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Geografia Italia - IndiceGeografia Italia Territorio Storia Economia della Lombardia
GEOGRAFIA - ITALIA - LOMBARDIAPRESENTAZIONEQuesta regione dell'Italia settentrionale è situata nella parte centrale dell'arco alpino. Il suo territorio (23.861 kmq), per metà montuoso e per metà pianeggiante, si estende sino al Po, sconfinando di poco nell'Oltrepò Pavese. Confina a nord con la Svizzera, ad est con il Veneto e il Trentino Alto-Adige, ad ovest con il Piemonte e a sud con l'Emilia. È divisa nelle seguenti province: Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio, Varese e Milano è il capoluogo regionale. Tra le più estese regioni italiane, la Lombardia è anche tra le più popolose (9.032.554 ab) e per densità demografica è al secondo posto dopo la Campania (378 abitanti per kmq). Nel corso dei secoli fu designata con nomi diversi in relazione alle genti che l'abitarono. Denominata dapprima Insubria, dal nome della stirpe celtica degli Insubri, che tra i primi l'occuparono, si chiamò Longobardia dopo la conquista dei Longobardi e quindi Lombardia. Pur mancando a lungo di unità politica in relazione alla sua estensione geografica, nel corso della sua storia la regione ha dato un contributo sempre rilevante allo sviluppo politico e sociale della penisola.IL TERRITORIOLe montagne lombarde occupano poco meno della metà dell'intero territorio e si suddividono in Alpi, Prealpi e una fascia collinare. Le Alpi vere e proprie fanno parte delle Alpi Centrali e sono rappresentate da un settore delle Lepontine e delle Retiche. Tra le cime più notevoli vi sono: il Bernina (4.052 m), in territorio svizzero; l'Ortles (3.905 m) e il Cevedale (3.764 m). In questa zona si aprono i valichi tra l'Italia e la Svizzera, che sono il Passo del Maloia, il Passo del Bernina, il Passo dello Stelvio e il Passo del Tonale. Più a sud si elevano le Alpi Orobie, di altitudine inferiore, e quindi, proseguendo verso meridione, s'incontrano catene prealpine e gruppi collinari suddivisi in numerose vallate trasversali. Si tratta delle Prealpi lombarde, costituite da una fascia più meridionale rispetto al sistema alpino, ma parallela ad esso. Le Prealpi hanno forme meno aspre delle Alpi e sono anche meno elevate. Tra le cime maggiori vi sono il gruppo della Grigna (Grigna settentrionale 2.410 m, Grigna meridionale 2.554 m), il Pizzo dei Tre Signori (2.554 m) e la Presolana. Le Prealpi lombarde sono costituite prevalentemente da calcare e da dolomia. I laghi che fanno parte del sistema prealpino documentano il fenomeno delle antiche glaciazioni. Procedendo dal Piemonte al Veneto, troviamo il Lago Maggiore e quello di Lugano, che in parte appartengono alla Svizzera, il Lago di Como, d'Iseo e di Garda. Quest'ultimo è il più vasto d'Italia; la sua sponda orientale fa parte del Veneto. Questi numerosi specchi lacustri mitigano notevolmente il clima, rendendo possibile lo sviluppo di una vegetazione mediterranea. La pianura, che occupa la fascia più meridionale della regione, è attraversata da una fitta rete di fiumi e di canali. Infatti la Lombardia è percorsa a sud dal medio corso del Po ed è interessata dal bacino idrografico costituito dai suoi affluenti di sinistra. La Pianura Padana lombarda è quindi divisa in due fasce: l'alta pianura, poco fertile e asciutta, e la bassa pianura, ricca d'acqua (irrigua) e intensamente coltivata. Tra i principali affluenti del Po ricordiamo: il Ticino, che entra nel Lago Maggiore dalla Svizzera e ne esce arricchito dalle acque del Maggia e del Toce; l'Adda, che immette le sue acque nel Lago di Como, esce a Lecco e bagna Lodi; l'Oglio che, dopo aver formato il Lago d'Iseo, si getta nel Po; il Mincio che, uscito dal Lago di Garda, bagna Peschiera. Oltre a questi, citiamo il Serio e il Brembo, entrambi affluenti dell'Adda. Tutti i fiumi lombardi hanno un regime regolare e acqua abbondante, grazie alla alimentazione delle risorgive e delle nevi. Il clima della Lombardia è di tipo continentale, salvo le zone di montagna, in relazione all'altitudine. Gli inverni sono freddi e le estati alquanto calde. Il clima più temperato, mitigato dai grandi serbatoi d'acqua lacuali, è quello prealpino e, ancor più, quello della fascia collinare.PARCHI NAZIONALI E REGIONALIParco Nazionale dello StelvioIl Parco Nazionale dello Stelvio, situato tra il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, comprende le province di Sondrio, Brescia, Trento e Bolzano. Ha come fulcro geografico il gruppo montuoso dell'Ortles-Cevedale e confina per un tratto del versante occidentale con il Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina, con cui forma una delle aree protette più estese di tutta Europa. La sua istituzione risale al 1935. L'ultimo ampliamento del 1977 ha permesso alla superficie del parco di raggiungere i 137.000 ettari di territorio in gran parte d'alta montagna (rocce e ghiacciai perenni), mentre il resto è lasciato ai pascoli e ai boschi di conifere. Prima di visitare il parco è consigliabile rivolgersi ad uno dei quattro centri di informazione esistenti a Bormio, Silandro, Rabbi e Cogolo, perfettamente attrezzati con sale espositive e di proiezione. Il turista sarà così consigliato sugli itinerari migliori e i momenti più adatti per godere appieno delle straordinarie bellezze naturali che il parco offre a chi lo sa scoprire, nel pieno rispetto dell'ambiente e dei suoi abitanti. Abbondano soprattutto gli ungulati cervi, camosci, caprioli, stambecchi ma non mancano l'aquila reale (simbolo del parco), la marmotta, il tasso, l'ermellino, il gallo cedrone, il fagiano di monte e la pernice bianca. Tra gli esemplari floristici ricordiamo il larice, l'abete rosso, il pino cembro, il pino mugo e quello silvestre, l'ontano verde, la linnea boreale, il giglio rosso, la genziana, l'erba camozzera, il camedrio alpino.L'ECONOMIATutti e tre i settori economici (primario, secondario e terziario) sono presenti in Lombardia. Sebbene l'agricoltura occupi un'esigua percentuale della popolazione attiva, è tra le più ricche d'Italia. Buona parte del riso, del mais e dei foraggi italiani proviene da questa regione, pur non mancando il grano, le barbabietole, le patate e la vite. Molto sviluppato è anche l'allevamento, sia bovino (primo posto nazionale), che suino (secondo posto). La maggior parte dei prodotti lombardi è coltivata nella fascia più fertile e irrigua, la Bassa, che comprende le province di Pavia, Milano, Cremona e Mantova. Il paesaggio agrario lombardo è caratteristico: ampi prati verdeggianti si susseguono a vasti campi a seminativo, interrotti da filari di pioppi. A seconda delle aree, prevalgono alcune colture su altre: nella Lomellina (parte occidentale della provincia di Pavia) i pioppeti si alternano alle risaie; nell'Oltrepò Pavese (zona collinare a destra del Po) sono diffusi vigneti e alberi da frutta. Nelle province di Mantova e Cremona predominano foraggi, cereali e barbabietole. Non solo i capoluoghi di queste due province, ma anche Pavia, è importante centro delle attività industriali e commerciali legate all'agricoltura. A questi bisogna aggiungere Sondrio, localizzata nella provincia più settentrionale, che possiede attività di più modeste dimensioni. Per quanto riguarda il settore secondario, esso si configura come il più importante della regione: ben metà della sua popolazione attiva è occupata nell'industria. Milano possiede aziende di grandi dimensioni: acciaierie (Falk e Breda), industrie chimiche (Pirelli e Montedison), alimentari (Unidal), farmaceutiche (Carlo Erba e Farmitalia), elettroniche (IBM, Italtel, Sit Siemens), grafiche ed editoriali.
A ciò si accompagna una fitta rete commerciale, simbolo della quale è l'annuale Fiera Campionaria, che richiama espositori da ogni parte del mondo. Anche Pavia, oltre alle attività agricole, possiede alcune industrie meccaniche, tessili, chimiche e calzaturiere. Il secondo polo industriale della regione è però costituito da Brescia e dalla sua provincia, che insieme ospitano aziende meccaniche, siderurgiche e metallurgiche. Non è da trascurare Bergamo, che è centro di numerose industrie meccaniche e dell'abbigliamento; spiccano inoltre le acciaierie di Dalmine, vicino al capoluogo bergamasco. Nella provincia di Como le industrie tessili della seta e produttrici di fibre sintetiche sono affiancate dalle aziende meccaniche e del mobilio, tipiche della Brianza. Infine anche Varese spicca per lo sviluppo industriale e soprattutto per l'alto reddito pro-capite della popolazione della sua provincia. Qui fabbriche di piccole e medie dimensioni producono tessuti, scarpe, prodotti chimici, carta, utensili e macchinari. Lo sviluppo industriale dell'intera regione è stato indubbiamente favorito dalla notevole produzione di energia idroelettrica, che soddisfa la quasi totalità del fabbisogno degli impianti. In tale settore la regione occupa il primo posto tra i produttori nazionali. La Lombardia si configura quindi come la regione più industrializzata d'Italia. Ma a fianco di questo comparto economico è andato sempre più ampliandosi quello delle attività terziarie, legate cioè ai servizi. In particolare Milano, che un tempo faceva parte, con Torino e Genova, del cosiddetto triangolo industriale, a partire dagli anni Settanta ha affiancato alle fabbriche numerose banche, aziende commerciali, società finanziarie e assicurative. Il processo di espansione del terziario ha infatti raggiunto proporzioni tali negli ultimi anni, da arrivare a sottrarre spazio persino alle tradizionali attività connesse con il settore industriale. Ma Milano non solo ha conservato il ruolo di centro dell'economia regionale e nazionale, non solo è rimasta il cuore dello sviluppo industriale e finanziario italiano, ma ha via via assunto il volto di autentica città europea. Sede di diverse università, di case editrici, di centri di ricerca e dei più importanti giornali italiani, è divenuta la capitale culturale del Paese, pronta ad assorbire gli stimoli nuovi del mondo economico e sociale. Quindi il capoluogo lombardo, in grado ormai di concentrare nelle sue mani le attività direzionali e culturali di alto livello che scavalcano i confini regionali, può a buon diritto considerarsi una vera e propria metropoli, dotata di compiti e funzioni sovraregionali e integrate, quale centro di servizi di grado e di importanza superiori a quelli di un qualunque capoluogo di provincia.
Per tutte queste ragioni è stata da sempre meta di un notevole afflusso di immigrati, provenienti da regioni più povere e con pochi posti di lavoro. Intorno alla vecchia città negli ultimi decenni si sono così costruiti nuovi quartieri, tanto che la periferia ha inglobato i Comuni circostanti. È questo fenomeno di espansione e integrazione del tessuto urbano noto con il nome di "conurbazione", tipico ormai di Milano, una città che conta oggi globalmente più di due milioni e mezzo di abitanti. Le sue molteplici attività economiche richiamano ogni giorno molte migliaia di lavoratori (300-400 mila), che convergono da tutta la regione per lavorare nel capoluogo, e fanno ritorno a casa solo alla sera. Questo fenomeno di spostamento quotidiano dal proprio centro in un altro per motivi di lavoro è detto pendolarismo. Ciò genera problemi di traffico e di viabilità, mentre l'alta concentrazione industriale produce spesso inquinamento e distruzione o alterazione del patrimonio ambientale. Di contro l'elevata densità di popolazione rilevabile nei maggiori centri urbani ha frequentemente messo in luce insufficienze nei servizi sociali, tanto che il problema della casa è divenuto per molti di ardua soluzione, e l'assistenza ospedaliera non è in grado di soddisfare le necessità degli abitanti.
