Verso l'Impero Romano.
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Storia Antica Storia MedievaleLe campagne militari e le conquiste di Giulio Cesare STORIA ANTICA - VERSO L'IMPERO ROMANOCAIO GIULIO CESARECon la fine della guerra civile, Cesare riuscì ad attuare la sua politica anti-oligarchica: egli infatti sosteneva, da sempre, che per eliminare i problemi interni che travagliavano la vita della repubblica, era necessario costituire un nuovo ordinamento politico incentrato su una sola persona, rivolta a conciliare i vari interessi contrastanti nel nome del superiore interesse della collettività. Secondo Cesare i contrasti fra la nobiltà senatoriale e le nuove classi imprenditoriali dovevano essere risolti dalla presenza di un'autorità suprema e incorruttibile, capace di valutare la situazione e pronta a muoversi nell'interesse di tutta la collettività. L'istituzione della monarchia non fu imposta da Cesare con la forza, ma fu il frutto di un lento sviluppo dell'antico ordinamento repubblicano. Il potere monarchico infatti scaturì dalla somma delle magistrature repubblicane che vennero attribuite a Cesare. Egli infatti godeva della tribunicia potestas a vita, per cui la sua persona era "sacra ed inviolabile"; era riconosciuto da tutti con l'appellativo di imperator, cioè comandante supremo di tutti gli eserciti; dal 63 a.C. diventò pontefice massimo; ed infine, dopo la vittoria finale di Munda, venne nominato dittatore perpetuo. Ma non si deve pensare che Giulio Cesare sfruttasse queste onorificenze a titolo personale: egli durante il suo regno si dimostrò molto giusto ed interessato ai problemi anche dei ceti minori e dei sudditi. Non bisogna infatti trascurare il fatto che la forza politica di Cesare era costituita dal suo esercito, fedele al grande generale da tempo, dai veterani di guerra, a cui offrì terre in Italia e nelle province, e dalla plebe, che lo giudicava come il liberatore dai soprusi dell'oligarchia senatoriale. Ma il vero merito di Giulio Cesare fu la creazione di una entità statale con un'amministrazione e un potere adeguati alle nuove complesse esigenze. A questo proposito assume una notevole importanza la riforma cesariana del Senato e delle magistrature: il Senato venne aumentato di altri 100 magistrati (per lo più uomini di fiducia di Cesare) e il numero dei pretori, dei questori e degli edili venne accresciuto in modo da creare un apparato burocratico all'altezza dell'estensione dello Stato. Per meglio tutelare la sua posizione di sovrano assoluto, Cesare tolse parte dei poteri ai comizi tributi, affidando loro il compito di ratificare le sue decisioni. Questa ultima riforma, che può essere intesa come una mossa abile ma meschina, in realtà era tesa a ristabilire la parità fra i sudditi: infatti il Senato, che aveva già perso la sua capacità di deliberare ed era stato ridotto al ruolo di "consigliere del re", non avrebbe visto di buon occhio il mantenimento del potere legislativo da parte della plebe tramite i tribuni e i comizi. Cesare, libero quindi di promulgare leggi senza alcun ostacolo, si dedicò intensamente allo sviluppo della civiltà romana. In primo luogo egli intervenne a favore dei sudditi delle province, riordinando il sistema tributario e affidando alle stesse comunità dei contribuenti il controllo della riscossione delle imposte dirette; eliminò quindi il fenomeno dell'appalto delle imposte, che era spesso fonte di corruzione e sfruttamento; concesse la cittadinanza romana ai popoli della Gallia Cisalpina e il diritto latino ai Siciliani. Giulio Cesare emanò inoltre un'altra legge che prevedeva il riordino delle costituzioni dei vari "municipi" italiani: in questo modo vennero regolati più umanamente ed equamente i rapporti fra le città italiche e Roma, e