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Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro Paese.
John Fitzgerald Kennedy

La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

Rettili Sauri Squamati

Introduzione

Polidedali o Varani Varano del Nilo (Polydaedalus niloticus) Cabaragoya di Ceylon (Hydrosaurus bivittatus) Pachisauro (Pachysaurus albogularis) Varano della Sabbia (Psammosaurus griseus) Ameive Dragona (Torictis dracaena) Teiu o Teio o Salompenter (Podinema teguixin) Ameiva (Ameiva vulgaris) Taragira (Chemidophoprus sexlineatus) Lucertole

Ramarro (Lacerta vilidis) Lucertola (Lacerta agilis) Lucertola Ocellata o Occhiata (Lacertola ocellata) Zootica di Monte o Pirrogastia (Zootica pyrrogastra) Occhio di Serpente (Ophiops elegans) Eloderma (Heloderma horridum) Camaleonti

Camaleonte (Chamaeleo vulgaris) Camaleonte Forcifero (Chamaeleo furcifer bifurcus) Dendrofili Succhiasangue (Calotes ophiomachus) Istiura d'Ambonia (Istiura amboinensis) Clamidosauro (Chamydosaurus kingii) Drago Volante (Draco volans) Iguane Basilisco (Basiliscus mitratus) Iguana (Iguana-hypsitophus tubercolata) Iguana dal Collo Nudo (Iguana nudicollis) Amblirinco Crestato (Amblyrhynchus cristatus) Amblirinco Semicrestato (Amblyrhynchus subcristatus) Anolia Crestata (Xiphosurus velifer) Anoloia Verde (Dactyloa punctata) Anolia Rossicolle (Dactyloa carolinensis) Anolia Vescica (Dactyloa bullaris) Stellinoidi Uromastice (Uromastix spinipes) Stellione o Hardun (Stellio vulgaris) Arrad (Stellio cyanogaster) Trapelo Cangiante (Trapelus mutabilis) Moloch (Moloch horridus) Lagarta dei Portoghesi (Tropidurus torquatus) Tapaya (Phrynosoma orbiculare) Gechi

Platidatt Muraiolo (Platydactylus fascicularis) Platidattilo Goccettato (Platydactylus guttatus) Pticozoo Pieghettatto (Ptychozoon homalocephalum) Emidattilo Granoso (Hemidactylus granosus) Ptiodattilo Lobato (Ptydactylus lobatus) Ptiodattilo Fimbrato (Ptyodactylus fimbriatus) Teocodattilo Liscio (Teocodactylus laevis) Goniodattilo Coda Piatta (Goniodactylus platyurus) Pticopleure Zonuro Cordilo (Zonurus cordylus) Saurofite Tetrattilo (Saurophis tetradactylus) Scheltopusik (Pseudopus pallasii) Ofiosauro (Ophiosaurus ventralis) Scinci Sfenopo (Sphenops capistratus) Tiligugu (Gongylus ocellatus) Luscengola o Ceulla o Cicigna o Fienarola (Seps chalcidica) Orbettino (Anguis fragilis) Ablefaro Pannonico (Ablepharus pannonicus)

Animali Insetti Passeracei

Mammiferi Artiodattili Carnivori Cetacei Folidoti Insettivori Iracoidei Lemuri Marsupiali Monotremi Perissodattili Pinnipedi Proboscidati Rosicanti Scimmie Sdentati Sirenidi Tubulidentati Volitanti

Uccelli Brevipenni Cantatori Coracirostri Fissirostri Giratori Gralle Lamellirostri Levirostri Longipenni Pappagalli Passeracei Razzolatori Ronzatori Steganopodi Urinatori Rampicanti Rapaci

Aracnidi Brachiopodi Briozoi Celenterati Conchiferi Crostacei Echinodermi Gasteropodi Insetti Miriapodi Molluschi Protozoi Rotiferi Tunicati Vermi

Polidedali o Varani

Varano del Nilo (Polydaedalus niloticus)