CENNI STORICIDalle origini al MedioevoLa Lombardia iniziò ad essere abitata molto probabilmente, dai Liguri. Arrivarono quindi nel II millennio a.C. i Veneti e i primi popoli italici. Seguirono i Galli, gli Etruschi e forse gli Umbri. Tra i Galli, le tribù che maggiormente lasciarono tracce di sé furono gli Insubri, che, stanziati fra il Ticino e l'Adda, fondarono Mediolanum (Milano), Ticinum (Pavia), Comum e Lodi; e i Cenomani, che eressero Brixia (Brescia) e probabilmente anche Bergomum (Bergamo). Più volte gli Insubri si rivoltarono contro Roma compiendo feroci razzie nell'Italia Centrale. Per porre fine alle loro scorrerie, i Romani si allearono allora con i Cenomani, approfittando dei gravi dissidi venutisi a creare fra le tribù di stirpe celtica. L'opera di romanizzazione della regione fu temporaneamente interrotta dalla calata dei Cartaginesi comandati da Annibale, che inflisse ai Romani sconfitte nelle battaglie del Ticino, del Trebbia, del Trasimeno e di Canne. Comunque, dopo la seconda guerra punica, i Galli furono definitivamente debellati. Sotto l'Impero di Roma (dal II al V secolo d.C.) Milano e tutte le altre città lombarde godettero di un grande benessere e svolsero compiti essenziali nella strategia politica romana. Tutto il territorio lombardo vide decollare la propria economia. Il periodo di fiorente sviluppo economico e sociale durò sino all'invasione dei barbari nel V secolo d.C. In balia dei nuovi conquistatori la Lombardia vide allora iniziare la sua parabola discendente, che raggiunse il suo acme durante la guerra gotico-bizantina. Era l'anno 539 quando il re ostrogoto Vitige, che si trovava in guerra con i generali Belisario e Narsete, inviò in Lombardia un esercito al comando del nipote Uraia. Questi, a ritorsione dell'ospitalità concessa dagli abitanti di Milano ad un piccolo contingente di truppe bizantine, aveva l'ordine di infliggere alla città una esemplare punizione. Assediata e saccheggiata, la città fu rasa al suolo; oltre 200 mila persone furono passate per le armi. Dopo la dominazione bizantina altre stragi e rovine furono portate dai Longobardi che, vintane la resistenza, elessero Pavia a capitale del loro regno. Contro di loro si schierò la Chiesa di Roma, che ricorse all'aiuto dei re dei Franchi. Essi scacciarono i Longobardi e si insediarono nella regione lombarda dove rimasero sino all'887. Tra i re franchi il più grande fu Carlo Magno, che diede un nuovo assetto territoriale-amministrativo alla Lombardia. Egli divise il territorio in contee, a capo delle quali pose i signori franchi, che si chiamarono appunto conti. Agli iniziali benefici accordati alla Chiesa Romana se ne aggiunsero altri nel tempo, quando, allo scopo di contrastare i poteri quasi illimitati venutisi a concentrare nelle mani dei conti, i re d'Italia accrebbero mediante donazioni il patrimonio ecclesiastico e concessero nelle città maggiori poteri ai vescovi. Tipica figura di vescovo che assurge a ruolo politico di primo piano fu a Milano Ariberto d'Intimiano, che raggiunse grande potenza e contro il quale mosse Corrado II. Ma a difesa del suo vescovo si schierò vittoriosamente attorno al Carroccio l'intero popolo milanese. Negli anni successivi Ariberto vide definitivamente tramontare la propria potenza, quando fu travolto da una violenta rivolta popolare.
Dai Comuni al SeicentoNel frattempo si profilava una nuova forma di governo, il Comune, che fu fiorente per un lungo periodo ma che, a partire dalla seconda metà del secolo XIII, cominciò a manifestare la sua intrinseca debolezza. Le opposte ideologie guelfa e ghibellina infatti furono la causa delle lotte che si scatenarono fra Comune e Comune e portarono inevitabilmente alla istituzione di un tipo di governo più stabile, quello della Signoria. Primo Signore di Milano ed eletto per tre anni fu Manfredo Lancia. Poi il governo fu affidato ai Torriani, detronizzati in seguito dai Visconti, che ingrandirono nel tempo il territorio della Signoria, occupando l'una dopo l'altra tutte le città lombarde. Nel 1395 l'imperatore Venceslao nominò Gian Galeazzo Visconti duca di Milano con il diritto di successione ereditaria. La dinastia si estinse nel XV secolo con Filippo Maria Visconti. Divenne quindi signore Francesco Sforza, eletto duca dal popolo, che condusse una saggia politica sia all'interno che all'esterno. Sotto il ducato di Ludovico il Moro la città di Milano ebbe grande sviluppo economico, ma poco dopo ebbe inizio un nuovo periodo di decadenza della Lombardia, divenuta una delle pedine nel gioco della grande politica europea. Dal 1499 al 1535, si contesero il possesso della regione le due più potenti nazioni del tempo: Spagna e Francia. La Francia reclamava la più ricca terra italiana in virtù della discendenza del re Luigi XII da Valentina Visconti. Alla morte di Francesco II Sforza, gli Spagnoli di Carlo V la occuparono e la tennero sotto la loro dominazione per 178 anni. Fu questo uno dei peggiori periodi della storia lombarda. Ai già gravi danni del malgoverno spagnolo si aggiunsero una serie di sciagure naturali come la peste del 1524, che fece centinaia di vittime, e le carestie e le pestilenze del 1578 e 1630, che aggravarono ancor di più le già drammatiche condizioni economiche e sociali della popolazione lombarda.
Dal Settecento ai giorni nostriUna fortuna e nel contempo una liberazione fu il passaggio della Lombardia sotto la dominazione austriaca, conseguenza della guerra di successione spagnola (1702-1713). Il popolo lombardo, saggiamente governato da Maria Teresa d'Austria prima e da Giuseppe II e Leopoldo II in seguito, diede nuovo impulso alla vita economica, che riprese il suo dinamico sviluppo. Anche il risveglio culturale nella nuova situazione politica, più liberale, si rivelò estremamente proficuo mettendo all'ordine del giorno l'impellente esigenza di radicali riforme, che minassero alla base le strutture dei vecchi ordinamenti ereditati dall'epoca feudale e che dessero un nuovo assetto alla vita sociale. Questo movimento di pensiero illuministico e riformatore si sviluppò nella seconda metà del Settecento ed ebbe vita sino a tutto il periodo napoleonico. Nel 1805 Napoleone Bonaparte si fece incoronare in Duomo e Milano divenne capitale del Regno d'Italia. Nel 1816, con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto, la Lombardia tornò all'Austria, divenendo nel contempo il centro propulsore della lotta per l'indipendenza della penisola. Nella storia del nostro Risorgimento Milano e la Lombardia scrissero pagine essenziali e memorabili. Fra tutte citiamo le Cinque Giornate di Milano nel 1848, che videro il popolo milanese combattere l'invasore sulle barricate. Annessa al Piemonte con la vittoria della Seconda Guerra d'Indipendenza, la Lombardia fu unita al Regno d'Italia nel 1859, grazie al trattato di Villafranca. Dopo l'unità d'Italia la delimitazione dei confini regionali e delle province confermò quasi totalmente gli assetti territoriali che la regione aveva assunto nei secoli precedenti. Se le province di Bergamo e Brescia risultavano favorite sia per via della collocazione pedemontana che degli stretti collegamenti con Milano, Pavia, Lodi, Cremona e Mantova, rimasero non solo isolate e relegate quasi interamente nella bassa pianura ma dipendenti dall'agricoltura.
L'industrializzazione si sviluppò soprattutto grazie alle risorse energetiche idriche, che avevano nelle Alpi le proprie fonti. Il successivo incremento dell'industria idroelettrica consentì una dislocazione industriale lontana dalle montagne, ma privilegiò ancora l'alta pianura e le valli alpine dove c'erano manodopera in abbondanza e predisposizione industriale. La dislocazione delle fabbriche cambiò totalmente dopo la seconda guerra mondiale, con la rivoluzione petrolifera, quando esplose in Italia il "miracolo economico", che ebbe in Lombardia uno dei suoi terreni più fertili grazie a una imprenditorialità già collaudata e attiva e grazie alla funzione trainante di Milano, "capitale economica d'Italia". Tuttavia fu ancora una volta scelta l'alta pianura, benché tutti i centri piccoli e medi abbiano conosciuto un sensibile sviluppo, come si misura oggi dalle aree residenziali di cui si sono circondati, dai condomini e dalle villette dei ceti sociali beneficiati dal boom economico degli anni '60 e '70 del Novecento. Allo stesso tempo si ebbe un generale svuotamento delle campagne, con la fuga verso i centri che offrivano lavoro nell'industria. Le cascine e le corti persero i loro abitanti, espulsi dalla stessa meccanizzazione dell'attività agricola. Industrialmente ebbero una crescita eccezionale alcune aree di specializzazione, come le valli del Bresciano, e diversi centri dell'alta pianura che godettero di iniziative fortunate (come ad esempio l'industria del mobile in Brianza). Non sono poi da dimenticare gli sviluppi del turismo, specialmente intorno ai laghi e nelle zone di montagna, interessati soprattutto da un turismo pendolare, di fine-settimana, promosso dal bisogno di evasione della popolazione delle urbanizzate fasce pedemontane. Tutti questi fatti hanno cambiato la geografia della Lombardia, il peso e il ruolo dei diversi centri, benché tutta la regione goda di un benessere che la pone ancora, come in passato, tra le più avanzate d'Italia e d'Europa.
IL PERCORSO ARTISTICO E CULTURALETracce protostoriche e segni dell'antichitàSingolare testimonianza dello sviluppo di una civiltà dell'età del Ferro, sono le incisioni rupestri della Valcamònica. Verso la metà del I millennio oltre alla civiltà etrusca, si stanziarono sul territorio alcune popolazioni celtiche che fondarono le prime strutture urbane in Milano, Como, Bergamo, Brescia, Mantova. Di origine romana furono invece Pavia e Cremona. Al periodo romano appartengono anche i primi grandi edifici monumentali lombardi. I resti archeologici sono tuttavia piuttosto scarsi, solo Brescia vanta resti del Foro, con il Teatro e lo splendido Tempio Capitolino.Dall'arte paleocristiana al periodo carolingioLa città che meglio rappresenta l'arte paleocristiana è la Milano ambrosiana: S. Lorenzo, S. Ambrogio, S. Nazaro, S. Simpliciano, S. Eustorgio, tutte rimaneggiate in epoca romanica. Nel VI secolo arrivarono i longobardi, destinati a lasciare un segno indelebile nel nome stesso della regione. Oltre a Pavia, capitale del regno, centri importanti furono Monza e Brescia che ancora oggi conservano le più significative testimonianze artistiche. Stupendi i resti di oreficeria (Monza, Tesoro del Duomo) e di scultura (Pavia, Museo Civico), esigui invece gli edifici pervenuti: la cripta di S. Eusebio a Pavia; il monastero di S. Salvatore a Brescia; lo splendido Battistero di Lomello, forse di origine ancora tardoromana; e, nella valle dell'Olona, il presidio fortificato di Castelseprio, con la basilica di S. Giovanni e la chiesa di S. Maria foris Portas, con ciclo di affreschi ispirato ai vangeli apocrifi. Tutte espressioni che mostrano il cambiamento di stile non più classico. Rilevante l'attività di squadre di lapicidi, maestranze organizzate per gestire cantieri edili in muratura: i "maestri comacini".
L'esplosione del romanicoDopo la fase carolingia (XIII-IX secolo), nelle città principali salirono al potere i vescovi-conti, il cui prestigio si rispecchiò principalmente nelle cattedrali imponenti. Vennero edificati tra il X e il XII secolo alcuni dei più importanti edifici dell'architettura romanica lombarda. Grazie ai maestri e lapicidi lombardi, gli elementi distintivi dell'architettura romanica padana si diffusero in tutta Italia e in molte regioni d'Europa: le facciate a capanna, le mura con poche e strette finestre, la pianta basilicale con la frequente presenza di un tiburio ottagonale all'incrocio dei bracci, i pilastri a forma di croce che dovevano sorreggere volte in muratura, le absidi percorse da gallerie e caratterizzate sotto i tetti da fasce di archetti, la contrapposizione tra architettura e scultura, i sontuosi portali spesso sormontati da protiri, l'uso di decorazioni scolpite con motivi vegetali o geometrici. Questi elementi, però, venivano adoperati in modo sempre nuovo a seconda delle disponibilità di materiali, della situazione locale, degli spazi utilizzabili e anche dell'inventiva dei capomastri. La più grande basilica romanica di Milano è S. Ambrogio. Numerosi e pregevoli sono gli altri edifici lombardi in stile romanico: a Pavia, le chiese di S. Teodoro e S. Pietro in Ciel d'Oro, restaurate, e la basilica di S. Michele, con ricche e fragilissime fasce decorative sulla facciata e caratterizzata da un intreccio di stili (barbarico, classico-bizantino e arabizzante); a Como, le chiese di S. Abbondio e S. Fedele (seppure quest'ultimo di base paleocristiana) con influssi transalpini carolingi-ottoniani. Il rosso diventa il colore predominante di tutte le chiese romaniche lombarde costruite tra la fine dell'XI e per tutto il XII secolo.
