Geografia Africa Territorio Storia Economia del Madagascar.
La bandiera del Madagascar e l'inno Mappa del Madagascar che mostra le principali città di questo paese insulare nell'Oceano Indiano Il Libro dei Fatti del Madagascar Foto La bandiera Due bande orizzontali uguali di rosso (in alto) e verde con una banda bianca verticale della stessa larghezza sul lato sollevatore; per tradizione, rosso sta per sovranità, verde per speranza, bianco per purezza. GEOGRAFIA - AFRICA - MADAGASCARPRESENTAZIONEIl Madagascar è costituito dalla grande isola omonima e da alcune isolette costiere; si trova nell'Oceano Indiano sud-occidentale, e dista dal Mozambico, nel punto di maggior vicinanza, 400 km circa. Quarta isola del mondo per estensione, il Madagascar ha una superficie di 587.041 kmq e 29.452.714 (2024) abitanti con una densità media di 26 abitanti per kmq. Il quadro etnico è molto complesso. I Merina sono il gruppo più numeroso (26%). Folto è anche il gruppo dei Betsimisaraka (15%): tra gli altri gruppi, circa una ventina, sono da ricordare i Betsileo (12%), i Tsimihety (7%) e i Sakalawa (6%). Lingue ufficiali sono il francese e il malagasy. Il 52% della popolazione pratica culti animistici mentre il 21,3% è cattolico, il 19,7% è protestante e il 7% è musulmano. Già colonia francese, il Madagascar divenne indipendente nel 1960. Modificata nel 1992, e successivamente nel 1998, la Costituzione prevede un Parlamento formato da un'Assemblea Nazionale (150 membri eletti a suffragio universale per 4 anni) e da un Senato (per 2/3 scelto a livello dipartimentale e regionale, e per 1/3 nominato dal capo dello Stato). Il presidente della Repubblica nomina e revoca il primo ministro, capo dell'Esecutivo. L'unità monetaria è il franco malgascio. La capitale è Antananarivo (1.052.835 ab.). IL TERRITORIOQuesta grande isola è attraversata longitudinalmente da una formazione rocciosa che digrada verso Est e più dolcemente verso Ovest e che dà luogo a un vasto, irregolare e scosceso altipiano di altitudine non superiore ai 1.500 m. La vetta più alta del Madagascar è situata nel Nord (Monte Maromokotro, nel massiccio del Tsaratanana, 2.876 m). Diffuse sono le formazioni d'origine vulcanica. I fiumi principali del Paese scorrono verso Ovest, gettandosi nel Canale di Mozambico: tra essi, il Betsiboka, il più lungo, il Sofia, il Mangoky, l'Onilahy. La costa orientale si presenta stretta e sabbiosa, mentre a Ovest è rocciosa ma piuttosto uniforme. Il litorale nord-occidentale è fronteggiato da isole e quello orientale presenta formazioni coralline che rendono oltremodo pericoloso l'approdo delle navi. Per questo motivo i Francesi hanno unito le lagune costiere dell'Est mediante un sistema di canalizzazione, il Canale Pangalane, che rappresenta un passaggio sicuro per le imbarcazioni. La costa orientale del Madagascar presenta un clima caldo-umido, favorito tuttavia da un'abbondante piovosità; l'Ovest ed il Sud sono invece prevalentemente aridi, con piogge stagionali. Gli altipiani centrali sono costantemente battuti dagli alisei e devastati da cicloni periodici. UN'ISOLA TRA ASIA E AFRICAIl Madagascar è la quarta isola del mondo per estensione e possiede caratteristiche, per molti aspetti, uniche e irripetibili.Geologicamente appartenente all'Africa, si staccò dal continente milioni di anni fa, racchiudendo un ambiente naturale unico e prezioso, miracolosamente conservato fino ad oggi grazie all'isolamento geografico. Per questo motivo l'isola è considerata un santuario ecologico. Anche la sua popolazione è particolare: rivendica un'identità autonoma e non vuole riconoscersi nell'una o nell'altra delle varie etnie che hanno contribuito alla sua formazione. Infatti le 18 etnie del Paese sono il risultato di ondate migratorie sovrappostesi a partire dal I secolo a.C. Queste migrazioni si diressero dapprima sulle montagne, dove si costituirono i primi regni indigeni, embrioni della coscienza nazionale, da cui sarebbe poi partita la lotta per l'indipendenza. Le coste invece restarono zone di passaggio e di scambio tra culture e influenze diverse. Tutt'ora, le differenze all'interno delle popolazioni non sono tanto marcate dall'appartenenza ai diversi gruppi etnici, quanto dalla divisione tra genti della montagna e abitanti della costa. Se alcuni aspetti del Madagascar (le savane, gli zebù, le tribù d'indigeni) sembrano rivelare l'identità africana, altri, come le risaie a terrazze, i mercanti indiani e cinesi, le danzatrici, sottolineano l'influsso asiatico, che rimane l'elemento dominante, testimoniato anche da fattori quali i tratti somatici della popolazione, il sistema di scrittura e la superstizione popolare codificata in antichi testi magici. Infine i coralli, le palme e le piroghe a bilanciere richiamano l'Oceania mentre