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Uccelli Rampicanti.

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Picchio esotico

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La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

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Uccelli - Rampicanti

Introduzione Cerziole Sai (Coereba cyanea) Pitpit (Certhiola flaveola) Nettarine Abu-Rish (Hedydipna metallica) Cadet (Aethopyga miles) Cogliofiore Australiano (Cyrtostomus australis) Aracnotere Emignato Splendente (Hemignathus lucidus) Aracnocestra dal Lungo Becco (Arachnocestra longirostris) Mellifagidi Mizomela Sanguigna (Myzomela erythrocephala) Ptiloto dalla Gola Gialla (Ptilotis flavigula) Melichera Mellivora (Melichaera mellivola) Poe o Tui (Prosthemadera novaezealandiae) Testa di Cuoio dei  Coloni (Tropidorhynchus corniculatus) Upupe Upupa (Upupa epops) Upupa Arborea dal Becco Rosso (Irrisor erythrorhynchus) Fornai Fornaio Rosso (Furnarius rufus) Geosita Scavatrice (Geositta cunicularia) Senope (Xenops genibarbis) Picchi Muratori Picchio Muratore (Sitta caesia) Picchio Muratore Rupestre (Sitta syriaca) Sittella Capinera (Sittella pileata) Picchi Muraioli

Mellifagidi Melichera Mellivora (Melichaera mellivola) Poe o Tui (Prosthemadera novaezealandiae) Testa di Cuoio dei Coloni (Tropidorhynchus corniculatus) UPUPE UPUPA (Upupa epops) Upupa Arborea dal Becco Rosso (Irrisor erythrorhynchus) Fornai

Mellifagidi Mizomela Sanguigna (Myzomela erythrocephala) Ptiloto dalla Gola Gialla (Ptilotis flavigula) Melichera Mellivora (Melichaera mellivola) Poe o Tui (Prosthemadera novaezealandiae) Testa di Cuoio dei Coloni (Tropidorhynchus corniculatus) Upupe Upupa (Upupa epops) Upupa Arborea dal Becco Rosso (Irrisor erythrorhynchus) Fornai

Fornaio Rosso (Furnarius rufus) Geositta Scavatrice (Geositta cunicularia) Senope (Xenops genibarbis) Picchi Muratori Picchio Muratore (Sitta caesia) Picchio Muratore Rupestre (Sitta syriaca) Sittella Capinera (Sittella pileata) Picchi Muraioli

Picchio Muraiolo (Tichodroma muraria) Scadenti Rampichino (Certhia familiaris) Siforinco (Xiphorhynchus trochilirostris) Beccatronchi (Dendroplex picus) Picidi

Picchio Nero (Dryocopus martius) Becco D'Avorio (Campephilus principalis) Picchio Imperiale (Campephilus imperialis) Capirosso (Melanerpes erythrocephalus) Picchio Massaio (Melanerpes formicivorus) Picchio  Rosso Maggiore (Dryobates major) Picchio Rosso Minore (Dryobates minor)

Picchio Tridattilo (Picoides trydactilus) Picchio Verde (Picus viridis) Picchio Dorato (Colaptes auratus) Picchio Messicano (Colaptes mexicanus) Picchio Campestre (Geocolaptes campestris) Picunno Minuto (Picumnus minutus) Torcicollo (Jynx torquilla)

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VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - RAMPICANTI

FORNAIO ROSSO (Furnarius rufus)

