Geografia Italia Territorio Storia Economia Cultura della Calabria.
Regione Calabria le Province i Comuni Parco Nazionale dell'Aspromonte Parco naturale regionale delle Serre Riserva naturale marina "Capo Rizzuto" L'industria siderurgica in Calabria prima dell'Unità d'Italia Dalle origini al dominio romano Il periodo bizantino e il Basso Medioevo La conquista normanna e la nascita del sistema feudale La Calabria dai moti sanfedisti all'Unità Il grande esodo e la nascita di una nuova identità IL percorso artistico e culturale Dall'era paleolitica all'Età del Ferro Le poleis magno-greche dall'VIII al III secolo a.C. La cultura medievale occidentale in Calabria Dall'età aragonese all'età borbonica Calabria Puglia e Calabria, Ducato di Reggio Calabria nell'enciclopedia Il percorso artistico e culturale Le città GEOGRAFIA - ITALIA - CALABRIALa Calabria contemporaneaNel corso del XVII secolo, grazie anche all'apporto dei Francescani Riformati e dei Cappuccini, rinvigorisce la tradizione locale dell'intaglio, particolarmente vivace nei centri-foyers di Rogliano, Serra San Bruno e Morano Calabro. Di notevole interesse sono gli sviluppi dell'arte serica, dei tessuti e quelli della lavorazione dell'argento, che rispettivamente continuano la tradizione bizantina della coltura del baco da seta e quella greco-romana dell'estrazione mineraria. La produzione pittorica si adegua soprattutto alle esigenze delle committenze degli ordini e istituti religiosi e delle diocesi, ma rivela spiccate individualità: pittori di cultura napoletano-romana, propensi verso Luca Giordano, Pietro da Cortona e Sebastiano Conca (Vibo Valentia); Francesco De Mura, Pompeo Batoni e di nuovo Conca (Reggio e Cosenza); Giordano, Francesco Solimena e sempre Conca (Tropea). Nell'esame globale di questa produzione risulta evidente una differenza, dovuta probabilmente alla diversa situazione economica e politica, tra quella più diffusa e di buon livello del versante tirrenico e l'altra più episodica dell'area jonica, dove operano pittori che guardano sia al passato riformistico, sia alle novità napoletano-romane. Prosegue il filone delle importazioni di opere d'arte da Napoli, ma si allarga l'interesse verso Roma, la Sicilia, le Puglie, mentre a Morano si registra di nuovo un'episodica attenzione per la cultura artistica veneta. Dopo un periodo di arresto dovuto al terremoto del 1783, l'attività artistica locale riprende energicamente. L'Ottocento si afferma seguendo le tendenze dell'Accademia napoletana. Vario e articolato è il panorama della seconda metà del secolo dando vita a fenomeni locali molto interessanti; la "scuola di Cortale", ad esempio, sviluppa i temi legati alla natura secondo l'insegnamento di Filippo Palizzi. Cefaly, il suo fondatore, si distingue anche per interessi filo-fiorentini che gli permettono di collaborare con Federico Andreotti. In questa direzione si colloca la più grande iniziativa dell'epoca: la decorazione del castello di Corigliano Calabro. Il "morellismo" è un fenomeno già diffuso all'inizio del XX secolo: sono attivi, oltre a pittori di altre parti d'Italia, i calabresi Rocco Ferrari, Enrico Salfi e Carmelo Zimatore. Interessanti sviluppi verso il Liberty arrivano dalle nascenti scuole d'arte, soprattutto nell'area catanzarese e reggina. Particolarmente significativo è il lungomare di Reggio, uno dei più belli d'Italia, che viene ricostruito dopo il terremoto del 1908. Nella prima metà del XX secolo si distinguono Francesco Jerace, scultore attento a soluzioni idealiste, e Alfonso Frangipane, pittore e critico d'arte che pone le basi per una nuova ricerca artistica locale. Importanti anche gli apporti dati da artisti calabresi al Futurismo, nonché le più recenti introspezioni poetiche di Enotrio Pugliese, Angelo Savelli e Mimmo Rotella.I BRONZI DI RIACELe due sculture furono ritrovate nel mar Ionio, a 7-8 metri di profondità e a 300 metri dalle coste di Riace in provincia di Reggio Calabria, nel 1972. L'eccezionalità del ritrovamento fu subito evidente, date le poche statue originali che ci sono giunte dalla Grecia. Le due statue furono trasportate a Firenze, dove è stato curato il restauro