Cabaragoya di Ceylon (Hydrosaurus bivittatus)

Pachisauro (Pachysaurus albogularis)

Varano della sabbia (Psammosaurus griseus)

Ameive

Dragona (Torictis dracaena)

Teiu o Teio o Salompenter (Podinema teguixin)

Ameiva (Ameiva vulgaris)

Taragira (Chemidophoprus sexlineatus)

Lucertole

Altri sauri squamati

VITA DEGLI ANIMALI - RETTILI - SAURI SQUAMATI

POLIDEDALI o VARANI

I Varani si distinguono dalle lucertole, alle quali somigliano, per la forma delle squame, la struttura della lingua, la forma e la disposizione dei denti.

La testa è più lunga, quasi simile a quella dei serpenti, e tutto il corpo è più snello che negli affini.

La lingua, quando è ritratta, è nascosta in una guaina membranosa, ma può essere molto allungata ed allora presenta due punte cornee.

I denti, disposti nella parte interna della mascella, sono molto lontani gli uni dagli altri e hanno forma conica, anteriormente aguzza e posteriormente ottusa.

Varani, che abitano l'emisfero orientale della Terra, sono leggermente dissimili da quelli che abitano l'altro emisfero e, forse, non si possono riferire alla stessa famiglia.

L'Africa, l'Asia e l'Oceania sono la patria di questi rettili e in ciascuna di queste regioni vive un numero pressoché uguale di specie.

Mentre alcuni varani sono animali perfettamente terrestri, che si scelgono la tana adatta e nella vicinanza di questa passano la loro vita, altri, invece, devono considerarsi come animali acquatici, perché vivono in vicinanza dell'acqua e in essa si rifugiano in caso di pericolo.

Gli uni come gli altri sono animali agilissimi e corrono così velocemente da poter raggiungere piccoli animali od anche uccelli; nuotano anche con grande maestria.

Il nutrimento del Varano consiste in animali delle specie più diverse.

Gli antichi egizi pensavano che questo rettile fosse il più accanito nemico del sacro coccodrillo:

credevano che andasse in cerca delle uova per distruggerle e che divorasse i piccoli appena sgusciati dall'uovo.

Anche se ciò non è provato, è però verosimile che un varano possa divorarsi senza complimenti un piccolo coccodrillo.

Leschenault assicura di aver assistito alla cattura, da parte di questi animali, di un giovane cervo e di aver trovato ossa di pecora nel ventricolo di alcuni varani sezionati:

questo è senz'altro da escludere, dato che nessun animale di questa famiglia può aggredire prede di una certa mole.

I Varani, che vivono sul terreno, danno la caccia a topi, piccoli uccelli, lucertole, rane, insetti e vermi;

quelli che vivono in acqua si nutrono di pesci e di qualche piccolo mammifero che si muova imprudentemente sulla riva e di cui si possano impadronire con facilità.

Nulla so sul processo riproduttivo dei Varani;

so solo che essi depongono un numero considerevole di uova.

Economicamente parlando, il Varano non è di alcuna utilità:

in cattività - se trattato con le dovute cure - sopravvive e si addomestica, ma senza perdere del tutto la sua aggressività.

Modello tridimensionale di varano

VARANO DEL NILO (Polydaedalus niloticus)

Il Varano del Nilo adulto può raggiungere la lunghezza di circa 2 metri, la metà dei quali appartiene alla coda.

E' di colore verde-giallo con macchie nere e puntolini gialli e verdi.

La coda è leggermente compressa e presenta una cresta sporgente per tutta la sua lunghezza.

E' diffuso in tutti i fiumi dell'Africa, dall'Egitto al Sudafrica;

a differenza del coccodrillo, non ama riposare sulle sponde sabbiose, ma preferisce le rive ripide o le cornici rocciose che sporgono sul fiume.

I suoi nascondigli si trovano, a preferenza, fra le radici degli alberi a contatto con l'acqua;

forse non è soggetto a letargo.

