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In questa pagina:

Jean-Hippolyte Michon (1806-1881)

Lavoro educativo e scientifico

I misteri della scrittura a mano

La scrittura a mano come scrittura dell'anima

La scrittura come espressione e movimento

Grafologìa.

Studio e interpretazione della scrittura quale espressione del carattere e delle condizioni psichiche e mentali di una persona.

Il termine fu introdotto nel 1875 da J. H. Michon, ma lo studio della scrittura era già praticato sin dall'antichità (esiste al riguardo una tradizione millenaria cinese).

Esso è condotto con intenti scientifici da alcuni secoli.

Una delle prime opere su questo argomento risale al 1622: si tratta di un breve trattato (Come da una lettera missiva si conosca la natura e le qualità dello scrivente), opera del medico bolognese Camillo Baldi (1547-1634).

Ma è con l'abate J. H. Michon (1806-1881), fondatore di una società di g. (Société de graphologie) e autore di vari trattati (Les mistères de l'ecriture, 1870; Sistème de Graphologie, 1875; Méthode pratique de graphologie, 1878) che furono gettate le basi scientifiche della moderna g.

Dalla forma delle lettere e dalla loro particolarità (signes fixes), Michon cercava di individuare e interpretare le qualità e i difetti del soggetto.

Caposcuola della moderna g. è però considerato J. Crépieux - Jamain (Traité de graphologie, 1885; L'écriture et le caractère, 1896) che distinse sei diversi tipi di facoltà intellettive: genio, talento, intelligenza, mediocrità, banalità, rozzezza, e pose alla base dell'analisi grafologica il dinamismo, la forma, la disposizione.

La g. come branca della psicologia, trovò seri sostenitori soprattutto in Germania. Si ricordano A. Henze, W. Preyer (Zur Psychologie der Schreibens, 1894), E. Schwiedland, W. Langenbruch, H.H. Busse, G. Mayer. Contemporaneamente, scuole di g. sorgevano in tutti i Paesi europei.

In particolare si ricordano l'inglese R. Saudek e l'italiano C. Lombroso che, alla fine del secolo scorso, si occupò della scrittura degli psicotici e dei criminali.

Massimo esponente della g. moderna è considerato L. Klages (1872-1956) il cui pensiero ha influenzato tutta la moderna scienza dell'espressione.

Secondo Klages (Handschrift und Charakter, 1926), ogni caratteristica espressiva è il risultato di varie componenti, per cui una interpretazione limitata al singolo segno, staccato dal contesto generale, ha scarsa importanza.

La tecnica grafologica moderna si è perciò notevolmente allontanata dalla scuola francese di Crépieux-Jamain che concentrò l'attenzione soprattutto sui particolari.

Attualmente si dà grande importanza non al tracciato delle singole lettere, ma all'insieme della scrittura: dinamismo, proporzione, distribuzione sul foglio, pressione, ecc.

La g. è oggi considerata una tecnica psicologica in grado di contribuire a una migliore conoscenza dell'uomo.

Ciò che rivela la costituzione, il temperamento, le energie istintive è la pressione e la velocità della scrittura, mentre la formazione delle lettere e la loro distribuzione sul foglio rispecchiano gli elementi acquisiti, ossia le influenze dovute all'educazione, all'ambiente, alla cultura e all'atteggiamento che l'individuo assume nei confronti del mondo circostante.

Le varie componenti della personalità si rispecchiano con una certa chiarezza nella scrittura, presentandosi in modo distinto.

Mentre le aste e i tratti inferiori (di lettere come la f, g, p, q) simboleggiano la sfera istintivo-materiale e gli elementi psichici del sub-cosciente, la zona media, rappresentata dalle lettere minuscole prive di aste, costituisce l'area in cui il grafologo cerca di individuare gli impulsi della volontà, i sentimenti coscienti e gli atteggiamenti sociali; la zona superiore indica invece l'attività intellettuale, per cui le varie formazioni, esagerazioni e atrofizzazioni, consentono di individuare se si tratta di una intelligenza ricca e creativa o povera di idee (tratti mancanti o atrofizzati).

Così, in linea generale, l'individuo in cui predominano gli interessi pratici presenta una scrittura nella quale rilevante è la preponderanza delle aste e degli occhielli inferiori, mentre l'individuo fantasioso, creativo e nel quale prevalgono gli interessi intellettuali presenta una scrittura in cui predominano le aste e le volute della zona superiore.

Regola fondamentale della g. moderna è quella che un segno grafico non dev'essere osservato e interpretato isolatamente, ma sempre confrontato con gli altri segni e con le caratteristiche generali della scrittura, dato che uno stesso segno, o certe caratteristiche particolari, possono assumere significati diversi nei vari contesti.

Per es.: curve e ghirlande assumono il significato di altruismo, bontà, generosità, qualora si tratti di una scrittura chiara, armoniosa, semplificata; mentre assumono il significato di debolezza e di mollezza in un tracciato ineguale e disarmonico.

Ai fini dell'analisi vengono presi in considerazione innanzi tutto gli aspetti generali della scrittura, ossia:

1) l'aspetto dinamico, che comprende la pressione, il tratto, la velocità, la regolarità, il ritmo, il legamento, la grandezza e la larghezza, e da cui si rilevano indicazioni di massima sui fattori costituzionali, in quanto rispecchia la vitalità, il temperamento, le tendenze istintuali;

2) l'aspetto della forma, che riguarda il collegamento e la formazione delle lettere;

3) l'aspetto dello spazio, che riguarda l'inclinazione, la proporzione, la distribuzione, i margini, le righe, le interpunzioni, ecc.

Sia l'aspetto della forma che quello dello spazio offrono indicazioni sulle caratteristiche acquisite e assorbite dall'ambiente, dall'educazione, dall'istruzione, ecc.

Pressione: può essere forte (buona salute, capacità di resistenza allo sforzo fisico, vitalità), leggera (salute delicata, scarsa resistenza, mancanza di fermezza), ineguale, ossia ora leggera ora forte (energia psico-fisica instabile, propria di chi alterna periodi di energia e di vitalità a periodi di crisi, di indolenza e di stanchezza).

Il tratto, che può essere deciso (forza di resistenza e vitalità), esitante o storto (salute delicata, sensibilità nervosa).

Velocità: può essere lenta (assume il significato di passività, lentezza di azione e di riflessi, scarsa spontaneità, riflessione, costanza, ecc.), rapida, con abbreviazioni delle forme, semplificazioni, tratti slanciati (carattere attivo, vivace, agilità mentale, rapida comprensione) o accelerata con ineguaglianze e trascuratezza (impazienza, irriflessione, incostanza, negligenza).

Legamento: si manifesta con scrittura staccata (lettere staccate le une dalle altre) o legata.

La scrittura staccata assume il significato di intuito e idee proprie qualora si accompagni a un tracciato semplificato e originale (caratteristica dell'artista, del ricercatore, dell'uomo ricco di idee).

Assume invece il significato di capricciosità, instabilità (scrittura larga, ineguale, rapida a forme banali), o anche di pigrizia mentale, incoerenza (scrittura lenta, trascurata, arrotondata).

Dimensione: scrittura grande (ottimismo, intraprendenza, sicurezza, ma anche convenzionalità, ricerca dell'effetto, vanità, presunzione, megalomania) o scrittura piccola (capacità di concentrazione, obiettività, precisione, acutezza di pensiero, proprie dell'intellettuale, del pensatore, dello scienziato; ma anche pedanteria, meschinità, ristrettezza di idee o umiltà, incertezza, depressione, timidezza, quando si trova con forme strette, banali, monotone e uguali).

Larghezza: la scrittura larga può essere indice di un carattere socievole, disinvolto, espansivo, segno di audacia, fiducia, coraggio;

ma in contesti diversi può assumere il significato negativo di superficialità, impazienza, leggerezza, prodigalità, ecc.

La scrittura stretta indica in genere disciplina e costanza e, in senso positivo, significa riservatezza, autocontrollo, concentrazione, mentre in senso negativo, indica mancanza di spontaneità, diffidenza, avarizia, egoismo.

Viene poi preso in considerazione l'aspetto della forma, con particolare riferimento al collegamento (tracciato angoloso, ghirlanda, ad arcate, filiforme);

la formazione (scrittura magra o gonfia, ornata o semplificata, pedante o trascurata, costituita da forme spontanee o artificiali, scolastiche o personali).