Dotato di corpo robusto, becco poco più lungo della testa e a culmine dolcemente ricurvo; con i tarsi molto alti, le ali brevi e la coda di media lunghezza, il Fornaio Rosso è un uccello lungo circa diciotto centimetri, ne ha sette di coda, poco meno di dieci per ciascuna delle ali e oltre venticinque di apertura alare. Il suo piumaggio è generalmente rosso-gialliccio-ruggine: l'alto del capo è bruno rosso, le remiganti sono brune, le parti inferiori sono più chiare e si sfumano in una macchia bianchissima sul mezzo della gola, mentre una striatura giallo-ruggine corre dall'occhio verso l'indietro e le timoniere riprendono il rosso-gialliccio-ruggine generale. Il colore dell'iride è bruno-giallo, bruno quello del piede, mentre il becco è bruno con la mascella inferiore bianchiccia alla base. Diffusi, come s'è accennato, soprattutto nel Brasile, i fornai rossi vivono di solito in coppie, trattenendosi con eguale regolarità tra i rami e sul terreno dove si muovono con grande scioltezza: il loro volo invece, in rapporto con la brevità delle ali, è lento e si svolge soltanto su tratti piuttosto ridotti. Si cibano di insetti e di sementi, e sono dotati di una voce stridula ed acuta che il maschio ripete più rapidamente e su toni più alti di quanto non faccia normalmente la sua compagna. Si tratta di suoni tutt'altro che melodiosi ed abbastanza singolari per sorprendere altamente chi li senta per la prima volta. L'indole di questi uccelli è eccezionalmente aperta e confidente, e li induce ad accostarsi, senza la minima preoccupazione, all'uomo ed alle sue abitazioni. La cosa si spiega agevolmente se solo si pensa al fatto che i brasiliani non solo non li molestano in alcun modo, ma li trattano benissimo, ed hanno sul loro conto credenze molto curiose ma sempre del tutto positive. Singolare, per esempio, è quella di considerarli uccelli di santi costumi, dai quali sarebbero spinti a non lavorare la domenica intorno alle loro straordinarie costruzioni: naturalmente, una credenza di questo genere non ha alcun fondamento, ed è probabilmente nata dalla rapidità con cui i fornai portano a termine i loro nidi che, se vengono incominciati nei primi giorni della settimana, la domenica sono già completamente rifiniti. Abbiamo già accennato alle particolari caratteristiche di queste costruzioni. Maschio e femmina provvedono alacremente a portarle a termine, scegliendo rami orizzontali o leggermente inclinati, dello spessore di sette o otto centimetri, per collocarle. Incominciano formando uno strato di base costituito di fango raccolto dopo i primi acquazzoni di primavera - i quali coincidono appunto con il periodo della nidificazione - e ridotto in pallottole che vengono schiacciate ed allargate con i piedi e con il becco. Quando la base ha raggiunto una ampiezza sufficiente, la coppia costruisce a ciascuna delle sue estremità un rialzo leggermente inclinato all'infuori, e ad esso ne viene aggiungendo dei successivi sempre più tendenti all'interno fino a che si viene a formare una vera e propria cupola. Su uno dei lati gli uccelli lasciano libero un foro, dapprima circolare e poi semicircolare, il cui diametro maggiore è sempre stabilito in senso verticale. Alla fine, l'edificio assomiglia ad un piccolo forno di quindici-diciotto centimetri di altezza, venti o ventitré di larghezza e profondo sui dieci o dodici centimetri, con pareti che ne hanno tre o quattro di spessore. All'interno, i fornai stabiliscono contro l'orlo dritto dell'apertura una mezza parete verticale dalla quale parte un piccolo strato che tappezza il suolo del nido, ed in questa cameretta, destinata propriamente alla cova, dispongono steli asciutti, peli animali e fiocchetti di cotone. In cattività i fornai sono stati sottoposti abbastanza di rado ad osservazioni precise ed accurate: hanno ad ogni modo dimostrato di possedere un buon grado di adattabilità alla diversa condizione.

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GEOSITTA SCAVATRICE (Geositta cunicularia)

Gli uccelli di questa specie ricordano sotto molti aspetti le lodole, tanto che alcuni naturalisti li hanno posti - oggi, possiamo dire, erroneamente - assieme ad esse. Il loro piumaggio è bruno scuro sulle parti superiori, bruno-pallido sulle inferiori; la gola è bianchiccia, il petto macchiato e striato di nero, il ventre rossiccio-ruggine, la regione degli occhi rosso-pallida, mentre le copritrici delle ali sono marginate di chiaro e le remiganti, primarie sono bruno-nere all'esterno ed agli apici e bruno-rosso-castane sul vessillo interno. Gli occhi sono bruni, i piedi bruno-neri ed il becco bianchiccio alla base e tendente al nero verso l'apice. Diffusa nel continente sud-americano, la Geositta Scavatrice si incontra di frequente in Cile, nell'Argentina, in Patagonia ed in Bolivia. Di indole mite, amante della solitudine e sempre in movimento lungo l'intero arco della giornata, essa vive soprattutto nei luoghi asciutti, tanto isolata che in piccoli branchi: la sua sede preferita è il terreno, sul quale i colori del piumaggio rendono molto difficile la sua scoperta. Assomiglia ai fornai per il colore dell'abito, per l'abitudine di saltellare sul terreno e per il tipo di cibo che mostra di preferire: mentre le caratteristiche del suo nido sono abbastanza divergenti, sia perché esso è collocato quasi sempre lungo i margini sabbiosi che costeggiano le strade ed i fiumi, sia perché la costruzione, anch'essa a base di argilla, appare complessivamente meno perfezionata e complessa.

