Geografia Territorio Storia Economia Letteratura Arte del Libano.
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Il Libro dei Fatti del Libano Foto Libano.Stato di 10.400 kmq; 2.685.939 (2024) ab. dell'Asia sud-occidentale. Confina a Sud con Israele, a Nord e ad Est con la Siria. Capitale: Beirut. Città principali: Tripoli, Zahle, Saida, Tiro.Ordinamento: Repubblica unitaria di tipo presidenziale. Il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica, che deve essere un cristiano maronita, il cui incarico dura sei anni; divide tale compito con il primo ministro, che deve essere un musulmano sunnita, capo del consiglio dei ministri. Il potere legislativo spetta alla Camera dei deputati, eletti ogni quattro anni a suffragio universale. Amministrativamente il L. è diviso in 5 province: Beirut, Libano del Nord, Libano del Sud, Monte Libano, Beqa'a. Moneta: lira del L. divisa in 100 piastre. Lingua ufficiale: arabo (nelle città costiere sono usati anche il francese e l'inglese). Religione: la maggioranza è musulmana, accanto ad un elevato numero di cristiani delle varie confessioni e a una minoranza di ebrei. GeografiaIl territorio è dominato dalle catene montuose del Libano a Ovest, la cui cima più elevata è il monte Qurnat as- Sawda (3.088 m), e quella dell'Antilibano a Est, con rilievi più bassi che raramente superano i 2.000 m. Tra esse si trova la depressione di origine alluvionale della Beqa'a, attraversata dai fiumi Oronte e Litani (140 km, il più lungo del Paese). La costa, prevalentemente rettilinea, è ricca di promontori che favoriscono l'insediamento di porti. Lungo la costa gli inverni sono miti e piovosi mentre sulle montagne abbondano le precipitazioni nevose e le temperature raggiungono spesso valori piuttosto bassi. Le estati sono molto calde e povere di precipitazioni e rendono arido il territorio. La vegetazione è quella tipicamente mediterranea con prevalenza di querce, pini e cipressi. Ormai quasi inesistenti invece, le famose foreste di cedri distrutte per fini commerciali. Il tempio di Bacco a Baalbek (Libano) ECONOMIAL'agricoltura è una delle basi dell'economia libanese benché, a causa della conformazione geologica, solo il 26% del territorio sia coltivabile. La parte della valle della Beqa'a vicina alla frontiera siriana viene impiegata per la pastorizia e l'allevamento (bovini, ovini, caprini, suini, cammelli e cavalli); la parte centrale invece, ricca di humus e di acque sotterranee, offre la possibilità di coltivazioni intensive praticate con il metodo del terrazzamento. Tra le colture primeggiano il frumento, l'orzo, il mais, l'uva, gli agrumi (arance, mandarini, limoni, cedri), le olive, le patate, gli ortaggi, il tabacco e il girasole. Buona è anche la coltivazione della frutta (mele, pere, ciliege, pesche), della vite e del sesamo. Le foreste, che in passato davano buone quantità di legname, sono ora molto ridotte; i famosi cedri del L. sono ormai limitati a piccole oasi. Buoni profitti dà la bachicoltura e la seta prodotta è lavorata dall'industria artigianale. Una grande raffineria è stata creata allo sbocco dell'oleodotto dell'Iraq (a Tripoli); a Saida mette capo l'oleodotto che porta al Mediterraneo il petrolio dell'Arabia e del Bahrein. Fino al marzo 1950 il L. e la Siria erano congiunti da un'unione doganale, che è scaduta dando luogo a una forte crisi. Oltre a ciò la produzione industriale si limita alla lavorazione dello zucchero, dell'olio, del vino, della carta e all'artigianato dei metalli. Il settore terziario, un tempo molto fiorente, ha subito un forte declino a causa delle vicende belliche che hanno devastato il Paese negli anni '70 e '80. Il commercio, assai ridimensionato, si svolge prevalentemente con i Paesi arabi, la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e riguarda l'esportazione di metalli preziosi lavorati, prodotti tessili, veicoli agricoli e l'importazione di combustibili e metalli preziosi da lavorare. Il L. può contare su una delle migliori reti stradali del Medio Oriente, con circa 7.359 km di strade e autostrade. Il turismo, un tempo grande fonte di entrate per il Paese, è basato su numerose spiagge libere e su diversi campi da sci, oltre che su località di grande interesse