Le mutevoli stagioni del gotico lombardoAllo stile romanico si affiancò il protogotico cistercense, esempi del quale sono ben evidenti nell'abbazia di Chiaravalle, fondata da S. Bernardo e in quelle degli Umiliati a Viboldone e Mirasole. Tra la fine del XII e il XIII secolo l'architettura si arricchì di simboli ecclesiastici e civili del mondo comunale, alleato o contrastante con Milano: alle chiese, spesso dedicate a S. Francesco (a Brescia, a Pavia, a Lodi), si affiancarono, i primi grandi Broletti e palazzi della Ragione, talvolta caratterizzati da merlature e torri quindi molto simili a fortezze. L'affermarsi, nella seconda metà del Duecento, della famiglia dei Visconti a Milano diede inizio al periodo delle signorie, fenomeno che influenzò in modo particolare la produzione architettonica ed artistica della regione. Nella Mantova dei Bonacolsi, cui succedettero nel 1328 i Gonzaga, gli edifici tra le piazze del Broletto e delle Erbe e in piazza Sordello, in seguito rimaneggiati e inglobati nel Palazzo Ducale, furono espressione di una cultura architettonica veneto-veronese. La cultura emiliana fu tipica delle modifiche decorative gotiche, approntate fra il XIII e il XIV secolo al Duomo di Cremona (originariamente in stile romanico). La diffusione e lo sviluppo dell'arte gotica in Lombardia avvennero in modo molto particolare. La pittura, la miniatura, le arti suntuarie furono caratterizzate da una cura minuziosa nell'uso dei materiali più diversi e costosi, e da un gusto squisito e irreale espresso soprattutto nelle committenze private. Nell'arte lombarda del XIV secolo la ricerca del lusso da una parte e della solidità dall'altra, divennero espressioni complementari del potere signorile, e in particolar modo della famiglia Visconti. Un esempio di ciò è il grandioso Castello Visconteo di Pavia: serrato e imponente all'esterno, con all'interno uno splendido cortile a portico e loggia. Oltre a quello di Pavia, i diversi castelli viscontei, più o meno ben conservati e restaurati, costituiscono una presenza importante nel territorio lombardo: alcuni hanno conservato il fascino di punti strategici (Trezzo sull'Adda), altri la memoria di insediamenti e feudi gloriosi (Sant'Angelo Lodigiano, Soncino, Pandino, Scaldasole, Abbiategrasso, Somma Lombardo). Un altro castello significativo è quello di Vigevano, ampliato durante il Quattrocento, divenne dimora prediletta dei duchi milanesi. Tipici di questo periodo furono gli oratorî in campagna (Solaro, Lentate, Albizzate, cascina Mocchirolo), splendidi esempi della pittura lombarda della seconda metà del Trecento, decorati da affreschi di gusto cortese con influssi giotteschi ed elementi naturalistici e di costume.
Tra gli edifici religiosi di questo periodo degni di nota sono, oltre alle abbazie a Sud di Milano, il monastero cistercense di Morimondo, nella campagna di Lodi Vecchio, e la chiesa di S. Bassiano, ancora legata a forme romanico-gotiche ma con una importante novità le bifore "a vento", aperte cioè sul cielo, presenti in altre facciate di chiese gotiche della Bassa lombarda. Verso la fine del Trecento lo stile gotico trovò la sua massima espressione nella facciata del Duomo di Monza, in quella di S. Maria del Carmine, a Pavia, e nella parte anteriore del Duomo di Como. Il Duomo di Milano, iniziato nel 1386, divenne ben presto un'opera eccezionale soprattutto per via dell'uso esclusivo dello splendido marmo venato di grigio e di rosa, che dalle cave di Candoglia arrivava a Milano grazie ai barconi che percorrevano il lago Maggiore, il Ticino e in ultimo il Naviglio Grande. Nella fabbrica del Duomo lavorarono architetti francesi, borgognoni e tedeschi, che uniti alle maestranze locali, diedero vita a una sintesi straordinaria di motivi innovativi (i tre immensi finestroni absidali, il giro di nicchie con statue a sostituzione dei capitelli all'interno) e persistenza di modelli ben sperimentati (la facciata a capanna, il rapporto ancora romanico tra lunghezza e larghezza dell'edificio). Dalla fine del Trecento alla metà del secolo successivo, gli artisti di corte si dedicarono a generi diversi: Giovannino de' Grassi, straordinario miniaturista (il suo splendido Taccuino è nella Biblioteca civica di Bergamo), disegnò abiti e progettò particolari architettonici; Michelino da Besozzo, pittore, fornì cartoni per le statue del Duomo di Milano; Bonifacio Bembo, noto pittore attivo a Cremona (tavole nel Museo civico, affreschi in S. Agostino), oltre a essere il ritrattista della corte sforzesca, eseguì affascinanti carte da tarocchi.
Il RinascimentoVerso la fine del terzo decennio del Quattrocento iniziarono a diffondersi delle novità, centro nevralgico Castiglione Olona, dove il cardinale e umanista Branda invitò a lavorare, nella Collegiata e nel Battistero, il toscano Masolino da Panicale, reduce dalla collaborazione con Masaccio in S. Clemente, a Roma. Di questo periodo, due sono gli edifici simbolo del rinascimento: la Certosa e il Duomo di Pavia. Il primo è una struttura gotica con all'interno numerose sculture e dipinti di altissima qualità; il secondo, costruito a partire dal 1488, risente dell'influsso di Donato Bramante, la cui mano è forse visibile nell'imponenza dell'abside e nelle armoniose proporzioni della cripta. A Mantova invece, i Gonzaga diedero il via, a metà del Quattrocento, ad una politica di grandioso arricchimento artistico e culturale della città. Il pittore Pisanello venne chiamato a dipingere un ciclo di affreschi cavallereschi e Leon Battista Alberti costruì alcune chiese quali quella di S. Sebastiano e di S. Andrea: in questo modo la città ritornò alle proprie origini classiche e virgiliane, diventando uno dei primi centri dell'umanesimo settentrionale. Un impulso decisivo, a partire dal 1460, venne dalla presenza di Andrea Mantegna, pittore di corte dalla lunga esperienza. Tra gli architetti, importante fu l'opera di Giulio Romano, che intervenne a Palazzo Ducale e Palazzo Te. La combinazione tra architettura e pittura, e il gusto sempre più rarefatto e intellettualistico dei Gonzaga diede vita alla 'città ideale' di Sabbioneta (1554-1591). Prima della caduta della casata dei Gonzaga (inizio del Seicento) venne chiamato a Mantova, il pittore Rubens; in seguito iniziò il periodo dello smantellamento e della vendita di quasi tutto il patrimonio artistico della casata. A Milano, verso la fine del Quattrocento, operarono invece Bramante e Leonardo. Il primo ritoccò il Castello Sforzesco, collaborò in modo decisivo alla soluzione dei problemi di statica dell'altissimo tiburio del Duomo, e lavorò agli interni della chiesa di S. Maria delle Grazie e di S. Maria presso S. Satiro. Fuori Milano intervenne, oltre probabilmente nella costruzione del grandioso Duomo di Pavia, nella progettazione del pronao della chiesa di S. Maria Nuova ad Abbiategrasso, e per Ludovico il Moro modificò il Castello di Vigevano trasformandolo in residenza.
Alla fine del Quattrocento proprio lo stile bramantesco divenne comune a tutto il territorio lombardo: dalla Cappella Colleoni di Bergamo, capolavoro di Giovanni Antonio Amadeo, alla decoratissima facciata e al portale di S. Maria dei Miracoli a Brescia; dalla chiesa dell'Incoronata a Lodi con tavole del Bergognone e ricchissimi ornamenti pittorici dei fratelli Piazza, alla chiesa cilindrica di S. Maria della Croce a Crema, con fantasiose logge sovrapposte. Leonardo soggiornò a Milano tra il 1488 e il 1492 e in seguito dal 1506 al 1513, al servizio del re francese, per il quale eseguì dipinti mirabili come il Cenacolo in S. Maria delle Grazie e gli sfondi di celebri quadri che, come La vergine delle rocce o La Gioconda, sembrano ricordare paesaggi lombardi, tra l'Adda e le Grigne; come architetto progettò la piazza Ducale a Vigevano, e come ingegnere applicò gli studi di idraulica alla realizzazione delle chiuse sui Navigli. Dopo il crollo del ducato sforzesco si susseguirono, in territorio lombardo diverse tendenze artistiche. Nella pittura di Milano e della Lombardia centrale, contesa tra spagnoli e francesi, dominò l'influsso leonardesco. Tra i seguaci del genio fiorentino degna di nota fu l'opera di Bernardino Luini, autore di pregevoli cicli decorativi, di grande fantasia. Lontano dagli insegnamenti di Leonardo fu invece il valsesiano Gaudenzio Ferrari, compagno di Lorenzo Lotto, trasferitosi a Bergamo dal 1513 al 1525. Proprio grazie a all'opera di quest'ultimo a Bergamo, e del Pordenone a Cremona, si configurò insieme ai frequenti soggiorni di artisti di origine lombarda a Venezia e all'arrivo a Brescia di un capolavoro di Tiziano (il polittico Averoldi nella chiesa dei Ss. Nazaro e Celso), un decisivo sviluppo della pittura bresciana, bergamasca, lodigiana e cremonese in senso veneto. I fratelli Piazza a Lodi, i Campi a Cremona, Giovan Battista Moroni a Bergamo diedero vita a vivaci scuole locali, caratterizzate dalla ricerca di nuovi schemi formali e da una carica di comunicativa popolare. Ancora più importante fu la scuola pittorica bresciana, i cui protagonisti furono gli artisti Moretto, Savoldo e Romanino, che formarono un gruppo ricco di inventiva.
Il Seicento e il SettecentoCome i Gonzaga a Mantova, i Borromeo avviarono alle soglie del Seicento una radicale riforma nell'arte e nell'architettura religiosa della diocesi milanese. Mentre in città 'venete' come Bergamo (Palazzo della Biblioteca) e Brescia (Duomo Nuovo, completamento della Loggia) prevalevano spunti del classicismo veneto, nelle valli prealpine e nelle terre dell'ex ducato di Milano vennero costruiti edifici grandiosi come i collegi pavesi, o le imponenti chiese parrocchiali, i santuari, i complessi religiosi come i Sacri Monti, intesi quali 'baluardi' della fede cattolica contro le insidie del protestantesimo. La decorazione pittorica delle pareti e degli altari venne affidata a una generazione di artisti (Cerano, Morazzone, i Procaccini, Daniele Crespi e molti altri) definita con il generico appellativo di "Seicento lombardo". La tragica peste del 1630 mise fine alla cosiddetta "età dei Borromeo": dalla metà del Seicento in avanti, infatti, mancarono grandi figure capaci di accentrare la cultura regionale. Le varie zone lombarde videro così lo sviluppo di un'arte barocca legata alle diverse disponibilità materiali o alla tradizione locale, con notevoli risultati soprattutto nel Settecento. Alla lavorazione dei metalli, diffusa un po' ovunque, si aggiunsero altre "arti applicate", in parte legate alle committenze aristocratiche e in parte frutto della sensibilità popolare: gli stucchi nella fascia prealpina, la solida e ricca ebanisteria, la tradizione del cotto nella Bassa padana con la novità delle ceramiche di Lodi, la scultura lignea nelle valli bresciane e bergamasche. A questo proposito, degna di nota è la famiglia dei Fantoni, nativi di Rovetta, in valle Seriana, autori di pregevoli elementi d'arredo sacro e di intensi gruppi di statue. Mentre alcune città (Brescia, in particolare) si arricchirono di nuove chiese e di sontuosi palazzi, nel territorio lombardo vennero costruite ville aristocratiche, talvolta decorate con affreschi d'ispirazione tiepolesca. Fra i migliori pittori del periodo, il ritrattista bergamasco fra Galgario, e Giacomo Ceruti (il Pitocchetto), attivo soprattutto a Brescia, le cui scene di genere ebbero per la prima volta come tema, il drammatico problema degli emarginati. Per quanto riguarda l'architettura, dopo la svolta economica e culturale impressa al territorio dall'avvento dell'Austria, vennero costruite delle grandi ville (esempi sono ville Alari Visconti a Cernusco sul Naviglio, Belgioioso a Merate, Sala-Trotti a Olgiate Mòlgora, Ravizza ad Arcore, Crivelli a Inverigo). Il governo illuminato di Maria Teresa e di Giuseppe II trovò espressione nel trionfo dell'arte neoclassica: importanti le opere di Giuseppe Piermarini (Teatro alla Scala e rifacimento di Palazzo Reale a Milano, la Villa Reale di Monza l'Università a Pavia l'Accademia a Mantova) e di Leopold Pollack (completamento dell'Università e del collegio Borromeo a Pavia; villa Marliani a Erba).
