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La Fauna in Australia.

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La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

La Fauna in Australia

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Il Libro dei Fatti dell'Australia Foto

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Vespiere (Merops ornatus)

Cuculo d'Australia (Cuculus castaneiventris)

Cuculo fagiano (Centropus phasianus)

Ghiandaia (Eurystomus orientalis)

Martini d'Australia

Kookaburra (Dacelo gigas)

Alcione dalla coda lunga (Tanysiptera sylvia)

Gazza dal dorso bianco (Gymnorhina hypoleuca)

Colomba coronata (Goura coronata)

Gli stravaganti uccelli Bersò

Uccello di Raso (Ptilonorhynchus violaceus)

Diamanti

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FAUNA - AUSTRALIA

VESPIERE (Merops ornatus)

Il Vespiere resta il grande distruttore di imenotteri che conosciamo e rende un grande servizio inghiottendo senza preoccupazioni le vespe, una dietro l'altra. Ci si duole molto, in Europa, per la sparizione sempre più rapida dei Vespieri, che si traduce in un'accresciuta abbondanza di insetti dalla puntura velenosa.

CUCULO D'AUSTRALIA (Cuculus castaneiventris)

Il Cuculo d'Australia, o Cuculo dal ventre marrone, è amante dei bruchi, come i suoi congeneri delle altre parti del mondo. Si può dunque dire che esso è tra gli uccelli più utili, in quanto regolatori di quel mondo affamato ed invasore costituito dalle farfalle allo stato di larve. In Australia, come in Europa, ci si sforza di proteggere i Cuculi, ma non è sempre facile spiegare ai "tiratori" (non diciamo cacciatori!) che alcuni uccelli devono essere rispettati...

CUCULO FAGIANO (Centropus phasianus)

Il nome loro assegnato è molto adatto poiché, pur avendo i caratteri fondamentali dei cuculi, ricordano molto nella forma la specie dei fagiani. La loro lunghezza può superare i sessanta centimetri, la metà circa dei quali, però, spettano alla coda. Le ali sono molto forti e slanciate, il becco è molto robusto ed un poco curvo, le zampe sono alte, le dita grosse e l'alluce è armato di un'unghia lunga e robusta. Le piume di questi uccelli sono di color ruggine, con molte striature e macchie di colore più scuro. Essi vivono sulle rive dei fiumi o ai margini delle paludi, isolati o a coppie, e sono pronti ad allontanarsi in volo al minimo accenno di pericolo. La mattina presto e la sera all'imbrunire si muovono in cerca di nutrimento: rane, piccoli serpenti, uccellini e vari tipi di insetti. Pur non essendo animali molto socievoli si possono facilmente addomesticare e vivono anche per lungo tempo in cattività.

GHIANDAIA (Eurystomus orientalis)

La Ghiandaia australiana è diversa da quella che noi conosciamo, qui in Europa, ma anch'essa è una grande mangiatrice di insetti e, di conseguenza, un'apprezzabile alleata dell'uomo.

La presenza sul continente australe di questi tre uccelli giustifica ciò che è stato precedentemente detto: gli uccelli, generalmente, se ne infischiano delle distanze e molti di loro sono capaci di passare di isola in isola, da un continente all'altro, o di rompere con un colpo d'ala la distanza che separa gli uni dagli altri.

E', questo, senz'altro il caso dei Vespieri, dei Cuculi e delle Ghiandaie che non hanno nulla di specificamente australiano, anche se si sono leggermente trasformati, seguendo le leggi dell'evoluzione comuni a tutte le specie viventi e scomparse.

Vedremo altri uccelli, ma certamente non tutti gli uccelli d'Australia, continente che ospita un grandissimo numero di varietà.

Numero sempre inferiore, tuttavia, a quello dell'Asia, dell'Africa, dell'America, poiché questi tre continenti hanno, sull'Australia, il vantaggio di offrire un clima più variato e distese più boscose e gli uccelli sono, nel loro insieme, più amanti degli alberi che della savana.

Le varie specie di uccelli australiani che esamineremo ancora, dopo quelli appena visti, ci darà un'idea più precisa della popolazione aerea di queste terre lontane.

Constateremo che esse ci riservano ancora grandi sorprese;

vi troveremo certamente delle specie di cui neppure sospettiamo l'esistenza, sia perché la letteratura specializzata sulla fauna di questo continente resta rarissima, sia perché è vietato esportare molte di queste specie, sia perché rischierebbero di non sopportare il viaggio e l'esilio.