quest'ultima divenne, anche nella realtà, semplicemente la capitale dello stato e non più la dominatrice. Non vi fu ramo dell'amministrazione pubblica a cui Cesare non dedicò la massima attenzione le sue cure: egli si fece promotore della riforma dei tribunali, della fondazione di nuove colonie atte a sviluppare i commerci in Gallia, in Spagna, in Macedonia e persino nel Mar Nero, dell'unificazione della moneta, del riordinamento dell'esercito e della diffusione della cultura anche fra gli strati più poveri della popolazione. La grande volontà innovatrice di Cesare si espresse anche nella realizzazione di grandi opere pubbliche, quali l'arginatura del Tevere, il prosciugamento delle Paludi Pontine e il rinnovamento edilizio della città di Roma. La capitale venne così abbellita con splendidi monumenti, tra i quali il Foro di Cesare, con la Basilica Giulia e il Tempio a Venere Genitrice. In molti edifici pubblici e privati vennero erette copie delle più celebri sculture greche e busti dei più illustri personaggi della vita politica romana. Ma con il passare del tempo Cesare si creò dei nemici. La drasticità di alcuni provvedimenti, la violazione aperta di tradizioni secolari e la poca considerazione degli uomini politici (ad esempio i senatori), provocarono una serie di dicerie e risentimenti che misero in cattiva luce la sua attività riformatrice. Nel tentativo di dimostrare la sua lealtà e per smentire le voci che lo accusavano di voler fondare una vera e propria dinastia ereditaria, Cesare nel febbraio del 44 a.C. rifiutò, alla presenza del pubblico, la corona offertagli dal suo luogotenente Marco Antonio. Mentre stava preparando un'ennesima spedizione militare contro i Daci e i Parti, destinata ad aprire ai commerci romani le vie dell'Oriente, Giulio Cesare venne assassinato con 33 pugnalate per mano di un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto e da Caio Cassio. Era il 15 marzo del 44 a.C. (le famose "idi di marzo" secondo il calendario romano) e per Roma incominciava un lungo periodo di confusione politica, nonostante l'intenzione dei congiurati di restaurare l'ordinamento repubblicano di un tempo.LA CRISILa morte di Cesare gettò la città di Roma nel caos; i congiurati, Bruto e Cassio, che speravano nel sostegno del popolo, vennero duramente attaccati dai legionari e dalla plebe, e accusati di voler reinstaurare la repubblica oligarchica. Il Senato, due giorni dopo l'omicidio di Cesare, stabilì di non voler procedere contro i congiurati; i quali, temendo per la propria incolumità, si rifugiarono temporaneamente in Oriente. Nell'aprile del 44, dall'Epiro entrò a Roma Caio Ottaviano, pronipote di Giulio Cesare, coll'intenzione di presentarsi come legittimo erede delle sue proprietà e cariche. Contemporaneamente gli uomini di fiducia di Cesare, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido, si proposero al Senato come ideali continuatori della politica cesariana. Nel 44 a.C. il Senato elesse al consolato Marco Antonio e affidò la provincia della Spagna Citeriore e la carica di pontefice massimo a Lepido. Nel giugno dello stesso anno Marco Antonio, con una legge sulle province, tentò di impadronirsi delle Gallie (Cisalpina, Narbonense, Celtica e Belgica), ma la sua manovra fu coraggiosamente sventata da Cicerone, che lo accusò di furto di fronte all'opinione pubblica. Nella complessa situazione politica si distinsero tre diverse tendenze: un primo partito, capeggiato da Bruto e Cassio, che dall'oriente sostenevano la tesi repubblicana; un secondo partito, guidato da Marco Antonio e Lepido, che si batteva per la distruzione dell'ordinamento repubblicano; e una terza fazione più moderata, che aveva come portavoce Cicerone e che proponeva la fusione delle due ideologie e la costituzione di