Malattie dell'Apparato Urinario.

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MEDICINA - GUIDA MEDICA - MALATTIE DELL'APPARATO URINARIO

CALCOLOSI RENALE

Detta anche litiasi rettale, è caratterizzata dalla formazione di calcoli nel bacinetto del rene. Può restare asintomatica per mesi e anni e provocare soltanto dolori lombari intermittenti generalmente lievi e seguiti a volte da emissione di urine scure, torbide, che lasciano un sedimento rossastro: si tratta della cosiddetta «renella». Sintomo tipico della malattia è la colica renale, provocata dalla migrazione di un calcolo: il dolore comincia bruscamente, diventa parossistico e a volte intollerabile, spesso se il calcolo è piccolo. In genere si tratta di dolore lombare se il calcolo è nel bacinetto, addominale o genitale se si trova nell'uretere. Altre volte la crisi dolorosa è lombo-addominale o diffusa, oppure si localizza a destra dell'addome simulando una crisi di appendicite acuta. Al dolore si associano, a seconda dei casi, sudori freddi, nausea, vomito, stitichezza, collasso e, abitualmente, emissione dopo la colica di urine abbondanti, chiare, più o meno emorragiche che possono contenere il calcolo; oppure questo, dopo essersi incuneato nell'uretere, torna indietro. Se resta incuneato, provoca una idronefrosi. È raro che i calcoli di diametro superiore al centimetro vengano eliminati spontaneamente con le urine; quelli grossi, situati nel bacinetto renale, spesso non provocano sintomi. Ma i calcoli non eliminati possono causare, a lungo andare, la distruzione del rene. Complicazioni della calcolosi renale sono, oltre l'idronefrosi, l'anuria (assenza di urina nella vescica, che è grave se persiste per molte ore) e infezioni del rene. La malattia è più frequente nell'uomo, Soprattutto fra i 30 e i 50 anni. Spesso non è possibile determinarne le cause, ma in alcuni casi è stata accertata l'origine ereditaria. La formazione dei calcoli è dovuta alla presenza nell'urina di un eccesso di sostanze in grado di cristallizzarsi; a condizioni fisico-chimiche locali che ne favoriscono la cristallizzazione; all'esistenza di detriti infiammatori (germi o ammassi di globuli bianchi) o di cellule epiteliali desquamate e alterate che costituiscono il nucleo di formazione del calcolo. I calcoli più comuni (42%) sono formati da fosfati di calcio o ammonio-magnesiaci; gli altri da acido ossalico (32%), acido urico e urati (20%). Nei calcoli di vecchia formazione, queste sostanze sono miste. Nel 90% dei casi, la calcolosi interessa un solo rene.

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CISTITE

È l'infiammazione acuta o cronica della vescica e si manifesta con emissione frequente di urina torbida, preceduta, accompagnata e seguita da bruciore e dolore. La cistite è più frequente nella donna e la sua causa risiede in una infezione (generalmente i germi sono lo streptococco e il colibacillo, a volte il bacillo di Koch ha provocata una tubercolosi renale) proveniente dalle vie urinarie superiori (bacinetto e reni) o da quelle genito-urinarie inferiori (uretra, vagina, utero nella donna; uretra e prostata nell'uomo). Spesso la malattia è facilitata da colpi di freddo.

IDRONEFROSI

È un accumulo di urina nei bacinetti e nel calici renali i quali si dilatano; l'accumulo è causato da un'ostruzione degli ureteri o delle vie urinarie inferiori. Se l'idronefrosi è unilaterale e cronica, spesso resta asintomatica. Negli altri casi possono manifestarsi coliche renali seguite da poliuria (aumento di emissione delle urine) oppure dolori lievi. Frequenti sono anche la nausea e il vomito. Se invece si tratta di idronefrosi bilaterale cronica con ritenzione incompleta delle urine, si hanno sintomi di uremia lieve, costituiti da depressione dello stato generale, inappetenza, nausea, mal di testa, disturbi visivi e ipertensione arteriosa. La complicazione più frequente e più temibile dell'idronefrosi è la infezione dei reni provocata da urina contenente germi. L'idronefrosi unilaterale è causata da restringimento dell'uretere o da incuneamento di un calcolo, o da tubercolosi dell'uretere, o da compressione dell'uretere. L'idronefrosi bilaterale da restringimento infiammatorio o traumatico degli ureteri, ipertrofia o tumore della prostata, lesioni del midollo spinale che hanno provocato la paralisi della vescica, ostruzione delle vie urinarie inferiori. L'idronefrosi unilaterale è più frequente della bilaterale e la sua causa più comune è la calcolosi renale.

