annuale, fissava in un e. le norme procedurali a cui si sarebbe attenuto nella concessione delle actiones. Stabilizzandosi il diritto e la procedura, queste norme divennero fisse, e venivano integralmente ripetute di anno in anno nei vari e. pretorii. Sotto l'imperatore Adriano fu formulato quell'e. perpetuo, che costituì il fondamento della procedura e del diritto civile. Anche l'imperatore si valse dello ius edicendi, e gli e. del principe ebbero valore di decreto sovrano. Fra questi ultimi: l'e. di Augusto ai Cirenei, l'e. di Claudio e quello di Nerone in materia di diritto penale, l'e. di Caracalla sulla cittadinanza romana, l'e. di Diocleziano sui prezzi, l'e. di Costantino (noto anche come e. di Milano) con cui si riconosceva la libertà del culto anche ai Cristiani (313). Nell'età barbarica prese nome di e. una raccolta organica di leggi, promulgata da un principe, almeno nominalmente soggetto all'Impero (l'e. di Teodorico, l'e. di Rotari). Più tardi il termine fu usato ufficialmente nel senso di decreto promanante dal sovrano (l'e. di Nantes di Enrico IV, con cui si concedeva la libertà religiosa ai protestanti, e l'e. di Fontainebleau di Luigi XIV, che revocava l'e. di Nantes). Nome di quattro re di Francia. ║ E. I re dopo il 1030, dovette lottare contro i feudatari (1008-1060). ║ E. II figlio di Francesco I e marito di Caterina de' Medici. Nella lotta contro l'imperatore Carlo V conquistò Nancy, Toul, Verdun e Metz. Sconfitto, dovette accettare la pace di Cateau-Cambrésis (Saint-Germainen-Laye 1519 - Parigi 1559). ║ E. III re di Francia e di Polonia; sotto il suo Regno si compì la strage della notte di San Bartolomeo. Venuto a patti coi calvinisti dovette concedere loro la libertà di culto (Fontainebleau 1551 - Saint-Cloud 1589). ║ E. IV capo dei calvinisti francesi dovette abiurare per poter continuare la lotta politica. Combatté contro la Lega cattolica e riuscì a salire al trono riconquistando tutta la Francia. Con l'editto di Nantes (1598) concesse libertà di culto ai calvinisti. Fu ucciso da un fanatico (Pau 1553 - Parigi 1610). Seguace del Protestantesimo. Protestantèsimo. Il patrimonio dottrinale e il complesso dei movimenti religiosi nati dalla Riforma del XVI sec. Le Chiese protestanti sono spesso indicate anche con il nome di evangeliche, perché intendono riallacciarsi direttamente all'insegnamento cristiano primitivo, al vangelo appunto, saltando la mediazione della tradizione ecclesiastica romano-cattolica. Quanto al termine protestante, esso si riferì inizialmente ai firmatari della protestatio, presentata in forma di solenne dichiarazione dei diritti alla seconda Dieta di Spira (19 aprile 1529) dal partito di Lutero, composto da cinque principi tedeschi e da quattordici città. Costoro aderirono pubblicamente alle dottrine di Lutero ricusando le pressioni esercitate dall'imperatore Carlo V, che caldeggiava un ritorno all'ortodossia cattolica. Il termine P. venne poi esteso nel tardo XVII sec. fino a designare tutte le principali confessioni sviluppatesi intorno alle figure dei riformatori, da Lutero stesso (luterani) a G. Calvino (calvinisti), a U. Zwingli (zwingliani) e poi anche gli anglicani, sebbene questi ultimi non si siano mai riconosciuti nella denominazione di protestanti. Al P. appartengono anche sette minori riformate quali gli anabattisti, gli avventisti, i quaccheri, i metodisti. Per la pluralità interna che caratterizza il mondo riformato, è impossibile parlare di un'unica dottrina protestante; infatti tra le Chiese non esiste alcuna unità di carattere giuridico, sebbene vada riconosciuta l'esistenza di una coscienza protestante, per cui i fedeli delle varie professioni riformate ritengono di far parte di un movimento unitario, malgrado le differenze dottrinali. • Rel. - I fondamenti comuni nel P., che sono gli stessi enunciati dai grandi riformatori del XVI sec., sono: la negazione, sul piano istituzionale ed ecclesiastico, del primato del pontefice e della struttura gerarchica della Chiesa di Roma (la sola Chiesa anglicana episcopale ha una propria gerarchia, non riconosciuta dagli altri protestanti); la centralità delle Sacre Scritture come "unica regola di fede" sul piano dottrinale; l'affermazione, di origine luterana, della "giustificazione per sola fede". La Chiesa protestante riconosce come suo unico capo Cristo Gesù, che vi esercita il suo governo attraverso la Parola e lo Spirito Santo, senza alcun intermediario umano. Non essendoci dunque gerarchia ecclesiastica, la Chiesa viene mantenuta in vita dalla predicazione; i pastori protestanti non sono sacerdoti, ma essenzialmente predicatori. Accanto alla predicazione sussistono i sacramenti, anche se ridotti di numero rispetto al credo cattolico; sono tali solo il Battesimo e la Cena, che viene celebrata nella doppia offerta del pane e del vino. La Cena