D'altronde, nell'epoca dei grandi aerei intercontinentali, cosa c'è di più facile, quando esistono i mezzi, dell'andare ad osservare sul posto una fauna che, altrimenti, non si avrebbe mai l'occasione di vedere?

In meno di un giorno ci si può ritrovare sul posto, vicino alle madrepore della Grande Barriera od alle giungle ricche di pappagalli multicolori.

Per facilitare ancor più i turisti, gli australiani organizzano anche degli itinerari di visita ai loro parchi nazionali ed ai loro migliori giardini zoologici.

MARTINI D'AUSTRALIA

KOOKABURRA (Dacelo gigas)

I Martini d'Australia, se sono pescatori, non differiscono molto dalle figure familiari di quelli che incontriamo lungo i nostri fiumi.

Ma cosa dire del Martin cacciatore, lo stravagante, lo straordinario, l'inverosimile, il gigantesco Kookaburra.

Non insisteremo molto sugli Alcioni o Martin pescatori, che hanno l'abitudine di seguire la superficie dell'acqua per catturare, con un becco lungo, forte e aguzzo, i pesci la cui sagoma si adatta loro.

Notiamo tuttavia la forma speciale del becco dell'Alcione sacro e la sua bella grandezza.

Ma torniamo, ora, al Martin cacciatore gigante. E' un uccello veramente caratteristico, dalla forma massiccia, le dimensioni di un corvo, la testa enorme ed il becco non molto lungo ma poderoso e simile ad un vero pugnale.

Le sue piume non hanno tinte molto vivaci, a differenza dei suoi consimili: testa, collo e ventre sono biancastri con riflessi che danno sul rossastro; i lati del capo, il dorso e le ali sono bruno scuri; le timoniere sono bruno chiare con strisce nerastre e punta bianca.

Il becco è nero nella metà superiore, giallastro in quella inferiore.

Questo uccello è chiamato con vari nomi: Alcione gigante, Martino gigante, Jackass sghignazzante, Orologio dei coloni e Kookaburra che può essere scritto come si vuole e che è il nome aborigeno dell'animale.

Esso è il gigante della famiglia dei Martini; ne esistono due varietà: quella che vediamo qui rappresentata e che vive nell'est dell'Australia, ed un'altra, il Kookaburra dalle ali azzurre, che vive in varie parti del continente australiano e nella Nuova Guinea.

Quest'uccello si distingue non solo per le sue dimensioni, ma anche per altri particolari. Esso ruba volentieri, introducendosi anche nelle case, gli oggetti, brillanti o no, che lo colpiscono particolarmente.

E' carnivoro e dà la caccia ad ogni tipo di piccolo animale, dai serpenti velenosi ai piccoli roditori, dai piccoli marsupiali che riesce a stanare alle lucertole che, davanti a lui, non hanno maggiore fortuna; non ha paura di nulla e di nessuno.

Il Martin cacciatore è molto diffuso nella parte orientale dell'Australia.

Il suo habitat naturale, a differenza di quello delle altre specie simili, è rappresentato da boschi, da zone ricche di fitta vegetazione, anche se molto distanti dall'acqua.

E' inoltre dotato di un ardimento strabiliante e, poiché è anche dotato di molta curiosità, si spinge fino nei giardini e si posa vicino alle persone per studiarle attentamente.

Il periodo per l'accoppiamento avviene da dicembre a gennaio.

Nonostante il temperamento battagliero ed audace, questo animale può essere perfettamente addomesticato.

Infine, questo diavolo di uccello scoppia letteralmente dal ridere in ogni occasione.

E tutti, in Australia, si lasciano cogliere in castagna.

Al mattino presto (e da ciò ha origine il nome di Orologio dei coloni) ed anche quando cade la notte, senza preavviso, il Kookaburra ride col suo impressionante riso umano.

E chi è presente si guarda intorno per vedere chi si permette . . . Ed esso ricomincia, e sembra che si diverta per primo della sua risata così buffa.

Anche in cattività, cattività che sopporta molto bene, il Martin cacciatore conserva le sue abitudini ottimiste. Abbiamo potuto constatarlo di persona visitando le voliere dello zoo di Rotterdam.