culturale e archeologico (benché la guerra abbia ormai distrutto o compromesso gran parte dell'antico patrimonio artistico). STORIAGià centro della civiltà fenicia, il territorio del L., particolarmente apprezzato per il suo patrimonio forestale, fu sottoposto successivamente al dominio egizio, persiano, macedone e romano. Tuttavia, grazie alla configurazione montagnosa del territorio, le popolazioni libanesi conservarono sempre una certa autonomia e la stessa configurazione geografica del L. favorì l'insediamento di vari gruppi etnici e di comunità religiose, tra cui quella dei cristiani maroniti. La presenza di questi accanto ai musulmani, divisi in varie sette, tra cui particolarmente numerosa quella dei Drusi, consentì al L. di non perdere mai i contatti con l'Europa. Conquistato dai Persiani nel VI sec., fu dominio arabo dal VII all'XI sec. In seguito gran parte del territorio fu occupato dai crociati ed entrò a far parte del regno di Gerusalemme. Dal 1516 il L. entrò a far parte dell'Impero ottomano. A partire dal XVII sec. vennero fatti dei tentativi di unificazione del Paese su iniziativa di alcuni emiri (1585- 1635; 1788- 1840) e si diffusero le prime tendenze nazionaliste. Il processo di unificazione era però ostacolato dai molti contrasti esistenti tra le varie sette religiose diffusesi durante le varie dominazioni. Verso la metà dell'Ottocento le lotte religiose fornirono il pretesto per una più decisa penetrazione europea. Nel 1860, i francesi intervennero in aiuto dei cristiani, vittime di una strage avvenuta a Damasco, e costrinsero l'impero ottomano a concedere al L. una parziale autonomia, sotto l'autorità di un governatore cristiano. Alla fine della prima guerra mondiale, in seguito al crollo dell'impero ottomano, la Francia ottenne dalla Società delle Nazioni il mandato sul territorio libanese e nel 1920 costituì lo Stato del Grande L. al quale furono annessi distretti siriani. Negli anni successivi l'irredentismo delle popolazioni siriane contribuì a rendere ancora più precario il già difficile equilibrio tra i vari gruppi etnici e religiosi presenti nel Paese. Pur essendo stata proclamata sin dal 1925 la Repubblica Libanese, essa rimase sotto tutela francese e la mancata ratifica da parte del Parlamento francese del trattato del 1936, che dichiarava scaduto il mandato, rese estremamente caotica la situazione durante la seconda guerra mondiale. Infatti nonostante fosse stata concessa (1941) l'indipendenza, la Francia volle riservarsi particolari prerogative e nel 1943 le autorità francesi giunsero a decretare l'arresto del presidente della Repubblica e di alcuni ministri libanesi. Nel maggio 1945 il Paese fu occupato militarmente e solo dopo il ricorso del L. al Consiglio di Sicurezza dell'ONU la Francia procedette al ritiro delle proprie truppe (dicembre 1946). Pur avendo aderito alla Lega araba, negli anni seguenti il L. mantenne una posizione sostanzialmente filo- occidentale e dimostrò, nel complesso, un equilibrio maggiore rispetto a quello degli altri Paesi del Medio Oriente, nonostante i contrasti tra musulmani e cristiani e le difficoltà economiche. Il fragile equilibrio fra le comunità etnico- religiose, cristiane e musulmane e fra i gruppi sociali e politici fu rotto dal conflitto arabo- israeliano del giugno 1967. Le incursioni israeliane in territorio libanese aggravarono la preesistente frattura tra le correnti ideologiche panarabe e quelle filo- occidentali e neutraliste, le prime facenti capo al Partito socialista progressista, le seconde rappresentate dal partiti dell'Alleanza. Gli scontri armati tra profughi palestinesi (oltre 300.000) e unità delle forze armate libanesi andarono moltiplicandosi, mentre si succedevano varie crisi di governo e il Paese appariva sempre più esposto al pericolo di rappresaglie da parte di Israele, per la presenza di basi di addestramento dei guerriglieri palestinesi. Nel novembre 1969 si ebbe una schiarita con la riassunzione del governo da parte di Karameh e la firma di un accordo, al Cairo, tra il capo delle forze armate libanesi, generale Saab, e il leader del movimento di liberazione della Palestina, Arafat. Tuttavia, la stessa sopravvivenza del L. come entità statale