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Guida Medica - Il Cervello.

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L'Ambivalenza del cervello Il Ricordo e l'Oblio

GUIDA MEDICA - IL CERVELLO

IL BULBO E IL CERVELLETTO

Il midollo allungato, o bulbo, è quella parte del sistema nervoso centrale che rappresenta la continuazione del midollo spinale. Il bulbo ha grande importanza sia per la sua funzione, sia per le connessioni che attraverso esso si stabiliscono fra il midollo spinale e i centri nervosi superiori. Ha la forma di un tronco di cono, con l'apice in basso che si continua con il midollo spinale, e la base in alto che è in rapporto con una porzione intermedia chiamata istmo. Sulla faccia anteriore del midollo allungato vi è una fessura mediana che si prolunga in basso con una fessura analoga a quella che (come si è detto nel capitolo precedente) percorre tutta la faccia anteriore del midollo spinale. A circa metà altezza del bulbo, questa fessura è interrotta da una serie di fasci nervosi, disposti obliquamente da sinistra a destra e da destra a sinistra, che si incrociano sulla linea mediana, formando l'incrocio dei fasci piramidali. Da ciascun lato della fessura mediana decorrono due cordoni bianchi longitudinali e paralleli detti «piramidi anteriori». Sulla faccia anteriore del midollo allungato nascono due nervi cranici, l'ipoglosso (contenente fibre motorie per i muscoli del collo e della lingua) e l'abducente (per il muscolo retto esterno dell'occhio). La faccia posteriore del midollo allungato è percorsa da una fessura mediana analoga a quella anteriore, costeggiata pure da due cordoni bianchi paralleli che nella parte superiore divergono lateralmente, seguendo la fessura che si allarga e forma uno spazio a forma di V: essa rappresenta la parte inferiore del quarto ventricolo cerebrale. Da qui emergono le radici del vago, il nervo cranico che, come si è visto, è l'origine del parasimpatico. Per la sua costituzione interna, il midollo allungato assomiglia al midollo spinale: la sostanza bianca è all'esterno e ha la forma di grossi cordoni costituiti da fasci di fibre nervose. In parte esse provengono dal midollo spinale e vanno ai centri superiori, in parte derivano dai centri superiori e vanno al midollo spinale. I cordoni anteriori del bulbo, detti piramidi, sono formati da fibre che provengono dalla zona rolandica della corteccia cerebrale e conducono gli impulsi di moto, per cui sono dette fibre motrici discendenti. Prima di giungere nel midollo spinale, molte di queste fibre si incrociano, come si è detto, sulla faccia anteriore del midollo allungato, per cui gli impulsi partiti dalla zona rolandica di destra vanno ai gruppi muscolari della parte sinistra del corpo, e viceversa. I cordoni posteriori del bulbo, a loro volta, contengono fibre che dal midollo spinale vanno ai centri nervosi superiori. Conducono le sensazioni periferiche e per questo sono dette fibre sensitive ascendenti. Come quelle dei cordoni anteriori, prima di penetrare nella massa cerebrale si incrociano con le fibre del lato opposto. Nel midollo allungato, la sostanza grigia (cioè formata da neuroni) è all'interno, disposta su ciascun lato del canale longitudinale, e si presenta spezzettata, per così dire, dall'incrocio delle fibre motrici e sensitive. Per questo fatto, anziché essere disposta in colonna come nel midollo spinale, la sostanza grigia del bulbo è raggruppata in piccoli nuclei, detti appunto «nuclei del bulbo», dai quali prende origine la maggior parte dei nervi cranici. La funzione del midollo allungato si svolge sulle principali attività motrici degli organi della vita vegetativa. Infatti, come si è detto, dal bulbo prendono origine, oltre che la maggior parte dei nervi cranici, anche il nervo vago che, dopo un lungo decorso va a innervare il cuore, i polmoni e l'intestino. Questo nervo, ripetiamo, stabilisce la più importante correlazione fra il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso autonomo che regola specialmente le funzioni della vita vegetativa. Il cervelletto è la porzione del sistema nervoso centrale che occupa la parte posteriore della scatola cranica. In esso si distinguono tre parti: una mediana detta «lobo mediano» o verme, e due laterali chiamate «lobi laterali» o emisferi cerebellari. Ha la forma approssimativa di un cuore da carta da gioco con l'apice rivolto in avanti. La faccia superiore del cervelletto mostra una sporgenza mediana longitudinale, che è appunto il lobo mediano il quale presenta numerosi solchi trasversali che gli danno l'aspetto di un baco da seta (per questa ragione è chiamato anche verme), mentre ai lati si notano gli emisferi cerebellari con solchi pure vermiformi. La faccia inferiore mostra quella inferiore del verme e degli emisferi cerebellari, i quali hanno lo stesso aspetto della faccia superiore. Il cervelletto è connesso con le altre parti dell'asse cerebro-spinale da peduncoli cerebellari. Come la massa cerebrale, il cervelletto è costituito da una corteccia di sostanza grigia (neuroni) e da una zona interna di sostanza bianca (fibre nervose). Inoltre, nella zona centrale del cervelletto si osservano 6 formazioni (3 per lato) di sostanza grigia analoga a quella della corteccia. La funzione del cervelletto non è stata ancora chiarita pienamente. Sembra che quest'organo eserciti una duplice azione di rinforzo sull'attività del cervello: un'azione tonica, cioè in grado di determinare uno stato permanente di semi-contrazione delle masse muscolari in generale; e un'azione statica, ossia coordinatrice dei movimenti volontari del corpo, in modo da renderli adeguati allo scopo. E ora resta da considerare l'organo più complesso e misterioso del corpo: il cervello.