presso l'Opificio delle Pietre Dure, uno dei più specializzati laboratori di restauro del mondo. Nel 1980 furono esposte in una mostra e poi trasportate nel Museo Archeologico di Reggio Calabria dove sono tuttora esposte.L'analisi stilistica e quella scientifica sui materiali e le tecniche di fusione hanno entrambe determinato la differenza sostanziale tra le due statue, che sono da attribuirsi a due differenti artisti ignoti e a due epoche distinte. Gli archeologi le indicano come statua A e statua B, altri li chiamano, rispettivamente, il Giovane e il Vecchio e l'Eroe e lo Stratego. L'attribuzione, in base ai confronti stilistici, è di datare la statua A al 460 a.C., in periodo severo; mentre al periodo classico, e più precisamente al 430 circa a.C., viene datata la statua B. Studi recenti li individuerebbero in Tideo e Anfiarao, mitici eroi cantati da Eschilo. Entrambe le statue sono raffigurate nella posizione definita "a chiasmo", presentandosi con una notevole elasticità muscolare. Soprattutto la statua A appare di modellato più nervoso e vitale, mentre la statua B ha un aspetto più rilassato e calmo. Entrambe trasmettono una grande sensazione di potenza, dovuta soprattutto allo scatto delle braccia che si distanziano con vigore dal torso. Il braccio piegato della statua A doveva sicuramente sorreggere uno scudo, mentre l'altra mano impugnava con probabilità un'arma. La statua B ha la calotta cranica modellata in quel modo perché doveva sicuramente consentire la collocazione di un elmo di stile corinzio, oggi disperso. Le statue furono con probabilità realizzate ad Atene e da lì furono rimosse per essere portate a Roma, forse destinate alla casa di qualche ricco patrizio, ma il battello che le trasportava dovette affondare. La tecnica messa a punto dai greci e utilizzata per la realizzazione dei Bronzi di Riace era definita fusione "a cera aperta"; di fatto questa tecnica è la stessa che si usa ancora oggi, pur nella diversità dei materiali odierni e della evoluzione tecnologica, a dimostrazione che il modello di procedura era il migliore possibile. LE CITTÀCatanzaro(84.849 ab.). Capoluogo regionale, la città di Catanzaro è situata a 320 m s/m., su uno sperone stretto e lungo della Sila, alla confluenza dei torrenti Musofalo e Fiumarella. Un tempo famosa per l'arte della seta e per i suoi giardini oggi è la "città dei ponti", per i viadotti che ne permettono l'accesso rapido. È un centro agricolo (coltivazione di cereali, frutta, olivi, ortaggi, viti e agrumi), commerciale e industriale (oleifici, pastifici, molini, distillerie e industrie chimiche). Importante è la tradizione artigiana della lavorazione dei tessuti di seta e dei damaschi. Catanzaro Lido, a 13 km dalla città sulla costa ionica, è un centro balneare e industriale (raffinerie di olio e fertilizzanti).STORIA. Tra il IX e il X secolo, furono probabilmente i Bizantini a fondare il borgo fortificato Katantzàrion, che anche dopo essere passato ai Normanni (1059), rimase per molto tempo di lingua e cultura greca. Divenne feudo della famiglia nobile dei Ruffo nel XII secolo e Alfonso I d'Aragona la proclamò città demaniale nel 1444 dando inizio a un periodo di grande prosperità legato all'industria della seta. Nel XVII secolo la crisi del settore, causata dalle diverse condizioni dei mercati europei, determinò un lungo periodo di decadenza per la città, aggravato da pestilenze (1668) e terremoti (1638 e 1783), fino alla sua annessione al Regno delle Due Sicilie. ARTE. Poco rimane dell'antica città: la Cattedrale neoclassica, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, custodisce la Madonna degli Angeli di scuola messinese (1595); la chiesa di San Domenico o del Rosario, in cui sono custodite pregevoli opere d'arte dei secc. XV-XVIII; il più antico edificio della città è la ex chiesa di S. Omobono, eretta nel XII secolo, di forma rettangolare presenta al suo esterno resti di decorazioni ad archeggiature cieche d'ispirazione normanno-bizantina, ed è oggi sede della Confraternita dei Sarti; la chiesa dell'Osservanza con al suo interno la Madonna della Ginestra, statua marmorea di Antonello Gagini (1504). Poco distanti