autonoma apparve sempre più in pericolo. Le elezioni presidenziali dell'agosto 1970 portarono alla vittoria, di strettissima misura (50 voti a favore contro 49), di Soleiman Frangie, scaturita da un'ibrida alleanza dei gruppi cristiani di centro- destra (Hilf) con il capo druso Kamal Jumblatt, orientato a sinistra. La presenza al vertice dello Stato di un uomo di destra, decisamente filo-occidentale, aggravò lo stato di tensione con i fedayn. Di fronte al pericolo di una prova di forza con i guerriglieri palestinesi, il Parlamento votò, nell'ottobre successivo, la fiducia al nuovo governo presieduto da Saaueb Salam, composto prevalentemente da tecnocrati extraparlamentari. Dalle elezioni dell'aprile 1972 uscì una Camera largamente rimaneggiata in cui, pur rimanendo al centro- destra una larga maggioranza, la sinistra vide migliorate le proprie posizioni. Ciò non modificò tuttavia l'orientamento del primo ministro Salam che costituì un nuovo governo di orientamento più marcatamente conservatore e più intransigente nei confronti dei guerriglieri palestinesi. In esso inoltre emergevano i caratteri clientelari e semiconfessionali di un regime espresso da un'oligarchia terriero- feudale, da un'élite finanziaria e da gruppi confessionali che, di fronte al malcontento operaio, ricorreva alla repressione armata, provocando sanguinosi incidenti nel novembre 1972 e nel gennaio-febbraio 1973. Negli anni seguenti la situazione precipitò: il Paese, sempre esposto alle incursioni israeliane, era travagliato da un'aspra guerra civile, complicata dall'intervento (giugno 1976) delle forze armate siriane. Beirut, la capitale, venne praticamente spaccata in due tronconi: il settore orientale in mano ai cristiani, mentre l'occidentale saldamente tenuto dai musulmani. Nell'ottobre 1976 ai vertici di Riyad e del Cairo i rappresentanti degli Stati arabi decisero di inviare in L. la Forza di dissuasione araba. Nel settembre dell'anno seguente un intervento statunitense portò alla proclamazione del "cessate il fuoco", che non venne però rispettato dai diversi schieramenti. Nel 1978 truppe israeliane invasero il L. meridionale (marzo), da cui si ritirarono in seguito all'intervento dell'ONU (giugno), che inviò in L. un contingente militare. Per tutto il corso del biennio 1980-1981, si susseguirono nella capitale gli scontri tra frazioni cristiane, sciiti e militanti filo-iracheni, mentre continuavano i bombardamenti indiscriminati sulle città e i campi profughi palestinesi da parte dell'aviazione israeliana. Truppe israeliane invasero per la seconda volta il L. occupando la stessa città di Beirut e il precipitare della situazione spinse l'OLP ad accettare la proposta americana di costruire una Forza multinazionale di pace (agosto 1982), cui aderirono Usa, Francia, Italia e successivamente Gran Bretagna. L'OLP, inoltre, accettò l'evacuazione dei combattenti palestinesi da Beirut. Sempre in agosto, in sostituzione di Elias Sarkis, venne eletto presidente della Repubblica Bechir Gemayel, comandante militare della Falange, assassinato il mese seguente in un attentato terroristico; il suo posto fu preso dal fratello Amin. Nella notte tra il 16 e il 17 settembre centinaia di palestinesi furono massacrati nei campi di Sabra e Chatila e Beirut Ovest dalle truppe israeliane che attribuirono la responsabilità del massacro ai falangisti. In seguito a questo episodio Israele iniziò il ritiro dell'esercito dalla città di Beirut. In un clima reso infuocato dai continui attentati e dagli scontri tra falangisti e drusi, L. e Israele sottoscrissero un accordo per il ritiro delle truppe israeliane (maggio 1983), cui si dichiararono nettamente contrari l'OLP e la Siria. All'interno della stessa Organizzazione per la liberazione della Palestina nacquero contrasti tra i militari fedeli ad Arafat e unità ribelli comandate da Abu Musa, che costrinsero il quartier generale dell'OLP a trasferirsi a Tripoli. Dopo violenti scontri che portarono alla decimazione del nucleo dirigente palestinese, lo stesso Arafat, pressato dalle diverse fazioni in lotta, accettò di lasciare il L. con tutti i suoi uomini. La situazione peggiorava di giorno in giorno e la palese impossibilità di ricomporre i contrasti per