Le sue carni sono giudicate molto saporite.

CABARAGOYA DI CEYLON (Hydrosaurus bivittatus)

In India, al posto del varano nilotico, troviamo il Cabaragoya, che si distingue dal primo per la coda fortemente compressa lateralmente, per le lunghe dita e per le piccole squame.

Il dorso è nero con macchie regolari gialle;

le parti inferiori sono bianchicce; adulto può raggiungere un metro di lunghezza.

Il Cabaragoya ha una parte importante nella preparazione di un mortale veleno ancora in uso fra i cingalesi:

secondo alcune informazioni, raccolte da Tennent, per preparare il kabaratel (questo è il nome del veleno) si adoperano alcuni serpenti quali il cobra, il tikpolonga e il caravilla, estraendo da questi il sangue ritenuto velenoso.

Questo si mescola con l'arsenico e si la cuocere il tutto in un teschio umano.

Alcuni cabarogoya vengono collocati intorno al fuoco e torturati fintantoché non cominciano a fischiare, come se dovessero soffiare sul fuoco.

La bava che essi emettono è accuratamente raccolta e aggiunta alla mistura in ebollizione.

Si intende che l'arsenico è l'unico principio attivo del kabaratel, ma l'innocente Cabaragoya si è procurato una fama funesta.

Come i varani, vive nelle vicinanze dell'acqua, ma, talvolta, è costretto a fare delle migrazioni sulla terra:

se in tale occasione si fa vedere presso le case o lungo i poderi dei cingalesi, ciò è considerato pessimo presagio e i sacerdoti indiani intervengono per esorcizzare il luogo, intonando questo canto:

«Kabaragoya wan dösey, Ada palavan e dösey».

PACHISAURO (Pachysaurus albogularis)

Il Pachisauro può raggiungere la lunghezza di un metro e mezzo;

il suo colore è marrone scuro con chiazze bianche sul dorso, nelle parti inferiori è più chiaro e sulla gola è bianco-gialliccio.

La forma del suo corpo è schiacciata, il muso è corto, la coda è lateralmente molto compressa e doppiamente carenata.

Vive nel Sudafrica, sulle superfici rocciose e, in caso di pericolo, si rifugia nei crepacci.

Quando si arrampica su per i massi, si aggrappa così fortemente da non poterlo staccare che a gran fatica:

un uomo solo, anche aiutandosi con una corda robusta, non riuscirebbe nell'intento.

Si ciba di insetti, crostacei, rane e piccoli quadrupedi, ai quali, di giorno, dà la caccia.

Gli indigeni non l'uccidono per paura che la sua morte sia causa di scarsità d'acqua; i coloni olandesi lo temono credendolo velenoso.

VARANO DELLA SABBIA (Psammosaurus griseus)

Erodoto ci dà notizia di un coccodrillo terrestre, simile a una lucertola, che vive nei deserti libici:

questo animale è, in realtà, il Varano della Sabbia, ben conosciuto dagli arabi.

Si distingue per la coda rotonda e non carenata, le squame tondeggianti e gli incisivi piccoli e larghi.

E' lungo circa un metro;

il dorso è di color marrone con macchie gialle e verdi, mentre il ventre è color sabbia.

Sulla coda notiamo parecchi anelli gialli.

Questo varano si trova esclusivamente nelle parti più deserte dell'Africa settentrionale;

come il pachisauro, preferisce le zone rocciose.

Gli arabi lo temono assai per il suo coraggio:

se per caso è sorpreso terreno aperto, non fugge, ma si mette immediatamente in posizione di attacco;

con la sua potente coda si slancia fino all'altezza di 30 centimetri da terra e si avventa contro l'uomo o contro il ventre delle cavalcature, mordendo con ferocia.

Si nutre di locuste, piccole lucertole, serpenti, uccelli, di cui devasta sistematicamente i nidi, e di altri piccoli animali.