IPERTROFIA PROSTATICA

Detta anche adenoma della prostata, è caratterizzata da una crescita anormale del tessuto prostatico, cioè da un tumore di natura benigna che provoca un ingrossamento della prostata. I sintomi sono costituiti da disturbi della minzione in individui ultracinquantenni: progressivamente, le emissioni di urina aumentano di frequenza soprattutto di notte e spesso sono difficili o dolorose; si verifica anche ritenzione di urina (cioè la vescica non si svuota completamente) che nella maggior parte dei casi è cronica e talvolta acuta in conseguenza di eccessi alimentari o sessuali o di un trauma psichico. Complicazioni dell'ipertrofia della prostata sono la presenza nell'urina di globuli rossi in numero anormale (ematuria), le infezioni dell'apparato urinario, l'insufficienza renale, la trasformazione dell'adenoma in cancro. La causa dell'ipertrofia della prostata è sconosciuta.

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NEFRITE

O glomerulo-nefrite, è una infiammazione acuta, subacuta o cronica che colpisce i reni.

NEFRITE ACUTA

È una infiammazione dei glomeruli renali. Sintomi principali sono ematuria, urine scarse (oliguria) e scure durante la formazione di tumefazioni indolori e senza arrossamento (edemi) che iniziano alle palpebre e poi si diffondono al viso; spesso edemi appaiono alle gambe. Gli edemi si manifestano in un terzo dei casi, e così anche l'ipertensione arteriosa che spesso è moderata e varia da un giorno all'altro. Complicazioni della nefrite acuta sono l'assenza di urina nella vescica (anuria), compromissione del cuore (in particolare insufficienza cardiaca), disturbi cerebrali transitori. La nefrite acuta ha una maggiore frequenza nel bambino (soprattutto fra i 3 e i 7 anni) ed è due volte più frequente nei maschi. Si verifica più spesso nella stagione fredda. I bambini guariscono quasi sempre completamente mentre fra gli adulti, specie se di età avanzata, è più possibile il passaggio alla nefrite subacuta o cronica. Di regola, la nefrite acuta è originata da una infezione extrarenale: angina, sinusite, difterite, polmonite, foruncoli, favi, febbre tifoidea, reumatismo articolare acuto, influenza, parotite, malattie esantematiche (scarlattina, morbillo, varicella, rosolia).

NEFRITE SUBACUTA

Si osserva dopo un episodio di nefrite acuta. Si manifesta con edema, pallore, inappetenza, depressione dello stato generale, forte aumento dell'albumina nelle urine che diventano tanto più scarse quanto maggiore è l'edema, diminuzione delle proteine nel sangue. La malattia colpisce più di frequente il bambino e il giovane, guarisce in parte o del tutto in apparenza, oppure conduce a un abbassamento progressivo della funzione renale o passa alla fase cronica. Le cause della nefrite subacuta sono le stesse di quelle della nefrite acuta.

NEFRITE CRONICA

Esordisce con edema lieve alle palpebre e alle caviglie, mal di testa, difficoltà di respirazione dopo uno sforzo, visione difettosa, impressione di vedere puntini che si muovono, cecità improvvisa, completa e transitoria senza evidenti alterazioni dell'occhio. Poi la malattia si manifesta apertamente con una ipertensione arteriosa che può durare da qualche mese a qualche anno, albuminuria, ematuria, urinazione notturna più frequente, aumento della emissione di urina, vomito, uremia. L'ipertensione, a sua volta, provoca una insufficienza cardiaca (ventricolare sinistra) più o meno marcata e alterazioni dei vasi sanguigni della retina. La nefrite cronica può avere esito letale nel giro di un paio d'anni, ma il più delle volte è di lunga durata, fino a 30-40 anni. La malattia è aggravata dalla gravidanza e può provocare un aborto o una eclampsia (accessi convulsivi molto simili a quelli dell'epilessia) oppure consigliare il parto cesareo; se la nefrite cronica è di lieve entità e non si aggrava, la gravidanza può giungere a termine. In genere, la nefrite cronica è la conseguenza di una nefrite acuta o subacuta.

