Movimento che si prefigge di modificare o abolire
determinate istituzioni, leggi o semplicemente condizioni sociali stabilitesi
per consuetudine. • St. -
A. della
schiavitù: movimento nato negli Stati Uniti per la soppressione della
schiavitù, ispirato da principi sia religiosi che etici. L'
a. si
sviluppò dapprima negli Stati più interessati dal fenomeno della
schiavitù: l'Inghilterra con le sue colonie americane, la Francia, la
Spagna e il Portogallo. La fine della tratta degli schiavi si verificò in
tempi relativamente rapidi (nel 1772 in Inghilterra fu emanata una sentenza
secondo la quale uno schiavo diventava libero non appena toccasse il suolo
inglese; negli Stati Uniti la tratta fu abolita con una legge nel 1808); non
avvenne altrettanto per l'abolizione vera e propria della schiavitù.
Ufficialmente aderirono all'
a. gli Stati con percentuale di schiavi
minore: gli Stati della Nuova Inghilterra abolirono la schiavitù prima
del 1800, poi fu la volta della Francia (con la Rivoluzione), mentre sul piano
internazionale l'
a. fu decretato nel 1815 con il Congresso di Vienna. Per
gli Stati americani sudisti si dovette attendere l'esito della guerra di
Secessione (1861-1865). Il mercato di schiavi poté dirsi così
concluso verso la metà del secolo scorso. Il gruppo di abolizionisti, i
cui massimi esponenti furono W.L. Garrison e W. Phillips, si adoperò in
una vasta opera di informazione e di propaganda, ma agirono anche concretamente
sul piano politico a favore degli schiavi neri. Oggi la schiavitù
è praticata in alcuni Stati orientali e africani: per la sua abolizione
si adoperano le Nazioni Uniti e altre organizzazioni non governative. ║
Impropriamente, lo stesso termine
a. fu adottato per indicare il
movimento per l'abolizione del cosiddetto "regime secco", che in tutti gli Stati
Uniti vietava il commercio degli alcoolici (sinonimo di proibizionismo).