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Struttura del cervello umano

Struttura del cervello umano

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LA MASSA CEREBRALE

Il cervello o encefalo è la parte più voluminosa dell'asse cerebro-spinale, occupa la scatola cranica, ha forma ovoidale e si appoggia sulle ossa della base del cranio. La sua superficie inferiore, che prende quindi contatto con il piano osseo, è pianeggiante e si chiama «base» del cervello; la sua parte superiore è invece fortemente convessa e perciò viene detta «convessità» del cervello. Osservando il cervello dalla sua convessità (cioè dalla parte superiore), si nota un solco profondo, diretto dall'avanti all'indietro: questo solco è la scissura longitudinale che divide le masse cerebrali in due metà laterali chiamate emisferi cerebrali, l'uno destro l'altro sinistro. Nella parte anteriore e in quella posteriore, questa scissura è così profonda da giungere alla base del cervello, dividendo esattamente i due emisferi; invece nella sua parte media essa si arresta a circa metà nello spessore della massa cerebrale su una formazione a lamina orizzontale detta corpo calloso che tiene uniti i due emisferi centrali. Infatti, osservando il cervello dalla base (ossia dalla parte inferiore) si nota che mentre i due emisferi sono nettamente separati nell'estremità anteriore e posteriore, sono invece uniti nella parte media da una zona chiamata «commissura della base» che è costituita da un complesso di formazioni situate nella faccia inferiore del corpo calloso. I due emisferi cerebrali che risultano dalla divisione determinata dalla scissura longitudinale hanno una forma di prisma triangolare, con due estremità arrotondate (l'anteriore e la posteriore), e 3 facce: una inferiore pianeggiante, che corrisponde alla base del cranio; una laterale convessa, che corrisponde alla scatola cranica; una media pianeggiante, che è la superficie tracciata dalla scissura longitudinale. Nel cervello umano, la superficie degli emisferi non è liscia come in quella di un gran numero di animali inferiori, ma presenta numerosi solchi chiamati scissure che delimitano numerose sporgenze dette circonvulzioni cerebrali. Le scissure più profonde suddividono la superficie esterna e gli emisferi in un certo numero di regioni chiamate lobi cerebrali, i quali prendono il nome dalle ossa craniche con cui sono in rapporto: così, per esempio, anteriormente vi è il lobo frontale, posteriormente il lobo occipitale, superiormente il lobo parietale, inferiormente il lobo temporale, ecc. Le scissure più importanti sono due: la scissura di Silvio, situata in parte sulla faccia inferiore e in parte sulla faccia laterale dei due emisferi; e la scissura di Rolando che, posta nella faccia laterale dei due emisferi, prende origine dal loro margine esterno e si dirige in alto e all'indietro fino a raggiungerne la sommità. Queste scissure sono molto importanti perché intorno ad esse hanno sede i centri nervosi che presiedono alle funzioni essenziali dell'organismo, come la motilità e la sensibilità. Osservando il cervello dalla faccia inferiore si nota, come abbiamo detto, la zona chiamata «commissura della base».