tentare di giungere almeno ad un'ipotesi di accordo convinse i governi delle Nazioni partecipanti alla Forza multinazionale di pace a ritirare i propri contingenti (febbraio- marzo 1984). Negli anni seguenti, la Siria, pur imponendo la sua egemonia, non riuscì a comporre le divergenze tra le varie frazioni libanesi. La Siria, autorizzata dalla Lega araba dislocò 30.000 uomini nel Paese e arrivò a controllare il 75% del territorio. I cristiani opposero resistenza, aiutati dall'Iraq, che voleva così contrastare i fondamentalisti islamici e la Siria. Nell'ottobre 1989 l'esercito siriano, con la presa del quartiere di Baabda, l'ultima enclave cristiana a Beirut, pose fine alla guerra civile. Il 22 ottobre 1989 fu firmata una Carta di riconciliazione nazionale, che rafforzava il peso della componente musulmana. In base a questo accordo il presidente della Repubblica Elias Hraoui, tradizionalmente cristiano-maronita, affidava il potere a un Governo formato da cristiani e musulmani in uguale numero, capeggiato da un primo ministro musulmano sunnita. Alle elezioni politiche del 1992 si registrò un successo degli Sciiti dell'Amal e di Hezbollah (partito di Dio). Capo del Governo fu eletto il sunnita Rafiq al-Hariri, che nel 1995 diede vita a un nuovo Esecutivo; venne riconfermato nella carica nel 2000 (dopo una parentesi governativa che vide al potere Selim Hoss). Nel 2000 le truppe israeliane si ritirarono dalla fascia di sicurezza del L. meridionale, sotto occupazione dal 1982. Le operazioni di smobilitazione, completate in maggio, furono precedute da numerosi scontri armati e attentati. Nella regione arrivò un nuovo contingente dell'UNIFIL (la forza di pace dell'ONU) con il compito di sorvegliare i confini tra L. e Israele. Il ritiro israeliano dalla fascia di sicurezza nel L. meridionale (sotto il controllo degli Hezbollah) lasciò aperta la questione delle Fattorie Sheeba, una zona occupata da Israele nel 1967 e ancora presidiata dalle forze israeliane, che la componente Hezbollah rivendicava come parte integrante del territorio libanese (nonostante le vecchie carte geografiche la considerassero parte della Siria). Il 14 aprile 2001 l'Hezbollah libanese lanciò un attacco contro le Fattorie Sheeba, provocando la morte di un soldato israeliano; in risposta, Israele bombardò il L. meridionale. La tensione crebbe ulteriormente quando, due giorni dopo, Israele, per la prima volta dal 1996, lanciò un attacco contro le postazioni siriane in L., uccidendo tre soldati siriani. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Damasco criticò duramente l'attacco condotto dall'esercito di Tel Aviv e, per contrastare la minaccia israeliana, iniziò i preparativi per un parziale ridispiegamento delle proprie truppe in L. (14 giugno). Il 1° luglio, i caccia israeliani bombardarono una postazione radar siriana nella valle della Bekaa, nel L. orientale. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle e il Pentagono, la tensione aumentò ulteriormente. Nel gennaio 2002 Elie Hobeika, figura chiave nei massacri dei rifugiati palestinesi del 1982, fu ucciso in un attentato poco dopo aver rivelato di avere prove che mettevano in dubbio la versione che le autorità israeliane avevano dato dell'accaduto. Nell'aprile 2004 il Consiglio di sicurezza dell'ONU adottò una risoluzione per il ritiro di truppe dal Paese, risoluzione ignorata dalla Siria, alla quale era principalmente destinata. Nello stesso mese il premier al-Hariri decise di lasciare il suo incarico; venne ucciso nel febbraio 2005. La sua morte, imputata alla Siria, scatenò grandi mobilitazioni di piazza che provocarono l'uscita delle truppe siriane dal Paese. Il Governo venne affidato a Omar Karami. Le elezioni del giugno 2005 decretarono la vittoria dell'alleanza anti-siriana guidata da Saad al-Hariri (figlio del defunto primo ministro) e la nomina a primo ministro di Fouad Siniora. Nel mese di luglio Siniora incontrò il presidente siriano Assad, al fine di riallacciare i rapporti tra i due Paesi. Nel febbraio 2006 l'ambasciata danese di Beirut fu incendiata come atto di protesta contro le vignette satiriche anti-islamiche pubblicate da un giornale di Copenaghen. Nel luglio riesplosero le ostilità tra L. e