uno Stato repubblicano guidato da un solo uomo (in questo caso da Ottaviano, ben visto da Cicerone). All'inizio del 43 a.C. Marco Antonio, che era stato accusato duramente da Cicerone, radunò le sue truppe e partì alla conquista della Gallia Cisalpina; ma a Modena fu raggiunto dall'esercito consolare guidato da Ottaviano e, dopo essere stato sconfitto, si vide costretto a fuggire in Provenza. Ottaviano, tornato a Roma, chiese al Senato di essere eletto console, ma non fu accontentato poiché nel frattempo i nobili magistrati si erano appoggiati a Cassio e Bruto. Di fronte al rifiuto, Ottaviano non esitò a ripetere le gesta di Giulio Cesare e, dopo aver occupato la capitale con il suo esercito, si fece eleggere console e condannò gli assassini di Cesare, Cassio e Bruto, che furono costretti a rifugiarsi in Asia Minore. Resosi subito conto di non poter contrastare da solo l'irruenza del Senato, e preoccupato di una possibile invasione da parte di Marco Antonio e Lepido, decise di accordarsi con questi ultimi. Nel novembre del 43 Ottaviano, Lepido e Marco Antonio si incontrarono nei pressi di Bologna e programmarono una politica comune che peraltro prevedeva l'istituzione di un Triumvirato quinquennale. Secondo gli accordi Lepido avrebbe ricoperto la carica consolare durante l'anno 42 a.C. mentre Ottaviano e Marco Antonio si sarebbero dovuti occupare della restaurazione dell'ordine in oriente. A differenza del Primo Triumvirato, quello fra Cesare, Crasso e Pompeo, questo non era più strutturato come un semplice patto privato ma, dopo essere stato approvato dai comizi tributi, assunse l'importanza di una magistratura. Non avendo più rivali, i triumviri inaugurarono il loro governo con una politica terroristica volta all'eliminazione di tutti i possibili nemici. Fra i condannati a morte, tra cui molti senatori e tantissimi cavalieri, vorremmo ricordare Cicerone, colpevole di aver accusato giustamente Marco Antonio due anni prima.IL SECONDO TRIUMVIRATODopo aver abusato del loro potere per una lunga serie di vendette personali, Marco Antonio e Ottaviano partirono per l'Oriente, dove Cassio e Bruto avevano occupato le province dell'Asia Minore e dell'Illirico. Nell'autunno del 42 i due triumviri ebbero la meglio e nella battaglia di Filippi in Macedonia costrinsero al suicidio Bruto e Cassio; gli eserciti dei due repubblicani furono inglobati nelle legioni romane e ricondotti a Roma. Al ritorno da Filippi, lo Stato venne così diviso in due sfere di influenza ben precise, mentre Lepido venne messo in disparte: Ottaviano ottenne il governo dell'occidente e Marco Antonio quello dell'oriente. Questa suddivisione diede vita ad una sorta di antagonismo fra i due triumviri, che li avrebbe portati allo scontro frontale di undici anni dopo. La difficile situazione politica comunque li impegnò per lungo tempo nella riorganizzazione dello Stato, minacciato su vari fronti. Ottaviano fu impegnato contro Sesto Pompeo (ultimo esponente dei pompeiani), il quale dopo essersi impossessato della Sicilia e della Sardegna, dominava il Mar Tirreno con i suoi ribelli; Marco Antonio fu impegnato nella guerra contro i Parti, conclusasi con la sua sconfitta nel 36 a.C. Così, mentre Ottaviano tornava a Roma vincitore e, dopo aver riconquistato Sicilia e Sardegna, Marco Antonio chiedeva al Senato altre milizie e altri fondi per riprendere la guerra contro i Parti. A peggiorare la situazione di Marco Antonio contribuì anche la sua relazione con la regina dell'Egitto, Cleopatra. Inoltre Marco Antonio, che conviveva con la principessa ad Alessandria d'Egitto, commise un'altra leggerezza poco gradita al popolo romano, sempre avverso alle culture orientaleggianti: assegnò ai tre figli avuti da Cleopatra i regni di Siria, Armenia e Cirenaica in segno