ALESSANDRO II ROMANOV (Mosca 1818 - Pietroburgo 1881). Zar di Russia (1855-1881), figlio e successore di Nicola I. Il forte malcontento diffusosi nel paese all'indomani della sconfitta di Crimea (1856), lo indusse ad attuare un vasto programma di ammodernamento, inaugurando il periodo delle grandi riforme. Momento centrale di tale politica innovatrice fu l'abolizione della servitù della gleba (1861) che si tradusse nell'emancipazione di oltre due milioni di servi. Scoppiata l'insurrezione polacca (1863), interruppe l'azione riformatrice e tornò a usare il pugno di ferro, provocando forti tensioni negli ambienti liberali e rivoluzionari. In politica estera si avvicinò all'Austria-Ungheria e alla Germania (lega dei tre imperatori, 1873), ma al congresso di Berlino (1878) gli alleati si opposero alle mire espansionistiche di Alessandro nei Balcani. Gli ultimi anni del suo regno furono caratterizzati dall'intensificarsi del terrorismo politico che culminò nell'attentato del marzo 1881, organizzato dalla società rivoluzionaria Narodnaja volja, in cui lo zar rimase ucciso. |