SENOPE (Xenops genibarbis)

Con alcune altre specie, viene considerato come l'anello di congiunzione tra i fornai ed i picchi muratori o pecciotti, ai quali è avvicinato da certi caratteri strutturali e da parecchi tratti dell'indole e delle abitudini di vita. Il becco a culmine rettilineo, con la mascella inferiore rivolta in alto verso l'apice, gli dà un aspetto del tutto particolare; la coda è composta di penne molli e arrotondate, ed i piedi sono forti ed adatti all'arrampicare sui rami e sui tronchi. Sotto quest'ultimo aspetto, il Senope non è inferiore in abilità al Picchio Muratore: martella con la stessa costanza e con i medesimi, eccellenti risultati la scorza degli alberi, alla ricerca del cibo: la differenza sta nella sua spiccata predilezione per il silenzio, per cui queste operazioni vengono svolte nella massima tranquillità e con grande cautela. Del resto, qui siamo in presenza di un tratto distintivo dell'indole: mentre i picchi sono rumorosi e vivaci, i senopi amano la quiete e la tranquillità dei boschi, vivono isolati o in coppie, e solo dopo aver esaurito il periodo della riproduzione si riuniscono in gruppi e piccoli branchi. Il Senope misura circa dieci centimetri di lunghezza, ne ha cinque di ala e tre di coda. Le sue parti superiori sono bruno-oliva, bruno-grige le inferiori e bianca la gola; mentre una striscia gialliccia passa sopra l'occhio, l'orecchio è sottolineato da una macchia bianca. Le penne remiganti sono listate di bruno-grigio e di bruno-rosso, le timoniere centrali sono anche esse di quest'ultimo colore, le attigue bruno-nere e le esterne pure bruno-nere, ma con le punte rosso-ruggine. Intorno alle loro abitudini, dopo quanto è già stato detto precedentemente, è soltanto necessario aggiungere che vivono in tutte le province del Brasile e che pongono il nido, di consueto, all'interno delle cavità.

PICCHI MURATORI

Gli uccelli appartenenti a questa famiglia sono stati spesso collocati assieme con i cantatori, soprattutto a causa delle grandi somiglianze che si possono riscontrare, nella loro struttura interna, con i volatili che fan parte di quell'ordine, e per il fatto che essi si discostano per molti versi dai picchi veri e propri. Tuttavia appare più giusto considerarli come appartenenti all'ordine dei rampicanti per l'identificazione di gran parte dei loro tratti caratteristici con quelli generali dell'ordine, anche se bisogna tenerli in una posizione ben distinta rispetto ai picchi propriamente detti. Conosciuti anche con il nome di Pecciotti i nostri uccelli hanno per caratteri specifici un becco di media lunghezza, dritto superiormente ed alquanto piegato verso l'alto nella mascella inferiore, conico e con le narici situate vicino alla fronte, piccole e parzialmente coperte di setole brevi e sporgenti in avanti; il piede ha tarsi brevi e dita lunghe, l'interna e la centrale delle quali sono congiunte da una breve membrana mentre l'esterna e la centrale sono saldamente unite fin dalla prima articolazione; le ali sono larghe ed ottuse, la coda breve e larga, con le penne inadatte a servire da puntello quando il volatile intende arrampicarsi. Non si notano differenze di rilievo tra i due sessi, ed anche i piccoli non si discostano gran che dai genitori. La struttura interna dei Pecciotti richiama, come abbiamo detto, quella dei cantatori, a somiglianza dei quali essi possiedono l'apparato vocale del canto e tutte quelle particolarità che si collegano alla sua presenza. La colonna vertebrale è composta di dodici vertebre cervicali, otto dorsali e sette coccigee, e le uniche ossa pneumatiche sono il cranio e l'omero.

