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AUTARCHIA
Linea di politica economica finalizzata all'autosufficienza di un sistema economico, mediante la massima riduzione di importazioni ed esportazioni (ottenuta con apposite misure fiscali, doganali e monetarie) e il massimo sfruttamento dei fattori interni. Dominò di fatto il sistema economico internazionale tra la prima e la Seconda guerra mondiale in seguito all'isolazionismo statunitense, alla "cintura sanitaria" imposta all'Urss e alle difficoltà della ripresa della Germania umiliata dalle "riparazioni". Aggravata dalle conseguenze della crisi del 1929, fu denunciata con vigore da J.M. Keynes come fattore di instabilità internazionale. Le grandi potenze poterono contare sulle immense risorse interne (Usa e Urss) o su quelle dei propri imperi coloniali (Gran Bretagna e Francia, ma anche Belgio e Olanda): la creazione dell'area autarchica del Commonwealth britannico avvenne, per esempio, nel 1931. Germania, Italia e Giappone si misero sulla strada bellicista della ricerca rispettivamente dello "spazio vitale", di un "posto al sole" e dell'"area di coprosperità della più grande Asia orientale". Ma solo l'Italia fascista lanciò dichiaratamente l'autarchia dopo le sanzioni inflittele dalla Società delle nazioni per l'aggressione all'Etiopia (1935). Volta in realtà a rafforzare l'economia di guerra, essa comportò il drenaggio di risorse pubbliche a sostegno dell'industria pesante e la rinuncia a varie importazioni vitali, con gravi distorsioni nei consumi e negli investimenti per un paese poverissimo di materie prime e, soprattutto, una ridicola e molto propagandata pretesa di "far da sé" in campi tecnologicamente avanzati, e si tradusse in una terribile arretratezza anche della stessa attrezzatura bellica. Un sistema autarchico sopravvisse di fatto, durante la guerra fredda, nel blocco sovietico in seguito al rifiuto di accedere agli accordi di Bretton Woods (1944) e al piano Marshall (1947).
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