non ha lo stesso valore dell'Eucarestia cattolica, del rinnovarsi del sacrificio della Croce e di presenza concreta e reale del corpo e sangue di Cristo, perché i protestanti negano la transustanziazione (la conversione che nell'Eucarestia si opera, secondo i cattolici, del pane nel corpo di Cristo, e del vino nel suo sangue). Insieme con l'abolizione della maggior parte dei sacramenti, i padri del P. soppressero pure il culto della Madonna e dei santi, in modo che la liturgia riformata, molto semplificata rispetto alla cattolica, ha per centro la predicazione, la preghiera e il canto. Per quanto concerne i dogmi, il P. ne ha alcuni in comune con le altre Chiese cristiane; quelli della creazione dell'uomo, dell'incarnazione di Cristo, della redenzione, del giudizio universale, della vita eterna si trovano in tutte le confessioni di stampo protestante, a partire da quella di Augusta del 1530, redatta da Melantone per incarico di Lutero. Ma si tratta di dogmi proclamati dai primi concili ecumenici e contenuti nei primi "simboli" (il simbolo apostolico e il simbolo di Nicea); altre verità di fede proclamate nei secoli seguenti non sono accettate da nessuna Chiesa protestante. Tutto quello che è necessario alla fede e alla salvezza è contenuto nelle Sacre Scritture dell'Antico e del Nuovo Testamento, autorevoli di per sé, che non hanno bisogno di alcun avallo o garanzia da parte di un'autorità umana, anche perché è lo stesso Spirito Santo a illuminare il lettore credente, aiutandolo a scoprire l'autenticità della parola di Dio. Il principio della salvezza per la sola fede è strettamente connesso all'idea protestante del peccato originale. Mentre per la teologia cattolica l'uomo ha conservato, dopo la caduta, l'integrità della sua natura (incluso il libero arbitrio), perdendo solo i doni soprannaturali e preternaturali, per i protestanti l'uomo è interamente corrotto, nella sua natura stessa: perciò non è libero di salvarsi o di perdersi, ma è irrimediabilmente perduto se non sopravviene un atto sovrano di Dio che ritiene, con decisione libera e gratuita, di considerare giusto perdonarlo. Con il perdono, Dio dà anche la fede; e con la fede il credente sa di essere riconciliato con Dio attraverso l'opera salvifica di Cristo (la passione e la resurrezione): egli è pertanto eletto, cioè predestinato, senza averlo meritato. Nessuno può meritare la salvezza eterna, perché di sua natura l'uomo è peccatore: la salvezza è sempre un dono totalmente gratuito della Grazia divina, che viene dato insieme alla fede. Questa dottrina della predestinazione, già contenuta in nuce nel principio luterano della giustificazione per la sola fede, è stata doviziosamente sviluppata da Calvino, il più rigido assertore del predestinazionismo nell'ambito della Riforma, e poi anche da Giansenio. Scopo del credente non è quello di procacciarsi la salvezza, ma quello di operare per la gloria di Dio, cioè di lavorare con gioia, con riconoscenza, sia in parole sia in opere, all'estensione del Regno di Cristo. È per questo motivo che il P., pur contestando alle opere umane il carattere di mezzi di salvezza, esige ugualmente dai suoi adepti un alto impegno morale: il predestinato, colui che è toccato dalla Grazia, è tenuto a testimoniare del suo stato nella sua professione terrena, svolgendo coscienziosamente il compito al quale è stato chiamato da Dio. Il concetto di vocazione da prerogativa del sacerdozio si estende perciò nel P. anche alla sfera laica, caricando di un particolare significato religioso ogni attività sociale, economica e politica; i predestinati, gli eletti manifestano al mondo e a se stessi la loro condizione privilegiata di uomini amati da Dio. Questo concetto di vocazione laica serve a spiegare in una certa misura la valorizzazione e l'impulso che, proprio a partire dal XVI sec., vennero dati nei Paesi riformati del Nord Europa alle attività pratiche in genere e a quelle economiche in particolare, tradizionalmente considerate inferiori. Luteranesimo e Calvinismo non furono estranei, come da più storici è stato notato, alla nascita dello spirito del capitalismo commerciale e industriale. Alla fine dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento, il P. liberale accentuò l'impegno sociale, propendendo verso una "lettura" puramente razionale, storicistica, della Bibbia. Ad esso reagirono, nel primo ventennio del XX sec., numerosi pastori e teologi quali K. Barth, motivati a ritornare alle origini teologiche della Riforma. Dopo gli anni Cinquanta, si assistette a una tendenza ecumenica del P., consistente in un graduale riavvicinamento a tutte le Chiese cristiane: all'ortodossa e alla cattolica. Segno del cauto avvicinamento reciproco tra cattolici e riformati è stata la partecipazione di alcuni protestanti, anche se nella qualità di semplici osservatori, al Concilio Vaticano II conclusosi nel 1965. Successivi momenti di dibattito e preghiera comuni hanno rinsaldato il dialogo tuttora in atto. Aree di diffusione religiosa in Europa Cateau, Le. (già Le Cateau-Cambrésis). Centro (8.800 ab.) della Francia, nel dipartimento del Nord. Nel 1559 vi si firmò un trattato, fra Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna, con il quale la Francia cedeva all'Italia i suoi antichi Stati prealpini e transalpini. Segnò la fine dell'influenza francese in Italia e l'inizio della dominazione spagnola. