Uccelli Urinatori.

Pinguini sulle coste antartiche

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Animali

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ALCA TORDA (Alca torda) - ALCA IMPENNE (Pinguinus impennis) - APTENODITI - APTENODITE PATAGONICA o PINGUINO REALE (Aptenodytes patagonica) - SFERNISCO DEMERSO o PINGUINO DI JAKASS (Spheniscus demersus) - EUDIPTE DORATO (Eudyptes chrysocoma)

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VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - URINATORI

ALCA TORDA (Alca torda)

L'Alca Torda, o Gazza Marina, come pure è chiamata, ha la stessa area di diffusione del pulcinella di mare. I suoi costumi, il modo di fare e l'indole sono praticamente coincidenti con quelli delle urie: come le urie, vive in mare, trattenendosi in prevalenza sempre nella stessa località e solo d'inverno spostandosi verso i fiordi della Norvegia e verso le coste della Germania, dell'Olanda e della Francia; riunita in grandi, a volte sterminate associazioni, fissa le proprie residenze terrestri sulle sporgenze delle rupi che guardano il mare, e quando vi si sofferma ha l'abitudine di tenersi in piedi e di muovere buffamente il capo e il collo; vola con frequentissimi movimenti delle ali, cammina con impaccio e nuota e si tuffa, al contrario, con un'abilità straordinaria, usufruendo, tra l'altro, della possibilità di introdurre al di sotto della pelle grandi quantità d'aria che le alleggeriscono i movimenti. Ha una voce aspra e cupa, simile a quella dei pulcinella di mare, e la sua indole presenta la consueta dose di confidenza eccessiva, giustificabile se si pon mente ai modi di vita, ma in ogni caso estremamente dannosa, specie nei momenti trascorsi al di fuori delle acque. Nei monti da uccelli, che abbiamo più volte nominato, l'Alca Torda sceglie fessure e cavità per deporre il suo unico uovo grande e di disegno molto variabile. L'incubazione dura all'incirca un mese, dopodiché viene alla luce un pulcino vestito di piumino nero-bruno sul corpo e bianco sulla faccia: raggiunta la metà del proprio sviluppo, dopo essere cresciuto a metà, salta dalle rupi in mare, oppure si lascia più prudentemente rotolare fino a raggiungere le acque. Qui, sotto la guida dei genitori, impara rapidamente a bastare a sé stesso.

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ALCA IMPENNE (Pinguinus impennis)

Ormai praticamente scomparsa a causa delle continue distruzioni dell'uomo, questa specie merita di essere ricordata per la sua collocazione a metà tra le alche e gli aptenoditi o pinguini ed è caratterizzata dalla mole notevole, dalle ali rudimentali e inadatte al volo, dal becco snello piegato dolcemente ad arco dalla radice verso l'apice e segnato su entrambe le mascelle da parecchie solcature; i piedi non sono diversi da quelli delle alche, il piumaggio presenta la stessa struttura e la coda lo stesso numero di penne. In lunghezza, l'Alca Impenne, o Alca Grande, supera i quaranta centimetri; ne ha otto circa di coda e poco meno di venti d'ala: nulla si può ragionevolmente dire della sua apertura alare, dal momento che lo sviluppo degli arti superiori è del tutto rudimentale. Il piumaggio è nero lucente nelle parti superiori, bruno-nero alla gola, mentre una macchia ovale davanti all'occhio e su di esso, le parti inferiori ed un orlo alla punta delle remiganti sono bianchi, e questo stesso colore si estende, nell'abito invernale, anche alle adiacenze della gola. Possediamo qualche relazione anche sul comportamento di questi uccelli in cattività. Da esse risulta che non duravano a lungo nel diverso stato, ma vi si acconciavano di buon grado e, se convenientemente alimentati, manifestavano tutto il pieno delle loro qualità, riuscendo specialmente attraenti per l'agilità con cui li si poteva veder muovere all'interno delle acque.