La lingua in posizione normale raggiunge all'incirca la metà del becco, e può essere spinta fuori di esso: lunga ma non vermiforme, è larga, schiacciata, solcata superiormente, divisa in due punte ottuse nella parte anteriore e terminante in parecchi filamenti. L'area di diffusione dei Pecciotti comprende praticamente l'intero globo, con l'esclusione dell'Africa meridionale e centrale e dell'America del Sud. Entro questi confini essi si comportano come uccelli silvani, vivono cioè soprattutto nei boschi e vi dànno prova di straordinaria abilità nell'arrampicarsi sui rami e sui tronchi degli alberi. Non pochi naturalisti considerano, sotto questo ultimo aspetto, i Picchi Muratori come il vero e proprio tipo dell'ordine dei rampicanti, per la bravura che possiedono, superiore a quella degli stessi picchi: a differenza di questi ultimi, infatti, essi non solo sono in grado di tenersi in equilibrio e di progredire sulle pareti verticali, ma sanno anche discendere lungo il loro ripidissimo pendìo, cosa che nessun altro uccello è in grado di fare. Ciò è loro possibile grazie alla particolare conformazione delle dita: più lunghe di quelle del picchio comune, quando sono distese abbracciano uno spazio non inferiore in lunghezza a quello del corpo dell'uccello, le unghie sono grandissime, semicircolari ed aguzze, e la pelle è contrassegnata dalla presenza di parecchie callosità che agevolano grandemente la presa. Il picchio comune, inoltre, possiede due dita posteriori, ma esse sono divise, ed inoltre il maggiore è rivolto lateralmente piuttosto che all'indietro: quando volesse perciò scendere perpendicolarmente, sarebbe destinato a cadere, mentre il muratore si afferra per un buon tratto all'indietro con l'unghia del dito posteriore e con quella dell'anteriore si tiene per un buon tratto verso il basso, impedendo lo squilibrio del corpo. Tutte le specie di questa famiglia si limitano ad effettuare delle escursioni, non dedicandosi ai prolungati e periodici spostamenti migratori; si nutrono di insetti e di sostanze vegetali, specialmente semi che raccolgono sugli alberi, sul terreno, tra i cespugli e tra le rupi. Nidificano negli spacchi rupestri e nei fori d'albero: il loro nome, Muratori, viene proprio da un'abitudine connessa con la nidificazione, quella cioè di restringere quasi costantemente con fango ed argilla il foro d'accesso alle cavità prescelte. Le covate comprendono di norma da sei ad otto uova, punteggiate di rossiccio sul fondo generalmente chiaro.

PICCHIO MURATORE (Sitta caesia)