NEFROSCLEROSI

È una lesione dei vasi sanguigni renali, in particolare delle arteriole, in conseguenza dell'ipertensione arteriosa. Questa, a sua volta, può essere aggravata dalla lesione renale e perciò ne deriva un circolo vizioso. Si distinguono quindi: una nefrosclerosi benigna, a evoluzione lenta, in cui l'ipertensione arteriosa provoca la lesione renale; una nefrosclerosi maligna, a evoluzione rapida, in cui si chiude il circolo vizioso suddetto. Di regola, la nefrosclerosi maligna è in relazione con l'ipertensione arteriosa maligna.

NEFROSCLEROSI BENIGNA

I sintomi sono anzitutto l'ipertensione arteriosa (che provoca ingrossamento del cuore, disturbi circolatori cerebrali, leggere alterazioni della retina), urinazione notturna e albuminuria più o meno netta. Frequentemente la nefrosclerosi benigna consente una sopravvivenza prolungata, l'uremia è rara. Le complicazioni gravi (cardiache, coronariche, cerebrali) provengono non dai reni ma dall'ipertensione arteriosa e dall'arteriosclerosi.

NEFROSCLEROSI MALIGNA

I sintomi sono: ipertensione maligna molto elevata, alterazioni gravi dei vasi sanguigni della retina, uremia, disturbi cerebrali (mal di testa, vomito, alterazioni visive, disturbi della parola e dell'udito, crisi convulsive). La nefrosclerosi maligna è causata da una ipertensione modesta e di lunga durata che subisce un aggravamento improvviso, oppure da una ipertensione maligna e a evoluzione rapida che si osserva soprattutto negli individui giovani. La malattia ha esito letale dopo qualche anno al massimo, in genere per uremia.

NEFROSI

Sono malattie renali di origine degenerativa che si distinguono da quelle di origine infiammatoria (nefriti). Le nefrosi presentano, nell'insieme, tre sintomi essenziali: edema imponente, forte albuminuria, diminuzione delle proteine nel sangue. Questi sintomi si osservano anche nella nefrite subacuta e in varie forme nefrotiche, come la gravidica o la diabetica. La forma «pura» è la nefrosi lipoidea, detta anche glomerulite o glomerulonefrite membranosa, che è caratterizzata da edemi imponenti, molli e bianchi (alla faccia, all'addome e alle gambe) spesso vomito, diarrea e depressione psichica; nelle urine l'albumina è presente in forte quantità; nel sangue le proteine sono diminuite notevolmente; la funzionalità renale è spesso normale, ma la capacità di concentrazione delle urine può essere diminuita e si può notare un ritardo nell'eliminazione dell'acqua. La nefrosi lipodea, e in genere le altre forme nefrotiche, espongono facilmente il malato alle infezioni intercorrenti, soprattutto a quelle delle vie respiratorie superiori causate dal pneumococco e dallo streptococco. Un terzo dei casi di nefrosi guarisce completamente; un terzo è complicato da infezioni intercorrenti; un terzo evolve verso la nefrite cronica, l'ipertensione arteriosa, l'uremia e l'insufficienza renale irreversibile. La nefrosi lipoidea è più frequente nel bambino e nel giovane fra i 18 e i 30 anni. In molti casi non è possibile determinare l'origine della malattia.

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IL LAVORO DEI NEFRONI

Circa due milioni di nefroni (un milione per rene) filtrano nelle 24 ore, in media, 170-180 litri di plasma sanguigno. Lungo il percorso che va dal tubulo prossimale a quello distale dei nefroni, questi 170-180 litri di plasma si riducono a un litro e mezzo di urina, corrispondente alla produzione giornaliera dei due reni. Ogni variazione della quantità o del contenuto normali dell'urina può costituire un sintomo di malattia generale, o a carico di un organo, oppure localizzata nel rene stesso. Tra le funzioni fondamentali dei reni, particolare importanza ha l'escrezione dei prodotti finali del ricambio proteico, come urea, acido urico, ammoniaca.