Infine viene esaminato l'aspetto dello spazio, ossia l'inclinazione, che può essere a tracciato verticale, inclinata o rovesciata;

la proporzione, differenza di grandezza tra le lettere lunghe, superiori o inferiori e quelle medie (una grande differenza tra l'altezza delle lettere lunghe e quelle medie viene interpretata come ambizione, amor proprio, spirito intraprendente, mentre una piccola differenza, come moderazione, mancanza di ambizione, scarsità d'interessi);

la disposizione sul foglio, chiara o confusa, armonica o disarmonica, a margini larghi e chiari viene interpretata come capacità organizzativa, pensiero metodico, critico e chiaro e, in una scrittura con forme armoniose, senso artistico e gusto estetico;

le righe, che possono essere discendenti (depressione, scoraggiamento stati di stanchezza o di malumore), ascendenti (ottimismo, entusiasmo, ambizione, vivacità, euforia, ma anche nervosità, faciloneria, costanza);

le interpunzioni, che possono essere accurate (ordine) o trascurate (disordine), con accenti leggeri e alti (spiritualismo, idealismo) o grossi e bassi, ecc.;

i tratti finali che offrono indicazioni sull'atteggiamento sociale e sul comportamento.

La scrittura offre quindi un largo numero d'indicazioni sullo sviluppo della personalità e sul grado di maturità psichica.

Rivela elementi nella costituzione innata e qualità acquisite, la cultura, l'ambiente, lo sviluppo interiore, la personalità.

La g., come branca della psicologia, oggi ha un vasto campo di applicazione nell'ambito della psicologia del profondo (psicoanalisi) e della psicoterapia in genere, della psichiatria e della psicologia infantile.

Vasta applicazione ha avuto anche nell'ambito dell'orientamento professionale.

Jean-Hippolyte Michon (1806-1881)

Jean-Hippolyte Michon (1806-1881)

Michon e la nascita della grafologia scientifica.

Shake Landau.

Jean-Hippolyte Michon, prete cattolico, educatore, predicatore, archeologo e scrittore, è il padre indiscusso della grafologia. Nell'ultimo decennio della sua vita, dopo aver trascorso più di trent'anni a raccogliere campioni di grafia ea condurre ricerche, pubblicò una serie di lavori sulla grafologia che ancora oggi costituiscono il fondamento di tutte le scuole di grafologia.

Nonostante l'importanza di Michon, nessuno dei suoi libri è stato tradotto in inglese. Le descrizioni della grafologia michoniana da parte di autori appartenenti alla scuola tedesca a disposizione del lettore inglese si basano su mezze verità e descrizioni tratte da fonti di seconda o anche di terza mano. Quegli autori conoscevano Michon principalmente attraverso i primi libri scritti da Crépieux-Jamin, che erano già stati tradotti in tedesco all'inizio del Novecento subito dopo la loro pubblicazione in lingua originale. Ma Crépieux-Jamin - che elaborò e consolidò le teorie di Michon in un sistema sistematico e strutturato che rimane il fondamento della grafologia francese - non rende però sempre giustizia al suo illustre predecessore.

Sulla base delle critiche che Crépieux-Jamin muoveva a Michon, quegli autori descrivevano il lavoro di Michon come una grafologia di segni isolati con un significato fisso che non dipendeva dal contesto e che si concentrava su banali elementi formali della grafia, attribuendo un'importanza esagerata alla significato delle forme trascurando il aspetto del movimento nella grafia.

1 Questa fase nello sviluppo della grafologia è comunemente indicata in letteratura come "la scuola dei segni isolati".

2 Questo articolo tenta di correggere l'ingiustizia storica fatta a Michon e di fornire una descrizione più credibile di suo sistema grafologico.

Lavoro educativo e scientifico.

Prima, tuttavia, passiamo a un breve resoconto della vita movimentata e prolifica di Michon. Nacque il 21 novembre 1806 in un piccolo villaggio nel dipartimento della Charente, nella Francia occidentale. Compì gli studi nel seminario di Angoulême e nel 1830 fu ordinato sacerdote e nominato parroco di una piccola parrocchia. Un anno dopo, fondò una scuola nella città in cui viveva e ne servì come preside fino a quando fallì e chiuse nel 1842 dopo dieci anni di attività. Fu qui che sentì parlare per la prima volta dell'idea di analizzare il carattere delle persone attraverso la loro calligrafia da padre Flandrin, che insegnò filosofia alla scuola dal 1834 al 1836.

Quando la scuola chiuse, Michon si dimise dal suo incarico di prete in cui i suoi talenti erano sottoutilizzati, e si dedicò invece alla predicazione e agli sforzi scientifici; divenne rapidamente famoso come uno dei più grandi predicatori di Francia. Ha dedicato la maggior parte delle sue energie alla ricerca storica e archeologica della regione e ha pubblicato diverse opere sulla storia religiosa della Charente. Il fiore all'occhiello del suo lavoro scientifico in quel periodo fu il suo grande trattato sui monumenti della Charente, un lavoro che realizzò con il sostegno del governo e pubblicato a puntate nel periodo dal 1844 al 1849. Basato su una meticolosa mappatura degli antichi siti storici di il dipartimento, l'opera descrive la storia politica, religiosa e sociale della regione e fornisce una documentazione dettagliata dei suoi monumenti storici, classificati per periodo e tipologia. Questo sforzo è valso a Michon il riconoscimento come storico e archeologo di spicco all'interno della comunità scientifica del suo tempo. Nel 1850 fu invitato a partecipare a una spedizione archeologica scientifica in Medio Oriente e in Terra Santa come archeologo e botanico. Michon era uno dei pochi membri del sacerdozio all'epoca a mostrare interesse per la scienza e conosceva i metodi di ricerca empirica; questo influenzerà profondamente il suo pensiero religioso e, come vedremo in seguito, il suo lavoro di grafologo.

Il cattolico protestante 3.

Michon è stato uno dei più importanti pensatori liberali cattolici della sua generazione e ha dedicato gli anni migliori della sua vita a combattere il conservatorismo della Chiesa e il suo.

1 Saudek, Roberto. 1925. La psicologia della scrittura a mano, Londra: Allen & Unwin, 13-19; Jacoby, HJ 1939 (1968). Analisi della scrittura a mano, Londra: Allen e Unwin, 22-23; Stein-Lewinson, Thea & Zubin, Joseph. 1942. Analisi della scrittura a mano, New York: King's Crown Stampa, 4-5; Roman, Klara G. 1952. Calligrafia: una chiave per la personalità , New York: Noonday Press, 4-5.

2 Thea Stein-Lewinson, che non si è mai presa la briga di leggere Crépieux-Jamin in traduzione tedesca, associa anche lui - il padre della grafologia olistica, diametralmente opposta ai segni fissi - con la scuola dei segni isolati, e questa assurdità viene rigurgitata e oltre nel professionista letteratura in lingua inglese.

3 Come lo chiama Spencer nel suo libro: Spencer Philip. 1954. Politica della fede nella Francia del XIX secolo: Lacordaire, Michon, Veuillot. New York: Grove Press, 160. Resistenza allo spirito del tempo. 4 Durante la rivoluzione del 1848, chiese l'elezione a rappresentante liberale per l'Assemblea costituente. Al suo ritorno dal Medio Oriente, Michon trasferì la sua attività a Parigi dove fondò un periodico cattolico liberale. Quando chiuse, continuò a pubblicare i suoi scritti polemici su altre riviste.

Parallelamente alla sua attività giornalistica, Michon ha pubblicato numerosi saggi in cui ha chiesto un cambiamento nell'atteggiamento della Chiesa nei confronti della scienza, del liberalismo e della democrazia; per la separazione tra Chiesa e Stato; una riduzione del potere del Papa; democratizzazione intensificata della gerarchia ecclesiastica; e per una riforma globale della Chiesa. Con la "questione romana" 5 che già risuonava in sottofondo, Michon espresse le sue obiezioni al dominio monarchico del papa, lo invitò a restringere la sua autorità alla sfera spirituale e gli propose di trasferire la sede papale nella città più opportuna - Gerusalemme.

Mentre il background scientifico e liberale di Michon ha sostenuto i suoi sforzi per realizzare una riconciliazione tra religione e mondo moderno, il suo viaggio in Oriente e il suo incontro con membri di varie denominazioni cristiane non cattoliche hanno permesso all'elemento utopico di filtrare nella sua filosofia religiosa... l'aspirazione a un riavvicinamento tra le diverse sette cristiane, che alla fine divenne noto come ecumenismo. Per preparare la strada a questo, Michon suggerisce di trattare le altre denominazioni cristiane non cattoliche con maggiore rispetto e amore fraterno, e chiede la convocazione di un consiglio congiunto, sottolineando che l'esecuzione di un tale piano sarebbe impossibile senza un processo di rinnovamento all'interno della stessa Chiesa cattolica.