Il Picchio Muratore è conosciuto anche con l'altro nome proprio all'intera famiglia, quello di Pecciotto. Misura in lunghezza circa quindici centimetri, quasi cinque dei quali fanno parte della coda: le singole ali raggiungono i sette centimetri e l'apertura alare i venticinque. E' colorato di grigio-piombo sulle parti superiori e di giallo-ruggine sulle inferiori; il mento e la gola sono bianchi, bruno-castane le copritrici dei fianchi e del sottocoda, mentre una striscia che dagli occhi scende verso il collo è completamente bianca. Le penne remiganti sono grigio-brunicce con margini chiari, le timoniere centrali azzurro-cenere con le punte grigiastre precedute da una macchia bianchiccia sul vessillo esterno e da un'altra, bianca e quadrata, sull'interno, e le rimanenti sono nere con sfumature azzurro-cenere alle punte. L'iride è bruna, il piede gialliccio-corneo e il becco nerastro nella mascella superiore e plumbeo nell'inferiore. Oltre che per la mole ridotta, le femmine si riconoscono per avere la striscia nera degli occhi più stretta e le parti inferiori più chiare. Il Picchio Muratore è diffuso in tutta Europa con l'eccezione delle estreme regioni settentrionali. Isolato, in coppie o in piccole famiglie, preferisce normalmente i boschi di alto fusto, purché non siano sprovvisti di bassa vegetazione; siccome non teme affatto la presenza dell'uomo, lo si trova alle porte ed all'interno delle città come tra le più dense ombre delle selve; mentre d'estate si muove in perimetri piuttosto ristretti, con l'autunno, preso anch'esso dal desiderio di viaggiare, compie delle escursioni di una certa ampiezza. Di portamento vivace e di ottimo umore, è in continuo movimento per tutto il giorno. Ora sale su per i tronchi, ora ne scende, ora si appende a un ramo, spezza un brano di corteccia, fugge, ritorna, picchia e martella, senza interruzione o riposo al di fuori dei brevi istanti dedicati al canto. Con il corpo raccolto e le lunghe e molli piume arruffate, il suo aspetto goffo contrasta singolarmente con l'agilità che gli è propria: anche il suo volo è leggero, benché solo raramente lo porti ad attraversare dei tratti molto prolungati. Ciò non dipende tuttavia da incapacità o da eccesso di fatica, perché, quando si tratta di compiere delle escursioni, è capace di volare per grandi distanze: il fatto è che, per trascorrere dall'uno all'altro dei suoi alberi, non ha generalmente bisogno di volare a lungo. Il tratto saliente della sua indole è la socievolezza, tanto con i suoi simili quanto con gli altri uccelli. Costretto a cercarsi l'alimento non senza pena e fatica, si mette sovente a capo di branchi di fringuelli e di cincie, formando delle società piuttosto frequenti nei nostri boschi e facilmente rintracciabili da chi conosca il richiamo del Muratore, un suono limpido e flebile al quale, a seconda della stagione e delle circostanze, se ne aggiungono diversi altri in una sorta di concerto che da solo sarebbe sufficiente a dare in breve movimento ed allegria ad un'intera foresta. Il Picchio Muratore si ciba di insetti, di ragni, sementi e bacche, rendendone più agevole la digestione per mezzo di piccoli sassolini. Raccoglie gli insetti sui rami, nelle crepe delle cortecce o magari balzando su di essi se gli volano dappresso; non meno volentieri ricerca le sementi, specie quelle di faggio rosso, di tiglio, acero, abete, orzo ed avena. Quando il cono di pino sia completamente chiuso non riesce ad impadronirsi delle sementi: ma se le squame legnose sono appena sollevate, ne dilata l'apertura introducendovi il becco ed estraendo il seme. L'orzo e l'avena lo interessano soltanto in caso di necessità: ama invece parecchio i semi di tiglio e di faggio rosso, e appena scopre un albero abbondante di semi, gli si accosta assieme ad alcuni compagni per fare provvista. Staccato con il becco un frutto, lo porta su un albero vicino dove già ha praticato un foro sufficiente a contenerlo, e poi, tenendolo ben fermo con le unghie, lo spezza e ne inghiotte il seme lasciando cadere la buccia: queste operazioni si ripetono per ore e giorni interi ed è uno spettacolo piuttosto singolare vedere quell'andirivieni, quel rompere e martellare senza tregua.