Israele: dopo il lancio di missili su Israele da parte di Hezbollah, che si rese altresì responsabile di un attentato a una pattuglia di soldati israeliani che provocò la morte di otto militari e la cattura dei due superstiti, Beirut divenne l'obiettivo di una violenta offensiva militare israeliana, che provocò la distruzione di alcuni quartieri ritenuti roccaforti degli Hezbollah, dell'aeroporto e delle vie di comunicazione del Paese (in particolare l'autostrada di collegamento con il confine siriano), nonché la morte di centinaia di Libanesi. La situazione precipitò dieci dopo l'inizio del conflitto, quando il L. del Sud venne invaso da Israele che mise in atto una spietata offensiva militare condannata dalla comunità internazionale. Le ostilità cessarono il 14 agosto con l'applicazione immediata della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che pose fine a un conflitto durato 34 giorni (11 luglio - 13 agosto) e costato la vita a più di 1.000 Libanesi e a circa 160 Israeliani (per lo più militari). Le operazioni di disarmo degli Hezbollah nel Sud del Paese e di ritiro progressivo delle forze militari israeliane dai territori occupati nei giorni di guerra tra luglio e agosto furono demandate a una forza multinazionale d'interposizione sotto l'egida dell'ONU. A novembre il clima politico libanese si fece pericolosamente incandescente: l'assassinio del ministro dell'Industria e leader della comunità cristiana Pierre Gemayel, avvenuto pochi giorni dopo la crisi innescata dalle dimissioni dei cinque ministri dei movimenti sciiti e filo-siriani Hezbollah e Amal e attribuito dai più alla Siria, fece scivolare il L. sull'orlo di una guerra civile. Nel 2007 proseguirono le proteste antigovernative degli Hezbollah che sfociarono in duri scontri in tutto il Paese. La violenza e l'instabilità si acuirono allorché il 13 febbraio, alla vigilia della commemorazione dell'omicidio di Hariri, nei pressi della cittadina cristiana di Bikfaya si verificò un attentato dinamitardo a due pullman in cui perirono 12 persone. LETTERATURAA causa dell'alta percentuale di cristiani, la letteratura libanese ha risentito molto dell'influsso culturale dell'occidente. A partire dal XVII sec. l'attività scolastica fu gestita prevalentemente da missionari cristiani cattolici di lingua francese che diffusero la cultura umanistica e favorirono la creazione a Beirut dell'università americana (1866) e di quella di San Giuseppe (1875). Anche la cultura musulmana ha avuto notevoli influssi tanto che la letteratura libanese si esprime prevalentemente in lingua araba, anche se alcuni autori prediligono ancora il francese. Tra gli autori più autorevoli ricordiamo Butrus Ibrahim Karama (1774- 1861), Nikula Yusuf at- Turk (1763- 1829), Ahmad al- Barbir (1747- 1811), Shekri Ganem autore nel 1910 del dramma in versi Antar, Charles Corm (1894- 1963) autore della canzone di gesta La montagna ispirata (1934) e fondatore della rivista culturale Revue Phénnicienne (1920) intorno alla quale, tra le due guerre mondiali, si raccolsero numerosi scrittori e poeti che diedero un nuovo impulso alla letteratura libanese. Dopo la seconda guerra mondiale si segnalarono poeti come Georges Shéhadé (1905-1989) autore dei drammi Il signor Bob'le (1951), Storia di Vasco (1956), Il viaggio (1961), e il romanziere Farg Allah Ha'ik (n. 1909) che scrisse la trilogia I figli della Terra (1948-51). Di notevole importanza per la letteratura libanese è stata l'emigrazione di molti intellettuali verso gli Stati Uniti e l'America latina. Nell'opera di alcuni autori si possono riscontrare anche le influenze della cultura inglese, in particolare nella poesia. ARTEAncora oggi in L. si possono ritrovare i segni delle diverse civiltà che hanno occupato il Paese durante i secoli. Della dominazione egizia rimangono testimonianze a Biblo, dove si ritrovano anche tracce della precedente storia fenicia. A Sidone invece si trovano numerosi sarcofagi di marmo greco e diverse statuette del tipo Tanagra. Le tracce più consistenti tuttavia sono state lasciate dai Romani, in particolare nel complesso di Baalbek risalente ai secc. I- III d.C. Del periodo bizantino e musulmano antico non sono rimaste testimonianze significative. Al