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APTENODITI

I componenti di questa famiglia, che sono più conosciuti con il nome di Pinguini, rappresentano l'anello di congiunzione tra gli uccelli e i pesci. Le loro forme si distaccano piuttosto sensibilmente da quelle delle alche e si potrebbero dire quasi coniche, poiché il loro tronco va progressivamente assottigliandosi dal basso in alto. Hanno collo di media lunghezza, ma piuttosto massiccio, testa piccola, becco lungo, dritto, forte, quasi schiacciato ai lati, profondamente solcato in senso trasversale e concluso da una punta ottusa; il piede è molto singolare, poiché le sue quattro dita, tre delle quali sono riunite da una membrana interdigitale, si dirigono tutte in avanti; le ali sono così rudimentali da somigliare piuttosto a delle pinne, dal momento che le loro penne si sono mutate in vere e proprie squame, e l'intero piumaggio con la struttura e la sua disposizione ad embrice ricorda le squame dei pesci, per cui non appare innaturale l'appellativo di «Uccelli-Pesci» che si dà sovente a questi animali. La loro struttura interna concorda con le molte singolarità esteriori. Tutte le ossa appaiono diverse da quelle degli altri uccelli: sono dure, massicce, pesanti e prive di aperture d'accesso d'aria, ed anche quelle lunghe contengono un midollo oleoso. I Pinguini non abitano che l'emisfero meridionale, vivono sul mare tra il trentesimo ed il settantacinquesimo grado di latitudine sud e visitano le terre nel tempo della riproduzione. Nei costumi, le singole specie si differenziano abbastanza le une dalle altre: malgrado ciò, è possibile disegnarne un quadro generalmente esatto sotto l'aspetto scientifico, dopo averne segnalato le specie più importanti.

Pinguini sulle coste antartiche

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APTENODITE PATAGONICA o PINGUINO REALE (Aptenodytes patagonica)

Rappresenta gli aptenoditi, o pinguini propriamente detti, distinti principalmente dalla grande mole. In lunghezza il suo corpo supera i novanta centimetri e si caratterizza per il becco sottile, dritto, più lungo della testa, ricurvo alla punta, con la mascella superiore solcata per tutta la sua lunghezza e quella inferiore, allargata alla radice, rivestita da una pelle nuda e liscia; per il piede molto breve, massiccio, unito al tronco proprio in corrispondenza del podice e piumato fin quasi alle dita, delle quali le tre più lunghe sono riunite da una membrana interdigitale profondamente incisa; per il piumaggio ovunque aderente e liscio, colorato di nero sulla testa e sulla gola, grigio-scuro lucente sul retro del collo e sul dorso, bianco sulle parti inferiori e soffuso sul petto di giallo più o meno vivo. Una striscia che, partendo da dietro l'occhio discende sui lati del collo e sotto la gola per unirsi a quella corrispondente dall'altro lato, è di color giallo-citrino, le ali squamose sono grigio-nere, il becco è nero alla radice e gialliccio alla punta e sulla mascella inferiore, il piede, pure squamoso, è bruno-nero. L'Aptenodite Patagonica vive sul mare che circonda la Terra del Fuoco, le Isole Falkland e la Nuova Georgia, e nell'epoca della riproduzione è comune anche sulle coste della Patagonia.

Il pinguino

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SFERNISCO DEMERSO o PINGUINO DI JAKASS (Spheniscus demersus)

Gli sfenisci si distinguono per il becco dritto, massiccio, duro, più corto di quello degli affini, irregolarmente solcato e con i margini piumati alla base della mascella inferiore. La specie di cui parliamo, la più nota del genere, ha una lunghezza di circa cinquanta centimetri. Le sue parti superiori, la gola, le guance, un nastro a ferro di cavallo sul petto sono di color grigio-nero; le parti inferiori e una striscia sopracciliare sono bianche, e sulle prime compaiono spesso delle macchie isolate e rotonde di color bruniccio; il becco è nero e listato di bianchiccio, il piede è bruno. Lo Sfenisco Demerso vive in numero sterminato in tutti i mari dal Capo di Buona Speranza al Circolo Polare Antartico, in quelli che separano l'estremità meridionale dell'Africa da quella dell'America, e dal Capo Horn fino a Valparaiso ed agli Stati del Rio de la Plata.