di amicizia verso il popolo egiziano. Approfittando di questo episodio, che andava a svantaggio di Roma, Ottaviano denunciò Marco Antonio al popolo, accusandolo di essersi lasciato corrompere e di agire contro gli interessi della repubblica. L'iniziativa ebbe molto successo e, mentre le città italiane prestarono giuramento di fedeltà ad Ottaviano, il Senato dichiarò guerra alla regina Cleopatra, accusandola di essersi impossessata di territori appartenenti allo Stato romano. Nel settembre del 31 a.C. la flotta di Ottaviano inflisse, ad Azio, una pesantissima sconfitta all'esercito egiziano che, nonostante la superiorità numerica, dovette cedere di fronte all'abilità tattica del giovane generale. Marco Antonio e Cleopatra furono costretti a rifugiarsi ad Alessandria d'Egitto, dove furono raggiunti l'anno successivo dall'esercito di Ottaviano. Antonio, piuttosto di cadere vivo nelle mani del nemico, si tolse la vita; allo stesso modo Cleopatra, dopo essere stata fatta prigioniera, si fece mordere da un aspide per evitare l'umiliazione di essere trascinata in catene al seguito di Ottaviano durante il suo trionfo. Il generale romano non trasformò l'Egitto in una ennesima provincia della capitale ma preferì attribuirsi il ruolo di successore di Cleopatra. In questo modo, fattosi eleggere faraone, si assicurò il possesso personale del regno egizio, che fu governato da un gruppo di suoi fidati. Il passaggio dall'ordinamento repubblicano alla costituzione dell'impero apre un nuovo periodo storico.PICCOLO LESSICOASPIDESerpente velenoso diffuso nell'Africa occidentale e settentrionale; caratteristica la sua proprietà di irrigidirsi, se stuzzicato in un punto del collo.EQUITESLetteralmente significa "cavalieri". Con questo nome viene indicata la classe degli imprenditori, dei grossi commercianti e degli speculatori che verso il 220 a.C. incominciò ad assumere un ruolo molto importante nella vita politica romana. Con il passaggio dalla repubblica all'impero, i cavalieri, persa parte della loro autorità, parteciparono attivamente all'amministrazione dello Stato, occupando le varie cariche della burocrazia romana.FOROCentro urbano, presso gli antichi Romani, generalmente a pianta quadrata con doppio ordine di portici; luogo di riunioni e di affari, dove si tenevano le riunioni politiche e giudiziarie e si svolgeva tutta la vita cittadina. Il f. per antonomasia fu il forum romanum (detto anche magnum), situato tra la valle paludosa compresa fra il Quirinale, il Viminale, il Palatino e il Campidoglio, che fu in seguito prosciugata.HOMO NOVUSLetteralmente quest'espressione significa "uomo nuovo" ma il suo vero senso è molto più profondo e complicato. L'uomo nuovo è colui che per i suoi meriti personali è riuscito a raggiungere una carica di prestigio, pur non appartenendo ad una famiglia nobile. Nella vita politica romana era il primo uomo di famiglia che, nominato senatore, entrava a far parte della nobilitas. L'Homo novus per eccellenza è Caio Mario che nel 107 a.C. venne eletto al consolato per volontà popolare, nonostante il rifiuto del Senato.NOBILITASIl significato è molto chiaro "nobiltà". Ma nell'ambito della vita sociale romana i veri nobili non erano considerati tali per determinate ricchezze oppure per una tradizione secolare: la nobilitas romana era costituita dai discendenti dei senatori e dei consoli in carica negli anni precedenti.OLIGARCHIAQuesto termine deriva dal greco (oligoi = pochi, -archia = governo) e significa appunto "governo di pochi". L'oligarchia prevede quindi la sottomissione di tutta la popolazione sotto il governo di una classe specifica, che può essere la più ricca, la più potente oppure quella nobile. Nel caso di Roma stiamo evidentemente parlando di un'oligarchia senatoriale e quindi nobiliare.PERSONAGGI CELEBRIMARCO ANTONIO(83 ca.