In cattività è raro che si nutra spontaneamente:

esso deve essere impinzato a forza e spesso il custode viene morso assai gravemente.

AMEIVE

Le regioni più calde dell'America sono abitate dalle Ameive:

esse possono uguagliare, per mole, i loro affini, i varani delle sabbie, ma se ne differenziano per le forme più snelle, la dentatura differente e una differente squamatura.

Hanno lingua lunga, sottile e bifida, denti inclinati all'infuori;

le squame, grandi sulla testa, sono ordinate trasversalmente sul ventre e sulla coda.

Alcune vivono sulle pianure infuocate, altre fra le erbe dei prati, altre nei boschi;

comunque, sono tutte vincolate al suolo e non s'incontrano mai sugli alberi.

Anch'esse danno la caccia ad insetti e a piccoli vertebrati;

alcune mangiano anche frutta.

Le carni delle Ameive più grosse costituiscono una saporita selvaggina.

DRAGONA (Torictis dracaena)

La Dragona è la maggiore del genere dei toritti e presenta nella sua forma qualche vaga somiglianza con i coccodrilli.

Diverse sono la struttura dei piedi e quella della lingua;

la coda, lunga e lateralmente compressa, ha la doppia carena di squame cornee.

E' lunga da un metro e mezzo a due metri;

la parte superiore è verde scura, la parte inferiore è gialla con macchie verdi e marrone.

Mentre il naturalista Laborde crede che la Dragona abiti a preferenza le regioni asciutte, Lacépède racconta che essa, pur non sapendo nuotare, vive in località paludose e si trattiene per ore intere dentro l'acqua.

Quando corre, alza la coda e la muove come uno scudiscio;

toccata, morde energicamente.

Dicono che le sue carni siano paragonabili a quelle della gallina;

è probabile però che essa sia scambiata con un altro toritti che è diffuso nella Guinea.

TEIU o TEIO o SALOMPENTER (Podinema teguixin)

Il Teiu è un sauro squamato molto grosso, lungo circa due metri, dei quali, due terzi appartengono alla coda.

Il colore fondamentale è bruno con macchie gialle e bianche disposte in modo più o meno regolare;

il ventre è di un bel color giallo-rossiccio con fasce nere trasversali;

anche il collo e la gola presentano fasce bianche e gialle.

Questo animale è diffuso nell'America meridionale, dalle Guiane al Paraguay, più numeroso sulle coste che nell'interno del Paese.

Vive in una buca che esso scava nella terra, sotto le radici degli alberi e in questa si rifugia in caso di pericolo.

E' un animale molto timido e veloce;

in caso di necessità si difende coraggiosamente con la coda e con i denti.

Si ciba principalmente di frutta e di piccoli animali vivi;

qualcuno dice che rubi i polli nelle fattorie.

Siccome si è notato che la coda dell'animale è spesso mozzata e che poi ricresce con facilità, si è diffusa la storiella che, se durante il letargo invernale l'animale ha esaurito le provviste di cibo, si mangia la propria coda.

Anche le carni del Teiu rassomigliano a quelle della gallina e perciò all'animale viene data una accurata caccia, ammaestrando all'uopo una razza di cani.

Il Teiu depone le uova in un nido di termiti.

Dopo aver ripulito ben bene il nido, divorando tutti i suoi abitanti, e dopo averne allargata l'apertura in modo da potervi entrare con tutto il suo comodo, l'animale vi depone le uova, che in genere sono più di una cinquantina.

AMEIVA (Ameiva vulgaris)

L'Ameiva propriamente detta è un sauro lungo meno di mezzo metro;

la coda è molta lunga (circa 30 centimetri), tonda e senza cresta.

Il dorso è color verde-erba;

i lati sono color azzurro o bruno con macchie gialle e nere.

L'Ameiva vulgaris è un animale molto diffuso in tutto il Brasile e le Guiane:

ha gli stessi modi di vivere, di nutrirsi e di riprodursi del teiu, tanto da sembrare un teiu in piccole proporzioni.