Struttura di un nefrone

Struttura di un nefrone

PIELITE E PIELONEFRITE

Nella forma acuta, si tratta di una infezione purulenta del bacinetto renale (pielite) che in seguito si propaga al rene (pielonefrite). La sintomatologia è costituita da febbre elevata oppure moderata, dolori lombari acuti oppure sordi che si inaspriscono e hanno i caratteri di una colica, urinazione notturna frequente, cistite con urinazione frequente che dà bruciore e dolore, urine scure, torbide, contenenti pus. La pielite e la pielonefrite acute sono causate da germi provenienti dal sangue o dalle vie genito-urinarie inferiori. Sono 6 volte più frequenti nella donna, in particolare nelle bambine e nelle gestanti al 4°-5° mese. Nel 50-80% dei casi, il germe responsabile è il colibacillo. Se l'infezione persiste o tende a recidivare, le ricadute sono frequenti e la lesione renale può aggravarsi fino a condurre all'insufficienza renale cronica con uremia e ipertensione, analogamente a quanto accade nella nefrite cronica. La pielonefrite cronica è invece una infiammazione lenta e progressiva del bacinetto renale e del rene che si manifesta con piccole crisi febbrili, talvolta inavvertite, accompagnate da dolori lombari e difficoltà o dolore nell'urinazione. Le urine contengono germi patogeni e lasciano un sedimento patologico. In fase avanzata, si ha una insufficienza renale cronica. La malattia può essere facilitata da calcolosi renale, ipertrofia della prostata, malformazione urogenitale della prostata, diabete. La pielonefrite cronica è la malattia renale più frequente. Le sue cause primarie sono le stesse di quelle della pielonefrite acuta.

RENE MOBILE

Detta anche nefroptosi, è una malattia caratterizzata da una mobilità anormale del rene e che ha come sintomo essenziale crisi dolorose che vanno dalla sensazione di fitte alla colica renale. In posizione supina, il dolore si attenua o scompare. Di frequente, la fine della crisi dolorosa è segnata da aumento nella emissione delle urine e da urinazione difficile o dolorosa. Spesso la malattia è asintomatica e non richiede terapia. Il rene mobile ossia quello che durante la respirazione si sposta più del normale si riscontra negli individui molto magri o che hanno i muscoli addominali molto rilasciati abitualmente o occasionalmente (per esempio, nel puerperio). La crisi dolorosa è provocata dall'inginocchiamento intermittente dell'uretere che a sua volta può causare una idronefrosi.

Struttura del rene

Struttura del rene

UREMIA

Detta anche azotemia, o meglio iperazotemia, presenta un insieme di sintomi dovuti a una intossicazione originata dalla ritenzione nell'organismo di scorie che normalmente sono eliminate con le urine:

fra queste, la ritenzione quantitativamente più importante riguarda l'urea o i prodotti azotati, il cui tasso nel sangue supera i 50 milligrammi %.

La sindrome (insieme di sintomi) uremica varia da individuo a individuo, anche a seconda della sua origine, e comprende:

prurito ed eruzioni cutanee, decolorazione della pelle oppure colorazione caffelatte;

apatia, sonnolenza oppure stato di agitazione con delirio, tendenza al coma progressivo, contrazioni involontarie di alcuni gruppi muscolari;

alito che odora di urina, respirazione irregolare, mal di testa spesso persistente, ipertensione arteriosa, disturbi cardiaci;

inappetenza, singhiozzo, nausea, vomito incoercibile, diarrea e stomatite ulcerosa, dimagramento, anemia.

L'uremia rappresenta, di regola, la fase terminale di una malattia che è peggiorata passando per tutte le tappe dell'insufficienza renale.

L'insufficienza renale acuta, di solito reversibile, può essere causata, da una nefrite acuta.

L'insufficienza renale cronica, di solito irreversibile, da nefrite cronica, ipertrofia della prostata, calcolosi, nefrosclerosi.

[Figura: Catetere di Tenckhoff:

A) installazione del catetere;

B) espulsione del liquido (soluzione dializzante) carico di scorie:

C) reinserimento di nuovo liquido per la continuazione della dialisi.]

Catetere di Tenckhoff per la dialisi

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