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. (dal francese huguenots, der. del tedesco eigdenosse: confederato, nome di un partito di Ginevra del XVI sec., incrociato con il nome di Hugues Besançon, capo del partito antisavoiardo). Nome attribuito ai protestanti francesi nel corso delle lotte a sfondo religioso che si svolsero in Francia nei secc. XVI-XVII. Le comunità riformate adottarono un'organizzazione di tipo autonomo a partire dal 1535, quando già la Monarchia francese aveva cominciato a palesare ostilità nei confronti dei protestanti; un momento fondamentale fu il primo sinodo nazionale, tenutosi a Saint-Germain-en-Laye, nel 1559, in cui si riunirono le varie Chiese indipendenti e confederate tra loro, secondo il modello ginevrino. Tra le diverse comunità e il sinodo nazionale si collocavano i sinodi provinciali, che si svolgevano due volte l'anno. Gli u. raccolsero adepti in diverse classi sociali: nobiltà (anche elevata), borghesia, artigianato, contadini; nel loro movimento, al di là delle motivazioni religiose, si fusero così rivendicazioni politiche e sociali di diversa natura. Le comunità degli u. vennero presto a caratterizzarsi, nel loro insieme, come un organismo autonomo, fortemente coeso e dotato di una sua struttura politico-militare; quest'ultima divenne progressivamente dominante rispetto a quella ecclesiastica e sfociò nel 1573 (assemblea di Millau) nella costituzione di un Partito ugonotto. Nel pensiero politico ugonotto si tendeva a ridimensionare l'assolutismo monarchico e a sottolineare gli aspetti contrattualistici del potere regale. Gli u. furono protagonisti delle lunghe guerre di religione francesi, incominciate con il massacro dei protestanti di Vassy, perpetrato da Francesco di Guisa nel marzo 1562. Nel decennio successivo gli u., capeggiati dal principe di Condé, ebbero, in seguito alle lotte contro i Guisa, una forte ascesa nel Paese, culminata nel 1570 nella Pace di Saint-Germain-en-Laye, con la quale venne loro riconosciuto lo status di potenza autonoma e il diritto di occupare, per due anni, quattro piazzeforti: Cognac, La Charité, La Rochelle, Montauban. La situazione cambiò dopo la strage di San Bartolomeo (1572), eseguita per ordine di Caterina de' Medici, che colpì gravemente gli u. La lotta tra Navarra e Guisa continuò comunque per anni; dopo l'ascesa al trono di Enrico di Navarra, fu promulgato l'Editto di Nantes (1598), che accordava agli u. una quasi generale libertà di culto, un'ampia rappresentanza nei Parlamenti e duecento places de sûreté. Scomparso Enrico IV, gli u., non sentendosi garantiti nei loro diritti, riaprirono le ostilità, ma capitolarono con la caduta della Rochelle (1628). L'anno seguente fu emanato l'Editto di Nîmes, che li privò delle loro piazzeforti, pur riconoscendo loro le libertà religiose. Nel 1685 Luigi XIV, con la revoca dell'Editto di Nantes, costrinse molti u. a lasciare la Francia. Secondo il codice di Diritto canonico e. è chi, dopo aver ricevuto il battesimo, conservando il nome di cristiano, nega pertinacemente qualcuna delle verità in cui si deve credere per fede divina e cattolica, o dubita di essa. ║ Nella storiografia italiana recente, la parola è usata per designare quegli eterodossi italiani del XVI sec. che vennero considerati e. non solo dalla Chiesa cattolica, ma anche dalle grandi correnti della Riforma: e. e riformatori italiani. Nel Medioevo, esercizio cavalleresco consistente in un combattimento tra due cavalieri armati che, con la lancia in resta, dovevano sbalzare dalla sella l'avversario. Lo scopo della g. era di dimostrare l'abilità nel maneggiare le armi. ║ Per estens. - Prova, cimento. ║ Fig. - Successione rapida di parole. ║ Piattaforma girevole, mossa meccanicamente, munita di sedili, cavalli, automobili, carrozze di legno e simili, per il divertimento di bambini e di adulti nei parchi e nelle fiere. • Folcl. - G. della quintana: torneo cavalleresco che si tiene ogni anno, nella seconda domenica di settembre, nella Piazza del Duomo di Foligno. I partecipanti alla g., vestiti con antichi costumi, sono a cavallo, armati di una lunga lancia; in corsa devono infilare un anello e staccarlo dalla quintana (v.). Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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