Fugge sempre davanti all'uomo e il naturalista che se ne voglia impadronire deve far uso addirittura del fucile.

TARAGIRA (Chemidophoprus sexlineatus)

Il Taragira è un'ameiva caratterizzata dalla presenza dei denti palatini.

E' un animale di forme eleganti, lungo 30 centimetri, dei quali più della metà appartengono alla coda.

Il dorso è marrone scuro con riflessi rossi e strisce gialle;

il ventre è azzurrognolo e la gola bianca-argento.

Il Taragira è diffuso nell'America settentrionale (specialmente nel Messico) e nell'isola di Martinica;

nel modo di vivere non differisce dalle lucertole nostrane.

LUCERTOLE

Le Lucertole sono animali assai graziosi con le estremità ben sviluppate; noi le consideriamo come il prototipo dell'ordine.

Esteriormente si distinguono per i rivestimenti dell'occhio, di durezza cornea, per la coda sempre tondeggiante, per la lingua, squamosa, bifida e anteriormente ristretta.

Gli esemplari di questa famiglia sono diffusi, oltre che in Europa, anche in Asia e in Africa.

Si può dire che tutti i sauri che vivono nelle nostre regioni appartengano a questa specie, fatta eccezione per l'orbettino.

Il modo di vita è uguale per tutte le specie.

Le Lucertole scelgono come loro dimora le pendici delle colline soleggiate, i muri, i cumuli di pietre, le radici degli alberi, i cespugli e, in genere, i luoghi esposti al sole; vi scavano una buca e solo di rado si allontanano da questo luogo.

Specialmente quando splende il sole stanno in agguato, spiando con occhi scintillanti qualunque genere di preda, mentre, quando la giornata è piovosa, si tengono nascoste nei loro ripari; durante l'inverno si nascondono nelle loro buche e vi si trattengono fino all'inizio della primavera.

Tutte le Lucertole sono molto vivaci la vista è acutissima e così si può dire dell'udito; la loro fine sensibilità si manifesta con la predilezione vivissima per il calore del sole e col continuo lavorìo della lingua per palpare.

Niente affatto sviluppato sembra essere l'organo del gusto.

L'intelligenza che dimostrano è il massimo che si possa richiedere ad un rettile.

Sono animali timidi e paurosi, che fuggono immediatamente alla vista dell'uomo, il terrore che si impadronisce di loro, quando odono il rumore di un colpo, li paralizza tanto che si lasciano acchiappare con le mani: a volte anche il calore del sole agisce su di loro nel medesimo modo.

In cattività si affezionano all'uomo.

Le Lucertole sono abili predoni: danno la caccia a insetti, lombrichi e chiocciolette terrestri; si nutrono anche di uova di rettili, ma il loro cibo preferito sembra essere la locusta.

Tutte le prede debbono essere vive: esse le acchiappano con un gran salto e, schiacciatele con i denti, le inghiottono lentamente, iniziando dalla testa.

Come tutti i rettili, si cibano volentieri dei loro figli.

Con la primavera inizia la stagione degli amori: i maschi ingaggiano lotte feroci fra di loro e le code mozzate, che vediamo in molti esemplari, sono, forse, mutilazioni riportate sul campo di battaglia.

L'accoppiamento, di breve durata, può ripetersi anche più volte al giorno; non si può parlare di vita coniugale, perché il maschio si unisce con diverse femmine e la femmina con diversi maschi.

Dopo circa un mese, la femmina depone le uova - da, sei a otto, della grossezza di un fagiolo - nei luoghi più diversi.

Condizione perché esse maturino è l'umidità del luogo, giacché all'aria si essiccano ben presto; i piccoli, appena sgusciati, iniziano subito la vita dei genitori.