Ma l'espressione più completa e integrata del pensiero religioso di Michon si trova nel suo libro Sul rinnovamento della Chiesa (1860), che sintetizza tutte le sue idee precedenti in un insieme ideologico uniforme. Crede che il rinnovamento inizierà, paradossalmente, nella cultura secolare contemporanea mentre si muove verso una civiltà globale unita, un processo che vede come uno strumento evangelico della divina provvidenza: "Viene il giorno in cui i popoli del mondo si riuniranno, quando gli interessi che muovono il mondo porteranno a una fusione tra nazioni che per tanto tempo sono state tenute separate da confini invalicabili. Questo è un periodo di preparazione per la fusione di tutte le verità del mondo". Quell'unificazione culturale e ideologica dell'umanità deve essere costruita sulle rovine del passato, che subiranno un rigoroso processo di cernita e selezione; ciò che rimarrebbe sarebbero "principi sostenibili radicati nel profondo della coscienza delle nazioni che costituiscono le leggi eterne della loro società". Il mondo religioso seguirà.

4 L'ampia biografia di Michon di Savart che utilizzo in questo articolo è interamente dedicata alla dottrina e all'attività religiosa di Michon e si riferisce alle sue ricerche grafologiche in poche pagine:

Claude Savart. 1971. L'abate Jean-Hippolyte Michon, 1806-1881. Contributo all'étude du libéralisme catholique au XIXe siècle, Société d'édition "Les Belles Lettres", Parigi.

5 Il movimento nazionale per l'Unità d'Italia, che all'epoca stava travolgendo gli Stati italiani, era una minaccia per il potere monarchico del Papa, e i rivoluzionari consideravano il Papa, il cui stato si estendeva a tutto il centro del Paese, separando il nord dal sud, come ostacolo all'unificazione. Nel 1860 il Papa perse la maggior parte delle sue terre, che aderirono all'unificazione, con la sola Roma rimasta sotto la sua giurisdizione. Nel 1870, gli italiani conquistarono Roma che divenne la capitale dell'Italia unita quando lo stato del Papa cessò di esistere. Sulle orme della sua controparte secolare, ma anche questo non potrebbe accadere senza scartare gli schemi antiquati del passato.

Le Maudit (Il paria).

Il saggio di Michon è stato accolto con orrore dalla Chiesa. Fu aggiunto all'Indice dei libri proibiti e Michon fu costretto a ritrattare pubblicamente ciò che aveva scritto nel libro ea interromperne la distribuzione. Negli anni che seguirono Michon, colpito dall'atteggiamento della Chiesa nei suoi confronti, scelse una nuova tattica nella sua battaglia per riformare la Chiesa. Invece di trattati teologici rivolti a un pubblico ristretto, si rivolse a una più ampia comunità di lettori attraverso una serie di sensazionali romanzi anticlericali pubblicati tra il 1863 e il 1869 con lo pseudonimo di Padre ***. Il primo di essi, Le Maudit, racconta le cronache di un giovane prete, padre Julio, senza dubbio creato a somiglianza dello stesso Michon, perseguitato dai suoi superiori a causa delle sue opinioni progressiste e del suo desiderio di rinnovamento nella Chiesa.

Il romanzo contesta la Chiesa per la sua avidità, intolleranza, resistenza alla diffusione della conoscenza e il suo desiderio di imporre il dominio teocratico invece di riconciliarsi con il mondo moderno. Disprezza le superstizioni della Chiesa e crede che le persone di tutte le culture che lavorano per Dio ma lo adorano in modo diverso siano buoni cristiani. Particolare attenzione è riservata alla descrizione della difficile vita di umili sacerdoti, soggetti alla tirannia dei loro superiori, spesso trasferiti da una diocesi all'altra e minacciati di licenziamento per ogni accenno di disobbedienza. Critica anche il voto di celibato che i sacerdoti devono fare, precludendo loro così di avere una famiglia, come consuetudine inappropriata per l'epoca moderna, preferendo l'atteggiamento della Chiesa d'Oriente che è quello di permettere ai sacerdoti di sposarsi. "I severi critici di tutti i piaceri legati ai sensi da Dio hanno sempre ignorato quell'emozione esaltata e nobile chiamata amore. A differenza di quanto affermano nella loro rozza psicologia, l'amore non rovina il nostro carattere, ma è un'emozione sacra e pura", scrive Michon in uno dei suoi ultimi romanzi, Il confessore. Michon dà voce qui alla sua tragedia personale: il suo grande e non consumato amore per Emilie de Vars, sua intima amica e confidente, che è stata attivamente coinvolta nel suo lavoro grafologico e ha persino messo per iscritto la storia della nascita della grafologia come fonte primaria testimone . 6 Fu un successo clamoroso e fu tradotto in diverse lingue europee 7, un trionfo non raggiunto da nessuno dei suoi testi grafologici. Al momento della pubblicazione, il romanzo divenne il discorso della città nei circoli religiosi e intellettuali di tutta Europa. Tutti hanno cercato di indovinare il nome del misterioso autore del romanzo, e Victor Hugo e George Sand erano tra i "sospetti". La Chiesa ha fatto di tutto per scoprire il "traditore" al suo interno, ma ha fallito. Fu solo dopo la morte di Michon che l'indovinello fu risolto. Risolto, quando il suo allievo Varinard, in una modesta monografia in sua memoria, rivelò che Michon era l'autore. 8

6 De Vars, Emilia. 1874. Histoire de la graphologie, Parigi: Baschet.

7 Il romanzo è apparso in traduzione inglese intitolato Under the Ban.

8 Varinard, Adrien. 1881. J.-H. Michon, Fondateur de la graphologie, sa vie et ses œuvres, Parigi: Bibliothèque graphologique, 12-13.

Nel 1866 Michon ebbe una certa soddisfazione quando il suo lungo saggio scientifico sulla vita di Gesù 9 fu accolto favorevolmente a Roma. Michon fu convocato a un'udienza dal Papa nel corso della quale insegnò a Pio IX la geografia della Terra Santa.

La soddisfazione di Michon doveva essere di breve durata. Il primo Concilio Vaticano fu convocato nel dicembre 1869, il primo dal Concilio di Trento del XVI secolo. Si intendeva rendere dogma vincolante il Syllabus of Errors del 1864: il Syllabus era un documento papale che condannava la maggior parte delle idee dell'epoca 10 e lanciava un attacco a tutto ciò in cui Michon credeva. Il Concilio aveva anche lo scopo di rafforzare l'autorità del Papa nella sua lotta contro il mondo moderno, per mezzo del dogma dell'infallibilità papale - l'idea che il Papa, che è guidato dallo Spirito Santo, non può sbagliare nel suo ruolo apostolico quando governa sui temi della fede e della morale. Michon ha avvertito i partecipanti al Concilio dello scisma che potrebbe verificarsi nel mondo cattolico e ha dichiarato che lui, come molti altri cattolici, non avrebbe accettato quella decisione illegittima. In seguito alla presa di Roma da parte dell'esercito italiano, che pose fine allo stato pontificio, il Concilio fu sospeso prima che potesse rendere dogma vincolante il Sillabo, tuttavia il dogma dell'infallibilità papale fu approvato a larga maggioranza.

Nonostante non pochi dilemmi, Michon rimane fedele al cattolicesimo, ma le decisioni del primo Concilio Vaticano segnano una svolta nella sua vita. Da quel momento in poi, Michon abbandona quasi del tutto le sue battaglie religiose e incanala tutte le sue energie in una direzione nuova e stimolante: fondare la grafologia e diffonderla in tutta Europa. Non sapremo mai fino a che punto l'esistenza della grafologia sia dovuta al conservatorismo di Pio IX o, se le cose si fossero svolte diversamente, se la "nuova scienza" sarebbe rimasta per sempre rinchiusa nel cervello formicolante del suo scopritore.

I misteri della scrittura a mano.

Nel dicembre 1868 si tenne a Parigi un convegno che sarebbe stato di cruciale importanza per il futuro della grafologia. Adolphe Desbarrolles, un eminente chirologo, che aveva cercato invano di sviluppare un metodo per analizzare la grafia da utilizzare nella sua analisi chirologica, fu presentato a Michon nel salone tenuto da de Saulcy, capo della spedizione archeologica in Medio Oriente in cui Michon aveva partecipato e scoprì di avere un metodo di analisi pienamente formato, il metodo che lui stesso aveva cercato inutilmente per così tanto tempo. Desbarrolles convinse Michon a pubblicare il suo metodo e si impegnò a finanziare il progetto. Michon acconsentì, a condizione che il suo nome non comparisse sul saggio.

