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AVANGUARDIA
Movimento europeo dei primi decenni del Novecento che si propose un rinnovamento radicale dei linguaggi e delle condizioni della produzione artistica e letteraria. Articolato in diversi gruppi e manifesti (vedi espressionismo in Germania; atonalità musicale, o "scuola di Vienna", in Austria; futurismo in Italia e in Russia; surrealismo e cubismo in Francia), si rivoltava contro tutta la tradizione, alla ricerca di nuove forme di conoscenza in un clima culturale e scientifico in cui si affermavano la psicoanalisi di Freud e una miriade di nuovi strumenti tecnologici (fotografia, fonografia, cinematografia, illuminazione elettrica, motore elettrico e a scoppio, aeroplano ecc.) che offrivano tematiche, immagini, strumenti espressivi inediti e, impensabile prima, la riproducibilità tecnica di quell'unicum che è l'opera d'arte. Mutava così il rapporto tra opera e pubblico. Questo si ampliava enormemente, stabilendo un rapporto inedito tra arte e mercato, come dimostrava il successo commerciale postumo dei pittori impressionisti. L'artista si sentiva da un lato sfidato a raggiungere l'intera massa dei possibili fruitori e dall'altro a salvaguardare l'unicità dell'esperienza artistica, fino a praticare linguaggi programmaticamente poco comprensibili. L'opposizione a tutto quanto era codificato e accettato in campo artistico si estese spesso alle istituzioni sociali e politiche, che godevano del consenso di ampi strati di quella borghesia che aveva prodotto i grandi rivolgimenti dell'Ottocento e appariva ora soddisfatta di sé e del proprio benessere. Da qui le sperimentazioni spesso provocatorie, l'identificazione tra vita e opera d'arte, ma soprattutto l'ideologizzazione e la politicizzazione di certi gruppi e artisti, che si precisò quando, con la Prima guerra mondiale, si delinearono più chiaramente una società di massa e movimenti politici che, come il bolscevismo e il fascismo, intendevano dominarla. Un confuso atteggiamento antiborghese e la pretesa di identificare masse e stato (o masse e nazione) indussero alcuni gruppi a scelte politiche in linea con le nuove forme di potere totalitario. In tal modo l'originario carattere eversivo si affievolì e scomparve del tutto, determinando lo sconforto di alcuni esponenti (fino al suicidio) e l'isolamento di altri, che si sottrassero a ogni caratterizzazione, pur insistendo nella ricerca di forme espressive inedite. Di nuova avanguardia si tornò a parlare tra il 1950 e il 1970 a proposito di una miriade di formazioni come il Gruppo 47 in Germania, la rivista Tel Quel e la nouvelle vague in Francia, il Gruppo 63 in Italia, ma soprattutto le scuole pittoriche statunitensi dell'informale, della pop art, della gestualità ecc.Tutte cominciarono a spegnersi proprio quando il Sessantotto sembrò dare uno sbocco di massa internazionale alle loro aspirazioni.

G. Petrillo
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