Il cervello (zone esterne)

Il cervello (zone esterne)

Questa zona è sede di formazioni chiamate «interemisferiche», delle quali le più importanti sono: in avanti, il chiasma ottico e l'ipofisi; e dietro a questo i peduncoli cerebrali. Il chiasma ottico ha l'aspetto di una piccola lamina di sostanza bianca e risulta dall'incrocio dei nervi ottici che emergono dalla massa cerebrale. L'ipofisi è un piccolo corpo rotondeggiante connesso con la massa cerebrale mediante un breve peduncolo. I peduncoli cerebrali sono due colonnette bianche che vanno dal cervello alla protuberanza. Hanno direzione convergente verso l'indietro e si incontrano per formare un cordone unico che è l'istmo del cervello. Attraverso questi peduncoli passano fasci di fibre nervose provenienti dalle altre sezioni del sistema nervoso centrale e che perciò sono di considerevole importanza. La massa cerebrale, come quella delle altre parti del sistema nervoso centrale, è costituita da 2 sostanze di aspetto diverso. Infatti sezionando in un punto qualsiasi gli emisferi cerebrali, si osserva che essi sono formati da una sostanza centrale di notevole spessore e di colorito bianco, chiamata sostanza midollare bianca; all'esterno di essa, si nota un'altra sostanza di colorito più scuro, grigiastro, che ha uno spessore minore e che riveste la sostanza midollare come un mantello: è questa la sostanza grigia della corteccia, detta anche più semplicemente corteccia cerebrale o mantello cerebrale. La sostanza midollare bianca è costituita esclusivamente da fibre nervose; la sostanza grigia della corteccia da neuroni, fibre nervose e cellule gliali. Poiché le fibre sono i conduttori dell'impulso nervoso proveniente dai neuroni, è la sostanza grigia della corteccia che deve essere considerata la vera parte funzionale del cervello. Infatti, come si è detto, i centri sensitivi e motori hanno sede nelle circonvoluzioni, alla superficie degli emisferi. Se si seziona la massa cerebrale con un taglio trasversale condotto nella parte media degli emisferi, nella zona più centrale è possibile osservare 3 cavità: 2 laterali, destra e sinistra, scavate nella sostanza bianca dei due emisferi, e una mediana situata nel corpo calloso. Si chiamano ventricoli cerebrali e sono distinti, quindi, in ventricoli «laterali» e ventricolo «medio» o terzo ventricolo. A quest'ultimo ne fa seguito un altro, il quarto ventricolo situato, come si è detto, nel midollo allungato. Queste cavità sono tutte separate, ma comunicano fra loro mediante orifici e canali, sono tappezzate da una membrana molto sottile, l'ependima, e contengono il liquido cefalo-rachidiano o ventricolare, detto anche liquor. Le sezioni orizzontali della base del cervello mettono in evidenza le formazioni grigie, molto importanti per la fisiologia del sistema nervoso centrale, che sono separate da un ponte di sostanza bianca detta capsula interna. Tali formazioni prendono il nome di nucleo caudato (situato in avanti e in dentro), nucleo lenticolare (in fuori), talamo ottico (in dietro e in dentro). Il cervello è unito al cervelletto e al midollo allungato da una porzione intermedia (cui si è già accennato) che è l'istmo dell'encefalo.

Il cervello (zone interne)

Il cervello (zone interne)