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EUDIPTE DORATO (Eudyptes chrysocoma)

Rappresenta il genere degli eudipti, caratterizzato dal becco acuto e piegato quasi ad uncino nella mascella superiore e dalle piume del sopracciglio allungate in forma di ciuffo. Animale veramente magnifico, l'Eudipte Dorato è grande più o meno quanto un'anatra, misurando in lunghezza circa cinquanta centimetri; ha la testa il collo, il dorso, i lati e le ali di colore nero, i ciuffetti giallicci, le parti inferiori ed il margine posteriore dell'ala bianchi il becco bruno-rosso ed il piede bianco-grigiastro. Le sue sedi di residenza sono analoghe a quelle delle specie affini. Piuttosto pesanti e dotati di un piumaggio strettamente aderente, nell'acqua affondano sporgendone soltanto, di regola, con la testa e con il collo, ma vi si possono tuffare egregiamente e sanno scorrere in essa eccellentemente con l'aiuto dei piedi e delle corte ali, usate come pinne vere e proprie. Sul terreno camminano con discreta abilità, tenendo il corpo eletto e dondolante a cagione della posizione dei piedi, che li obbliga a compiere passi brevi e numerosi; non possono, però, mai superare un certo limite di velocità, per cui, quando siano minacciati da un pericolo imminente, preferiscono gettarsi bocconi sul terreno ed avanzare strisciando, aiutandosi con le ali e con i piedi. L'acqua, ad ogni buon conto, è il loro elemento naturale, ed in essa i pinguini compiono tutte le operazioni da cui la loro giornata è segnata, dal riposare al divertirsi, dal ravviarsi il piumaggio - incombenza alla quale comunque dedicano un tempo abbastanza limitato - al ricercare il cibo, il quale per certe specie si limita a pesci di diverse qualità, mentre, più in generale, comprende anche molluschi dotati o privi di conchiglia, raccolti fra gli scogli e tra le piante marine. Nelle operazioni della riproduzione gli eudipti consumano un periodo di tempo piuttosto lungo. Si portano nei luoghi scelti allo scopo, i rilievi delle isole e delle coste, in epoche diverse, ma sempre più o meno in autunno, e vi giungono di solito in così gran numero che il territorio scelto si trova a brulicare di coppie, alle quali, singolarmente, si aggiungono i giovani e le femmine libere, che sentono anch'essi il richiamo della terraferma e si tengono tuttavia in distretti separati da quelli in cui la propagazione svolge le sue diverse fasi. Certe specie scavano, per covare, delle profonde cavità, altre si accontentano di conche poco profonde: sempre le colonie sono segnate ed intersecate da vie dritte e pulite, che per il continuo passaggio degli animali divengono così liscie da sembrare opera dell'uomo, e queste vie uniscono un nido all'altro, meglio una buca all'altra in un complesso che appare dominato, oltre che da un ordine estremo, da un grandissimo senso societario e di reciproco affetto. L'unico uovo, colorato di verdiccio e marcato di bruno, viene covato dalla sola femmina, mentre il maschio svolge per così dire un ruolo di vedetta e di protezione, diretto soprattutto a stornare le incursioni delle altre coppie che, spinte da un amore materno veramente incontrollabile, vorrebbero impadronirsi delle uova altrui. La incubazione, singolarmente, viene svolta tenendo l'uovo tra le cosce che quasi si toccano e sono coperte dalla pelle del ventre: esso viene a trovarsi così fortemente stretto che sovente, allontanate con la violenza, le femmine si incamminano con l'uovo tra le zampe; viceversa, può accadere che, lontane dal nido e vedendo che qualcuno gli si avvicina, accorrano verso l'uovo, lo afferrino nel modo descritto e lo trascinino via per salvarlo dal pericolo. Del resto non è solo verso le uova che le coppie mostrano un amore così grande: la stessa cosa avviene con i piccoli, che sgusciano vestiti d'un piumino lanuginoso e grigio, e vengono protetti in ogni modo ed alimentati con quantità di cibo incredibili. La caccia ai pinguini non presenta per l'uomo difficoltà di sorta, se la si svolge all'interno delle sconfinate colonie che abbiamo appena nominato. Basta qualche piccola astuzia - per esempio quella di porsi lungo le strade che gli uccelli stessi hanno segnato e di aspettarli al varco - per poterne uccidere a volontà magari soltanto usando dei bastoni. Quando si vedono sorpresi, i poveri uccelli mandano grida terribili e cercano di difendersi a grandi colpi di becco, ma hanno ben poche probabilità di successo. L'unica loro vera difesa è la scadente qualità delle carni, per cui è necessario che l'uomo sia spinto da ragioni molto gravi per aver voglia di insidiarli seriamente. Presi giovani, questi uccelli si abituano facilmente alla schiavitù e si affezionano talmente al padrone da seguirlo come docili cani: da adulti, al contrario, non smettono mai la loro selvatichezza, e, per quanto possono, gridano e sbattono le ali, avventandosi a furiosi colpi di becco contro gli altri animali domestici.

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18 Mag. 2025 7:09:04 pm

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