le chiese, le missioni e l'impostazione dell'amministrazione pubblica ricordano la dominazione coloniale francese. Google map Mappa del Madagascar che mostra le principali città di questo paese insulare nell'Oceano Indiano. L'ECONOMIAIl Madagascar è un Paese in prevalenza agricolo ed arretrato, malgrado il tentativo di sviluppo condotto dal Governo socialista.Quest'ultimo ha infatti riorganizzato il settore agricolo in una struttura cooperativistica, ma prevalgono tuttora le piccole proprietà, dove si coltivano prodotti destinati al consumo interno. Fra le colture di sussistenza troviamo la manioca, le patate, le patate dolci e soprattutto il riso coltivato nei terreni irrigati, in quelli paludosi e perfino in quelli asciutti, sebbene con rendimento molto scarso. Le colture di piantagione, destinate all'esportazione, occupano una minima parte dei terreni. Il caffè è prodotto nelle valli centrali dell'altopiano, mentre la canna da zucchero è coltivata nel Nord. Notevole importanza hanno anche le spezie, il cotone e il tabacco. Il settore industriale è costituito unicamente da piccoli stabilimenti alimentari e tessili, legati all'agricoltura. Recentemente è stato incrementato lo sfruttamento delle risorse del sottosuolo (grafite, mica, cromite, uranio, diaspri, ametiste, granati, zaffiri). I rapporti commerciali con l'estero si svolgono essenzialmente con la Francia, dalla quale vengono importati generi alimentari. Il Madagascar esporta quasi esclusivamente i prodotti agricoli più pregiati, in particolare le spezie. Le strade (49.837 km, di cui 5.781 asfaltate) sono di difficile percorribilità, mentre resta insufficiente la rete ferroviaria (circa 1.000 km). I porti principali sono Tomasina, Mahajanga, Toliary e Antsiranana; gli aeroporti principali sono localizzati ad Antananarivo, ad Arivonimamo, a Toamasina e a Toliary. CENNI STORICIAttraverso una serie di trasmigrazioni iniziate già in era precristiana, l'isola del Madagascar veniva occupata da popolazioni asiatiche, in particolare da navigatori malesi-polinesiani che costituirono nel continente africano una comunità geograficamente ed etnicamente differente dalle altre. S'ignorano i motivi che li spinsero fin lì, ma sappiamo che il loro arrivo non fu accidentale; al contrario, questo viaggio si ripeté più volte tra il I e il V secolo d.C. Verso il XVI secolo, gruppi di commercianti originari delle Comore fondarono una serie di porti distrutti poi dai Portoghesi tra il 1506 e il 1507. Non trovando traccia d'oro, né di avorio o di spezie, i Portoghesi si disinteressarono però al territorio. A partire dal XVI secolo, si formarono le prime Monarchie sakalava sulla costa occidentale, i Regni betsileo sulla costa opposta e, nel XVII secolo, il Regno di Merina o Imerina nella parte orientale dell'altopiano centrale. Un secolo più tardi, quest'ultimo, con il re Nanpoina, avviò il processo di unificazione che fu completato da suo figlio Radama I (1810-1828). Il contatto con Arabi ed Europei, sempre più frequente, fu sfruttato da Radama per organizzare un esercito moderno e creare una scrittura con l'alfabeto latino per la lingua malgascia. I malgasci rappresentarono, alla fine del secolo XVIII, uno Stato unitario e ben organizzato che riuscì ad opporsi alla conquista coloniale fino al 1895, anno della conquista francese. Il colonialismo disboscò le foreste per far spazio alle piantagioni di canna da zucchero, cotone e caffè. Compagnie straniere s'impossessarono delle terre migliori e i contadini furono costretti a lavorare come schiavi. La lotta per ottenere diritti politici e miglioramenti economici portarono ad un'insurrezione tra il 1947 e il 1948, repressa dall'esercito francese con un saldo di parecchie migliaia di morti. L'amministrazione coloniale controllò da quel momento il processo di transizione verso l'indipendenza, proclamata nel 1960. La nuova Repubblica Malgascia, sotto la presidenza di Philibert Tsiranana, leader del Partito socialdemocratico (PSD), diede prova di una stabilità politica inconsueta per i Paesi africani di recente indipendenza e Tsiranana fu rieletto nel 1965 e nel 1972. Nel 1972, però, fu costretto a dimettersi in seguito a gravi disordini e conferì pieni poteri al generale Ramanantsoa, il quale sciolse l'Assemblea Nazionale e il Senato e fece approvare, con un referendum, la soppressione della carica di presidente della Repubblica e l'abolizione della Costituzione del 1959. Un periodo d'instabilità di tre anni culminò, nel 1975, con la nomina di Didier Ratsiraka alla carica di primo ministro. Ratsiraka intraprese una politica d'orientamento socialista e indisse un referendum con il quale, in forma massiccia, fu approvata la sua nomina settennale alla guida dello Stato. Fu adottata una Carta della rivoluzione socialista