L'istmo è formato dalla fusione dei due peduncoli cerebrali che, come si è detto, si trovano alla base del cervello. Dall'istmo, a loro volta, si distaccano altri 4 peduncoli che lo mettono in connessione con il cervelletto e che sono i peduncoli cerebellari (medi e superiori), già ricordati. Esaminato dalla faccia anteriore, l'istmo appare come una massa bianca voluminosa, con due prolungamenti anteriori che sono i peduncoli cerebrali e con una protuberanza situata in senso trasversale detta ponte di Varolio o «protuberanza anulare», la quale si prolunga ai lati formando i peduncoli cerebellari medi. Dalla faccia anteriore del ponte di Varolio emerge, con due radici per lato, il nervo trigemino che va alla faccia. Osservato dalla faccia superiore, l'istmo mostra lateralmente i peduncoli cerebellari superiori che si uniscono ad angolo acuto dopo aver delimitato una zona quadrangolare che ricopre un canale: è questo l'acquedotto di Silvio, il quale mette in comunicazione il terzo ventricolo con il quarto, situato nel midollo allungato. Da questa regione nascono due nervi cranici, l'oculomotore e l'acustico. Al cervello spetta la funzione più importante del sistema nervoso centrale. In esso hanno sede, fra l'altro, i centri dei movimenti volontari. Considerando l'anatomia del cervello, si è detto che intorno alla scissura di Rolando esistono zone alle quali corrispondono i punti della sostanza grigia corticale dove sono situati i centri dei movimenti volontari del corpo. Tali centri sono ubicati con disposizione inversa a quella che hanno quelle parti del corpo alle quali corrispondono, e cioè: nella zona alta si trovano i centri per i movimenti degli arti inferiori; nella zona mediana i centri per i movimenti del tronco; nella zona inferiore i centri per i movimenti degli arti superiori; nella zona più bassa i centri per i movimenti della faccia e della bocca.

Le parti del cervello e le sue funzioni

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I CENTRI ROLANDICI

Ai centri motori corrispondono altrettanti centri sensitivi, pure situati nella medesima posizione dei centri motori, nella zona rolandica. Essa rappresenta dunque l'area sensitivo-motrice della corteccia cerebrale, dove arrivano le fibre nervose sensitive, e da cui partono le fibre nervose motrici. Le fibre sensitive che arrivano alla corteccia cerebrale dai recettori periferici non contenuti nella testa provengono dal midollo spinale dove giungono con le radici posteriori dei nervi spinali. Nel midollo seguono la via ascendente, situata nei cordoni posteriori e laterali della sostanza bianca; attraversando il bulbo si incrociano con quelle del lato opposto e, passati nella massa cerebrale, terminano nella zona rolandica. Dalla zona rolandica, le fibre motrici vanno agli organi periferici attraverso nervi cranici motori e le fibre motrici dei nervi cranici misti. Quelle che sono destinate ai gruppi muscolari collegati con i nervi spinali partono dalla corteccia cerebrale, scendono attraverso il bulbo (dove si incrociano con quelle del lato opposto) continuano a discendere nel midollo spinale, lungo i cordoni anteriori e laterali della sostanza bianca; infine si mettono in correlazione con gli organi e i muscoli periferici mediante le radici anteriori (motrici) dei nervi spinali che prendono origine, come si è detto, dalle corna anteriori del midollo spinale. Dall'incrocio che le fibre sensitive e motrici del midollo subiscono nella regione del bulbo, risulta dunque che le sensazioni periferiche di un lato del corpo vanno alla porzione sensitiva rolandica del lato opposto; così come tutti i movimenti determinati dagli impulsi della zona motrice del cervello nascono dall'emisfero cerebrale opposto al lato dove sono situati i gruppi muscolari stimolanti al movimento. Ad esempio, una sensazione tattile della mano destra viene trasmessa alla zona rolandica di sinistra, e viceversa; così come un movimento eseguito con il braccio destro viene comandato dalla zona rolandica di sinistra, e viceversa. I centri sensitivi e motori della zona rolandica non sono però isolati come quelli spinali, che funzionano attraverso semplici riflessi involontari e incoscienti. Infatti i centri rolandici sono collegati con tutti gli altri centri della massa cerebrale che partecipano alle più svariate funzioni nervose superiori, cioè alle funzioni psichiche che si svolgono nella corteccia e nei nuclei interni della massa cerebrale. I centri cerebrali presiedono alla facoltà dell'intelligenza (centri intellettivi) e ai moti mentali (centri affettivi). Da essi dipendono inoltre la memoria, la volontà, la coscienza e altre facoltà più complesse che rappresentano il risultato di associazioni fra diversi centri cerebrali. Le funzioni psichiche superiori sono in relazione con la zona motoria rolandica e agiscono su questa facendo compiere gli atti razionali del movimento; quegli atti, cioè, che sono conseguenza di un ragionamento, per cui sono diretti ad uno scopo, e non semplici azioni riflesse come quelle spinali. E il ragionamento, anche il più elementare, come quello che si risolve in un movimento della mano per afferrare un oggetto, è sempre il risultato di un complesso meccanismo di relazioni funzionali fra i centri intellettivi collegati tra loro e i centri sensitivo-motori della corteccia cerebrale.