9 Il titolo completo del saggio era "La vita di Gesù, secondo i sinottici, tradotta letteralmente dal greco, con l'aggiunta di note filologiche, tipografiche e archeologiche".
10 Il Sillabo degli errori includeva una denuncia papale di ottanta opinioni moderne che contraddicevano la fede cattolica ed era una dichiarazione di guerra totale contro le idee del tempo, come il razionalismo, il liberalismo, il socialismo, la libertà di religione e la libertà di parola. La dichiarazione denunciava la richiesta di una separazione tra chiesa e stato, l'idea che fosse possibile ottenere la redenzione al di fuori del cattolicesimo e la richiesta di porre fine al dominio terreno della chiesa. Ultimo nell'elenco degli errori, e l'incapsulamento dell'intero Sillabo, era l'idea che "il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a patti con il progresso, il liberalismo e la civiltà moderna".

Ben presto è emerso che i partner avevano divergenze di opinione riguardo alla loro partnership. Michon è rimasto stupito nel sentire che Desbarrolles insisteva per avere una mano nella scrittura e sperava di svolgere un ruolo cruciale in essa. Dopo qualche discussione, hanno convenuto che Desbarrolles avrebbe scritto la prefazione, ma questa non era la fine dei guai di Michon. Desbarrolles ha insistito per combinare la chirologia con la grafologia nella prefazione e ha persino minacciato di citare in giudizio Michon se avesse ritardato la stampa. Nonostante le forti obiezioni di Michon a mescolare occultismo e grafologia, fu costretto ad accettare la "ridicola prefazione". Alla fine di settembre 1869, Michon aveva finito di scrivere il libro, ma nel frattempo era scoppiata la guerra franco-prussiana e solo nell'aprile 1872 il libro fu finalmente pubblicato. Michon detestava il titolo del libro The Mysteries of Handwriting,11 che lo rendeva essenzialmente il sequel di un precedente libro di Desbarrolles, The Mysteries of the Palm, e sosteneva che fosse più evocativo di magia e Kabbalah che di scienza seria.

Copertina di Les Mysteres de L'Ecriture

Copertina di Les Mysteres de L'Ecriture

11 Desbarolles, A & Jean-Hippolyte. 1872. Les mystères de l'écriture, Parigi: Garnier.

Michon decise di sciogliere il sodalizio12 e di dedicarsi alla diffusione della "nuova scienza". Il 18 novembre 1871 fu pubblicato il primo numero della sua rivista grafologica, in cui Michon usa pubblicamente per la prima volta il termine "grafologia". Per convincere i suoi lettori dell'efficacia del suo metodo, ha offerto un'analisi grafologica gratuita come bonus per gli abbonati alla rivista.

Il 24 novembre 1871 Michon tenne a Parigi il suo primo incontro pubblico in cui presentò al pubblico la sua scoperta. Negli anni che seguirono viaggiò in tutte le

12 In seguito, Desbarolles rivendicò persino lo status di Michon come fondatore della grafologia. Dello sviluppo delle cose in questa vicenda apprendiamo dalla dettagliata descrizione di Emilie de Vars, nella sua Histoire de la graphologie, ibid. Grandi città francesi e in altre città europee per convincere la gente alla sua teoria. Durante le sue lezioni, di solito dimostrava alcuni principi dei suoi metodi e poi analizzava campioni di calligrafia anonimi scritti da persone tra il pubblico. Michon iniziò a diffondere "la nuova scienza" con lo stesso entusiasmo che aveva mostrato nel predicare le sue idee religiose, e descriveva persino la sua opera in termini di missione religiosa. Oltre alla sua visione utopica, ha percepito la grafologia come un mezzo per un profondo riconoscimento di sé, per l'auto-miglioramento e per il risveglio morale dell'umanità: "La grafologia si è rivelata un nuovo strumento per il mondo morale, uno che è apparso per intervento divino al culmine dei progressi materiali provocati dalla scoperta della macchina a vapore e dell'elettricità. (258-259).

Negli anni successivi, Michon pubblica due libri - che considera testi complementari 13 - che espongono il suo metodo pienamente evoluto. Nel 1875 apparve Système de graphologie14, che presentava il sistema di segni michoniano, seguito nel 1878 dal seguito, Méthode pratique de graphologie,15 che descriveva i principi dell'analisi grafologica della scrittura nel suo complesso. Nel 1879 fu pubblicata Histoire de Napoléon 1er d'après son écriture 16, in cui Michon fornisce un'analisi longitudinale della calligrafia di Napoleone dal suo servizio militare come giovane ufficiale di artiglieria fino al suo esilio a Sant'Elena, verso la fine della sua vita. L'8 maggio 1881, lucido e con le sue facoltà intatte, Michon morì per complicazioni di polmonite.

Michon's La graphologie – Journal des autographs

La graphologie di Michon - Journal des autographs.

Esemplare rarissimo della collezione dell'autore.

La nuova scienza.

Nel diciannovesimo secolo, la possibilità che la scrittura a mano potesse rivelare la personalità dello scrittore era già un'idea diffusa. L'araldo della grafologia moderna è stato il famoso fisionomista Lavater, il cui libro Physiognomic Fragments 17 ha sollevato l'idea e ne ha anche offerto una base teorica. Ha sostenuto che la scrittura a mano rivela la personalità, così come altre manifestazioni espressive come il modo in cui le persone camminano e parlano, ma non ha suggerito alcun metodo per eseguire tale analisi.

A differenza di opere precedenti, come quella seicentesca di Camillo Baldi, che ebbero scarso impatto e caddero nell'oblio, il libro di Lavater fu molto letto in tutta Europa e suscitò un notevole interesse per l'argomento. Sono stati pubblicati una varietà di saggi che riaffermavano e persino aggiungevano alle idee di Lavater e grafologi che lavoravano in modo intuitivo.

13 In questo articolo utilizzo l'edizione del 1970 che comprende entrambi i libri in un unico volume, e tutti i riferimenti di pagina tra parentesi nel corpo dell'articolo si riferiscono a quell'edizione: Michon, Jean-Hippolyte. 1875. Système de graphologie suivi de Méthode pratique de graphologie, Parigi: Payot.

14 Michon, Jean-Hippolyte. 1875. Système de graphologie, Parigi: Bibliothèque graphologique.

15 Michon, Jean-Hippolyte. 1878. Méthode pratique de graphologie, Parigi: Bibliothèque graphologique.

16 Michon, Jean-Hippolyte. 1879. Histoire de Napoléon 1er d'après son écriture, Parigi.

17 Lavater, Johann Caspar. 1775-1778. Physiognomiche Fragmente zur Beförderung der Menschenkenntnis und Menschenliebe, 4 Bd., Leipzig und Winterthur: Weidmanns Erben und Reich und Heinrich Steiner und Compagnie. Furono presto attivi in un certo numero di posti in Europa.

18 L'intenzione di Michon era, tuttavia, molto diversa:

"Tutti quelli che hanno scritto di grafologia prima di noi, di cui il più famoso è Lavater, hanno esaminato solo la impressione generale data dalla scrittura a mano ... che non ha nulla a che fare con la scienza. Quando diciamo scienza, parliamo necessariamente di regole esatte, di un metodo basato sull'esperienza, di principi e leggi che derivano dalla natura di ciò che viene descritto." 19 Michon è un empirista in ogni fibra del suo essere:

"Sperimentazione significa sottoporre a verifica una teoria o un metodo. Nulla può essere accettato come principio vero e inconfutabile, nulla può essere accettato come scienza ... a meno che non abbia superato la rigorosa prova della sperimentazione. La grafologia ha superato con successo quella prova ...". (24 nota 2)

Un'idea del lavoro empirico di Michon può essere ricavata dalla seguente descrizione:

"Quando ho voluto creare questo gruppo, ho utilizzato il metodo naturale, che in tutte le scienze porta a risultati pratici in un modo che non lascia spazio all'errore. Ho iniziato classificando la mia raccolta di autografi di autori volitivi e autori volitivi ... La ricerca comparativa di migliaia di campioni di calligrafia mostra che tutte le persone volitive incrociano debolmente le loro "t". La linea è sempre debole, filiforme, e termina con una capocchia di spillo appena percettibile ... al contrario, tutti gli scrittori volitivi incrociano le loro 't' con forza e fermezza, mentre esercitano una forte pressione sulle loro penne.

Questo è il principio grafologico. Vale non solo per le barre a "t", ma per tutti i tratti senza eccezioni, brevi o lunghi, che hanno un punto finale.