Gli individui più adulti mutano la pelle parecchie volte nel corso dell'estate, tanto più spesso quanto sono di grossa mole; essi, sfregandosi contro pietre e radici, si staccano completamente la pelle vecchia; la muta della pelle richiede otto giorni per gli individui più deboli, mentre ordinariamente si compie in due giorni.

Le Lucertole annoverano numerosi nemici: alcuni serpenti si nutrono di questi animali e la sola vista delle bisce fa smarrire loro i sensi.

Si deve notare che la vitalità della Lucertola è di gran lunga inferiore a quella degli altri rettili.

Le Lucertole tenute in cattività possono divertire l'osservatore; il miglior modo per raccogliere questi animaletti illesi, consiste nell'armarsi di una fitta rete a sacco, munita di un lungo manico.

La gabbia, che si assegna loro a dimora, deve essere in parte rivestita di muschi, contenere nascondigli, e deve potersi esporre al sole, il cui calore sembra essere loro necessario non meno del cibo; dopo non molto tempo si affezionano anche al custode, si lasciano toccare e prendono il cibo dalle sue mani.

Se attualmente ci limitiamo a riconoscere i vantaggi che esse ci apportano nella distruzione dei piccoli animali nocivi, in antico assai svariati erano i benefici che si attribuivano alla Lucertola.

Dice Gessner: «Con la bile si ungono i tronchi d'albero, perché la frutta non imputridisca e non si ammali.

La carne giova nella cura della sciatica; data agli astori e ai falchi ne facilita la muta delle penne; trattata col vino o con altri ingredienti guarisce dalla tubercolosi e fa bene per gli occhi».

Non mancano neanche le utilizzazioni nel settore della cosmesi: «Collocate nell'olio, coperte ed esposte per tre giorni interi al sole, servono per rendere bella e pulita la faccia.

L'olio nel quale sono state bollite o anche la bile mescolata al vino bianco sono ottimi rimedi contro i peli superflui».

Un esemplare di lucertola

Un esemplare di lucertola

Rettili Sauri Squamati

Introduzione

Polidedali o Varani Varano del Nilo (Polydaedalus niloticus) Cabaragoya di Ceylon (Hydrosaurus bivittatus) Pachisauro (Pachysaurus albogularis) Varano della Sabbia (Psammosaurus griseus) Ameive Dragona (Torictis dracaena) Teiu o Teio o Salompenter (Podinema teguixin) Ameiva (Ameiva vulgaris) Taragira (Chemidophoprus sexlineatus) Lucertole

Ramarro (Lacerta vilidis) Lucertola (Lacerta agilis) Lucertola Ocellata o Occhiata (Lacertola ocellata) Zootica di Monte o Pirrogastia (Zootica pyrrogastra) Occhio di Serpente (Ophiops elegans) Eloderma (Heloderma horridum) Camaleonti

Camaleonte (Chamaeleo vulgaris) Camaleonte Forcifero (Chamaeleo furcifer bifurcus) Dendrofili Succhiasangue (Calotes ophiomachus) Istiura d'Ambonia (Istiura amboinensis) Clamidosauro (Chamydosaurus kingii) Drago Volante (Draco volans) Iguane Basilisco (Basiliscus mitratus) Iguana (Iguana-hypsitophus tubercolata) Iguana dal Collo Nudo (Iguana nudicollis) Amblirinco Crestato (Amblyrhynchus cristatus) Amblirinco Semicrestato (Amblyrhynchus subcristatus) Anolia Crestata (Xiphosurus velifer) Anoloia Verde (Dactyloa punctata) Anolia Rossicolle (Dactyloa carolinensis) Anolia Vescica (Dactyloa bullaris) Stellinoidi Uromastice (Uromastix spinipes) Stellione o Hardun (Stellio vulgaris) Arrad (Stellio cyanogaster) Trapelo Cangiante (Trapelus mutabilis) Moloch (Moloch horridus) Lagarta dei Portoghesi (Tropidurus torquatus) Tapaya (Phrynosoma orbiculare) Gechi

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