Ottocento e NovecentoCon le conquiste napoleoniche, i nuovi assetti politici e il diffondersi e il consolidarsi dello stile neoclassico, la Lombardia ritrovò una sostanziale omogeneità artistica, incentrata su Milano e sull'insegnamento dell'Accademia di Brera. Luigi Cagnola e Luigi Canonica furono protagonisti dell'architettura napoleonica a Milano, mentre in area comasca primeggiò la figura di Simone Cantoni. Degne di nota anche le opere dello scultore Antonio Canova e del pittore Andrea Appiani all'interno delle ville e dei palazzi lombardi. Nel periodo risorgimentale e postunitario emersero, nel panorama lombardo, personalità significative, quali il pittore Francesco Hajez, lo scultore ticinese Vincenzo Vela, il rappresentante dell'impressionismo scapigliato Tranquillo Cremona e il pittore trentino Giovanni Segantini, esponente del divisionismo. Verso la fine del secolo e nei primi decenni del Novecento, Milano e la provincia di Varese offrirono diversi esempi di liberty sia in ambito architettonico (Giuseppe Sommaruga) che nei motivi decorativi non solo di case e palazzi privati (Centrale elettrica di Trezzo sull'Adda di Gaetano Moretti, 1905). Oltre al liberty la stagione novecentesca vide lo sviluppo di un nuovo stile: il futurismo, che ebbe la sua culla teorica ed espressiva proprio a Milano. Proprio in questa città infatti, Boccioni, Carrà, Severini, Balla e Russolo firmarono nel 1910 il Manifesto dei pittori futuristi, a cui seguirono le loro opere, in parte ispirate proprio dalla nascente e multiforme modernità che il capoluogo lombardo in quegli anni andava rappresentando. Nel campo architettonico, fra le due guerre da un lato vennero demoliti e ricostruiti diversi edifici e monumenti, mentre nell'area comasca e briantea fiorirono esempi di razionalismo, che ebbero nelle opere di Giuseppe Terragni la massima espressione. Nella seconda metà del Novecento grande impulso ebbero le raccolte museali che coinvolgevano l'arte di tutti i tempi, dalle origini alla contemporaneità: tra i musei piè importanti a Brescia il sistema museale nel complesso di S. Giulia, a Bergamo la nuova Galleria d'Arte contemporanea, e a Milano il recupero degli spazi di palazzo e di villa Reale, e la promozione di nuovi ambienti espositivi nelle ex aree industriali dismesse e riqualificate da innovativi interventi urbanistici.
LE CITTÀMilano(1.256.211 ab.). La città di Milano sorge al centro della valle del Po in una posizione geografica privilegiata. Essa è infatti il naturale punto di incontro delle più importanti vie di comunicazione nazionali ed internazionali ed è anche un primario nodo stradale e ferroviario. Milano è un importantissimo centro culturale, industriale e finanziario e a seguito dello sviluppo economico verificatosi durante il secondo dopoguerra ha assunto tutte le caratteristiche della grande metropoli industriale. L'industria è presente in tutti i suoi settori con industrie meccaniche, elettromeccaniche, metallurgiche, metanifere, petrolifere, tessili, chimiche, alimentari, cartarie, dell'abbigliamento, vetrerie, distillerie, industrie grafiche ed editoriali. La città è anche il principale mercato di prodotti cerealicoli, bestiame, latticini, alimentari, vini, frutta e verdura, tessuti, oro e preziosi della Lombardia. STORIA. Mediolanum o Mediolanium venne fondata dai Galli Insubri fra il VI e il IV sec. a.C. e fu da essi utilizzata come base per le loro incursioni nel territorio italiano. Nel 222 a.C. i Galli Insubri vennero sconfitti dai Romani che occuparono Milano. Sotto i Romani la città godette di una notevole prosperità economica. Sotto l'imperatore Massimiano divenne sede imperiale e in seguito fu nominata capitale dell'Impero d'Occidente. Nel 313 d.C. l'imperatore Costantino emanò l'editto di Milano con cui istituiva la tolleranza religiosa a favore del cristianesimo che si affermò a Milano con Sant'Ambrogio. Verso la fine del IV sec. iniziò per la città un periodo di decadenza (trasferimento della corte imperiale a Ravenna, invasione e distruzione da parte degli Unni di Attila) che indusse i Longobardi a scegliere Pavia come capitale del loro regno. Sotto il dominio longobardo Milano iniziò a riprendersi e riaffermò la sua potenza commerciale ed economica. Nel XII sec. si costituì il Comune di Milano che dovette lottare contro Federico Barbarossa le cui truppe assediarono più volte la città. Il Barbarossa fu sconfitto a Legnano dalla Lega Lombarda (1176). I Comuni lombardi continuarono la lotta contro gli imperatori nel XIII sec. e la seconda Lega Lombarda venne sconfitta a Cortenuova nel 1237. Nel frattempo Milano era travagliata dalle lotte fra le classi minori e l'aristocrazia che si affermò verso la fine del XIII sec. guidata dall'arcivescovo Ottone Visconti. La Signoria dei Visconti, sotto la quale Milano divenne uno dei centri industriali e commerciali più importanti d'Italia, iniziò nel 1287 con la nomina a capitano del popolo di Matteo I Visconti. L'ultimo discendente dei Visconti, Filippo Maria, lottò a lungo con Venezia e alla sua morte (1447) le truppe veneziane raggiunsero Milano. I milanesi proclamarono la Repubblica Ambrosiana e nominarono condottiero Francesco Sforza, comandante dell'esercito visconteo e marito di Bianca Maria Visconti. Scopo di Francesco Sforza era la conquista del ducato e, infatti, dopo aver riconquistato Pavia, che con altre città si era staccata dal dominio, si alleò con i Veneziani contro la Repubblica Ambrosiana che venne sconfitta nel 1450. Francesco Sforza venne acclamato duca e si dedicò alla restaurazione dello Stato.
Sotto gli Sforza, Milano divenne uno dei centri culturali dell'Umanesimo. Nel 1477, alla morte del fratello Galeazzo Maria, Ludovico il Moro rientrò a Milano dalla Francia, estromise la reggente Bona di Savoia e governò il ducato in nome del nipote Gian Galeazzo. Nel 1494 Gian Galeazzo morì e gli succedette come legittimo duca Ludovico il Moro. Ludovico sostenne Carlo VIII nelle sue rivendicazioni sul regno di Napoli (1494), ma quando il successore di Carlo VIII, Luigi XII, scese in Italia rivendicando i suoi diritti sul ducato di Milano quale erede di Valentina Visconti, sposata a Luigi d'Orléans, Ludovico il Moro scappò (1499). Milano venne invasa dai Francesi, la cui politica rigorosamente fiscale provocò il malcontento popolare, presto convertitosi in rivolta, fino alla cacciata dei Francesi e al ritorno di Ludovico a Milano. Poco tempo dopo le sue truppe furono sconfitte dall'esercito francese ed egli venne deportato in Francia dove morì. Milano ritornò ai Francesi e parte del suo territorio passò agli Svizzeri. La prima metà del XVI sec. fu molto difficile per il ducato che venne sconvolto da numerose guerre e da continui avvicendamenti di sovrani. Alla morte di Francesco II Sforza (1535), la città passò all'imperatore Carlo V e fu assegnata alla Spagna. Sotto la dominazione spagnola Milano attraversò un periodo di decadenza dovuto al pesante fiscalismo, ulteriormente aggravato dalle pestilenze che colpirono la città nel 1576 e nel 1630. Nel 1706, durante la guerra di successione spagnola, il territorio milanese fu occupato dagli Austriaci e dai Piemontesi e con il trattato di Utrecht il Milanese divenne possedimento dagli Asburgo (1714). Con il Governo austriaco iniziò la ripresa economica (nascita delle manifatture tessili) e culturale (illuminismo lombardo, pubblicazione della rivista il Caffè) della città a cui contribuirono le riforme di Maria Teresa e di Giuseppe II, che modernizzarono le strutture finanziarie, amministrative ed ecclesiastiche e favorirono gli interessi della nuova borghesia. Nel 1796 le truppe napoleoniche entrarono a Milano dove si instaurò un governo provvisorio. Gli Austriaci riconquistarono la città nel 1799, ma l'anno seguente, dopo la battaglia di Marengo, Milano tornò a far parte della Repubblica Cisalpina e divenne capitale del Regno Italico. Con il Congresso di Vienna (1814) venne restaurata la dominazione austriaca e contro di essa si sviluppò l'opposizione liberale (gruppo del Conciliatore, congiure dei Carbonari e dei federati, cospirazione della Giovine Italia nel 1832-33). Nel 1848 Milano fu uno dei centri della rivoluzione (le Cinque Giornate) e nel 1859 venne liberata dalle truppe franco-piemontesi.
Nel periodo seguente l'unità d'Italia, Milano conobbe un periodo di crescita economica e divenne il principale centro industriale e commerciale del Regno d'Italia. Durante la II guerra mondiale Milano fu sconvolta dai bombardamenti dell'aviazione anglo-americana (agosto 1943) che danneggiarono importanti monumenti e distrussero interi quartieri. La città fu anche uno dei centri della resistenza all'occupazione tedesca. ARTE. Centro d'arte e cultura tra i più importanti in Italia e in Europa, Milano ha una storia che affonda le sue radici in epoche molto lontane e si può ricostruire più o meno agevolmente attraverso le numerose testimonianze rappresentate da palazzi, chiese e altri monumenti cittadini. Già in età classica Mediolanum (definita da Ausonio seconda Roma) si segnalava per l'imponenza e la ricchezza delle sue costruzioni pubbliche scomparse poi durante i vari rinnovamenti del nucleo urbano di cui attualmente sono visibili poche vestigia: i resti delle mura augustee, del teatro (100 m di diametro), capitelli e le 16 colonne in marmo di S. Lorenzo Maggiore, databili al II sec. Esempio illustre di architettura paleocristiana è la Basilica di S. Lorenzo (IV sec.), a pianta centrale. Dal grande vano interno coperto da una cupola e articolato in quattro esedre divise da massicce torri angolari, si accede all'ottagonale Cappella di Sant'Aquilino decorata da preziosi mosaici del IV sec. e alle cappelle di Sant'Ippolito (IV sec.) e di San Sisto (V sec.). In questo stesso periodo, grazie all'opera di sant'Ambrogio, si eressero altre basiliche successivamente distrutte o riedificate: la Basilica dei Santi Apostoli poi San Nazaro (382-86), quella dei Martiri (37986) divenuta Sant'Ambrogio,la Basilica delle Vergini (85) ora San Simpliciano, il battistero della Basilica di Santa Tecla. L'attuale chiesa di Sant'Ambrogio, che sorge sulla stessa area dove si elevava la Basilica paleocristiana, risale ai secc. IX-XII ed è il più importante esempio di architettura romanico-lombarda, prototipo di tutta una serie di edifici con innovazioni sia nella forma e sia nella decorazione. L'interno della Basilica in tre navate ricoperte da volte a crociera costolonata è ricco di pregevoli opere d'arte tra cui ricordiamo l'altare del Santo rivestito in lamine d'oro e d'argento lavorate a sbalzo da Vuolvinio (IX sec.). Risollevatasi in breve tempo dalla crisi provocata dalle distruzioni del Barbarossa la città diede prova di un rinnovato fervore edilizio costruendo il complesso del Broletto o Palazzo della Ragione (1233) in Piazza Mercanti, tutta medievale, la Loggia degli Osii (1316), cui seguì nel XIII sec. la chiesa di S. Gottardo in corte con lo splendido campanile ottagonale e l'antico nucleo del castello di Porta Giovia (1368), inglobato successivamente nella fortezza fatta erigere da Francesco Sforza nel 1450 (Castello Sforzesco).