"Il processo si svolge nel modo seguente: selezioniamo a caso la calligrafia di persone note per la loro forte volontà e notiamo che lo scrittore barra sempre con forza le sue 't'. Questo stile di scrittura non si acquisisce a scuola ... L'uso del metodo sperimentale - il grande maestro le cui conclusioni sono indiscutibili - mostra che le persone volitive non usano mai una calligrafia arrotondata, ma tendono istintivamente alla scrittura spigolosa, a tratti fortemente formati e a finali a forma di clava." (133-134).

La scrittura a mano come scrittura dell'anima.

Michon non si accontenta di prove empiriche per giustificare il suo metodo, e ritiene che la grafologia abbia bisogno, come ogni scienza, di una propria filosofia, cioè di una teoria che ne spieghi il funzionamento.

Il suo punto di partenza era l'analogia di Lavater tra la calligrafia e altre manifestazioni della personalità, come la parola e l'andatura. La fonte di tutto ciò, così afferma Michon, è l'anima:

"Questa filosofia della manifestazione dell'anima attraverso i segni grafici si basa sull'intima connessione che esiste tra ogni segno... che emana dalla personalità umana, e l'anima, che è la sostanza di quella personalità. Chi può dubitare che ogni parola sia la traduzione spontanea e immediata del pensiero? E chi può dubitare che la scrittura sia una traduzione del pensiero altrettanto spontanea e immediata della parola?" (31). E conclude: «Ogni scrittura, come ogni lingua, è la manifestazione immediata dell'essere intimo, intellettuale e morale» (39).

18 Su questo primo periodo della storia della grafologia si veda la monumentale opera in tre volumi di Seiler. Seiler, Giuseppe. 1995 (Volume I), 2000 (Volume II). De Lavaterà Michon. Essai sur l'histoire de la graphologie, Fribourg, Suisse: Editions Universitaires. Il terzo volume doveva ancora essere pubblicato al momento della stesura di questo articolo.

19 Desbarolles, ivi, 2.

Ma se la calligrafia deve riflettere l'essere interiore, deve essere spontanea. Quando impariamo a scrivere, la nostra scrittura non è abile o fluente. Il modello con cui apprendiamo segue uno schema uniforme ei nostri insegnanti insistono sull'uniformità nel modo in cui scriviamo e nel modo in cui formiamo le lettere. Questa forma meccanica di scrittura non può rispecchiare fedelmente l'anima: "La ragione è ovvia. Questa calligrafia crea solo forme fisse, regolari e immutabili, e il cervello dell'uomo che le traccia ha un solo pensiero in mente: produrle così belle come possibile" (34).

Solo quando la calligrafia è spontanea e inconscia diventa espressione dell'anima:

"Quando abbiamo una lunga esperienza di scrittura ... l'anima scrive direttamente ... le lettere non sono più che segni usati inconsapevolmente per esprimere il pensiero ... quando il bambino, l'adolescente o l'adulto che è stato istruito nella calligrafia, entra in e la vita libera e vuole esprimere i suoi pensieri e sentimenti verso gli altri rapidamente, senza fatica, senza studio, senza preoccuparsi minimamente di formare bene o male le lettere, abbandona istintivamente le sue abitudini di calligrafia e passa a una scrittura con unico caratteristiche ..." (32-34).

La scrittura non è quindi niente di meno che la scrittura dell'anima. Ma come scienziato, Michon non può accontentarsi di questa spiegazione, e si rivolge a chiarire "quali sono i processi fisiologici per cui l'anima cessa di dipingere, cioè di formare belle lettere, e comincia a riprodursi nella scrittura" (35). L'organo responsabile di ciò è ovviamente il cervello. Michon passa ora in rassegna le conoscenze scientifiche del suo tempo riguardanti la ricerca sul cervello, iniziando con Descartes e finendo con le nuove scoperte di Paul Broca.20 Il cervello, secondo Michon, è la dimora dell'anima. Descrive la struttura del cervello e le sue varie funzioni, concludendo che: "Da quanto abbiamo detto risulta che abbiamo in noi un organo speciale, dal quale hanno origine tutte le nostre impressioni e percezioni e, di conseguenza, dal quale emanano tutte le espressioni del nostro essere intellettuale e morale» (37). Il cervello controlla anche il movimento degli arti attraverso i nervi, inclusi movimenti complicati come scrivere con le dita (38). Sembrerebbe che Michon avesse già familiarità con la nozione di calligrafia come "scrittura del cervello", identificata con Preyer 21.

I segni grafici sono fissi.

Anche il termine "segni fissi" (signes fixes), centrale in Michon e oggetto di tanti fraintendimenti ed interpretazioni errate, è solo una parte del suo programma scientifico e senza di esso l'intero fondamento della grafologia viene distrutto. L'impiego di regole rigide verificate dall'esperienza è ciò che, secondo Michon, distingue la scienza dall'occultismo:

"È quindi il significato fisso del segno che è il principio fondamentale della grafologia. La congettura che è il mestiere del craniologo e del fisionomista lavateriano non ha qui posto. Siamo su un terreno molto più solido quando ci basiamo su segni che sono stati verificati migliaia di volte dall'esperienza.

Michon torna in seguito su questo argomento in modo più dettagliato:

"Ecco la prima legge della fisiologia grafica alla quale non fa eccezione: un segno grafico non esprime mai il tratto opposto a quello che rappresenta. Ad esempio: tratti grossi, maiuscole perdute nel candore della carta per eccessivo sviluppo, sproporzionate rispetto all'altezza delle minuscole sono un 20 Michon menziona Broca in Appendice H, p. 250. 21 Preyer W. 1895 (1919) Zur Psychologie des Schreibens, Lipsia: Leopold Voss, pp. 33-45. Segno grafico di un'immaginazione sfrenata, lasciarsi trasportare da un'idea, mancanza di moderazione e senso delle proporzioni, che indica una natura esuberante e ardente. Questo segno non si trova mai e non si troverà mai nella calligrafia di una persona che ha il completo controllo della sua immaginazione, che la frena e la tiene sotto controllo; una persona che non è in alcun modo volatile e impulsiva, ma calma e fredda.

"Lettere estremamente semplici, non superiori a quanto richiesto per la corretta formazione della lettera, senza estensioni sopra o sotto il corpo della lettera, lettere regolari, in giustapposizione standard, mantenendo un ordine costante, indipendentemente dalla velocità di scrittura, lettere che non hanno traccia di irregolarità, artificialità o eccesso di movimento, sono i segni di una natura calma. Una persona con una fervida immaginazione, quando scrive velocemente, naturalmente e spontaneamente, non può limitarsi a questo stile di scrittura semplice, regolare e monotono.

La seconda legge è un corollario della prima: i segni grafici sono fissi, perché sono il prodotto di condizioni fisse di creazione psicologica e fisiologica. Infatti, non è possibile che due forze di movimenti contraddittori e contrastanti possano produrre un movimento identico". (72-73)

È facile vedere che questo principio non ha nulla a che fare con segni isolati a significato fisso.22 Michon si occupa qui della condizione necessaria per creare la scienza, prendendo come esempio la sindrome dei segni e non un segno isolato. Potrebbe sorprendere molti, ma Michon nei suoi libri si occupa principalmente di sindromi grafiche che riguardano varie caratteristiche personali. Nel suo primo libro le caratteristiche sono presentate in ordine alfabetico, mentre nel Système de Graphologie sono messe in otto categorie strutturate a strati fin dalle primissime predisposizioni della mente che sono innate e immutabili al comportamento esterno appreso che è il risultato di un lo sviluppo e l'educazione della persona.

Segni complessi e legge delle risultanti.