malgascia, che divenne la base della nuova Costituzione. Il 30 dicembre 1975 lo Stato prese il nome di Repubblica Democratica del Madagascar. Nel 1980 la caduta dei prezzi internazionali dei principali prodotti d'esportazione provocò una crisi economica che costrinse il Governo a imporre misure d'austerità. Lo scontento aumentò in alcuni settori sociali e il Governo rispose con una dura repressione. Nel 1982 si svolsero nuove elezioni e Ratsiraka fu rieletto con l'80% dei voti (venne in seguito rieletto anche nel 1989, con il 67,2% dei suffragi). Il suo mandato fu caratterizzato da un orientamento riformista. Egli restaurò il multipartitismo e nel marzo del 1990 chiamò nel suo Gabinetto vari ministri dell'opposizione. Nel 1991, di fronte a una serie di manifestazioni di piazza, il Governo decretò lo stato d'emergenza. Il Comitato dell'opposizione chiese le dimissioni di Ratsiraka e nominò un Governo di transizione. Nel 1992 fu creata una commissione multipartitica al fine di elaborare una nuova Costituzione e furono indette elezioni presidenziali per l'agosto dello stesso anno. In quel mese, la nuova Carta costituzionale fu approvata da un referendum e Albert Zafy fu eletto presidente, con il 66,2% dei voti, contro il 33,8% di Ratsiraka. La situazione economica e sociale del Paese, uno dei più poveri del mondo, era disastrosa. Il reddito pro capite era aumentato di pochissimo tra il 1976 e il 1992, passando da 200 e 300 dollari annui. Nel 1994 il Governo introdusse una serie di misure di austerità, suggerite dal FMI, le quali non fecero che aggravare le tensioni sociali. Alla fine di quell'anno, varie manifestazioni di massa si opposero all'applicazione di queste misure. Nel 1996 una mozione di sfiducia al Governo, approvata nell'Assemblea Nazionale, provocò la formazione di un nuovo Consiglio dei ministri. Accusato di violazione della Costituzione, il presidente Zafy si dimise in settembre. Nelle elezioni presidenziali indette dopo le sue dimissioni, Didier Ratsiraka divenne nuovamente presidente, ottenendo il 65% dei voti. Nel 1997 la situazione sociale e sanitaria del Paese peggiorò. Malattie come la malaria ebbero una recrudescenza tra la popolazione più povera. Secondo la FAO, i tre quarti della popolazione soffrivano di malnutrizione. Una modifica alla Costituzione, approvata per referendum nel 1998, conferì maggiori poteri al presidente. L'opposizione, rappresentata dal Comitato delle forze vive, boicottò la consultazione elettorale e attribuì al Governo propositi dittatoriali. Nei primi mesi del 2000 una serie di cicloni colpì vaste aree del Paese, provocando rovinose inondazioni, centinaia di vittime e migliaia di senzatetto. Le elezioni del 18 marzo 2001 terminarono con la vittoria del partito di governo, l'AREMA, che conquistò 49 dei 60 seggi dei senatori designati dai grandi elettori. A maggio, dopo 29 anni, venne riaperto il Senato. A dicembre le elezioni presidenziali diedero un risultato controverso: al termine dello spoglio fonti governative assegnarono il 46,2% dei voti al candidato dell'opposizione Mare Ravalomanana, sindaco di Antananarivo, e il 40,8% al presidente uscente Ratsiraka. Non avendo nessuno dei due candidati raggiunto la maggioranza assoluta, si rendeva necessario il secondo voto di ballottaggio. Tuttavia Ravalomanana accusò il rivale di brogli e irregolarità, sostenendo di aver vinto al primo turno con il 52,1% dei voti contro il 36,6% del rivale. Nel febbraio 2002 un alto commissario malgascio, accompagnato da diversi giudici e magistrati, proclamò Ravalomanana presidente del Madagascar. Poiché Ratsiraka non accettò il verdetto, nel Paese esplosero gravi disordini e violenze tra i sostenitori dei due rivali politici, in seguito ai quali Ratsiraka impose la legge marziale ad Antananarivo. Ad aprile, per uscire dall'impasse politico, la Corte Suprema impose un nuovo computo dei voti delle elezioni di dicembre, al termine del quale l'incarico di presidente venne assegnato a Ravalomanana. Tuttavia il rifiuto di Ratsiraka a piegarsi al verdetto alimentò nuovi scontri di piazza. Il Madagascar e l'Africa LA CAPITALEAntananarivo(1.052.835 ab.). Capitale del Madagascar e capoluogo dell'omonima provincia (58.283 kmq; 3.483.236 ab.). Precedentemente chiamata Tananarive, sorge su un altopiano centrale dell'Imerina, a 1.200 m s/m. Fu occupata nel 1895 dai Francesi che ne impostarono la struttura urbanistica. La parte vecchia della città conserva ancora le tipiche costruzioni in stile malgascio in legno e muratura con tetti aguzzi (antiche dimore regie e patrizie). Tra queste costruzioni: i palazzi Mahitsielafaniaca (1796), della Regina (1839-40), Mananmpsisâ (1866) e la Casa d'Argento.News dal Cyberspace Worldwide ... 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