Animali Rettili Serpenti.
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VITA DEGLI ANIMALI - RETTILIRettili Sauri Loricati Sauri Squamati Testuggini VITA DEGLI ANIMALI - RETTILI - SERPENTIANACONDA (Eunectes marinus)L'Anaconda alberga negli stessi Paesi che sono patria del boa e si distingue da esso, oltre che per le narici chiudibili, per la testa piccola e quadrangolare e per la coda tronca e breve.Ha un colore caratteristico e piuttosto costante: le parti superiori sono verde-scure, la testa è grigia con sfumature gialle e le parti inferiori sono giallo-pallide con macchie nere; intorno all'occhio, dalla testa sino alla coda, troviamo strisce e macchie nere di forma diversa, ma generalmente tondeggianti. Tra i grossi serpenti dell'America, l'Anaconda è senz'altro il più grosso: naturalmente, anche in questo caso, si è favoleggiato di animali lunghi da nove a tredici metri, ma si deve notare che tutti gli individui uccisi erano di lunghezza variabile fra i quattro e i sette metri. E' cosa da mettere in dubbio che non siano mai stati uccisi animali di mole superiore. Vive nell'acqua e può stare immerso anche per molto tempo; spesso però si reca sulla riva, sale sulle rocce o sui vecchi tronchi d'albero per godersi il sole o per divorare la preda. Nei fiumi si abbandona talvolta in balìa della corrente; si nutre principalmente di pesci e di vertebrati. A cagione della sua voracità si rende inviso a tutti gli abitanti delle fattorie, dalle quali ruba pollame e talvolta anche maiali. Bates racconta come, una volta, un anaconda abbia fatto razzia fra le galline in dotazione alla sua imbarcazione, dato che la stia era stata posta sul fianco esterno della sua barca ad un'altezza di circa mezzo metro dal pelo dell'acqua. A proposito dell'Anaconda si sostiene che, talvolta, assalga anche l'uomo: si racconta di una signora che fu inghiottita da uno di questi serpenti (forse si voleva solo dire che fu aggredita e corse pericolo di vita), che una coppia di indiani fu quasi stritolata (probabilmente il serpente era stato allettato da un'anatra che essi portavano con loro). Altri episodi si raccontano sulla pericolosità dell'Anaconda, ma, secondo il mio parere, queste eccezioni non possono inficiare la validità della regola, enunciata dal principe di Wield, per cui questo grosso serpente non aggredisce mai l'uomo e può essere facilmente ucciso. Dopo un lauto pasto, diventa pigro come tutti i rettili, ma non incapace di muoversi come è stato detto con fantasia. Durante la digestione emana un fetore pestifero, di cui non si conosce ancora l'origine. Al sopravvenire della stagione asciutta - col disseccarsi delle acque, in cui, normalmente, elegge la sua dimora - si seppellisce nel fango e cade in uno stato di torpore. Tale letargo, però, può osservarsi solo in certe regioni dell'America, dove cioè il freddo e il caldo variano la temperatura media dell'anno; non certo, per esempio, nelle foreste brasiliane, dove l'Anaconda si mantiene sempre in vita e in movimento estate e inverno. Al tempo degli amori l'Anaconda fa udire un sordo brontolio: questo è tutto quello che si sa sull'accoppiamento. Il piccolo sguscia dall'uovo nel ventre della madre (forse le uova si avvicinano al centinaio); appena nato, si avventura in acqua e per molto tempo vive insieme agli altri piccoli. Ordinariamente, l'Anaconda si uccide con il fucile, ma alcune tribù l'uccidono anche con le frecce, ammesso sempre che il cacciatore possa avvicinarsi abbastanza. Gli sono fatali soltanto i colpi che lo raggiungono alla testa. E' ucciso senza pietà: la sua pelle spessa si concia e serve a farne stivali e bardature. Il grasso, di cui è fornito abbondantemente in certi periodi dell'anno, viene adoperato largamente e anche le sue carni sono mangiate da alcune tribù di selvaggi. L'Anaconda adulto non teme altri nemici che l'uomo; infatti, per conto mio, ritengo esagerate, per non dire false, tutte le relazioni di terribili combattimenti fra questo serpente e gli alligatori. I piccoli debbono invece temere tutti i nemici dei rettili, che danno loro attiva caccia. Il trattamento da usare per gli individui in cattività è lo stesso che si deve usare con il boa, e quello che si è detto per la vita in cattività degli uni vale anche per gli altri. SIFOSOMA CANINO (Xiphosoma caninum)Il Sifosoma può raggiungere la lunghezza di 3 o 4 metri, ma di rado si trovano esemplari di questa lunghezza.Si distingue dai boa per una profonda incavatura degli scudi labiali. Il corpo è fortemente compresso, il ventre stretto e la coda prensile come nelle specie precedenti. I denti, uncinati, sono più sviluppati nella mascella inferiori che non nella superiore. Il colore è verde-foglia, più scuro nella linea mediana del dorso; i lati presentano macchie bianche e le parti inferiori sono verde-gialle. Questa specie sembra essere diffusa nella regione del Rio delle Amazzoni tra le Guiane a nord e la parte meridionale del Brasile a sud. Come il suo simile, il Xiphosoma hortulanum, vive, ordinariamente, avvoltolato ai rami più alti degli alberi e si ciba, principalmente, di uccelli; talvolta, dà la caccia anche ai pesci: è, infatti, un nuotatore abilissimo, non solo nelle acque dei fiumi, ma anche nelle acque del mare. Spesso