Il sistema di segni di Michon è ancora la base primaria della nostra grafologia. Ma Michon sostiene che solo un piccolo numero di caratteristiche sono rappresentate da un semplice segno grafico, signe simple, nella sua terminologia. Ci sono molte più caratteristiche dei segni grafici, e la maggior parte di esse sono rappresentate da un gruppo di segni grafici che costituisce un signe complexe. L'importanza che Michon attribuisce ai segni complessi si evince da quanto segue:

"La teoria dei segni complessi ... apre un vasto orizzonte per la nuova scienza. Il gioco di possibilità, stati e movimenti della mente umana può fornire innumerevoli combinazioni ... c'è qui un immenso campo di ricerca per gli studenti di grafologia. Una scienza che non progredisce non è una scienza. E sono lieto di fornire loro, attraverso questo fecondo dono, un prezioso strumento di lavoro. È questo orizzonte, di proporzioni infinite, che sto aprendo ai futuri grafologi". (293)

Ma Michon non si ferma qui. In Méthode Pratique de Graphologie sviluppa l'idea di segni complessi e la espande in una sintesi del tutto. Allo stesso modo in cui una pluralità di segni semplici crea un segno complesso, così fanno le diverse caratteristiche in 22 Ludwig Wirz fu il primo a rimarcare l'errata comprensione del principio dei segni fissi in un articolo del 1981 che segnava i 100 anni dalla morte di Michon: Wirz, Ludwig. 1981. Die Lehre Michons von den signes fixes als Grundlage der Graphologie. in: Zeitschrift für menschenkunde, Heft 2/1981, 73-86. La scrittura si influenza a vicenda e crea nuovi significati. Michon chiama questa espansione la legge delle risultanti (loi des résultantes). 23 "La legge delle risultanti si basa sul fatto psicologico che un tratto ne influenza un altro. Non lo elimina mai quando è ben delineato ... ma ... gli conferisce una sfumatura speciale». Ogni segno grafico è quindi sfumato da un altro segno". (296) Lo dimostreremo con uno dei poteri mentali più centrali nella caratterologia di Michon: l'emozione. Il segno fondamentale dell'emotività è la scrittura inclinata a destra, perché è "molto più scorrevole e più facile da fare" (90), mentre la scrittura verticale è caratteristica delle persone che controllano le proprie emozioni e il proprio cuore.

Michon pensa che anche i segni semplici possano rappresentare una varietà di sfumature di tratti che si modificano a seconda dell'intensità del segno e della frequenza del suo verificarsi nella scrittura. Così, ad esempio, l'emotività può essere lieve o estrema a seconda della pendenza della scrittura. Quando si inclina molto a destra, lo scrittore è controllato dai suoi impulsi e dalle sue passioni. Questa emotività si esprimerà in amore o in odio? A questo punto abbiamo bisogno del segno complesso:

"Il segno grafico dell'odio è identico al segno grafico dell'amore… La ripida pendenza della scrittura è indicativa della capacità di amare con passione. È quindi anche il segno grafico di chi sa odiare con furia. Inoltre, se la scrittura a forte pendenza è accompagnata da segni di tenacia e ostinazione, di irruenza che rasenta la tempestosità; ... se il senso di sé è fondamentale, se l'orgoglio è fortemente indicato, l'orgoglio ferito non perdona; se la vanità e la pretesa sono evidenti nella scrittura, anche la vanità pungente diventa implacabile. Qui hai il segno chiaro e complesso di una natura capace di odiare". (227)

Michon ha sviluppato leggi dettagliate per descrivere come i segni si influenzano a vicenda molto prima che Saudek proponesse l'idea di contro dominanti. 24 L'effetto può essere quello di intensificare o mitigare, e i segni contraddittori possono fungere da contrappesi l'uno con l'altro:

"Non va dimenticato che, per le esigenze del metodo analitico, consideriamo ogni sfumatura di una facoltà [mentale] isolata e del tutto indipendente da altre disposizioni e manifestazioni della mente che potrebbero fare da contrappeso. Così, ad esempio, l'emotività, l'estrema impressionabilità, porta la mente agli estremi della passione. Se però la scrittura che indica questa intensa emotività contiene anche i segni grafici di una potente risolutezza ... il risultato è che - e questa è una nota psicologica importante - in fondo questa persona rimarrà sempre emotiva e femminile, ma con un contrappeso, coadiuvato dalla forza di volontà , per consentire alla mente di contrastare gli eccessi di emotività. Non sarà più una nave senza timone in balia delle onde, ma una fragile imbarcazione umana con una leva con cui navigare tra le onde ed evitare gli scogli. Allo stesso modo, se la forza di volontà ... manca di emotività, se il lato emotivo non è sviluppato, la forza di volontà, privata di un contrappeso, precipiterà in eccessi di potere. (132)

Quando la scrittura contiene segni contraddittori, indica una personalità complessa e contraddittoria in cui «in certi momenti o in certi giorni una situazione domina la mente, e altre volte è dominante lo stato d'animo contrario» (369). A volte questo è un segno di una lotta interiore irrisolta:

"L'emotività contenuta si manifesta nella scrittura in cui le lettere tendono ad essere diritte, quasi completamente verticali, mescolate a lettere con una giusta inclinazione. Questa è la calligrafia di tutti coloro di natura impressionabile che si sentono minacciati dalla loro sensibilità naturale e la sopprimono per obbedire a un disegno di condotta ambiziosa, rimorsi di coscienza, imperativi immutabili. La loro emotività provoca tali anime.

23 La legge dei risultati è al centro di questo libro che non è mai stato tradotto in tedesco, e la relazione di Saudek e Klara Roman (vedi nota 1), che attribuiscono la legge dei risultati al successore di Michon, Crépieux-Jamin, è privo di fondamento.

24 Saudek, ivi, 205-213. grande angoscia ... in tutti i casi, c'è una lotta [interna]. Di solito è la calligrafia dei sacerdoti. Non c'è niente di più curioso che vedere come in tale scrittura il movimento della ragione e il movimento del cuore si quadrano l'uno con l'altro. (130) Michon osserva che questo fenomeno è caratteristico della sua calligrafia:

"Mentre scrivo velocemente queste righe... mi è impossibile pensare di camuffare in qualche modo la mia scrittura ... contro la mia volontà, inconsapevolmente, in un modo che potrei definire predeterminato ... non posso che produrre questo copione tormentato, questo copione di lotta in che le mie lettere pendono a volte in questo modo, a volte in un altro, a volte anche nella stessa parola." (131)

Autografo originale di Michon dalla collezione dell'autore

Autografo originale di Michon dalla collezione dell'autore.

La scrittura come espressione e movimento.

Abbiamo visto che l'emozione come forza fondamentale della personalità si esprime per iscritto attraverso un semplice segno. Più specifico è il tratto, più complessa è la sua sindrome grafica. Ecco come si esprime nella scrittura l'ardore, identificato da Michon con l'attività, la passione per il fare, l'animazione, la spontaneità e l'impulsività:

"Tutti i movimenti sono animati, bruschi, eseguiti con i tratti più brevi possibili e, soprattutto, le barre a T sono formate in estrema fretta; la scrittura è trascurata e trascurata senza alcun tentativo di leggibilità, di creare lettere o parole identificabili che possono essere lette; c'è una pendenza prevalentemente ascendente per le lettere e le linee e la scrittura hanno quasi sempre il segno dell'emotività e dell'impressionabilità. Gli ardenti sono emotivi. (177)

D'altra parte, l'indolenza, alla quale Michon attribuisce la mancanza di vitalità e di attività, il mancato sviluppo dei poteri latenti nella personalità umana e il desiderio di evitare l'attività e lo sforzo sono espressi come segue:

"La scrittura dell'indolente evita completamente angoli e tratti decisi, e mostra una propensione verso curve e lettere malformate o semiformate ... la mancanza di ardore e di movimento nella scrittura attesta logicamente l'indolenza della mente motoria... è uno dei grandi prove del valore scientifico della grafologia. L'energico e l'apatico non scrivono mai l'uno come l'altro, sia che scrivano in ebraico, in arabo, in greco o in francese ... [l'indole nte] non fa alcun tentativo di dare alle lettere la loro altezza e i loro elementi, è come se dicessero: leggi questo se puoi. (164-165)

Sebbene in entrambi i casi la grafia sia sciatta e la leggibilità scarsa, il diverso contesto e soprattutto il diverso tipo di movimento danno luogo a interpretazioni completamente diverse. È così che appaiono i segni isolati che sono indipendenti dal contesto?

Sebbene Michon non abbia ancora una concettualizzazione sviluppata del movimento, la sua grafologia è ben lungi dall'essere puramente interessata alla forma. L'aspetto del movimento nella scrittura è parte integrante del suo sistema e le sue descrizioni del movimento a volte sono persino sorprendenti nella loro sottigliezza. Ecco come descrive l'emozione della felicità:

"Il carattere felice è l'antitesi logica del carattere triste, cupo, freddo e depresso. Queste persone sono impressionabili, comprensive e tenere. Il riso apre le labbra e l'allegria apre le lettere nella scrittura. Segni grafici: molte curve nella scrittura che è inclinata, libera e sfrenata. Le lettere sono animate, posate in fretta sulla carta. L'allegro attraversa la t con una barra curva e delicata. Le lettere non sono mai compresse. C'è una totale assenza dei segni associati a nature fredde, tristi o irrequiete. (202)

Il terreno fangoso.

