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GERUSALEMME, QUESTIONE DI
Problema politico internazionale insorto con la fine del mandato britannico sulla Palestina nel 1948. Città santa meta di pellegrinaggi da tutto il mondo per ebrei, cristiani e musulmani e già capoluogo amministrativo della Palestina, Gerusalemme doveva costituire, secondo il piano di spartizione approvato dalle Nazioni unite nel 1947, il nucleo di un territorio a statuto internazionale, sottratto alla sovranità sia dello stato ebraico sia di quello arabo previsti dal piano stesso. In seguito alla prima delle guerre arabo-israeliane la sua parte occidentale venne occupata da Israele che nel dicembre 1949 la proclamò capitale. Il 29 giugno 1967, dopo la terza guerra, venne proclamata inoltre l'annessione del settore orientale, arabo, della città. Entrambe le decisioni furono disconosciute dalla stragrande maggioranza degli stati membri dell'Onu, che continuarono a considerare capitale di Israele la città di Tel Aviv, dove si trovano ancora molti uffici governativi. Attorno al settore orientale furono costruiti nuovi quartieri ebraici che, oltre a isolare la parte araba della città dal resto della Cisgiordania, tendono a rendere concreta la natura di Gerusalemme quale capitale unica ed eterna dello stato ebraico formalmente ribadita da una legge israeliana del 30 luglio 1980. Il 15 novembre 1988 il Consiglio nazionale palestinese dell'Olp proclamò dal canto suo la nascita dello Stato di Palestina sul territorio palestinese con capitale Gerusalemme. A partire dal 1998, però, la politica dell'amministrazione israeliana a Gerusalemme si irrigidì, assumendo le caratteristiche di una vera e propria deportazione dei palestinesi residenti a Gerusalemme est. Si trattava di una politica che, attraverso la revoca dei permessi ai cittadini arabi, mirava a ebraicizzare sempre più la parte araba della città, così da renderne indiscutibile l'annessione allo stato di Israele, a fare riconoscere internazionalmente Gerusalemme come propria capitale e a costringere i palestinesi a rinunciarvi in modo definitivo. Bastava sostenere che il centro della vita di una persona si fosse spostato da Gerusalemme per la revoca del permesso di soggiorno. Tale situazione di precarietà in cui piombarono i cittadini palestinesi contribuì a creare negli ultimi anni novanta un clima di tensione che rafforzò gli integralismi, allontanando sempre più dai negoziati di pace, e sfociò nel settembre 2000 in una ripresa virulenta dell'intifada che ebbe come risposta un massiccio bombardamento israeliano sui territori palestinesi.
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