da Catanzaro Lido sono i ruderi di S. Maria della Roccella comunemente chiamata Roccelletta. Chiesa normanna ad una navata con absidi circolari (XI sec.) era annessa a un monastero. Nel parco archeologico che la ospita sono stati in parte riportati alla luce i resti della città romana che ha occupato successivamente l'area. LA PROVINCIA. La provincia di Catanzaro (342.021 ab.; 2.391 kmq) è situata nella parte centrale della Calabria ed è delimitata a Nord dalla Sila Piccola e a Sud dalla catena delle Serre. La zona collinare intermedia digrada verso la costa. Risorse principali sono l'agricoltura (cereali, agrumi, olive, uva, frutta secca), l'allevamento del bestiame e la pesca. Fra i centri principali ricordiamo: Nicastro, Sambiase. Cosenza(63.909 ab.). La città di Cosenza si trova alla confluenza del Busento nel Crati, situata fra la Sila Grande e la catena Costiera meridionale.Il Busento divide l'abitato in due parti: a Nord il nucleo moderno, sviluppatosi solo dall'ultimo decennio dell'800 in seguito alla bonifica delle zone paludose con conseguente costruzione della ferrovia; a Sud quello antico su un colle (colle Pancrazio) dominato dal castello arabo-normanno. Cosenza è è ancora soprattutto un centro agricolo e zootecnico: produzione di olio, vino, frutta, cereali, legumi e ortaggi; allevamento di ovini. L'industria è ancora poco sviluppata; il settore più attivo è quello edile ma ricoprono un discreta importanza anche quelli del vestiario-abbigliamento, della meccanica, della lavorazione del legno. È anche un importante nodo ferroviario. STORIA. Fondata dai Pelasgi o forse dai Lucani con il nome di Consentia o Cosentia, Cosenza nel 204 a.C. venne sottomessa dai Romani di cui divenne una colonia e importante tappa sulla Via Popilia che assicurava le comunicazioni tra la Sicilia e Reggio. Nel 410 i Goti giunsero in Calabria capeggiati da Alarico, che, secondo la leggenda, morì nei pressi del Busento e per seppellirlo, con tutti i tesori depredati durante il sacco di Roma, venne fatto deviare il corso del fiume. Nell'XI sec. sotto la dominazione angioina, la città divenne un importante centro amministrativo. Passata agli Aragonesi (XV sec.) ottenne grandi privilegi ma fu anche sede di rivolte contadine (1458-1459) e baronali (1485-1486). Durante i secoli seguenti fu vittima di una serie di terremoti (1638, 1783, 1854, 1870) che la danneggiarono gravemente. Durante il Risorgimento fu luogo di moti insurrezionali contro i Borboni (nel 1844 i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera furono fucilati nel vallone di Rovito, nei pressi di Cosenza, dopo un fallito tentativo di insurrezione) e nel 1860 entrò nel Regno d'Italia. ARTE. Nonostante i danni subiti a causa dei terremoti, Cosenza conserva qualche pregevole opera d'arte come il Duomo (1185-1222) in stile gotico-cistercense in seguito ai diversi interventi e ricostruzioni, in cui è custodito a forma di trifora gotica il sepolcro di Isabella d'Aragona, moglie di Filippo III di Francia, morta a Cosenza durante il suo ritorno in Francia dall'Oriente (1271). Tra le opere d'arte che costituiscono il Tesoro del Duomo composto da oreficerie, avori, piccoli dipinti e paramenti sacri la più preziosa è la Stauroteca (in deposito alla Soprintendenza), reliquario della santa Croce di cui contiene una reliquia prodotta nelle oreficerie imperiali di Thiraz di Palermo (XII sec.) e donata da Federico II di Svevia alla Cattedrale per la consacrazione nel 1222. Alle spalle del Duomo si trova il Palazzo dell'Arcivescovado, di origine quattrocentesca, collegato al Duomo da un lungo corridoio. In uno dei quartieri più antichi e suggestivi della città si trova la chiesa di San Francesco d'Assisi (XIII-XV sec.) che conserva una cappella gotica del XIII sec. con coro ligneo (1505) e un Crocifisso ligneo del '400. Altri edifici importanti sono le chiese di San Francesco di Paola (XVIII sec.), dove si può ammirare una grande pala con la Madonna in gloria tra i Ss. Paolo e Luca dipinta da Pietro Negroni (1551) e il convento annesso, delle Cappuccinelle (XV-XVI sec.) e di Santa Maria di Costantinopoli (XVII sec.). LA PROVINCIA. La provincia