Il pensiero simbolico sistematico appare per la prima volta in grafologia con la presentazione del simbolismo spaziale di Max Pulver nel suo libro "The Symbolism of Handwriting". 25 Abbiamo visto che la grafologia di Michon si basa principalmente sulla teoria espressiva, ma anche lì è possibile scorgere i primi simbolismo pittorico-analogico.

Abbiamo visto come Michon spiega la differenza tra la spontaneità della scrittura inclinata a destra e la rigidità della scrittura perpendicolare in termini di fisiologia. Ma accanto alla spiegazione fisiologica, aggiunge un'interessante spiegazione simbolica visiva:

"Tutto ciò che è mite, debole e arrendevole si piega. Tutto ciò che è ostinato e inflessibile non si piega ma si erge dritto. Uno è come una canna che si piega al vento, mentre l'altro è come il tronco di un albero che anche la tempesta non può muoversi" (89).

Secondo la grafologia di Michon, il segno più evidente di egoismo è la forma della semiminima che si muove all'indietro all'inizio o alla fine di una lettera (166), che col tempo divenne nota come 25 Pulver Max. 1931. Symbolik der Handschrift, Zurigo: Orell Füssli. Scrittura centripeta nella grafologia francese 26, e come tendenza di sinistra (Linksläufigkeit) nella grafologia tedesca 27.

"La semiminima che torna all'indietro, che io chiamo 'la semiminima egoista', è sempre segno di egoismo, di io, di preferenza dell'io rispetto agli altri. L'anima umana si ripiega su se stessa, si concentra su se stessa, non si irradia all'esterno di per sé converge su se stessa, e se guarda fuori lo fa come una sanguisuga, per succhiare per sé qualcosa dalla persona a cui si attacca… La penna fa lo stesso movimento: torna alla lettera; si chiude su se stesso come artigli che si chiudono quando hanno afferrato la preda» (293-294).

Oltre al simbolismo visivo gesticolante (afferrare la preda), abbiamo qui anche gli inizi del simbolismo spaziale: il ripiegamento della lettera su se stessa è un ritorno all'io e simboleggia l'interno contro l'esterno. Questa combinazione di simbolismo del linguaggio del corpo e di un concetto simbolico di spazio è evidente anche nel rapporto di Michon con l'arroganza, che è un altro aspetto dell'egoismo.

L'arroganza, sostiene Michon, è «la grande malattia dell'animo umano. Ma la sua fonte è in un sentimento reale, in un istinto di autoconservazione che è una legge naturale. stima. Non è male se non quando si allontana dai limiti precisi della verità" (169-170). Secondo Michon, c'è orgoglio che è nobile e legittimo, ma la perversione dell'arroganza è un sentimento egoistico egoistico diretto all'auto-esaltazione e allo stesso tempo al disprezzo degli altri:

"Ciò che rende negativa l'arroganza ... è il sentimento egoistico ed egoistico che ci pone al di sopra degli altri... la natura dell'arroganza è una preferenza per se stessi rispetto agli altri" (170).

Come si esprime fisiologicamente l'orgoglio? L'uomo arrogante alza la testa e la sporge, si gonfia come un pavone che allarga la coda, da cui l'espressione "gonfio di orgoglio". Lo stesso vale per la scrittura a mano:

"La scrittura segue un naturale movimento fisiologico, anzi ne è l'espressione immediata, istantanea. La scrittura si eleva, la scrittura si allarga, la scrittura si gonfia, la scrittura si allunga. E questi sono i segni grafici di un senso di superiorità: lettere che coprono un grande quantità di spazio, lettere di altezza esagerata; la lettera M maiuscola, costituita da tre trattini verso il basso, il primo dei quali ... è spesso vicino al doppio della lunghezza degli altri due; e così anche della N maiuscola; lettere che stanno dritti, si allungano e si assottigliano, come steli troppo in ombra che si sforzano di protendersi più in alto verso il sole e la luce" (170).

Michon attribuisce anche un significato simbolico al tratto, che esprime il livello di sensualità o spiritualità dello scrittore. Come l'orgoglio, anche la lussuria è uno dei sette peccati capitali, e quindi apparentemente di grande importanza per Michon che si attiene alla classica divisione in gola e, peggio ancora, lussuria sessuale.

26 Crépieux-Jamin, J. 1930 (1997). ABC del a graphologie, Parigi: Presses Univerisaires de France, pp. 183-187.

27 Klage Ludwig. 1917 (1989). Handschrift und Charakter, Bonn: Bouvier Verlag, pp. 143-150.

Il segno grafico della sensualità è la scrittura pastosa, in cui le lettere sono "grosse, pastose e formate con forte pressione per tutta la loro lunghezza" (91). Al contrario, i lussuriosi hanno la scrittura a forma di fuso e le punte sono fatte con una forte pressione (184). E perché la scrittura pastosa indica sensualità? Perché "la materia è pesante e tangibile" (91).

Invece la scrittura fine e ariosa «è fatta di tratti lievemente applicati. Evita la pastosità e le lettere gonfie. È fine e svolazza sulla carta. L'anima modesta è la colomba che esita a mettere il piede sul terreno fangoso. Io chiamo questo tipo di calligrafia ariosa" (184). Lo scrittore non sensuale è per natura spirituale e non brama la lussuria sensuale; anche in amore, il piacere che cerca è principalmente mentale".

Michon sottolinea che il tratto pastoso non è un effetto puramente tecnico della penna: "Dieci persone potrebbero scrivere con la stessa penna una dopo l'altra... usare la stessa penna non conferisce lo stesso spessore al corpo della lettera" (90- 91).

L'intuizione dell'Oriente.

La divisione in pensiero intuitivo e deduttivo secondo il grado di connessione fu una nuova scoperta di Michon nel 1872 e non compare nel suo primo libro (25). La scrittura disconnessa è stata percepita da Michon come "l'improvvisa esplosione di idee" (111). indicativo di intuizione e immaginazione e della capacità di formare idee, mentre la scrittura connessa è indicativa della capacità di ragionare logicamente, di creare connessioni tra idee e di svilupparle in un pensiero comprensivo. Michon considera la mancanza di connessione per mostrare resistenza ai processi di pensiero di routine: "La penna della scrittura sembra resistere all'impetuosità del pensiero". Si affretta ad aggiungere un'importante clausola che per qualche motivo viene ignorata nella successiva letteratura sul segno: "Muove la mano in movimenti bruschi che formano rapidamente le parti della lettera assolutamente essenziali per rendere leggibile la parola" (105). La combinazione della progressione staccato ("l'esplosione improvvisa delle idee") con il movimento rapido e l'estrema astrazione delle lettere, spiega la natura intuitiva e creativa di questo scrittore.

Lo scrittore deduttivo è pratico, pragmatico e logico. Non trova idee dentro di sé, ma è capace di assimilare le idee degli altri, di elaborarle e farle proprie (116). Lo scrittore intuitivo, invece, soprattutto nella sua forma estrema, è un teorico, un utopista, un idealista, un sognatore di sogni (109). Questa è la scrittura di artisti, poeti e filosofi (108), ma anche di gente semplice "che non assimila idee dall'esterno ma le cerca istintivamente dall'interno", per quanto strane e bizzarre possano essere queste idee (109).

La deduzione nella sua forma estrema, soprattutto se combinata con una scrittura piccola o decrescente indicativa di ingegnosità e astuzia, è un segno di ingegnosità logica portata a un livello assurdo, e l'uso sofisticato di analogie logiche che non portano alla verità ma solo a una parvenza di verità, caratteristica comune a molti avvocati (115). I personaggi risultano più uniformi quando c'è un equilibrio nella scrittura tra la connessione e la sua mancanza, che è un'indicazione della capacità dello scrittore di integrare il suo lato creativo con il suo lato logico-pratico, sebbene tali persone non siano generalmente inclini alla profondità ( 117).

Michon crede che le persone intuitive non siano generalmente molto sviluppate emotivamente (scrittura retta) perché sono preoccupate per il lavoro intellettuale e creativo, e sebbene l'intuizione non sia necessariamente in contrasto con l'emozione, "i due poteri polari della personalità non si sviluppano simultaneamente in esso ". (109).