Vi era là, infatti, dietro il grande vetro del vivarium, uno di questi stravaganti personaggi, tutto becco e testa, che guardava sfilare con occhio attento i visitatori e che, improvvisamente, esplose in una risata con la stessa forza che poteva manifestare una locomotiva desiderosa di fare altrettanto.

Inutile dire che gli amatori dell'esotismo che si trovavano nel luogo ne furono tanto spaventati quanto affascinati, senza riuscire a rendersi subito conto di quale fosse l'animale capace di ridere con una tale forza: non era che uno Jackass sghignazzante!

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ALCIONE DALLA CODA LUNGA (Tanysiptera sylvia)

L'Alcione dalla coda lunga ha la forma dei comuni Martin pescatori, ma ha il becco leggermente più corto e massiccio e le due timoniere centrali molto sottili ed allungate.

Il suo nome latino, Tanysiptera, deriva dal greco e significa appunto coda lunga.

I colori della Tanisittera sono bellissimi: la parte superiore della testa e le ali sono di un azzurro brillante, la parte superiore del collo e la parte anteriore del dorso sono quasi neri, la parte posteriore del tronco e le timoniere centrali sono bianche, la gola ed il ventre sono gialli ed il becco rosso brillante.

Esse vivono nei boschi, trascorrendo la giornata sui rami degli alberi per sorvegliare i dintorni e piombare a capofitto sugli insetti che costituiscono il loro nutrimento.

Hanno l'abitudine di costruire il nido nei termitai, nel cavo dei tronchi ed anche sul terreno.

In un suo trattato del 1546, il naturalista svizzero Gesner affermava che quest'uccello dalla strana e lunghissima coda, terminante con due lunghe frecce delle dimensioni variabili dai 25 ai 30 centimetri, veniva cacciato dai nativi per le sue lunghe penne che, come quelle di altri uccelli, servivano per la formazione di una sorta di aureola che gli indigeni usano come ornamento per il viso.

GAZZA DAL DORSO BIANCO (Gymnorhina hypoleuca)

La Gazza dal dorso bianco è un bell'animale nero e bianco, che mostra le stesse abitudini di tutte le altre gazze del mondo.

Essa ruba ciò che brilla, beve le uova degli altri uccelli e si nutre di ogni tipo di preda: semi, frutti o bacche.

Gli ornitologi affermano però che queste gazze non sono delle vere e proprie gazze.

E' ben possibile . . . Il loro aspetto è molto bello ed elegante e la voce melodiosa ricorda un poco il suono del flauto.

Per la loro eleganza e per la bellezza della loro voce vengono spesso allevate nelle case, dove imparano facilmente a fischiettare ariette od a ripetere parole.

COLOMBA CORONATA (Goura coronata)

La Colomba coronata, per contro, non è un uccello australiano, ma un figlio della Nuova Guinea.

Esso appartiene ad un gruppo di uccelli ben conosciuto nel mondo intero, i Piccioni, per quanto possa parere stupefacente, al primo sguardo.

Se, però, lo si osserva attentamente, si potrà vedere che il becco "sorridente" e l'occhio circondato di scuro, come pure la forma delle zampe, delle ali e della coda, sono decisamente appartenenti al genere dei piccioni.

Quella che confonde è la stravagante corona di piume vaporose che questo grosso piccione, colorato vivacemente, porta sul capo.

Non ci si può impedire, vedendo il suo "cappello", di pensare alle mode femminili, a volte graziose, ma sempre ingombranti, del secolo scorso o dell'inizio di quello in cui viviamo.

La Colomba coronata ne ha cura.

Delle dimensioni di una grossa gallina, l'occhio brillante, l'andatura sicura, passeggia con solennità sul suolo dell'immensa foresta della sua isola natale.

Esistono tre varietà di Goura, tutte e tre coronate, ma in modo leggermente differente, e tutte e tre rivestite di questi sontuosi mantelli di piume azzurre, segnate di nero e bianco sull'ala.

La Colomba o Goura coronata sopporta molto bene la cattività ed i giardini zoologici olandesi, che hanno mantenuto il contatto col sud-est asiatico, ne mostrano assai spesso nelle loro grandi voliere.

Ma quest'uccello resta tuttavia raro; è poco conosciuto e le sue abitudini sono ancora segrete.

La sua robustezza, la frugalità constatata per quel che riguarda il suo nutrimento, permettono di sperare che se ne vedranno più spesso nei giardini zoologici dove potrà forse, in buone condizioni, riprodursi.