di Cosenza (672.432 ab.; 6.650 kmq) è la più estesa della Calabria. Occupa un territorio quasi prevalentemente montuoso nella parte settentrionale della regione e comprende il massiccio del Pollino, quasi tutta la Sila e la catena Costiera. Uniche pianure sono il Vallo del Crati e la piana di Sibari; i fiumi principali sono il Crati e il Neto, oltre a molte fiumare a carattere torrentizio. I principali prodotti agricoli sono i cereali, le olive, gli ortaggi, la frutta, il vino, gli agrumi, il tabacco e la barbabietola da zucchero. Fra le industrie più importanti ricordiamo mobilifici, segherie, pastifici, aziende artigianali (tessiture, strumenti musicali, lavorazione del legno e della ceramica), l'industria estrattiva (miniera di salgemma e cave di marmo) e turistico-alberghiera. Importante è anche la produzione di legname e di energia elettrica nella Sila (foreste e laghi artificiali di Cecita, Arvo e Ampollino). Fra i centri della provincia ricordiamo Acri, Cassano allo Ionio, Castrovillari, Corigliano Calabro, Paola, Rossano, San Giovanni in Fiore. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Crotone(58.864 ab.). La città di Crotone, divenuta capoluogo di provincia dal 1991, sorge su un promontorio della costa ionica a Nord di Capo Colonna. È dotata di un porto naturale e svolge il ruolo di centro commerciale su cui convoglia tutto il territorio circostante. Negli anni Venti, la costruzione di due impianti idroelettrici nella vicina Sila ha permesso l'installazione di due complessi industriali: Montedison per la lavorazione chimica e Pertusola per la metallurgia. A queste si sono poi affiancate iniziative industriali minori che si occupano di farmaceutica, alimentazione, lavorazione del legno ecc.L'incremento industriale ha giovato anche alle attività portuali incentrate sul traffico di materie prime. STORIA. È l'antica Kroton fondata nel 709 a.C. da coloni greci e rimasta per molto tempo sotto l'influenza dei vicini Sibari. A causa delle sue idee espansionistiche, dal 548-545 a.C. si scontrò con Locri uscendone sconfitta. Nei decenni successivi si ristabilì economicamente ed ebbe una sua monetazione anche grazie alle proprie miniere d'argento. Fu sede della scuola medica più importante dell'Occidente greco e Pitagora vi istituì una scuola di filosofia scientifica, impostando un metodo scientifico nello studio comparato delle matematiche, dell'astronomia e della musica. Per circa un ventennio ebbe un governo oligarchico e tecnocratico ispirato agli insegnamenti di Pitagora che l'aveva scelta come patria. Divenuta molto potente, nel 510 assalì Sibari e la distrusse assumendo l'egemonia su tutta la Magna Grecia. In seguito a questo periodo di splendore iniziò un lento decadimento che la portò a diventare una colonia romana. Nel Medioevo Crotone venne presa dai Goti e dai Longobardi; fu poi riconquistata dai Bizantini e fortificata. Anche sotto i Normanni rimase un centro strategico e Federico II di Svevia ne restaurò e fortificò il porto favorendone così lo sviluppo economico. Nel 1284 Carlo d'Angiò la diede in feudo a Pietro Ruffo conte di Catanzaro. Rimase nelle mani dei Ruffo fino al 1444 quando venne incamerata nel demanio regio. Da allora seguì le sorti del Regno di Napoli. Nel 1531 la città di Crotone donò all'imperatore Carlo V tremila scudi, in cambio la città fu venduta, con atto pubblico, alla città stessa, così da non essere più cedibile come feudo. Gli Austriaci la governarono all'inizio del Settecento e il contingente armato che vi fu stanziato compì numerosi soprusi. Dal 1808 al 1815 fu in mano ai Francesi. Nel 1860 aderì alla sottoscrizione per finanziare la spedizione dei Mille, anche se esclusa dai piani tattici di Garibaldi. Dopo l'Unità d'Italia, Crotone iniziò una radicale trasformazione con la nascita dei presupposti per il suo sviluppo. Nel 1928 abbandonò il nome medievale di Cotrone per riprendere quello classico di Crotone. Negli anni Cinquanta ospitò il prestigioso premio letterario "Premio Crotone", che annovera tra i vincitori Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia. ARTE. La città di Crotone si è estesa a Ovest del nucleo più antico