Particolarmente interessante è l'analogia alquanto speculativa che Michon trova tra le forme standard di scrittura delle lingue semitiche e indoeuropee e la natura collettiva di queste culture:

"Nel mio libro 'La storia della scrittura' ho approfondito questo interessante argomento, che i popoli dell'Oriente, principalmente di razza semitica, influenzati dai sensi e dalle impressioni che ricevevano dall'esterno, vivendo una vita di pietà e di filosofia, costantemente sopportati in un mondo di intuizione e idealismo, non attrezzato per tutto ciò che richiede precisione, deduzione logica, meticolosa e analitica, estraneo alla filosofia critica - avere una scrittura manifestamente intuitiva con lettere totalmente sconnesse, come le scritture egiziane, fenicie o sumere e la scrittura ebraica quadrata così come tutti i derivati della scrittura fenicia nell'Asia occidentale, mentre le razze addestrate alla logica e alla ragione, dedite alla filosofia e al pensiero critico e analitico, cercano di dare un senso a tutto e vivono una vita di produttività, praticità e pragmatismo, come quelle del mondo greco e latino, e ai nostri giorni noi stessi - il mondo occidentale, compresa l'Europa, l'America e tutte le terre del colon izzato dagli europei, sviluppò una forma fluente di scrittura con lettere collegate.

... L'Oriente è mistico e sensuale. Si nutre di immagini; idealizza tutto: ha una profonda religiosità; è aperto all'estasi, all'ispirazione divina, alla profezia. L'uomo d'Oriente vede Dio. L'Occidente è filosofico, metafisico, analitico e critico. Abbraccia la dialettica che si estende alla raffinatezza raffinata, al pignolo e al sofismo. Aderisce alla logica fredda e calcolatrice ed è attratto dalle astrazioni ... rifugge la fede e non desidera raggiungere Dio se non attraverso la saggezza. Tutto questo spiega le due facce opposte della scrittura. Uno è la scrittura di ispirazione e visione. Esplode all'improvviso dal papiro intinto nell'inchiostro o dalla penna d'oca. L'altro è la scrittura dell'indagine razionale. Crea una stringa di lettere collegate nello stesso modo in cui crea una stringa di pensieri collegati" (111-112).

È interessante notare che, mentre l'interpretazione di Michon della scrittura non connessa è respinta a priori da Crépieux-Jamin28, essa viene adottata nella grafologia tedesca di Klages e dei suoi seguaci come una delle principali interpretazioni del livello di connessione nella scrittura. 29

Bella e ammirevole semplicità.

Il concetto di armonia, che diventerà il marchio di fabbrica della grafologia francese, è un filo conduttore della creatività di Michon. Questa tensione all'armonia è ciò che sta alla base della sua filosofia religiosa: armonia tra diverse confessioni cristiane, tra religioni, tra religione e mondo secolare, armonia universale, unificante.

Questo concetto è evidente anche nel modo in cui si avvicina alla scrittura. Abbiamo già visto nella nostra discussione sui segni fissi come Michon identifichi l'immaginazione sfrenata con la disarmonia in tutti gli aspetti della scrittura, espressa come eccesso di movimento, estensioni esagerate che interferiscono con l'organizzazione dello spazio, disegno artificiale o irregolare delle lettere e interruzione di la regolarità ritmica della scrittura.

28 Crépieux-Jamin, J. Ibid, pp. 391-392. Crépieux-Jamin ha visto la connessione come il fattore decisivo nella velocità di scrittura e ha sostenuto che la scrittura non connessa è un'espressione della lentezza e dei vincoli nel flusso di scrittura, per vari motivi. Nota con cinismo che l'interpretazione dell'intuizione è molto più popolare della sua perché le persone preferiscono attribuirsi un'intuizione profonda piuttosto che vederla come un'espressione di goffaggine e immaturità della scrittura (tra i bambini o tra gli adulti non istruiti), di eccessiva cautela e inibizione o di diminuita attività fisica o mentale.
29 Klages, Ludwig. Ibis, pp. 124-132

L'armonia è prima di tutto nelle zone più interne della mente dell'uomo:

"È la natura della vanità non trovare in noi stessi un nobile appagamento del nostro valore e di ciò che siamo, ma guardare al di fuori di noi stessi. Tutte le sfumature della vanità sono indicative di un desiderio di essere prominenti e di aspettarsi dagli altri la stima che crediamo aumenti il nostro valore. (192).

"Bella e mirabile semplicità risplende nella scrittura, come un fiore bianco in un cespuglio erboso che ne esalta la freschezza e lo splendore. Anche la scrittura [apparentemente] brutta esprime perfettamente il senso del pudore della mente… Ogni scrittura che indica modestia e semplicità attesta in questo modo la nobiltà della mente dello scrittore. Gli sciocchi sono pretenziosi. (194)

"Studia la scrittura dell'élite, i grandi scrittori, tutti i modi di uomini superiori. Il segno del loro valore intellettuale è l'assenza di qualsiasi tipo di abbellimento superfluo, ridicolo o artificioso. Ogni artificio è un segno di inferiorità intellettuale". (220)

La scrittura armoniosa è il segno più evidente di distinzione, buon gusto e tutto ciò che compone il famoso esprit francese (196). A livello di comportamento sociale, si esprime nella raffinatezza sociale (finezza) - la capacità di esprimere il pensiero in modo elegante e implicito, non direttamente, e incantatore. La finezza si esprime nella scrittura in "forme di scrittura eleganti e armoniose e particolarmente nella totale assenza di lettere volgari, di cattivo gusto", e l'incantatore si esprime in "una forma di lettere che è allo stesso tempo semplice e artistica e nel loro armonioso organizzazione nello spazio" (208).

Al contrario, nella scrittura volgare che Michon identifica con grossolanità, mediocrità, mancanza di distinzione, superficialità intellettuale, grossolanità, mancanza di buone maniere e raffinatezza sociale e cattivo gusto:

"Il segno grafico è la totale assenza di armonia nelle lettere, e le lettere maiuscole sono grossolane e grezze. La scrittura può essere brutta, cioè frettolosa e malformata, e tuttavia non volgare. La scrittura volgare ha tratti di penna storti, connessioni sproporzionate tra lettere, verticali improbabili, disarmonia perpetua". (196).

C'è anche un'armonia morale, come espresso nella seguente descrizione, dedicata alla calligrafia di un giudice molto rispettato:

"Questa scrittura, fin dall'inizio, colpisce per la sua grande regolarità, che però non è la ripetizione monotona di lettere calligrafiche; la personalità umana è evidente. Che abbia un cuore, che sia incline al sentimentalismo, seppur sobrio, è chiaramente evidente. Ma ammiriamo il suo ordine naturale, che permette i giochi di luce tra le parole e le linee, la sua puntigliosità scrupolosa e indubbiamente inconsapevole, che non permette mai alla penna la minima deviazione dei lunghi tratti... grafologo di essere colpito dal carattere [speciale] di questa bella scrittura, brutta forse dal punto di vista calligrafico, ma impressionante come visibile espressione di una venerabile gravità e dolcezza di personalità di cui è l'espressione vitale e spontanea" (44).

Concluderò con la personale brama di armonia di Michon - il grande e non consumato amore di Michon ed Emilie de Vars:
"Ho vissuto tutta la mia vita in una relazione che, per voto di astinenza, nulla poteva esigere dai sensi e avevo un affetto (ora consegnato alla tomba) che esprimeva l'amore più appassionato, la più calda commistione di anime, senza la beatitudine della consumazione per le anime innamorate… Solo una volta ogni quarant'anni condividevamo la stessa camera da letto, il luogo dove dormiva come un angelo ogni notte; era la notte dopo che aveva esalato l'ultimo respiro, e io volevo essere l'unico lì a vegliare sulla mia amata morta. Siamo stati sposati nella morte.

Questa ricerca dell'amore senza i sensi che l'accompagnano... è sconsigliata da un punto di vista morale... mille volte siamo stati salvati quando eravamo infiammati dal desiderio. Era così bella! Ora, dopo il nostro ultimo addio, mi consola... il pensiero che ho avuto il raro ed eccezionale privilegio di non avere violato questa splendida creatura. Eppure, la nostra strada era l'opposto della verità, perché ogni giorno infrangevamo la legge santa, la legge della natura ..."30. * * *

Nonostante la lunga strada che ha percorso la grafologia dai tempi di Michon, le basi su cui è stata costruita la grafologia moderna sono già contenute nel suo lavoro. Sembra che se Michon dovesse riapparire all'improvviso, non si troverebbe in un territorio strano ma si adeguerebbe rapidamente ai cambiamenti che lui stesso aveva predetto:

"È una legge di ogni nuova scienza che è in continua evoluzione e miglioramento... Una scienza che non può essere migliorata non è una scienza; e i miei numerosi discepoli che seguono il mio cammino un giorno lo svilupperanno in un modo che nemmeno il suo inventore ha mai concepito quando ne ha stabilito i primi principi. (265).

Questo articolo è apparso per la prima volta sulla rivista grafologica Vanguard, gennaio-marzo 2007. Editore: Sheila Lowe.

The letter was published in its entirety by Varinard, ibid, 57-63.

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