I picchi si comportano nello stesso modo con i frutti di tiglio e di acero e con le nocciuole, guidati da un odorato così fine da non sbagliare mai nel distinguere il frutto pieno da quello vuoto. Nell'inverno raccolgono sul terreno anche le larve di certi insetti che producono galle sulle foglie dei faggi: quando le foglie sono cadute a terra, i picchi muratori si aggirano tra di esse ed estraggono le larve annidate, praticandovi un piccolo forellino. La diuturna attività indirizzata alla ricerca del cibo consente loro di formarsi, nella buona stagione, delle ricche provviste per l'inverno. I magazzini vengono costituiti, a seconda delle circostanze, negli spazi dei tronchi o anche al di sotto di qualche tetto, e, per non correre rischi eccessivi, gli uccelli non depositano tutto il cibo raccolto in un unico luogo, ma lo distribuiscono in diverse posizioni alle quali, quando è necessario, sanno ritornare con perfetto senso di orientamento. Le femmine depongono le uova verso la fine di aprile o all'inizio di maggio. Il nido si trova quasi sempre nelle cavità degli alberi, raramente nelle fessure delle rocce e delle muraglie, e viene costruito da entrambi i coniugi che hanno tuttavia spesso l'abitudine di servirsi delle costruzioni già predisposte da altri uccelli, per esempio dal picchio comune. Per ragioni di sicurezza, si premurano di ostruire parzialmente il foro d'ingresso, disponendo argilla o terra argillosa inumidita e cementata con la saliva in una quantità che rende appena possibile l'ingresso dei padroni di casa. L'operazione viene compiuta sovrapponendo l'uno all'altro i pezzetti d'argilla previamente inumiditi, e gli uccelli sembrano dei piccoli muratori che vadano disponendo e cementando un mattone sull'altro in una parete spessa due o tre centimetri e talmente solida che quando è asciutta, non è possibile romperla se non usando uno scalpello. Naturalmente, il nido offre un eccellente riparo contro ogni genere di predoni: le coppie, però, prima di aver concluso il loro lavoro, devono sovente respingere gli attacchi degli altri uccelli, intenzionati ad usufruire della stessa cavità da loro prescelta. Si spiega perciò la contentezza che dimostrano quando sono riusciti a portare a compimento l'opera loro: il maschio, posato presso il nido, ripete allegramente il suo richiamo, e la femmina entra ed esce ripetutamente dal foro d'ingresso, quasi a sottolinearne l'esclusiva proprietà. All'interno della cavità gli uccelli dispongono sostanze leggere e ben asciutte, la cui foggia varia con quella del luogo prescelto ed i cui materiali sono in stretta connessione con la natura che li circonda: si può trattare di schegge di quercia e di faggio, oppure di sottilissimi pezzetti di corteccia di pino, così malamente connessi che ci si spiega difficilmente come possano reggere all'ufficio loro e come non vengano irrimediabilmente smossi dai continui movimenti della coppia. La femmina cova da sola le sue uova, il cui numero varia da sette a nove e che sono sparse di puntini rossi, più o meno distinti, sul fondo biancastro; i piccoli, allevati da entrambi i genitori, crescono rapidamente, ma non lasciano il nido fino a che non sono ben atti al volo, ed anche in seguito restano per qualche tempo con i genitori che li nutrono, li difendono dai pericoli e li addestrano. Non occorrono grandi accorgimenti per catturare il Picchio Muratore, che cade facilmente nei lacci, nella panie e nelle altre trappole dello stesso genere. Del resto non si preoccupa gran che della perdita della libertà, ed, anche prigioniero, non smentisce il suo buon umore e si accontenta di una dieta tra le più semplici. Con gli altri uccelli vive in buoni rapporti, è l'unico appunto che gli si può fare riguarda l'eccessiva rumorosità e la tendenza a toccare e guastare ogni cosa: lasciandolo libero in una stanza, con il suo istinto distruggitore può causare molteplici danni.

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PICCHIO MURATORE RUPESTRE (Sitta syriaca)

In generale tutti i picchi muratori si rassomigliano nei costumi, mentre la specie di cui ora ci occupiamo se ne discosta ampiamente, ed ha inoltre l'abitudine di dimorare in luoghi diversi. I suoi colori sono quasi uguali a quelli del picchio muratore comune, azzurro-cenere sulle parti superiori e parzialmente giallicci sulle inferiori; il bianco, tuttavia, si distende dalla gola fino alla maggior parte del petto e sul mezzo del ventre; le timoniere, generalmente grigio-brune, sono cinerine nella parte mediana e macchiate di bruno-fulvo sul vessillo esterno di quella estrema. La mole è di poco superiore a quella della specie precedente. Diffuso nella Grecia, in Siria e in Jugoslavia, il nostro uccello vive quasi esclusivamente sulle rupi e sui ruderi, tra cui lo si vede continuamente camminare, entrare ed uscire dai fori; straordinariamente vivace, cammina e corre con uguale sicurezza sulle superficie verticali come sulle orizzontali, con la testa rivolta in alto o in basso, come se una forza magnetica lo tenesse avvinto alle pareti. Molto di rado va a posarsi sugli alberi, per cui, nelle estese boscaglie dalle quali mancano le pareti rocciose, è del tutto assente. Dotato di un grido penetrante, acuto e forte, si ciba degli stessi alimenti preferiti dal muratore, al quale assomiglia inoltre per la curiosità e la facilità con cui cade negli agguati, per la addomesticabilità e la rapidità con cui si abitua agli inevitabili cambiamenti che si verificano quando sia posto in gabbia. Il tempo della nidificazione giunge per il Picchio Muratore Rupestre con la fine di aprile o il principio di maggio, epoca in cui la femmina depone le sue otto o nove uova macchiate di rosso sul fondo bianco, e le cova con grande assiduità. Il nido è collocato di solito su aspre pareti sotto la protezione di qualche sporgenza, e dall'esterno appare come una grande e solida costruzione di argilla con un tubo d'ingresso lungo da tre a cinque centimetri, che sfocia all'interno in una cameretta tappezzata di peli di capra, di bue, o di altri animali.