si introduce anche nelle capanne dei negri in cerca di cibo. Non è mai pericoloso per l'uomo e morde solo quando è irritato. Il naturalista Spix, avendo visto uno di questi serpenti che nuotava nel Rio Negro, desiderando impossessarsene, lo stordì con una bastonata e lo fece appendere sulla sua imbarcazione; l'animale si riebbe immediatamente e cercò di avvinghiarsi intorno al braccio del cacciatore. Solo quando gli fu introdotto nelle fauci un pezzo di legno l'equipaggio prese coraggio e aiutò Spix a liberarsi dalle sue spire; il serpente morì dopo essere stato immerso in un recipiente contenente spirito e quando, dopo molto tempo, ne fu estratto, gli si trovò, ancora in bocca, il pezzo di legno che i denti avevano perforato da una parte all'altra. PITONE TIGRINO o PEDDAPODA (Python tigris o python moralus)Scrive Plinio:«E' noto che il generale romano Attilio Regolo, nella guerra contro Cartagine, dovette combattere con grandi proiettili, come se si fosse trattato di una città, un grosso serpente, lungo 40 metri, incontrato presso il fiume Bagrada nell'Africa settentrionale e che la pelle e il teschio del mostro furono conservati a Roma in un tempio fino alla guerra numantina. Questo racconto è tanto più credibile, in quanto nell'Italia stessa i serpenti boa diventano tanto grossi che, ai tempi dell'imperatore Claudio, si trovò un bambino intero nel ventre di uno di essi, che era stato ucciso sul Vaticano. Il serpente boa si nutre da principio di latte di vacca, onde il suo nome (da bos)». Da ciò si vede come bisognerebbe usare, per esattezza, il nome di boa solo per i grossi serpenti del nostro emisfero. Virgilio, ripetendo una tradizione che i greci, ripresero dai popoli asiatici, cantò i tormenti di Laocoonte soffocato da un boa: appare perciò strano come da noi non esistano esemplari di questi animali. Ma tant'è: dato che non si può cambiare impunemente un nome che ha radici assai profonde ed è perciò inutile eliminare questa confusione, conseguentemente seguitiamo ad indicare col nome di «Pitone» le grosse specie appartenenti al nostro emisfero. Nell'India vivono i pitoni propriamente detti, che possono raggiungere anche una lunghezza di 8 metri, ma che, ordinariamente, arrivano ai 4-5 metri. Il dorso presenta macchie marrone e gialle, mentre le parti inferiori sono quasi bianche; la testa è grigia con sfumature carnicine e marrone. Una striscia marrone parte dalla narice e, contornando l'occhio, si dirige in basso; un'altra, a forma di Y, la troviamo sull'occipite e sulla nuca. I caratteri distintivi del genere devono cercarsi nelle narici, disposte verticalmente e dirette in alto, nelle fosse triangolari di due degli scudi del labbro superiore e nei grandi scudi che rivestono la parte superiore della testa. Intorno a questo serpente corrono ancora, fra gli indiani, storielle, che ricordano le favole degli antichi e non stanno al di sotto delle esagerazioni dei sudamericani. Risulta però che i serpenti del Continente Antico non sono più temibili dei loro affini del nuovo mondo e che vivono, nello stesso modo di questi, nelle paludi o nelle regioni asciutte, e che si cibano di vertebrati. Gli individui di grande mole si avventano anche contro prede della grossezza di un cervo porcino e questo ha fatto nascere la favola che essi diano la caccia anche ai grossi cervi. Si raccontano anche notizie di terribili assalti portati da pitoni contro l'uomo, ma, se ciò è talvolta accaduto, fu senz'altro causato da accidente, come lo sfortunato caso che capitò al custode dello zoo di Londra. Egli era solito presentare, all'ora del pasto, una gallina a un pitone tigrino affamato; un giorno, questo, per errore, afferrò il braccio del povero guardiano, il quale fu liberato poi a stento. Simili sbagli possono accadere, ma difficilmente il Pitone, in libertà, si avventa contro l'uomo e tanto meno contro le tigri - come il suo nome farebbe erroneamente supporre -. Il naturalista Hutton ebbe modo di osservare come un semplice gattino si difendesse con tanta energia da obbligare il pitone a lasciarlo libero. Se mancano informazioni sulla riproduzione di questi animali in stato di libertà, se ne hanno al contrario parecchie sugli individui in cattività. Al Jardin des Plantes di Parigi una femmina depose quindici uova, vi si avvoltolò sopra, formando col suo corpo una specie di cono cavo; rimase in tale atteggiamento per ben cinquantasette giorni di seguito, minacciando chiunque si avvicinasse. Durante quel tempo non mangiò mai; bevve soltanto qualche volta, ma, dopo che i piccoli furono usciti, si divorò un coniglio e parecchie libbre di carne bovina. Poiché un episodio del genere accadde anche a Londra, si può desumere che questi serpenti si prendano un'insolita cura delle loro uova. La madre, però, in seguito non si cura più dei piccini e meno ancora delle uova che non sono giunte a completa maturazione: l'incubazione è per lei finita, quando sgusciano i primi piccoli. Questi, appena nati, erano lunghi mezzo metro e crebbero nei primi giorni di vita fino ad arrivare ad una lunghezza di ottanta centimetri, pur non avendo, sino ad allora, preso alcun cibo. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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