che occupa il luogo dove sorgeva la greca Kroton. La città vecchia conserva l'impronta urbanistica medievale anche se i monumenti di interesse sono di epoca successiva: il duomo cinquecentesco che ospita un fonte battesimale litico con base zoomorfa; la Chiesa e Convento di S. Chiara, già esistente nel 1442 come sede temporanea dei padri predicatori, conserva una interessante pavimentazione in maiolica; il pederoso castello fatto erigere nel 1541 dal viceré Pedro de Toledo e la chiesa dell'Immacolata, il cui interno, a una sola navata, presenta decorazioni barocche. Il Museo Archeologico, inaugurato nel 1967, è concepito secondo un criterio principalmente topografico: al piano terra viene illustrata la storia della città dalla preistoria al Medioevo, al primo piano le vetrine con oggetti provenienti da diverse località del marchesato si affiancano a quelle che espongono resti dei santuari greci individuati a Crotone e dintorni. Il percorso culmina nella sala dedicata al Tesoro di Hera, serie di oggetti in bronzo, argento e oro, in particolare il diadema della Dea del Lacinio, rinvenuti nel santuario di Capo Colonna, dove sorgeva il tempio di Hera Lacinia (VI sec.), di cui sul luogo resta solo una colonna dorica. LA PROVINCIA. La provincia di Crotone (162.749 ab.; 1.717 kmq) comprende 27 comuni; l'economia è di tipo agricolo con la produzione di olio, frutta e ortaggi. Notevole è anche la pesca, l'artigianato e la lavorazione della ceramica. Turismo. Tra i centri ricordiamo: Isola Capo Rizzuto, Cutro e Cirò Marina. Luoghi di interesseDel santuario di Hera Lacinia (470-460 a.C. ca.), il più importante della Magna Grecia, si conservano in loco solo poche vestigia. Si possono distinguere gli elementi più essenziali che caratterizzano un grande santuario ellenico: il recinto del temenos, il tempio stesso, un katagogion e una stoa, un ospizio, e luoghi di soggiorno per i pellegrini. Del grande altare, vero centro sacro del santuario, famoso per la sua particolare forma che impediva al vento di asportare le ceneri, non v'è più traccia e modesti frammenti rimangono dei grandi anathemata, donari, che dovevano averlo affollato. Il tempio viene circoscritto dal suo possente muro di recinto. Non è certo che il muro segua l'originario percorso del tempio perché è una costruzione romana dell'ultima era repubblicana, le cui torri e la porta fortificata ne evidenziano l'obiettivo di difesa militare del promontorio. All'interno della porta fortificata si trovano edifici di epoca ellenistica per il soggiorno dei pellegrini; a destra il katagogion, edificio a quattro ali raggruppate intorno a un cortile centrale; a sinistra la stoao colonnato con vani che accompagna i visitatori verso il tempio. A picco sul mare si alzava il tempio stesso, la cui demolizione del Seicento ha risparmiato solo l'unica famosa colonna e una minima parte del basamento. La pianta del tempio è ancora materia di discussione, si ipotizzano da 6/13 a 6/16 colonne del peristilio. Il Museo Archeologico di Crotone ospita plendidi frammenti della decorazione marmorea del tempio: gruppi frontonali, acroteri e frammenti del tetto.Reggio di Calabria(58.864 ab.). Città più popolosa tra i capoluoghi, Reggio di Calabria è situata, parallelamente alla costa, sulle falde dei colli dell'Aspromonte che digradano verso il mare, il cui lungomare fu definito da Gabriele d'Annunzio "il più bel chilometro d'Italia". Distrutta dai terremoti del 1783 e del 1908, la città fu ricostruita con una planimetria regolare a scacchiera: le strade sono rettilinee e si incrociano ad angolo retto.Reggio è un importante nodo di comunicazione stradale e ferroviaria ed ha un porto ben attrezzato (traghetti per Messina, aliscafi per la Sicilia e le isole Eolie). Le principali risorse sono l'agricoltura (produzione di agrumi, olio, vino e ortaggi) e il commercio. L'industria è prevalentemente legata all'agricoltura: stabilimenti di trasformazione dei prodotti agricoli, distillerie (vengono distillate le essenze degli agrumi e dei fiori - tipica è l'essenza di bergamotto), pastifici, industrie conserviere e della lavorazione del caffè. Vi sono inoltre fabbriche di