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AFL-CIO
(American Federation of Labor - Congress of Industrial Organizations, Federazione americana del lavoro - Congresso delle organizzazioni industriali). Confederazione sindacale nordamericana, costituita nel 1955 con la riunificazione dell'American Federation of Labor (fondata nel 1886) e il Congress of Industrial Organizations (fondato nel 1935 in seguito a una scissione dall'Afl).

DAI CAVALIERI DEL LAVORO AL NEW DEAL. L'Afl nacque nel 1886 dalla ristrutturazione della Federation of Organized Trades and Labor Unions (Federazione dei mestieri organizzati e dei sindacati dei lavoratori), costituitasi nel 1881, la cui esistenza era minacciata dai Knights of Labor (Cavalieri del lavoro), la più potente organizzazione sindacale dell'epoca, che mirava ad assorbire tutti i movimenti che stavano nascendo in quel periodo di fiorenti lotte operaie. Sotto la guida di Samuel Gompers, l'Afl così formatasi si organizzò su base orizzontale, costituendo i cosiddetti "sindacati di mestiere", che raccolsero fin dall'inizio circa un centinaio di associazioni di settore degli Stati Uniti, del Canada e anche, in alcuni casi, del Messico. In contrapposizione ai Knights of Labor, il nuovo sindacato stabilì e mantenne una costante libertà di azione delle singole associazioni, fornendo loro assistenza, coordinamento e protezione, ma concedendo molta autonomia nelle politiche settoriali. Scelse inoltre un terreno di lotta esclusivamente sindacale, mirando al miglioramento delle condizioni di lavoro, alla crescita dei salari e alla riduzione dell'orario, rifiutando la politicizzazione e la pregiudiziale nei confronti del sistema capitalistico, che invece caratterizzavano i Knights of Labor. L'Afl si sviluppò nei primi anni del Novecento anche grazie a Theodore Roosevelt prima e a Thomas W. Wilson poi, presidenti degli Usa che perseguirono una nuova politica federale verso i lavoratori, ottenendo in cambio un periodo di relativa pace sociale, importante soprattutto durante lo sforzo produttivo sostenuto in occasione della Prima guerra mondiale. Dopo una stasi dovuta al boom economico degli anni venti e alla successiva crisi del 1929, l'Afl riprese a crescere rapidamente negli anni trenta, durante il New Deal. Nel 1935 quasi raggiunse il monopolio dei lavoratori statunitensi, ma proprio in quell'anno al suo interno si verificò una frattura che portò alla scissione dell'ala più radicale, guidata da John L. Lewis, presidente della United Mine Workers of America (il sindacato dei minatori) e appoggiata dai lavoratori dei settori sindacalmente più forti, come i metalmeccanici, i tessili e i lavoratori dell'abbigliamento. Questi richiedevano una politica più aggressiva all'interno delle fabbriche, nel frattempo ristrutturate secondo i modelli della produzione di massa, e la costituzione di "sindacati industriali", cioè su base verticale, accanto a quelli tradizionali "di mestiere". Queste richieste si scontrarono con la tradizionale prudenza della maggioranza moderata del sindacato, capeggiata dal successore di Gompers, William Green. Alla convenzione del 1934, la maggioranza dell'Afl aveva approvato una risoluzione in cui si affermava che nelle industrie della grande produzione di massa l'unica soluzione è la costituzione di "sindacati industriali"; Lewis e altri nove leader radicali accusarono l'esecutivo di non mettere in pratica tale risoluzione e perciò, nel novembre 1935, costituirono il Committee for Industrial Organizations (Comitato per l'organizzazione industriale), che si prefiggeva di promuovere e incoraggiare l'organizzazione verticale dei sindacati all'interno dell'Afl. Nel gennaio 1936 il comitato esecutivo dell'Afl diede al Cio l'ordine di sciogliersi. A causa del loro rifiuto, i dieci ribelli furono prima sospesi e quindi, nel 1937, espulsi dal sindacato.

LA SCISSIONE E LA RIUNIFICAZIONE. Nel 1938, durante la prima convenzione di Pittsburgh, il Committee for Industrial Organizations si costituì come associazione indipendente, adottò un nuovo statuto e assunse il nome di Congress of Industrial Organizations. Lewis fu eletto presidente. Gli anni quaranta furono segnati dall'aspro confronto fra le due organizzazioni sindacali per cercare di accaparrarsi il maggior consenso fra i lavoratori nordamericani. Particolarmente attivo, sotto la guida di Lewis e, dal 1940, del suo successore Philip Murray, anch'egli proveniente dal sindacato dei minatori, fu il Cio, che vinse un'importante vertenza contro la General Motors, organizzò i lavoratori della Ford Motor Company e di numerose altre grandi corporations, raggiungendo nel 1937 i 3.700.000 iscritti contro i 3.400.000 dell'Afl. Già alla fine del decennio Afl e Cio si trovarono però uniti nell'opposizione alla nuova politica federale del lavoro e in particolare al Taft-Hartley Act (1947), che fra l'altro limitava la libertà sindacale e obbligava i dirigenti a dichiarare l'eventuale appartenenza al partito comunista. Nel dicembre 1950 fu costituito lo United Labor Policy Committee, (Comitato unito per la politica del lavoro), formato da quattordici membri, cinque dell'Afl, cinque del Cio, due dell'International Association of Machinists e due del Railway Labor Executive Board, due sindacati indipendenti dei ferrovieri. Il gruppo, che lavorò intensamente per alcuni mesi, non portò tuttavia all'immediata riunificazione per l'opposizione dell'Afl a ogni proposta del Cio. Nel 1952 morirono contemporaneamente i presidenti delle due associazioni: Green fu sostituito alla guida dell'Afl da George Meany, mentre a Murray subentrò Walter P. Reuther, capo dell'United Automobile Workers, il sindacato dei lavoratori del settore automobilistico. Rinnovate dunque le cariche e messi da parte gli antichi rancori fu possibile procedere con passo più spedito verso l'unità sindacale: i primi accordi furono sottoscritti nel 1953 ed entrarono in vigore dal 1° gennaio 1954. L'Afl-Cio fu formalmente istituita durante la convenzione di New York del dicembre 1955: l'associazione, che al momento della costituzione raccoglieva quasi 16 milioni di lavoratori, fu approvata dai 109 sindacati di categoria aderenti all'Afl e dai 32 aderenti al Cio. Meany fu eletto presidente del nuovo sindacato unito, mentre Reuther assunse la carica di vicepresidente e di leader dell'Industrial Union Department (Dipartimento dei sindacati industriali). Il principale strumento di governo dell'organizzazione è l'assemblea dei rappresentanti di tutti i sindacati, che si riunisce ogni due anni, decide le linee politiche ed elegge un consiglio esecutivo, formato dal presidente, un segretario-tesoriere e dai presidenti di ciascun sindacato. All'interno del consiglio viene poi scelto un comitato esecutivo, che di fatto disbriga l'ordinaria attività del sindacato. Dagli anni sessanta, l'Afl-Cio ha subito una seria crisi di rappresentatività dovuta alla crescita nel settore industriale dei lavoratori intellettuali, meno sindacalizzati rispetto ai lavoratori manuali. Gli operai hanno anche rivolto aspre critiche alla federazione, accusandola di favorire gli operai bianchi nei confronti della sempre crescente manodopera nera e ispanica e di tenere una linea troppo morbida nei confronti degli industriali. La crisi del sindacato si è aggravata durante l'applicazione della reaganomics.

M Giordano.
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