Legata al nome di Gian Galeazzo Visconti è la grande impresa cittadina della Fabbrica del Duomo, capolavoro del gotico fiorito in Europa, completato solo nel 1805-09. Il nuovo stile rinascimentale di origine toscana trovò rapida affermazione in Milano con la politica artistica sostenuta dalla corte sforzesca: tra le più belle architetture di questo periodo ricordiamo la chiesa di Santa Maria delle Grazie edificata dal Solari nel 1466 e terminata dal Bramante con la costruzione della tribuna e della cupola (1492); la Cappella Portinari, cui si accede dalla Basilica di Sant'Eustorgio, a pianta quadrata, con affreschi del Foppa e l'arca di San Pietro Martire opera di Giovanni da Balduccio; la chiesa di San Satiro, alla cui sistemazione lavorò Bramante, autore del suggestivo coro prospettico; la chiesa di S. Pietro in Gessate del Solari (affreschi di B. Zenale); la chiesa di Santa Maria della Passione (1482-85); l'Ex Ospedale Maggiore detto anche Ca' Granda (1456, attuale sede dell'Università Statale) opera del Filarete. Grazie all'attività di architetti come Giovanni Ruggeri, Fabio Mangone e Francesco Maria Richini la città assunse un nuovo volto barocco, visibile nei suoi aspetti più significativi nelle chiese di San Giuseppe, Santa Maria alla Porta, Sant'Alessandro e nei palazzi Durini, Cusani, Litta, Arese, Marino (sede del Comune), Brera (famoso per lo splendido cortile), il collegio Elvetico. In molti edifici sacri si trovano testimonianze pittoriche di artisti come Morazzone, Cerano e Il Monastero Maggiore o Chiesa di San Maurizio (interamente affrescata da B. Luini Procaccini, protagonisti della grande stagione pittorica del Seicento lombardo). Con il Settecento si apre per Milano un'epoca di progetti e costruzioni improntati al nuovo gusto neoclassico, rigoroso ed equilibrato. Trai principali esempi di questo stile ricordiamo il Teatro alla Scala (1778), Palazzo Belgioioso (1772-81) e Palazzo Greppi (1772-79), tutti opera dal maggior architetto dell'epoca, il folignate Giuseppe Piermarini, cui spetta anche la ristrutturazione del Palazzo Reale (1778) e del Palazzo Arcivescovile; la Villa Reale, opera di L. Pollack (1790-93) e Palazzo Serbelloni di Simone Cantoni (177590). Importante fu il contributo degli architetti subentrati a Piermarini per la riorganizzazione e trasformazione della città in senso edilizio e urbanistico: nascono nei primi anni dell'Ottocento i piani di nuovi interventi sociali di utilità pubblica regolamentati dalla Commissione di Pubblico Ornato istituita nel 1807. Il ticinese Luigi Canonica, sovrintendente della Commissione, progetta la grande Arena Civica nella zona del Castello e il Teatro Carcano, mentre Luigi Cagnola realizza l'Arco della Pace (1806-37) e i Propilei di Porta Ticinese (1801-13), in cui riprende il motivo dell'arco trionfale romano. Numerosi i palazzi ottocenteschi che si affacciano su due delle vie più frequentate di Milano: via Manzoni e via Montenapoleone, aristocratica arteria sede di lussuosi negozi, celebri nel mondo.
Il vero salotto di Milano è però la Galleria Vittorio Emanuele che collega Piazza della Scala a Piazza del Duomo, terminata da Giuseppe Mengoni nel 1878. Durante il XX secolo Milano diventa una metropoli industriale, luogo di cultura e fucina di idee, dove si sviluppano, a partire dal Liberty (Palazzo Castiglioni, 1903, e Clinica Columbus, 1909, di Giuseppe Sommaruga) alcune delle correnti artistiche anche d'avanguardia (come il Futurismo) più importanti del secolo. Tra il 1927 e il 1931, su progetto dell'Architetto Ulisse Stacchini, fu costruita la Stazione centrale di Milano un misto di stile Liberty ed eclettico.
Su progetto dello studio BBPR di Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgioioso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan-Rogers, viene costruita nel 1958 la Torre Velasca (108 m). Tra le altre realizzazioni contemporanee ricordiamo il Palazzo della Triennale di Giovanni Muzio, il Palazzo della Montecatini e il Grattacielo Pirelli di Gio Ponti, il Quartiere QT8 di Piero Bottoni e il Quartiere Mangiagalli di Lingeri, Albini e Gardella.
LA PROVINCIA. La provincia di Milano (3.707.210 ab.; 1.982 kmq) si estende su un territorio prevalentemente pianeggiante. L'economia della zona meridionale è a carattere prevalentemente agricolo (cereali, foraggi, allevamento di bovini), mentre nella zona settentrionale la risorsa principale è costituita dalle industrie siderurgiche, metallurgiche, metalmeccaniche, elettromeccaniche, petrolchimiche, tessili, chimiche, alimentari, mobilifici, calzaturifici. Fra i centri principali ricordiamo Abbiategrasso, Casalpusterlengo, Cinisello Balsamo, Codogno, Desio, Legnano, Lissone, Meda, Melzo, Monza, Rho, Seregno, Sesto San Giovanni, Seveso, Vimercate.
IL DUOMO DI MILANO(...) Così grandioso, vasto, solenne; eppure così fragile, aereo, leggiadro. È una mole enorme di solido peso, eppure, nella morbida luce lunare, sembra un miraggio fatato lì lì per svanire a un soffio... Una visione! Un miracolo! Un inno cantato dalla pietra, un poema marmoreo!...Certo deve essere la creazione più maestosa mai concepita da cervello umano. Il celebre scrittore americano Mark Twain così esprimeva la sua ammirazione nel Viaggio dei novelli pellegrini per il più famoso monumento milanese, simbolo della città stessa. La prima pietra del Duomo, dedicato a Maria Nascente, fu posta nell'anno 1386 per merito dell'arcivescovo Antonio da Saluzzo la cui iniziativa ebbe presto il sostegno di Gian Galeazzo Visconti, desideroso di arricchire Milano con un monumento rappresentativo del prestigio e della potenza della Signoria viscontea. La costruzione dell'edificio, affidata in gran parte a maestranze d'oltralpe (renane, fiamminghe e francesi), richiese spese enormi, affrontate non solo dall'autorità civile e religiosa ma anche e soprattutto dal popolo milanese che generosamente diede il proprio aiuto ed impegno con la raccolta di fondi e offerte (per altari, vetrate e statue) nonché con le numerose donazioni di terreni, palazzi, boschi e oggetti preziosi alla Veneranda Fabbrica del Duomo. I lavori continuarono per lunghi secoli sotto la guida di architetti ed artisti tra i più famosi dell'epoca, sino a che nel 1813 anche la facciata fu completata su progetto di O Amati in collaborazione con G. Zanoja. La storia recente della Cattedrale è soprattutto storia di restauri statici imponenti e continue opere di manutenzione, resi necessari dalle gravi lesioni emerse nelle strutture portanti dell'edificio. In occasione del seicentenario della fondazione del Duomo (1986) l'intero spazio della chiesa è stato restituito nel suo primitivo splendore, completamente rinnovato anche nella zona presbiteriale.
Musei e gallerie di MilanoCenacolo VincianoNel refettorio dell'ex convento dei Domenicani, annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, sono visibili gli affreschi di Leonardo da Vinci (Ultima Cena 1495-97) e del Montorfano (Crocifissione, 1495).Civica Galleria d’Arte ModernaOspitata nelle sale della Villa Reale, costruita dal Pollack (1790-93), comprende dipinti del XIX sec. dal Neoclassicismo milanese al Verismo e Divisionismo italiani; la Collezione Grassi (con opere del XIX e XX sec.) e il Museo Marino Marini, dedicato al maestro toscano. Accanto alla Villa è il Padiglione d'Arte Contemporanea, inaugurato nel 1955, che costituisce un importante spazio espositivo per rassegne d'arte moderna e contemporanea, di fotografia e design.Civico Museo d’Arte ContemporaneaÈ allestito in Palazzo Reale e raccoglie opere di artisti italiani moderni tra cui Boccioni, De Chirico, Sironi, Morandi, Melotti e Fontana. Civico Museo del Risorgimento. Vi sono esposti cimeli, documenti ed opere d'arte del periodo risorgimentale (1800-70). Comprende anche una fornita biblioteca e una emeroteca specializzata e un archivio.Civico Museo-studio Francesco MessinaIn questo singolare spazio-laboratorio, collocato nell'ex chiesa di S. Sisto, ha sede un'importante raccolta dei lavori del celebre scultore. Complesso museo grafico del Castello Sforzesco. Comprende numerose collezioni di grande valore tra cui le Civiche raccolte d'arte antica (con sculture dall'epoca tardo-romana al Rinascimento, affreschi, dipinti dal 1300 al 1700 e disegni dal XV al XX sec.); le Civiche Raccolte d'arte applicata (arazzi, armi e armature, avori, bronzetti, mortai, ceramiche, ferri battuti, costumi, oggetti vari, oreficerie, mobili, sculture lignee, smalti, tessuti, vetri e vetrate); il Museo degli Strumenti Musicali (con oltre 600 pezzi); le Civiche raccolte archeologiche e Numismatiche con il Gabinetto Numismatico Medagliere, la sezione egizia (costituita da un migliaio di reperti di varia epoca) e quella preistorica (con reperti provenienti prevalentemente dall'area lombarda e milanese). Il Museo Archeologico è stato trasferito nel 1965 dal Castello Sforzesco all'attuale sede (l'antico Monastero maggiore) di Corso Magenta 15, nella zona del Circo romano. Si articola nelle tre sezioni, greca, etrusca e romana.Fondazione Artistica Poldi PezzoliInaugurata nel 1881 per volontà del mecenate conte Gian Giacomo Poldi Pezzoli, che destinò la propria splendida abitazione a casa-museo, le collezioni sono costituite da una Pinacoteca (con dipinti di Botticelli, Giovanni Bellini, Mantegna, P. della Francesca, Guardi ecc), una raccolta archeologica, un'armeria, una esposizione di tappeti persiani e stoffe copte, oltre che da raccolte di porcellane pregiate, orologi d'epoca, vetri antichi di Murano (XV-XVIII sec.), e dal Gabinetto ori (con capolavori di arte orafa, bronzetti rinascimentali, smalti di Limoges).
Museo civico di MilanoInteressante documentazione della storia cittadina dal XVII sec. all'inizio del '900 attraverso dipinti, stampe, disegni e oggetti d'artigianato tradizionale lombardo.Museo Civico di Storia NaturaleDai dinosauri ai pesci fossili di Bolca, dagli scheletri di orso delle caverne e di balenottera comune alle più rare specie di insetti: questa è soltanto una piccola parte di ciò che è in mostra nel più antico Museo municipale di Milano. Oltre alle sezioni di paleontologia e zoologia, vi sono ricche collezioni mineralogiche, petrografiche, botaniche e un settore relativo alla geologia. L'allestimento del museo è concepito secondo avanzati criteri didattici.Museo del Cinema della Cineteca italianaNelle sale del Museo sono visibili materiali che permettono di ripercorrere la storia dalle forme anticipatrici del cinema (lanterne magiche, fenachistoscopi), della fotografia (dagherrotipi) della cinematografia. Collezioni di apparecchi del cinema muto e di film, dalle origini ai giorni nostri.Museo del Duomo Ha sede nel complesso storico-monumentale di Palazzo Reale ed espone in 21 sale dipinti, sculture, vetrate, tessuti, metalli e opere lignee, relativi alla storia della Cattedrale e della sua fabbrica.Museo di S. AmbrogioAllestito presso la canonica della Basilica, comprende preziose opere (arazzi, affreschi, stoffe e sculture) che ne documentano l'evoluzione, dalla fondazione in poi. L'Archivio Capitolare custodisce splendide pergamene e codici manoscritti miniati.Museo di Storia ContemporaneaPresenta oggetti e testimonianze relativi al periodo 1914-45.Museo Etnografico del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere)Espone una raccolta artistica estremo-orientale con dipinti, sculture, bronzi, legni, avori, porcellane di provenienza indiana, cinese, birmana.Museo Nazionale Casa del ManzoniLo studio e la camera da letto dell'appartamento, dove il grande scrittore visse dal 1814 sino alla morte, conservano l'antico aspetto e sono aperte al pubblico. Cimeli e documenti sulla vita e le opere del Manzoni.Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da VinciSi compone di tre sezioni ospitate in altrettanti edifici: nel primo, ex Monastero olivetano dei Benedettini (sec. XVI-XVIII), ricche collezioni testimoniano lo sviluppo storico in campo scientifico e tecnologico dalle origini ad oggi, dalla fisica all'informatica, dalla metallurgia alla ricerca petrolifera; nel secondo, relativo ai trasporti ferroviari, sono in mostra locomotive a vapore, vagoni di epoche diverse; nel terzo è ricostruita la storia dei trasporti marittimi e aerei, una sala dall'agosto 2005 ospita il sommergibile E. Toti.Museo Teatrale Alla ScalaSi trova nello stesso palazzo del celebre teatro e merita di essere visitato per l'ampia raccolta di oggetti e dipinti relativi alla storia dello spettacolo, in Italia e nel mondo, e alla tradizione musicale milanese: autografi, scenografie, manifesti, medaglie, incisioni ecc.