Il cervello umano è un organo la cui complessità supera prodigiosamente quella di ogni altro corpo fisico, animato o inanimato, esistente in natura. Il suo peso medio è di circa 1400 grammi, 1/48 dell'intero organismo. Un sasso del medesimo peso è formato da un aggregato molecolare e atomico in cui si contano qualcosa come 1550 milioni di miliardi di miliardi di particelle nucleari. Altrettante, si può dire, ne contiene il cervello e tutte obbediscono, come quelle di un sasso, alle stesse leggi definite dai fisici. Ma se dal sasso si toglie un frammento, non succede nulla, resta sempre un sasso; mentre se dal cervello si preleva una piccola parte, il suo funzionamento può) essere compromesso o cessare del tutto. Ciò accade non solo perché il sasso è materia priva di vita e il cervello una struttura vivente, ma per una ragione più profonda: ciò che rende il cervello estremamente diverso dal sasso e da tutta la materia non vivente della Terra, anzi dell'universo, è il fatto che ognuna delle sue particelle è disposta in funzione di tutte le altre, inserita nella massa cerebrale non a caso, come una goccia d'acqua nel mare o un granello di sabbia nel deserto, ma come l'ingranaggio di una macchina inconcepibilmente complicata. Ogni cellula vivente è un organismo complesso. Questa complessità si moltiplica via via negli aggregati di cellule, nei tessuti, negli organi, nei sistemi di organi. E nell'intera natura vivente ogni parte è in funzione delle altre. Ma nel cervello umano tutto ciò è portato all'estremo, così che quest'organo è diventato qualcosa di unico, di incomparabile. Il cervello dell'uomo è il capolavoro della vita. Esso contiene 10 ÷ 12 miliardi di neuroni. Ma questo numero, per quanto enorme, dà solo una pallida idea della complessità del cervello. Non sono i neuroni che contano di più, bensì le loro connessioni: un solo neurone cerebrale può avere fino a 300 sinapsi e un numero incalcolabile di ramificazioni. Una sola fibra cerebrale può congiungersi in un solo punto con 10 mila altre. Il numero totale di queste connessioni nervose è così grande, che non può essere valutato approssimativamente nemmeno da un calcolatore elettronico. La superiorità dell'uomo è tutta qui: nel suo cervello, più complesso che quello di ogni altro animale. Ciascun neurone cerebrale svolge una o più funzioni; ma è difficile, se non impossibile, dire che cosa esso rappresenti nel funzionamento totale del cervello. Se si paragona il cervello ad un'orchestra, ogni neurone svolge il suo compito come esecutore della partitura; ma ogni gruppo di esecutori ha valore personale, in funzione di altri gruppi. Questa è la struttura generale del cervello, che sembra netta se considerata nel suo insieme, ma che diventa molto indistinta quando la si esamina da vicino. Il cervello, come si è detto, è il centro di controllo delle attività fisiche e mentali più elevate. Ad esso giungono gli impulsi trasmessi dalle fibre sensorie; in esso si uniscono le fibre associative, cioè che permettono di riconoscere i messaggi dei sensi e di elaborarli, da esso partono le fibre motorie che consentono di rispondere alle informazioni inviate dai sensi. La funzione fondamentale di tutto il sistema nervoso consiste in attività sensorio-motrici che permettono all'organismo di essere sensibile al mondo esterno e di rispondere agli stimoli che gli pervengono. Sono queste le basi della conoscenza e dell'azione.