Ricordiamo che sovente il fine essenziale ed una delle giustificazioni di questi giardini è proprio questo: essi hanno il dovere di preservare l'avvenire delle specie rare ed in via di sparizione, assicurando la loro riproduzione.

Si sa che questo metodo è molto spesso soddisfacente e si spera di potere, un giorno, riintrodurre i sopravvissuti nel loro paese d'origine.

E', in ogni caso, la riflessione che dovrebbero fare i visitatori degli zoo, che potrebbero apprezzare lo sforzo dei direttori di questi ultimi, quali collezionisti di animali rari ed in via di estinzione.

Ma ciò non è valido, non è sopportabile se gli animali rinchiusi non sono trattati in modo perfetto.

D'altronde, se non lo sono, la loro risposta è chiara: non si riproducono mai . . . Nello stesso zoo di Rotterdam in cui abbiamo avuto modo di incontrare il Kookaburra, vi era qualche coppia di Colomba coronata, oltre ad altri animali altrettanto rari quali i grandi Formichieri giganti americani e gli Oranghi del Borneo.

Questi grossi uccelli si comportavano con grande disinvoltura, come se fossero appartenuti a qualche aia del tutto ordinaria, e passeggiavano sulle loro corte zampe beccando i semi come dei piccioni sui marciapiedi di una grande città.

Solamente il loro grande occhio imbellettato ed il vistoso ciuffo della loro testa ricordavano che si trattava di animali esotici, impossibili da incontrare altrove.

Bisogna dire che i visitatori non indirizzavano loro che un colpo d'occhio assai indifferente, senza capire la fortuna di cui godevano potendo contemplare così facilmente degli animali che vivono solamente in un'isola dalle dimensioni ridotte, situata esattamente agli antipodi del loro paese.

I grandi Oranghi eccitavano visibilmente molto di più l'immaginazione popolare, che vede sempre in essi dei rapitori di donne e di bambini o degli uomini dei boschi trasformati col tempo in questo modo.

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GLI STRAVAGANTI UCCELLI-BERSO'

UCCELLO DI RASO (Ptilonorhynchus violaceus)

Parleremo ora dell'Uccello di raso o Ptilonorinco violaceo.

Grazie ad essi stiamo per imparare che il senso artistico, il gusto della decorazione, del bello e dello stravagante non sono estranei a certi animali.

Questi volatili, il cui aspetto certo non attira la nostra ammirazione, sono degli uccelli-bersò.

Nell'epoca degli amori, per meglio sedurre e proteggere la propria femmina, il maschio costruisce un nido del tutto speciale in una radura, quasi sempre in vicinanza di un gruppo di alberi o di una roccia.

Davanti a questo nido esso crea una specie di giardino in cui dispone qualsiasi oggetto gli sembri particolarmente decorativo: piume, piccoli funghi, foglie, fiori, conchiglie di gasteropodi, ecc . . .

Molti sassi, anche, e di preferenza sassi colorati, ed ogni specie tende verso un determinato colore: rosso, verde, blu . . .

Non appena tutto è sistemato, il maschio si installa nel suo nido (o se si preferisce nel suo bersò), in fondo al giardino, ed attende la visita della femmina.

Se alla femmina piacciono le decorazioni, se il colore la soddisfa, il "matrimonio" avrà luogo.

Subito dopo la femmina costruirà un nido in un albero e vi alleverà la sua nidiata, dopo averla covata, mentre il maschio continuerà a curare ed ornare il suo giardino, aspettando altre visite che certo non tarderanno.

Tra tutti gli Uccelli-bersò ed oltre all'Uccello di raso che noi mostriamo qui mentre cerca di affascinare la sua femmina, uno dei più conosciuti è l'Uccello-bersò di Mac-Gregor.

Come molti membri di questa strana famiglia esso vive nelle montagne della Nuova Guinea, fino all'altezza di tremila metri.

Il suo "bersò" è costruito intorno ad un arbusto, al quale appende numerosi motivi decorativi. Esso rimane fedele alla sua costruzione per parecchi anni consecutivi, a volte anche per tutta la vita.

Il nido è più alto, a qualche metro dal suolo, e non contiene mai più di un uovo. Ritorniamo ora al nostro Uccello di raso, che è australiano.

Si può paragonare, per forma e dimensione, ad una cornacchia; il maschio è di colore nero con riflessi blu-viola ed ha il piumaggio lucente come raso (da qui il nome dato all'uccello), la femmina invece è di colore verdastro tendente al giallo, con riflessi bruni sulle ali e sulla coda.