-30 a.C.). Ex-luogotenente di Giulio Cesare, alla sua morte salì al potere, grazie al Secondo Triumvirato, con Ottaviano e Lepido. Dopo aver vinto la battaglia di Filippi contro i repubblicani e perso quella espansionistica contro i Parti, si trasferì ad Alessandria d'Egitto in compagnia di Cleopatra. Per aver donato delle terre della repubblica ai figli della principessa, fu attaccato dai legionari di Ottaviano che, dopo averlo battuto ad Azio, lo raggiunsero nella capitale del regno egizio. Piuttosto di cadere vivo nelle mani dell'odiato generale romano, Marco Antonio si tolse la vita nel 30 a.C..LUCIO SERGIO CATILINA(109-62 a.C.). Patrizio romano; esponente del patriziato più turbolento e inquieto. Presunto capo di una congiura che avrebbe preparato la rivolta armata, fu in realtà un uomo mandato avanti dagli aristocratici romani, per saggiare una situazione difficile. Denunziato da Cicerone al Senato e sopraffatto dalla sua eloquenza, fuggì da Roma, poi, riuniti i ribelli, affrontò l'esercito consolare a Pistoia dove fu sconfitto ed ucciso. Cicerone, dopo essersi sbarazzato con metodi non del tutto legali di Catilina e delle figure minori del movimento, lasciò indisturbati i mandanti, che, pure, erano noti a tutti.MARCO PORCIO CATONEDetto il Censore. Giureconsulto, oratore e uomo politico romano. Divenne presto notissimo in Roma per l'austerità dei costumi, l'integrità del carattere, l'eloquenza vigorosa. Dopo essersi segnalato per le sue qualità militari ed aver ricoperto vari uffici pubblici, con brillanti risultati, fu fatto console. Come tale combatté con buoni risultati in Spagna; nominato censore (184), flagellò senza pietà i vizi che trascinavano la Repubblica a sicura rovina; fra l'altro cacciò da Roma il filosofo Carnèade il quale insegnava il disprezzo degli Dei. Osò perfino censurare la famiglia degli Scipioni per lo sfrenato lusso, si che il grande Scipione dovette ritirarsi in esilio nella sua villa a Literno. Scrisse varie opere, di cui ricordiamo le Origines, le Orazioni, il De Agricultura.MARCO TULLIO CICERONE(106-42 a.C.). Nato ad Arpino da una famiglia molto ricca ma non nobile, grazie ai suoi studi di giurisprudenza e di filosofia e alla sua innata abilità oratoria, intraprese con successo la professione di avvocato e nel 75 venne eletto questore nella Sicilia occidentale. La sua attività politica fu molto intensa e per sua voce vennero scoperte varie truffe perpetrate ai danni dello Stato: ricordiamo la congiura di Catilina e la "Legge della permutazione delle province" di Marco Antonio. Morì nel 42 a.C., condannato a morte dal Secondo Triumvirato e più precisamente per volontà di Marco Antonio, suo acerrimo rivale. Oltre che per la sua attività politica, Cicerone è rimasto famoso come il divulgatore della filosofia greca nel mondo romano.CLEOPATRA(70 ca-30 a.C.). Figlia di Tolomeo XI, salì al trono del regno d'Egitto nel 47 a.C., aiutata da Giulio Cesare contro il fratello Tolomeo XII. Più che per il valore politico, Cleopatra è passata alla storia per la sua bellezza e il suo fascino che, in tempi diversi, rapirono l'attenzione di due grandi condottieri romani: Giulio Cesare e Marco Antonio. Nel 30 a.C., dopo essere stata catturata da Ottaviano e fatta prigioniera, preferì suicidarsi facendosi morsicare da un aspide piuttosto che subire l'umiliazione di essere trascinata al seguito di Ottaviano durante il suo trionfo a Roma.CORNELIAEra la più giovane delle figlie di Scipione l'Africano e, sposatasi con Tiberio Sempronio Gracco, diede alla luce Tiberio e Caio, i quali dopo essere stati eletti tribuni della plebe nel 133 e nel 123 si distinsero per i loro ideali democratici e altamente civili. Un aneddoto racconta che Cornelia, ad una matrona