SITTELLA CAPINERA (Sittella pileata)

Fa parte di un gruppo di picchi muratori indigeni dell'Australia e distinti dagli altri per il becco sottile, foggiato a punteruolo e intaccato presso l'apice della mascella superiore; le ali raggiungono l'estremità della coda, breve e tronca. In lunghezza, la Sittella sta sui dieci centimetri, ne ha circa tre di coda e poco più di sette di ala; il suo piumaggio è nero sull'alto del capo, bruno-grigio con leggere striature longitudinali bruno-scure sul dorso e sul la nuca, bianco sulla fronte, sulla gola, sul petto, sul centro del ventre e in una striscia che passa al di sopra dell'occhio. I lati del petto e del ventre sono bruno-grigi, le penne remiganti bruno-nericce con una macchia tendente al rosso nel mezzo e la punta sfumata verso il grigio, mentre gli occhi sono giallastri, il piede è decisamente giallo e il becco giallo alla radice e nero all'apice. Le femmine si distinguono per la testa tutta nera e per il colorito generale più scuro. In branchi molto variabili di numero, le sittelle capinere si trattengono preferibilmente sugli alberi, tra i cui rami si muovono con grande agilità, arrampicandosi e tenendo spesso il capo all'ingiù, com'è generale costume della famiglia cui appartengono. Di indole molto timida, volano assai bene e velocemente, ma anch'esse hanno l'abitudine di non servirsi del volo per superare grandi distanze, limitandosi a brevi percorsi di spostamento dall'uno all'altro albero. Piccolo e simile nell'aspetto ad un nodo del legno, il nido di questi uccelli è tutt'altro che facile da scoprire, tanto più che essi hanno l'abitudine di collocarlo sui rami più alti ed aridi degli alberi, specialmente delle acacie. E' costruito con pezzetti di corteccia assicurati ai rami e ricoperti per mezzo di ragnatele, intessute ed a volte mescolate con frammenti di licheni.

Di solito, in settembre la femmina provvede alla cova delle proprie uova, in numero di tre e cosparse di macchioline verdi e tondeggianti sul fondo generalmente colorato di bianco.

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PICCHI MURAIOLI

Quella di cui stiamo per occuparci è una piccola famiglia o sotto-famiglia, comprendente un numero assai scarso di specie. A suo proposito sarà sufficiente parlare degli uccelli che la rappresentano nel Continente europeo, e che sono contraddistinti da corpo piuttosto tozzo, collo breve, testa grossa e becco sottile, quasi rotondo, acuto e dolcemente ricurvo sul davanti; i loro piedi sono forti e dotati di dita snelle che terminano in unghie grandi, acute e ricurve, le ali sono brevi e tondeggianti e la coda corta. La lingua ricorda quella dei picchi: lunga circa due centimetri, giunge fin quasi all'apice del becco, è puntuta come un ago, ma non altrettanto estensibile di quella delle specie appena citate. Non è stato ancora ben stabilito se, parlando di questi uccelli, sia necessario operare delle distinzioni tra le specie che abitano le regioni centrali e settentrionali d'Europa e quelle che vivono nel meridione europeo, nell'Africa e nell'Asia meridionale. Le caratteristiche che si riferiscono ai Picchi Muraioli in generale, tuttavia, li avvicinano talmente che, parlando della specie citata per prima, si finisce praticamente per esaurirne la descrizione generale.

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