Il colore preferito dall'Uccello di raso è il blu.

Non solo esso riunisce oggetti decorativi di questo colore, ma ottiene anche una mistura blu mischiando la sua saliva al succo di una pianta giudiziosamente scelta.

Poi, prendendo nel suo becco un pezzetto di scorza, spalma questa tintura sulle pareti del suo pergolato.

Quando l'operazione è terminata, esso balla di gioia, fischia, schiamazza e mostra la più grande soddisfazione, il che non manca di attirare e di soggiogare una femmina.

Naturalmente ci si domanda cosa significhi ciò.

Precedentemente abbiamo notato che gli uccelli-bersò hanno il senso dell'estetica.

E' forse prendere una posizione antropomorfica ingiustificabile.

Nella misura in cui si conoscono questi uccelli e le loro abitudini, sarebbe certamente più esatto pretendere che hanno un modo personale di segnare il loro territorio.

Anziché utilizzare per questo il rumore delle loro canzoni, come farebbero un usignolo o un pettirosso europeo, essi installano questi giardinetti straordinari, nei quali posano degli oggetti decorativi del colore che considerano più adatto per esprimere i loro sentimenti.

Il risultato è lo stesso: canto o giardinetto indicano agli eventuali rivali maschi che il terreno è occupato e che non sarebbe buona cosa penetrarvi.

Non potremo mai sapere molto di più sull'argomento, a meno di trovare un giorno uno di questi uccelli capace di corrispondere con noi e di spiegarci il suo stato d'animo.

Non contiamoci dunque. Ma ammiriamo, tuttavia, una volta di più, gli artefici infiniti della natura che fa tutto per la propagazione delle specie e per la purezza delle razze.

Una femmina di uccello-bersò che colleziona le decorazioni blu non è mai attirata da oggetti rossi,  e naturalmente, viceversa. Mai miscugli, mai errori . . .

Che strana lezione ci danno queste piccole, modeste creature alate, poco più grosse di un merlo!

Se c'è un uccello veramente introvabile nei giardini zoologici europei od americani, anche in quelli meglio provvisti di specie rare, è proprio questo!

Esso non sopporta che la vita a casa sua, nel piccolo dominio che si è scelto e che abbellisce con tanta cura.

I rari esploratori, zoologi ed ornitologi che si sono interessati al suo studio, anzi al loro studio poiché esistono parecchie varietà di questi uccelli, sono tutti d'accordo su ciò ed ancora di più lo sono gli indigeni della Nuova Guinea: gli uccelli-bersò non si lasciano mai addomesticare.

L'area di diffusione di quest'uccello, costruttore di capanne, si estende a tutto il continente australiano; riunito in piccoli branchi, predilige i terreni dove la vegetazione sia erbacea con alberi radi, ma non disdegna i frutteti ed i campi provocando, il più delle volte, ingenti danni.

Per questo motivo è cacciato dagli indigeni e dagli agricoltori, ma tale è il numero di questi uccelli che neanche l'opera dell'uomo, abbinata a quella della natura, riesce a distruggere questo bizzarro volatile.

DIAMANTI

Quelli di cui parleremo ora, dei meravigliosi uccellini, molto colorati, molto rumorosi e molto ricercati dagli amatori di voliere in cui, a dire il vero, non sembrano molto infelici, una volta compiuto il viaggio decisamente penoso, anche se in aeroplano, che queste piccole creature piumate devono affrontare per venire dalla loro lontana patria. Si tratta dei Diamanti. I Diamanti sono dunque degli affascinanti uccelli granivori, robusti e rustici, sempre rivestiti di piume dai colori cangianti e decorativi. Essi costruiscono generalmente dei nidi a forma di palla o di borsa, con un'apertura sul lato, posti di solito al riparo sotto il tetto di una fattoria o di un hangar, in un giardino o sotto un vecchio albero morto. I Diamanti vivono a piccoli gruppi e svolazzano alla ricerca del loro nutrimento tra i cespugli o tra le erbe alte. Ve ne sono veramente di tutti i colori, a volte meravigliosamente variopinti. Fra le varie specie possiamo citare il Diamante con la gocciolina (Steganopleura gustata), il Diamante con la pettorina (Poephila acuticauda) e infine il Diamante di Gould (Poephila gouldiae).

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