che le mostrava i suoi ricchi monili, additò come suoi gioielli più preziosi i due figli. Quando Tiberio fu assassinato, Cornelia si ritirò in una villa a Miseno, dove ospitò un gran numero di letterati e filosofi. Il popolo romano, in segno di ammirazione verso la donna, fece erigere una colonna in suo onore, quando era ancora viva, con questa scritta "A Cornelia, madre dei Gracchi."LUCIO CORNELIO SILLA(138-78 a.C.). Nell'88 a.C., per difendere il suo consolato, Silla non esitò ad entrare in Roma, alla testa dell'esercito. Per la prima volta nella storia romana un generale entrò nella città armato non per difendere la repubblica ma per placare un contrasto interno. Silla governò in modo tirannico, facendosi odiare dai cittadini più poveri; per eliminare la concorrenza dei nemici introdusse le "tavole di proscrizione" che contenevano i nomi delle persone che, giornalmente, venivano condannate a morte. Morì nel 78 a.C. dopo essersi ritirato a vita privata nei suoi terreni in Campania.RIASSUNTO CRONOLOGICO200 a.C.: Inizia la Seconda Guerra Macedone. 197 a.C.: Battaglia di Cinocefale. 196 a.C.: Pace di Tempe con i Macedoni. 191 a.C.: Guerra contro la Siria e vittoria romana alle Termopili. 188 a.C.: Pace di Apamea con la Siria di Antioco III. 149 a.C.: Inizia la Terza Guerra Punica. 148 a.C.: Soppressa la ribellione in Macedonia, che viene trasformata in provincia. 146 a.C.: Fine delle Guerre Puniche con la distruzione di Cartagine e di Corinto. 138 a.C.: Soffocata la rivolta dei Lusitani in Spagna. 136-132 a.C.: Rivolta degli schiavi in Sicilia. 133 a.C.: Viene assassinato Tiberio Gracco nell'anno del suo tribunato. 133-129 a.C.: Il regno di Pergamo, lasciato in eredità ai Romani da Attalo III, insorge contro Roma. Con la vittoria dei Romani viene costituito provincia con il nome di "Asia". 123-122 a.C.: Caio Gracco è tribuno della plebe. 121 a.C.: L'insurrezione aristocratica costringe Caio a rifugiarsi sull'Aventino, dove si farà uccidere. 111-105 a.C.: Guerra contro Giugurta. 102-101 a.C.: Mario sconfigge i Cimbri e i Teutoni. 98-91 a.C.: Scoppia la guerra sociale. 88 a.C.: Silla entra con i suoi uomini in Roma. 87 a.C.: Silla parte per l'oriente contro Mitridate. 86 a.C.: Mario, che con Cinna si era imposto con la forza in sostituzione di Silla, muore improvvisamente. 85 a.C.: Pace di Dardano fra Silla e Mitridate. 83 a.C.: Silla rientra a Roma e scoppia la guerra civile. 82 a.C.: Silla instaura la dittatura che deporrà nel 79 a.C. 78 a.C.: Morte di Silla. 76 a.C.: Pompeo si reca in Spagna per reprimere la ribellione democratica guidata da Sertorio. 73-71 a.C.: Guerra servile guidata da Spartaco. 72 a.C.: Sertorio ucciso a tradimento; Crasso contro Spartaco. 70 a.C.: Pompeo e Crasso consoli. 66-62 a.C.:Pompeo elimina Mitridate e riorganizza l'Asia Minore. 63 a.C.: Cicerone sventa la congiura di Catilina. 60 a.C.: Primo Triumvirato. 58 a.C.: Cesare conquista la Gallia barbarica. 52 a.C.: Pompeo viene eletto dal Senato console senza collega. 49 a.C.: Cesare fa scoppiare la guerra civile varcando in armi il Rubicone. 48 a.C.: Pompeo viene assassinato da Tolomeo in Egitto. 46 a.C.: Dopo la battaglia di Tapso, Cesare celebra i trionfi. 45 a.C.: Vittoria di Munda contro i Pompeiani. 44 a.C.: Muore Giulio Cesare. 43 a.C.: Ottaviano torna in Italia e, dopo aver sconfitto Marco Antonio a Modena, stipula con lui e Lepido il Secondo Triumvirato. 42 a.C.: Lepido è console, mentre Ottaviano e Antonio vincono a Filippi, in Macedonia, gli assassini di Cesare. 31 a.C.: Vittoria ad Azio di Ottaviano contro la flotta egizia. 30 a.C.: Ottaviano entra in Alessandria d'Egitto; Marco Antonio e Cleopatra si tolgono la vita. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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