Pinacoteca AmbrosianaFondata nel 1618 per volontà di Federico Borromeo, vanta una tra le più importanti esposizioni di capolavori lombardi e veneti, oltre a dipinti, miniature, disegni e stampe dal '400 al '700. Il Museo è affiancato dalla Biblioteca Ambrosiana.Pinacoteca di BreraDeriva il nome dal termine brayda in uso nel latino medievale per indicare un terreno incolto e boscoso. Il grandioso edificio che ospita la Pinacoteca si trova infatti sul luogo, in origine al di fuori della cinta urbana, dove l'ordine laico degli Umiliati aveva fondato la propria casa e l'opificio per lavorare la lana. Dal 1776, anno a cui risale il primo nucleo della Pinacoteca, sino all'epoca attuale, le collezioni d'arte sono andate via via accrescendosi grazie anche a lasciti e donazioni di privati, tra cui le raccolte di arte moderna Jesi (1976) e Jucker (1982). Ciò permette al Museo recentemente ristrutturato ed ampliato con l'aggiunta di nuove sale di offrire un eccezionale panorama di opere d'arte italiane e straniere dal XIV al XX sec. La realizzazione della cosiddetta Grande Brera prevede inoltre l'utilizzazione di altri spazi allestiti nei locali del settecentesco Palazzo Citterio (Brera 2), destinato ad ospitare parte degli uffici e delle raccolte di dipinti del 1900.Quadreria dell'Ospedale MaggioreIniziata nel 1456 allorché venne fondato l'Ospedale da Francesco Sforza, la raccolta si compone di un nucleo principale costituito da circa 800 dipinti, accanto a sculture, pergamene miniate, oggetti di arte minore, esposti in parte con scadenza biennale in una mostra temporanea.Siloteca CormioHa sede all'interno del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica e costituisce una sezione staccata del Museo di Storia Naturale. Sono esposti 7.000 campioni di legni e materiali vari relativi al legno, alla sua lavorazione ed ai suoi usi. Del medesimo architetto neoclassico è la celebre Villa Olmo (1782), affacciata sul lago, mentre Villa Geno, ricostruita nel 1850, è opera dell'architetto Tazzini. Un significativo episodio del razionalismo italiano è rappresentato dalla serie di edifici costruiti da G. Terragni: la casa per appartamenti Novocomum (1927-29), l'ex casa del Fascio (1932-36); l'asilo Sant'Elia (1936-37) e la casa Giuliani-Frigerio (1939-40). I Musei Civici (reperti storici ed archeologici) sono ubicati nel Palazzo Giovio (XVIII sec.).
UNA CROCIERA SUI NAVIGLIIl nostro itinerario inizia là dove in prossimità della Darsena di Porta Ticinese i due rami del Naviglio si biforcano nelle alzaie del Naviglio Grande e del Naviglio Pavese ed ha come meta la scoperta di alcune tra le più belle, ma per molti anche sconosciute, ville negli immediati dintorni di Milano. Sono dimore rurali fatte costruire dai ricchi signori milanesi come residenze di villeggiatura tra il XVI e il XVIII sec. lungo le rive del Naviglio Grande sin alle porte di Abbiategrasso. Contemporaneamente alla felice stagione delle vacanze che s'andava inaugurando a Venezia sul Brenta, con i Navigli navigabili nasceva infatti anche in Lombardia per le famiglie nobili la moda di trascorrere il soggiorno estivo in una seconda casa, progettata da architetti di grido in località tranquille e non lontane dalla città. Costeggiando le alzaie di questa suggestiva autostrada fluviale che collegava Milano alla verde campagna circostante si incontrano così, allineate su un'unica direttrice, a Cassinetta di Lugagnano Villa Negri, Villa Visconti Maineri (di origini molto antiche, è tra le più grandiose con un bel parco, oggi purtroppo in condizioni precarie), Villa Krentzlin, Villa Nai, Villa Trivulzio, Villa Clari Monzini; a Robecco Villa Gaia Gandini, (anteriore al'400, fu modificata nel '700; presenta all'interno interessanti affreschi di scuola leonardesca, tiepolesca e di Appiani), Villa Archinto, nota anche come il Castello per le sue torri merlate; a Magenta Villa Castiglioni; a Castelletto di Cuggiono Villa Clerici, eretta su di un piccolo colle, in posizione dominante il Naviglio.Bergamo(113.143 ab.). La città di Bergamo è situata sulle colline al limite delle Prealpi Bergamasche, allo sbocco in pianura delle valli del Brembo e del Serio. Il nucleo urbano è diviso in due zone: l'antico centro medievale sulla sommità del colle (Bergamo Alta) e la città nuova (Bergamo Bassa). Bergamo è un importante centro artistico e culturale con un'economia principalmente industriale: industrie tessili, metalmeccaniche, siderurgiche, editoriali, poligrafiche e alimentari. STORIA. Bergomum, fondata dalla popolazione celtica degli Orobii, fu dominata dagli Etruschi (XI-VI sec. a.C.) e dai Galli (VI-II sec. a.C.) prima di essere occupata dai Romani nel 198 a.C. Dopo le invasioni barbariche, i Longobardi fondarono il ducato di Bergamo che venne devastato dagli Ungari. Sede vescovile, la città divenne libero Comune all'inizio del XII sec. e fece parte della Lega Lombarda. Nel 1323 fu inglobata nel territorio della Signoria dei Visconti che la cedettero alla Repubblica di Venezia nel 1428. La città rimase sotto il dominio della Serenissima fino al 1797, quando fu ceduta all'Austria. ARTE. Città tra le più interessanti della Lombardia per la ricchezza e consistenza del patrimonio artistico, Bergamo reca nei suoi monumenti evidenti tracce stilistiche della Repubblica Veneta cui appartenne sino al 1796. I gruppi architettonici principali si trovano nella città alta, completamente cinta da mura fatte erigere dai veneziani nel XVI sec. Al centro del nucleo antico, caratterizzato da stradine medievali e inattese vedute sulla pianura, si apre la Piazza Vecchia con il Palazzo della Ragione (1199; distrutto da successivi incendi, fu ricostruito una prima volta nel XIV e poi restaurato nel XV sec.), il Palazzo del Podestà (XIV-XV sec.) e il Palazzo della Biblioteca (1611) opera di V. Scamozzi. Il complesso monumentale religioso si articola intorno alla contigua Piazza del Duomo dove spicca la Basilica di S. Maria Maggiore, iniziata dai Maestri Comacini nel 1137 e completata verso la fine del secolo. Notevoli sono i due protiri alle testate del transetto, opera di Giovanni da Campione (seconda metà XIV sec.), valido rappresentante del linguaggio stilistico proprio dei Maestri Campionesi. Allo stesso artista è da attribuirsi anche il Tempietto del Battistero (1340) a pianta ottagonale, originariamente collocato all'interno della chiesa e da l'i rimosso nel 1660. A fianco di S. Maria Maggiore il grande condottiero Bartolomeo Colleoni fece edificare da G. A. Amadeo (1470-76) la celebre Cappella, in memoria della figlia Medea morta in giovane età. Il monumento ha una fastosa facciata policroma, la cui struttura architettonica è quasi annullata dagli effetti pittorici, e costituisce uno dei massimi capolavori del Rinascimento lombardo. Sull'area dell'antica chiesa di S. Vincenzo sorge il Duomo, eretto a partire dal 1459 e in gran parte trasformato tra il 1680 e il 1690 dall'architetto Carlo Fontana. All'interno, dipinti di Previtali, G. B. Moroni e G. B. Tiepolo. La trecentesca rocca cittadina, la cui costruzione fu promossa da Giovanni di Boemia e portata a termine da Azzone Visconti, ospita vari musei: il Museo Civico di Scienze Naturali, il Museo Archeologico Civico e il Museo del Risorgimento e della Resistenza. I tesori della scuola pittorica bergamasca, che trova i suoi più significativi esponenti nei cosiddetti pittori della realtà, sono esposti nella Galleria dell'Accademia Carrara, fondata nel 1796 dal conte Giacomo Carrara. Nelle sale della Pinacoteca si svolge un discorso artistico che dal Moroni (Ritratto di bambina) e Ceresa (Ritratto di gentil donna) conduce, attraverso Evaristo Baschenis (Strumenti musicali) e Fra' Galgario (Ritratto di gentiluomo) sino a Giovanni Carnovali detto il Piccio (Ritratto della Signorina nob. Riccardi), nato presso Luino ma formatosi in ambito bergamasco. Il Museo Donizettiano, collocato nel Palazzo della Misericordia, permette di ricostruire grazie al materiale documentario espostovi, la figura e l'opera del famoso musicista, originario di Bergamo.
LA PROVINCIA. La provincia di Bergamo (973.129 ab.; 2.723 kmq) occupa la parte della Pianura Padana compresa fra il versante meridionale delle Alpi Orobie e i fiumi Adda e Oglio. Al territorio, attraversato da numerose valli (Brembana, Serina, Imagna, Seriana ecc.), appartengono le Prealpi Bergamasche. Principale risorsa della provincia è l'agricoltura con la produzione di cereali, frutta, vino e patate. Diffuso nelle zone di montagna è l'allevamento di bovini e ovini (che alimenta la produzione di formaggi) e del baco da seta. Fra le industrie più importanti sono quelle tessili, siderurgiche, elettriche, alimentari. Il sottosuolo è ricco di giacimenti di piombo e zinco e vi sono inoltre cave di gesso, di pietre da costruzione e di marmo. Vi sono anche molte sorgenti idrominerali (San Pellegrino Terme, Bracca, Trescore Balneario ecc.). L'industria turistico-alberghiera è sviluppata nelle località di villeggiatura e di sport invernali (Foppolo, Presolana, Schilpario, Selvino ecc.). Fra i centri principali ricordiamo Albino, Alzano Lombardo, Caravaggio, Clusone, Dalmine, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, San Pellegrino, Sarnico, Seriate, Sotto il Monte, Treviglio. Brescia(187.567 ab.). La città di Brescia si trova ai piedi delle Prealpi alla confluenza della Val Trompia nella Pianura Padana. L'economia della città è essenzialmente legata alle industrie siderurgiche, metalmeccaniche, automobilistiche, dell'abbigliamento, tessili, della lavorazione del legno e del cuoio, chimico-farmaceutiche e alimentari. Importanti sono le fabbriche di armi da fuoco. STORIA. Brixia venne fondata dai Galli Cenomani nel VI sec. a.C. Conquistata dai Romani divenne una base per la penetrazione nella Gallia Transalpina (225 a.C.). Dopo le invasioni barbariche fu un ducato sotto i Longobardi (VI-VIII sec.) e divenne in seguito libero Comune (XII-XIII sec.). Più volte contesa fra Milano e Venezia fu possesso della Repubblica di Venezia dal 1428 al 1797. Dopo l'occupazione napoleonica ritornò all' Austria e divenne un centro del Risorgimento partecipando ai moti rivoluzionari del 1821, 1833 e 1849 (le Dieci giornate). Nel 1859 venne annessa al Regno di Sardegna. ARTE. Importanti documenti architettonici della Brixia romana sono il Tempio Capitolino (73-74 d.C.) nella piazza del Foro fatto erigere da Vespasiano: in stile corinzio, presenta un pronao esastilo e tre celle dedicate a Giove, Giunone e Minerva nella parte posteriore, ricostruite nel XIX sec. Presso il tempio, il Civico Museo dell'Età Romana conserva reperti archeologici (vasi, monete, lucerne, vetri) e opere d'arte notevoli quali la celebre Vittoria alata in bronzo, alta m 1,95, divenuta simbolo della città. Nella parte vecchia sono da visitare il Broletto (1187-1230), antico palazzo comunale; il Duomo Vecchio o Rotonda (sec. XII), romanico, di forma circolare con cupola emisferica, ambulacro e presbiterio a due cappelle laterali aggiunto nel 1488-98; il Duomo Nuovo risalente al 1604 con cupola realizzata su progetto del Cagnola (1825) e all'interno dipinti del Moretto e del Romanino, già nel Duomo Vecchio. Centro storico del XV sec. è la piazza della Loggia dove spicca tra gli altri edifici la Loggia, vero gioiello architettonico rinascimentale (attuale sede del Municipio) del 1492-1574, in stile veneto-lombardo. Molte sono le chiese interessanti: la Basilica di San Salvatore (IX sec.) paleocristiana, sorta sui resti di una casa romana; Santa Maria in Solario (XII sec.); S. Faustino in Riposo (XII sec.); S. Francesco (1254-65); S. Giovanni Evangelista (XV sec.) con pregevoli opere di artisti bresciani; S. Maria dei Miracoli (XV-XVI sec.), dalla splendida facciata decorata; S. Angela Merici (1580-1603); S. Agra in S. Eugenia (1776) affrescata dal Veronese; SS. Nazaro e Celso (notevole, nell'interno, il polittico di Tiziano raffigurante Gesù risorto, Gabriele, Annunziata e Santi, del 1522). La città è dominata dal Castello, posto sul colle Cidneo, e risalente al XVI sec. Costituito da un complesso di vari corpi di fabbrica e di fortificazioni, ospita il Museo del Risorgimento. Da visitare infine è la celebre Pinacoteca Tosio Martinengo per l'ampia e documentata raccolta di opere della scuola locale, specie del XVI sec. (Moretto, Romanino, Savoldo). LA PROVINCIA. La provincia di Brescia (1.108.776 ab.; 4.784 kmq) si estende dall'Adamello alla Pianura Padana e comprende la sponda orientale del lago d'Iseo, la riva occidentale del lago di Garda e le vallate dell'Oglio (Val Camonica), del Mella (Val Trompia) e del Chiese (Val Sabbia). Importanti per l'economia della provincia sono le colture della vite, dell'olivo, dei cedri, dei foraggi, dei cereali e l'allevamento di bovini. Le industrie più importanti sono quelle meccaniche, metalmeccaniche, metallurgiche, tessili, alimentari, del cemento, della carta, del legno, delle materie plastiche e delle armi (a Gardone ha sede la Beretta S.p.A.).