I messaggi sensori vengono ricevuti in regioni molto precise e altamente differenziate della corteccia cerebrale; e da quelle stesse regioni (della zona rolandica come si è detto), partono gli impulsi motori. Discriminazione sensoriale ed elaborazione del movimento non si svolgono separatamente, ma attraverso sintesi sensorio-motrici che avvengono nella regione parieto-temporale del cervello, in una vasta area compresa tra quelle di proiezione sensoria e motrice. È dunque in questa regione del cervello che si svolgono processi fisiologici indispensabili alle percezioni (visive, uditive, cenestetiche), all'orientamento nello spazio, ai gesti, al linguaggio, e così via. Ma anche questi centri non rappresentano frammenti isolati dal resto del cervello: le loro attività sono collegate con quelle dell'insieme della corteccia, dei nuclei interni del cervello e di altri sistemi che regolano il livello generale dell'attività cerebrale. In altre parole, il cervello umano, partendo dai dispositivi di sintesi del lobo parietale, è in grado di integrare qualsiasi attività sensorio-motrice fino a quei processi del pensiero astratto che le attribuiscono un valore simbolico. Tutta questa organizzazione dipende, inoltre, da un principio generale, quello della dominanza cerebrale, secondo il quale gli emisferi destro e sinistro del cervello non hanno la stessa importanza funzionale. Fra i due, l'emisfero sinistro è «dominante», cioè in grado di elaborare attività di grande valore psicologico. Le ragioni di questa prevalenza emisferica sono ancora ignote. Essa è molto netta nella stragrande maggioranza degli individui e la sua manifestazione principale è l'uso prevalente della mano destra. Invece è meno netta nei mancini, il cui cervello però solo di rado è l'immagine speculare di quello di coloro che usano in prevalenza la mano destra. Ma esiste una vera e propria «geografia» del cervello? Cioè vi sono in esso aree specializzate per ogni attività come vedere, udire, parlare, ricordare, e così via? Nel secolo scorso questa domanda sembrò trovare una risposta positiva nella teoria delle localizzazioni cerebrali, suscitatrice di polemiche non ancora sopite. I risultati più recenti delle ricerche sperimentali hanno fatto prevalere invece il concetto che è improprio attribuire ad una struttura cerebrale circoscritta, funzioni, proprietà, facoltà distinte. È meglio parlare di correlazione tra le varie strutture del cervello. E appare chiaro che la funzione di una regione cerebrale non può essere paragonata, ad esempio, con quella di ghiandole come il fegato o il pancreas, perché il cervello non «secerne» sensazioni né movimento e tanto meno pensiero. Si tratta, insomma, di qualcosa del tutto particolare. lI cervello, come si è visto parlando della sua anatomia, non è un organo omogeneo. Tuttavia possiede una certa unità, nella misura in cui le parti che lo compongono reagiscono le une alle altre. Ad esempio, il lobo occipitale svolge una funzione fondamentale nella visione, ma non è per mezzo di esso che l'uomo vede. È una porta di entrata nel mondo delle percezioni visive. In realtà, l'uomo vede con tutto il suo cervello. Si può dire, tutt'al più, che questa o quella regione del cervello è necessaria per il compimento di una funzione. Ad esempio, lesioni del lobo temporale sinistro provocano un'afasia: ciò non significa che il linguaggio è localizzato nel lobo temporale, ma soltanto che questo lobo è indispensabile per realizzare certe operazioni fisiologiche necessarie alla espressione orale. Per chiarire questo concetto, basta immaginare gli intralci del traffico che potrebbe provocare la caduta di un ponte: questo ponte è un elemento indispensabile per la «funzione circolatoria» normale, ma nessuno potrebbe sostenere che tale funzione è localizzata su quel ponte.

L'attività del cervello può essere paragonata a quella di una città, per esempio Roma. Se si volesse localizzarvi l'attività fluviale, sarebbe facile situarla sulle rive del Tevere; l'attività bancaria in un certo numero di edifici, quindi non in un'unica zona; l'attività culinaria nella cucina di ogni appartamento. Ma sarebbe estremamente difficile, se non impossibile, localizzare a Roma, o in qualsiasi altra città, l'intelligenza e l'onestà. Ebbene, le funzioni del cervello si comportano allo stesso modo. Alcune, come i centri respiratori situati nel bulbo, possono essere nettamente localizzate. Ed è perfino possibile, a livello di un solo neurone, localizzare alcune funzioni nei dendriti e altre nelle sinapsi. Si può parlare di localizzazione addirittura su scala submicroscopica, a livello delle strutture molecolari: infatti vi sono funzioni molto generali del sistema nervoso che sono legate a certi radicali chimici situati in un punto preciso di una catena molecolare più complessa. E infine vi sono altre funzioni cerebrali che non hanno alcuna dimensione spaziale. Se fosse possibile ingrandire il cervello umano fino alla grandezza della Terra, l'essenziale della sua attività materiale in relazione con il pensiero continuerebbe a restare invisibile.

La cefalea e l'emicrania

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