contrario, numerosi sono i resti delle costruzioni militari erette nel periodo della dominazione crociate, tra cui il castello di San Luigi a Sidone in stile francese (XIII sec.) e quello di Saint- Gilles a Tripoli. Nello stesso periodo fiorì l'architettura religiosa con l'edificazione di numerose chiese, successivamente trasformate in moschee. Il contatto con il mondo occidentale, iniziato nel XVII sec., favorì il diffondersi del gusto europeo, che si andò mescolando con quello arabo, resosi particolarmente evidente in epoca moderna con la costruzione a Beirut dei grandi edifici, in vetro e cemento, costruiti nel secondo dopoguerra per ospitare le sedi della FAO e dell'UNESCO. Guida ai profili di tutti i paesi del Mondo The World, introduzione - Presentazione Superficie dei paesi del mondo a confronto Distribuzione della popolazione Popolazione nei paesi del mondo a confronto Ambiente, accordi internazionali La struttura dell'età e il loro rapporto di dipendenza Età media a confronto nei vari paesi del mondo Tasso di crescita a confronto nel mondo Natalità a confronto nei paesi del mondo Mortalità a confronto nel mondo Tasso della migrazione nei paesi del mondo Tasso di mortalità della donna durante il parto nel mondo Mortalità infantile a confronto nei paesi del mondo Aspettativa di vita alla nascita Aspettativa di vita alla nascita a confronto nel mondo Tasso di prevalenza della contraccezione Disponibilità di letti negli ospedali Tasso di prevalenza negli adulti HIV/AIDS a confronto nel mondo Persone affette da HIV/AIDS nel mondo Tasso di obesità adulti nel mondo Bambini di età inferiore a 5 anni, sottopeso Bambini di età inferiore a 5 anni sottopeso nel mondo The World, spese per l'istruzione Disoccupazione nei paesi del mondo Amministrazioni del territorio Le nazioni che hanno avuto l'Indipendenza Le Costituzioni degli Stati del Mondo Partecipazione a organizzazioni di giustizia internazionale Acquisizione della nazionalità Potere esecutivo legislativo giudiziario Partecipazione ad organizzazioni internazionali The world, economia Tasso di crescita del Pil Tasso di inflazione (prezzi al consumo) Pil in termini reali (parità del potere d'acquisto) Pil (tasso di cambio ufficiale) Pil reale procapite Risparmio nazionale lordo Pil per settore di origine Pil per uso finale Facilità di fare business Prodotti agricoli Industrie Tasso di crescita della produzione industriale Forza lavoro Forza lavoro per professione Tasso di disoccupazione Popolazione al disotto della soglia di povertà Reddito famiglie o consumi per quota Bilancio Imposte e altre entrate Avanzo o disavanzo di bilancio Debito pubblico Anno fiscale Bilancia dei pagamenti correnti Esportazioni nei Paesi materie prime Importazione nei Paesi di materie prime Riserve di valuta estera e di oro Debito estero Disponibilità di energia elettrica (Elettrificazione) Produzione di energia elettrica Consumo di energia elettrica Energia elettrica esportazione Importazione capacità di generarla dai fossili dal nucleare da impianti idroelettrici da fonti rinnovabili Produzione di petrolio, esportazione, importazione, riserve, produzione di prodotti petroliferi, consumo di prodotti raffinati del petrolio, esportazione, importazione Produzione di gas naturale, consumo, esportazione, importazione, riserve Emissione di biossido di carbonio dovute al consumo di energia elettrica Comunicazioni, telefonia fissa, mobile Sistema di telecomunicazioni Mezzi di trasmissione, radio comunicazione mass media Internet Codice della nazione, utenti, abbonati alla banda larga Trasporto aereo nazionale, prefisso di registrazione aeromobili civili, aeroporti, con piste asfaltate, e non asfaltate Eliporti Condutture Ferrovie Autostrade Strade Vie navigabili Marina mercantile Porti e terminal The world, gruppi terroristici e organizzazioni Controversie internazionali Rifugiati e sfollati interni Tratta di esseri umani Sostanze stupefacenti, droghe illegali The world, forze militari e di sicurezza, personale, inventario attrezzature, servizio militare obblighi e età, note. The world, definizioni e note e abbreviazioni. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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