L'industriaturistico-alberghiera è sviluppata nelle stazioni climatiche e di sport invernali. Fra i centri principali ricordiamo Chiari, Desenzano, Edolo, Gardone Riviera, Gardone Val Trompia, Ghedi, Iseo, Lonato, Manerbio, Montichiari, Orzinuovi, Palazzolo sull'Oglio, Ponte di Legno, Rovato, Salò. Como(78.680 ab.). La città di Como si trova in una conca di origine morenico-alluvionale, circondata da colline, situata all'estremità sud-occidentale del ramo del lago omonimo. È un importante nodo stradale e ferroviario nonché un primario centro turistico e commerciale. Como è famosa in tutto il mondo per le industrie tessili. Fra le altre attività industriali vi sono le industrie metallurgiche, meccaniche e cartarie. STORIA. I Romani occuparono Como nel 196 a.C. La città venne devastata durante le invasioni barbariche e nell'XI sec. si risollevò e si diede un ordinamento comunale. Schieratasi con i Ghibellini fu distrutta dai Milanesi nel 1127 e fu ricostruita grazie all'aiuto di Federico Barbarossa con cui si alleò Nel XIII e nel XIV sec. le famiglie dei Vitani e dei Rusca si alternarono al governo della città. I Rusca governarono Como fino al 1335 quando fu conquistata dai Visconti di Milano. Nel 1521 Como venne occupata dagli Spagnoli e rimase sotto la loro dominazione fino al 1706. Nel 1714 fu ceduta agli Asburgo. Occupata dai Francesi nel 1796 entrò a far parte della Repubblica Cisalpina. Dopo il Congresso di Vienna (1815) fu nuovamente assegnata agli Austriaci. Durante il Risorgimento fu molto attiva e venne liberata da Garibaldi il 27 maggio 1859 entrando a far parte del Regno di Sardegna. ARTE. La Comum romana rivive nelle caratteristiche urbane del nucleo storico, impostato sulla struttura dell'antico castrum militare con i due assi principali del cardo (nord-sud) e del decumano (est-ovest), riflessi nelle odierne vie Cantù-Luini e Indipendenza. Alla fine del XII sec. il Barbarossa fece ricostruire la cerchia di mura cittadine mantenendo lo stesso tracciato rettangolare di quelle romane: ne sono testimonianze evidenti le torri di San Vitale, di Porta Nuova e di Porta Vittoria. Gran parte dell'attuale fisionomia della città è d'impronta medievale come appare dai grandi esempi dell'architettura religiosa romanica quali le chiese di S. Carpoforo (ricostruita nel 1025 circa su di una preesistente Basilica paleocristiana), di S. Abondio (risalente nella sua prima fondazione al V sec. e riedificata nel 1050-70) e di S. Fedele (XI-XII sec.), interessante per la presenza di un ampio corpo triabsidato (tricora) intorno alla cupola. Quarta importante chiesa romanica di Como è S. Giacomo (fine XI sec.), che, nonostante le trasformazioni subite, presenta soluzioni nella parte del transetto e dell'abside. Nella centrale Piazza del Duomo si innalza il Broletto (1215), antica sede del Comune, in stile romanico-gotico; accanto la Torre del Comune. La chiesa di S. Agostino costituisce un bell'esempio di architettura gotica(gli affreschi della Cappella della Cintura sono del Morazzone, 1612 circa). Il Duomo, iniziato nel 1396, appartiene stilisticamente ad una fase di transizione tra Gotico e Rinascimento, specie nella facciata (1455) la cui decorazione scultorea è dei fratelli Rodari (XV-XVI sec.). A Cristoforo Solari spetta l'ideazione nel 1519 dei tre ampi spazi absidali sovrastati dalla settecentesca cupola juvarriana. L'interno è ricchissimo d'opere d'arte, tra cui ricordiamo gli arazzi del Cinquecento, le tele di G. Ferrari e B. Luini e gli affreschi del Morazzone. Numerosi i palazzi signorili comaschi: Palazzo Rusconi e Palazzo Vittani gli unici appartenenti all'architettura rinascimentale civile Palazzo Natta, di P. Tibaldi, il Palazzo del Liceo-Ginnasio Volta, edificato da Simone Cantoni nel 1817. LA PROVINCIA. La provincia di Como (537.500 ab.; 1.288 kmq) occupa il territorio intorno al lago di Como e parte del lago di Lugano. Comprende la sezione delle Prealpi Lombarde che culmina nel gruppo montuoso delle Grigne (2.410 m). Risorse principali dell'economia della provincia sono le industrie tessili, alimentari, metalmeccaniche, chimico-farmaceutiche. Prodotti dell'agricoltura sono cereali, frutta e verdura, lino, gelsi, foraggi. Diffuso è l'allevamento del bestiame. L'industria turistico-alberghiera è sviluppata nel capoluogo e nelle località di villeggiatura lungo il lago. Fra i centri principali ricordiamo Bellagio, Campione d'Italia, Cantù, Erba, Mariano Comense, Menaggio.![]() ![]()
Cremona(70.887 ab.). La città di Cremona sorge nei pressi della riva sinistra del fiume Po. È un importante centro agricolo (produzione di cereali, foraggi, gelsi, frutta, ortaggi) e commerciale. Le industrie principali sono cappellifici, industrie alimentari e dolciarie (ottimi i salumi, le mostarde e i torroni), tessili e meccaniche. Cremona è famosa per le fabbriche di strumenti musicali (violini e pianoforti) che risalgono al XVI sec. (botteghe dei liutai Stradivari, Amati, Guarneri). STORIA. Cremona era un'importante città dei Galli Cenomani quando venne occupata dai Romani nel 222 a.C. Nel 69 d.C. fu distrutta e la sua situazione peggiorò durante le invasioni barbariche. Nell'XI sec. si riprese e divenne libero Comune. Nel XIII sec. fu Signoria dei Pallavicino a cui succedettero i Cavalcabò, i Visconti e infine gli Sforza nel 1441. Cremona, che in precedenza era stata scelta dai papi come sede di due concili (1148 e 1226) fu in questo periodo sede di congressi: nel 1441 venne firmato il trattato di pace fra Filippo Maria Visconti e le città di Venezia e Firenze; nel 1483 si riunì il congresso dei collegati. Dopo un breve periodo di sottomissione a Venezia (1499-1509) la città ritornò al ducato di Milano e ne seguì le vicende storiche fino all'unione col Piemonte (1859). ARTE. L'aspetto topografico e architettonico della Cremona romana, notevole centro di cultura, è documentato sia pur in modo frammentario dai ritrovamenti archeologici del suo sottosuolo: mosaici, stele, urne, ceramiche, capitelli ecc. Scarse appaiono invece le testimonianze relative ai secoli successivi. La storia artistica della città inizia ad avere una sua fisionomia definita solo con la costruzione del Duomo, innalzato nella prima metà del XII sec. sull'area dell'antica Cattedrale, demolita nel 1107. Splendido esempio d'architettura romanica, presenta una facciata con due torricelle cuspidate, adorna di statue e traforata da un duplice ordine di gallerie ad archeggiature; il protiro è del XIII sec. Il magnifico rosone fu eseguito come attesta una lapide da Giacomo Porrata nel 1274. L'originario impianto romanico subì aggiunte e rifacimenti sino al XVI sec. quando Lorenzo Trotti costruì il portico della Bertazzola (1493-1515) che congiunge il Duomo al Torrazzo, simbolo quest'ultimo della città ed eretto tra il 1250 e il 1267. L'altissima torre in laterizio (111 m) è coronata da una guglia ottagonale marmorea aggiunta successivamente. Lo straordinario insieme architettonico che fa della Piazza del Comune una delle più belle piazze medievali italiane si compone inoltre del Battistero, anch'esso romanico (1167) a pianta ottagonale, sormontato da una loggetta nella parte superiore, della Loggia dei Militi (1292), del Palazzo del Comune o dei Ghibellini rifatto agli inizi del 1200 e in seguito profondamente rimaneggiato. Altre chiese di notevole interesse sono quelle di S. Agostino (1345, con all'interno la Cappella Cavalcabò affrescata da B. Bembo nel 1452), di S. Luca, dei SS. Maria Maddalena e Geraldo (ad aula unica), di S. Michele (XII sec.), di S. Agata (1496, con facciata neoclassica del 1845) e S. Pietro a Po (1478, trasformata nel 1575). Vero gioiello del Rinascimento lombardo è infine la chiesa di S. Sigismondo, eretta su progetto di B. Gadio laddove sorgeva un piccolo tempio in cui si celebrarono le nozze (nel 1441) tra la duchessa Bianca Maria Visconti, signora di Cremona e Francesco Sforza. La costruzione dell'edificio si prolungò dal 1463 al Cinquecento avanzato; le opere di decorazione interna che secondo il disegno primitivo era esemplata sull'ormai diffuso modulo strutturale bramantesco, si svolsero tra il 1535 e il 1570. Gli affreschi della volta della navata vennero realizzati negli anni 1540-1565 da vari artisti cremonesi tra cui Giulio e Bernardino Campi e B. Gatti detto il Soiaro. Il Museo Civico, ospitato nel Palazzo degli Affaitati (XVI sec.), comprende la Pinacoteca, il Tesoro del Duomo, una sezione archeologica ed una risorgimentale. Nello stesso palazzo ha sede anche il Museo Stradivariano con cimeli del celebre liutaio cremonese Stradivari. Da visitare il Palazzo Fodri (di epoca rinascimentale), con elegante facciata in cotto e marmo e bel cortile porticato a loggia superiore. LA PROVINCIA. La provincia di Cremona (335.939 ab.; 1.771 kmq) occupa la parte della bassa pianura lombarda compresa tra i fiumi Oglio ad est, Po a sud e Adda ad ovest. Il territorio è molto fertile ed è attraversato da una fitta rete di canali di irrigazione. L'economia della provincia è prevalentemente agricola: produzione di frumento, granoturco, riso, foraggi, canapa, patate, lino, vino, barbabietole da zucchero. Allevamento di bovini e suini. Le industrie sono collegate alla produzione agricola e all'allevamento (molini, pastifici, zuccherifici, caseifici, salumifici). Fra i centri principali ricordiamo Casalmaggiore, Castelleone, Crema, Pizzighettone, Soncino, Soresina.![]()
Lecco(45.501 ab.). La città di Lecco, capoluogo di provincia solo dal 1991, si trova sulla sponda sud-orientale del ramo omonimo del lago di Como. I torrenti Gerenzone, Caldone, Bione, con i loro depositi alluvionali, hanno formato il terreno su cui sorge la città, circondata a Nord dal monte San Martino, a est dal Resegone, a sud dal monte Barro e a ovest dal Morigallo. Già in età medievale Lecco conobbe una certa fortuna economica basata sull'artigianato, in particolare del ferro, e sui commerci. L'odierna struttura industriale è però assai più articolata: accanto agli stabilimenti siderurgici operano quelli delle costruzioni metalliche, elettrotecnici e cartari. Il turismo è abbastanza fiorente STORIA. Antico insediamento celtico poi passato al dominio romano, Lecco è ricordata storicamente la prima volta nell'845. Nel periodo carolingio divenne capoluogo di una contea e nel X sec. possesso degli arcivescovi di Milano; contesa più tardi fra il comune di Como e quello milanese, rimase infine a quest'ultimo. Importante centro strategico e commerciale, nel 1336 Azzone Visconti vi fece costruire il celebre ponte sull'Adda e la munì di mura e di una fortezza (smantellata solo nel 1792). Nel XV sec. Lecco subì temporanee occupazioni da parte dei Veneziani; nel 1528 venne ceduta da De Leyva a Gian Giacomo Medici, che nel 1532 la restituì agli Sforza; sotto gli Spagnoli il suo forte fu caposaldo della difesa nord-orientale del Milanese. ARTE. L'impianto urbanistico medievale della città è stato quasi completamente distrutto a causa delle profonde modificazioni subite dall'abitato a partire dal Settecento (quando iniziò la demolizione delle fortificazioni e mura viscontee). Per questo il centro storico ha un carattere prevalentemente ottocentesco e non conserva monumenti di particolare pregio. Fra gli edifici più notevoli ricordiamo il settecentesco palazzo Belgioioso in cui ha sede il Museo Civico, la villa Manzoni detta Caleotto, la torre viscontea e i resti dell'antico castello che ospita oggi il Museo del Risorgimento. LA PROVINCIA. La provincia di Lecco (311.452 ab.; 816 kmq) comprende 90 comuni ed è un polo industriale molto forte. Oltre alle menzionate attività industriali, la provincia lecchese è famosa per i caseifici della Val Taleggio e per le località turistiche Barzio, Ballabio, Bellano, Colico, Dervio e Introbbio.