laterizi e cartiere. STORIA. Reggio fu fondata verso il 720 a.C. dai Calcidesi dell'Eubea. Sotto il tiranno Anassila si alleò con i Cartaginesi e, alla loro sconfitta, si sottomise a Siracusa (480 a.C.). Nel 387 a.C. venne distrutta da Dionigi I. Ricostruita qualche anno dopo da Dionigi II con il nome di Febea combatté contro i Bruzi e chiese l'aiuto dei Romani che, durante le guerre di Pirro (280 a.C.), si impadronirono della città. Riconquistata l'indipendenza nel 270 a.C., Reggio divenne una fedele alleata di Roma senza perdere le caratteristiche di città greca e fu uno dei centri più importanti dell'Italia meridionale. Conquistata dai Longobardi (916-918 d.C.) e poi dagli Arabi di Sicilia, venne assoggettata dai Normanni nel 1060 e dopo la Pace di Caltabellotta (1302) passò agli Angioini del Regno di Napoli. Più volte assalita e saccheggiata dai Turchi e dai pirati barbareschi, iniziò un lento processo di decadenza. Occupata dalle truppe napoleoniche nel 1806, fu assegnata al Regno delle Due Sicilie dal Congresso di Vienna (1814). Partecipò attivamente ai moti risorgimentali e, dopo la conquista garibaldina del 22 agosto 1860, entrò a far parte del Regno d'Italia. Nel dicembre 1908 fu devastata da un terremoto che fece più di 40.000 vittime. Durante la seconda guerra mondiale venne pesantemente bombardata, prima dell'occupazione, da parte delle truppe della VIII Armata britannica (3 settembre 1943). ARTE. Dell'antica città rimangono solo i resti delle terme e di alcune abitazioni. Importante è il Museo Archeologico Nazionale, in cui sono custodite ricche collezioni di reperti archeologici rinvenuti in Calabria e in Basilicata. Pregevoli sono i pinakes, rilievi in terracotta, raffiguranti il mito di Persefone, ritrovati al santuario di Persefone alla Mannella presso l'antica Locri: il grande frammento di rilievo in terracotta con due figure femminili (VIII-V sec. a.C.); la testa marmorea di Apollo proveniente dal santuario di Apollo Aleo a Cirò Marina; il ritratto di filosofo (V sec. a.C.); i Bronzi di Riace (V sec. a.C.) e un gruppo in terracotta composto da un busto di donna su cui poggia un efebo nudo a cavallo, ritrovato nel tempio di Zeus a Locri (VI-V sec. a.C.). Il castello, di cui rimangono solo due torri cilindriche e un breve tratto di muro, era già esistente nel 1027 ma fu rifatto dagli Aragonesi nel XV secolo. Il Duomo, dalla facciata bianca, scandita da semicolonne e decorata da un rosone e rilievi, è una libera interpretazione degli stili romanico e gotico rivisitati dal gusto del primo '900. Le statue, raffiguranti S. Paolo e S. Stefano, ai lati della scalinata sono opera di Francesco Jerace. All'interno sono custoditi sepolcri seicenteschi e un pulpito marmoreo, decorato di palme di travertino, di F. Jerace provenienti dalla vecchia Cattedrale, di cui rimane la Cappella del SS. Sacramento. è sede di un importante osservatorio geografico. LA PROVINCIA. La provincia di Reggio Calabria (518.699 ab.; 3.183 kmq) è situata nella parte più meridionale della penisola calabra e si protende verso la Sicilia da cui è separata dallo Stretto di Messina. Il territorio è prevalentemente montuoso (massiccio dell'Aspromonte) e l'unica pianura rilevante è la piana di Gioia Tauro. I fiumi hanno carattere torrentizio (fiumare) e percorso molto breve. L'attività principale è l'agricoltura (produzione di agrumi, olive, vino, ortaggi, cereali) e sono praticati l'allevamento del bestiame e la pesca (tipico della regione è il pescespada). Le industrie più importanti sono gli oleifici, gli stabilimenti chimici, le fabbriche di succhi d'agrumi, le industrie meccaniche, del legno e dei materiali da costruzione. Fiorenti sono anche la produzione di essenze agrumarie e floreali e l'artigianato (ceramiche e stoffe tessute a mano). In continuo sviluppo è l'industria turistico-alberghiera. Fra i centri principali ricordiamo Bagnara Calabra, Caulonia, Cittanova, Gioia Tauro, Locri, Palmi, Polistena, Rosarno, Scilla, Siderno, Taurianova, Villa San Giovanni. La Cattolica di Stilo (Reggio Calabria) Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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