Lodi(40.805 ab.). La città di Lodi, capoluogo di provincia solo dal 1991, sorge sulla sponda destra del fiume Adda, in una fertile regione. L'economia è prevalentemente agricola: notevole l'allevamento bovino che dà luogo alla produzione di rinomati latticini. Molto fiorente è anche l'industria locale di maioliche che si affianca a quella tessile, meccanica, elettrica. STORIA. Fondata probabilmente dai Galli boi, Lodi, fu colonia e municipio romano. Fu sede vescovile fin dal IV sec. e la sua autonomia comunale la mise, non di rado, in conflitto con Milano che la distrusse ripetutamente (1110, 1155). Venne ricostruita da Federico Barbarossa nel 1158, per la sua posizione strategica, e finalmente nel 1335 la città venne inglobata nella Signoria viscontea seguendo le sorti del ducato di Milano, tranne che per la parentesi veneziana del 1447. Nel 1454 a Lodi fu conclusa la pace, che ne prese il nome, in virtù della quale finiva la guerra per la successione al ducato di Milano tra Francesco Sforza, Firenze, Genova e Mantova da una parte e Venezia, Napoli, Savoia e Monferrato dall'altra; Francesco Sforza veniva riconosciuto duca e Bergamo e Brescia ritornavano Venezia. Nel maggio del 1796 Lodi fu teatro di una battaglia tra i francesi, al comando di Bonaparte, e gli austriaci, al comando del generale Jaen-Pierre Beaulieu, in seguito alla quale Napoleone si assicurò la Lombardia. ARTE. La città vecchia conserva numerosi monumenti architettonici che ne testimoniano, non solo la ricchezza, ma anche l'importanza raggiunta nell'età medievale e rinascimentale. Nella centrale piazza della Vittoria, circondata da portici quattro-seicenteschi, si affaccia il duomo romanico il cui nucleo originario risale a poco dopo la metà del XII sec.; la facciata presenta un portale con sculture romanico e un rosone e bifore prettamente rinascimentali. Oltre a varie chiese medievali, fra cui ricordiamo S. Lorenzo (XII-XIII secc.), S. Francesco (seconda metà del trecento) e S. Agnese (fine del XIII sec.), Lodi vanta uno dei più noti edifici rinascimentali lombardi: il Santuario dell'Incoronata (1488-93) di G. Battagio e G. Dolcebuono. Al suo interno di forma ottagonale con cupola ed elegante loggia, sono custodite quattro tavole del Bergognone e altre dei fratelli Piazza. Fra gli edifici civili spiccano il palazzo Vistarini (XIV sec.), il palazzo Varasi (rinascimentale), l'ospedale Maggiore (1459-1504) e il Broletto (XIII sec.), palazzo Comunale. LA PROVINCIA. La provincia di Lodi (197.672 ab.; 782 kmq) comprende sessantuno comuni. L'area del lodigiano è prevalentemente agricola coltivata a foraggere e cereali; vanta un primato nazionale nella lavorazione dei latticini; di notevole importanza è anche la coltivazione della vite. Di particolare interesse sono le cittadine di S. Angelo Lodigiano e di Abbadia Cerreto.
Mantova(47.790 ab.). La città di Mantova sorge sulla riva destra del fiume Mincio che la circonda a semicerchio formando tre laghi (i laghi di Mantova), separati da due ponti-dighe stradali e ferroviari (Ponte San Giorgio e Ponte dei Molini), che conferiscono alla città l'aspetto di una penisola. Mantova è un importante centro commerciale per i prodotti agricoli dell'entroterra. Oltre alle industrie alimentari vi sono industrie chimiche e petrolchimiche, metalmeccaniche, tessili, dei laterizi, della carta e della ceramica. STORIA. Fondata fra il VI e il V sec. a.C. dagli Etruschi, Mantua venne invasa dai Galli Cenomani nel IV sec. a.C. e verso il 214 divenne colonia romana. Dopo la caduta dell'Impero Romano fu oggetto di una lunga contesa fra Bizantini e Longobardi i quali la conquistarono definitivamente nel VII sec. Nei due secoli seguenti si affermò il potere dei vescovi che esercitarono diritti sovrani. Verso l'XI sec. comparvero i conti con Attone di Canossa la cui ultima discendente fu Matilde di Canossa. In questo periodo la città si sviluppò e alla fine del XII sec. si formò il Comune mantovano che partecipò alle lotte contro gli imperatori svevi Federico I e Federico II schierandosi con i comuni delle Leghe Lombarde. Il XIII sec. fu caratterizzato dalle minacce all'autonomia della città da parte degli Este e dei Della Scala e dalle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Alla fine del secolo i Guelfi furono allontanati e Pinamonte Bonacolsi divenne signore di Mantova (1276). I Bonacolsi furono deposti nel 1328 dai Gonzaga, appoggiati dai Della Scala. La politica dei Gonzaga, che rimasero a capo della città fino al 1708, migliorò la situazione economica, politica e sociale di Mantova che divenne il centro più importante della regione (acquisto del marchesato del Monferrato nel 1540) e un centro culturale di primaria importanza. Nel XVII sec. iniziò un periodo di declino (seconda guerra del Monferrato; sacco degli Imperiali) e durante la guerra di successione spagnola l'ultimo erede dei Gonzaga, il duca Ferdinando Carlo III, venne deposto dall'imperatore asburgico Giuseppe I (1708) che in seguito annetté Mantova al ducato di Milano (1748). Nel 1797 (trattato di Campoformio) Mantova fu ceduta alla Repubblica Cisalpina; nel 1799 ritornò all'Austria e dal 1800 al 1814 fece parte del Regno Italico. Dopo il Congresso di Vienna (1815) venne nuovamente assegnata all'Austria e durante il Risorgimento fu un centro di diffusione delle idee liberali e mazziniane (la congiura mazziniana del 1851 portò alle repressioni austriache e all'esecuzione di numerosi patrioti a Belfiore). Nel 1859 entrò a far parte del Regno di Sardegna. ARTE. Capitale d'arte circondata dall'acqua, Mantova presenta tra i suoi monumenti più antichi e rappresentativi la Rotonda di San Lorenzo (1083) in stile romanico, a pianta anulare, che sorge in Piazza delle Erbe, celebre anche per altri edifici quali il Palazzo della Ragione e quello del Broletto (entrambi del XIII sec.) e la Torre dell'Orologio, di Luca Fancelli (1473). Nella non lontana Piazza Mantegna si può ammirare la maestosa Basilica di Sant'Andrea, capolavoro architettonico del Rinascimento, costruita da Leon Battista Alberti (1472-94); nell'interno si trova la tomba del grande pittore Andrea Mantegna oltre ad interessanti affreschi cinquecenteschi. Dello stesso Alberti è la chiesa di San Sebastiano (1460), che custodisce il Monumento ai risorgimentali Martiri di Belfiore. L'originario nucleo della città coincide con l'attuale Piazza Sordello, di struttura medievale, delimitata da bei palazzi. Ricordiamo in particolar modo il Duomo (XVI sec.) con facciata del 1700 e il Palazzo Ducale, fastosa reggia dei Gonzaga, fulcro della vita artistica e politica della città. La realizzazione del complesso ducale, che si articola come un intricato labirinto intorno ai due edifici iniziali del Palazzo del Capitano e della Domus Magna, richiese tempi lunghissimi: dal XIII al XIX sec. Durante la stagione d'oro mantovana, che coincise con i sec. XV-XVI, sostarono e lavorarono alla corte ducale molti famosi artisti tra cui Pisanello, L. B. Alberti, Giulio Romano, Tiziano, Rubens e Mantegna, autore dello splendido ciclo di affreschi della Camera degli Sposi (1474) nel Castello di San Giorgio, (1395) collegato a Palazzo Ducale, e dimora di Ludovico II e della moglie Barbara di Brandeburgo, entrambi raffigurati nelle scene mantegnesche. Nelle sale della reggia sono visibili veri e propri tesori d'arte, raccolti anche in una sezione Archeologica di notevole importanza. Un itinerario guidato conduce alla scoperta di splendidi ambienti quali l'appartamento degli arazzi, l'appartamento Ducale, l'appartamento dei nani, l'appartamento delle Metamorfosi, la Rustica, la galleria della Mostra, la galleria dei Mesi, il cortile della cavallerizza, il salone di Manto. Un viaggio a Mantova deve includere inoltre la visita al Palazzo Te (il cui nome deriva da quello, contratto, della località periferica detta Tejeto dove la villa venne edificata), risalente agli anni 1525-34 circa e fatto erigere da Federico II Gonzaga. Si tratta di una sontuosa dimora di piacere, luogo di svaghi e di vacanza, arricchita da meravigliosi giardini interni, loggiati e peschiere. La raffinata decorazione a fresco delle stanze (Sala di Psiche, Sala dei Giganti, dello Zodiaco e dei Cavalli) è opera di Giulio Romano, allievo di Raffaello, e della sua scuola. Il Palazzo ospita il Museo Civico con la Sezione Permanente d'Arte Moderna, la Sezione Permanente Gonzaghesca e la Collezione Egizia di G. Acerbi. La Mantova settecentesca di Maria Teresa d'Austria rivela il suo migliore volto architettonico nel Palazzo dell'Accademia Nazionale Virgiliana con facciata del Piermarini, e al cui interno si trova il Teatro Scientifico, eretto da Antonio da Bibiena nel 1769. Al piano superiore, la Biblioteca conserva rare edizioni virgiliane. LA PROVINCIA. La provincia di Mantova (377.790 ab.; 2.339 kmq) comprende l'estrema parte sud-orientale della Lombardia e occupa un territorio pianeggiante situato per la maggior parte a nord del Po e bagnato dal Mincio e dall'Oglio. Unica parte collinare è l'anfiteatro morenico del Garda a nord-ovest. Principale risorsa della provincia è l'agricoltura (produzione di cereali, riso, foraggi, barbabietole da zucchero, viti, frutta) che alimenta parte dell'attività industriale (molini, caseifici, zuccherifici, salumifici). Altre industrie sono le fabbriche di macchine agricole, di laterizi e ceramiche, le cartiere, i calzifici, le industrie metalmeccaniche e delle materie plastiche. Fra i centri principali ricordiamo Asola, Castiglione delle Stiviere, Goito, Gonzaga, Ostiglia, San Benedetto Po, Sermide, Suzzara, Viadana.
Monza(120.050 ab.). Città sul fiume Lambro, a 162 m s/m., al margine meridionale della Brianza. È centro industriale particolarmente attivo nei settori metallurgici, meccanici, dei cappelli, alimentari, tessili, dei tappeti, dei mobili. È pure centro di commercio agricolo e luogo di fiere e mercati del bestiame. D'origine preromana, ebbe grande importanza in periodo longobardo (VI sec.). Fu poi libero Comune e seguì le sorti di Milano. Fra i monumenti più interessanti, sono l'antico Duomo di San Giovanni Battista, ove si conservano tesori di oreficeria, tra cui la famosa corona ferrea; l'Arengario del XIII sec., la Villa reale del Piermarini (1777) con la Civica Galleria e il Museo storico, al margine di un vastissimo parco (circa 8 kmq) che racchiude l'ippodromo della Mirabella e il celebre autodromo. Nel 1900 a Monza fu ucciso il re Umberto I dall'anarchico G. Bresci. LA PROVINCIA. Istituita ufficialmente il 12 maggio 2004, ma di fatto non ancora operativa, la provincia di Monza e Brianza ha una popolazione complessiva di circa 800.000 abitanti e comprende l'area geografica del Monzese, del Vimercatese e della Brianza meridionale.Pavia(71.214 ab.). La città di Pavia si trova sulla sinistra del fiume Ticino ed è collegata alla riva destra del fiume da due ponti: il Ponte della Libertà e il ponte coperto. Quest'ultimo venne costruito nel secondo dopoguerra un po' più a valle del ponte originario (distrutto dai bombardamenti nel 1944) costruito nel XIV sec. sulle fondamenta di un ponte romano e coperto nel XVI sec. Pavia è un attivo centro culturale (l'università risale al X-XI sec.), commerciale e industriale con industrie siderurgiche, chimiche, farmaceutiche, tessili, casearie e delle macchine agricole. STORIA. La città di Ticinum (dal 49 a.C. Ticinum Papiae da cui deriva la denominazione attuale) era un importante centro della Gallia Cisalpina quando venne conquistata dai Romani nel II sec. a.C. Durante le invasioni barbariche ebbe un'importante funzione militare e fu più volte occupata finché, con Teodorico, divenne residenza dei re Ostrogoti fino al 553, anno in cui i bizantini vi istaurarono il loro presidio. Nel 571 fu conquistata dai Longobardi che la scelsero come capitale del loro regno per la sua importanza politica, militare ed economica. Nel 774 Carlo Magno sconfisse il re longobardo Desiderio e conquistò Pavia che, diventata capitale del Regnum Italiae, continuò a progredire. Nell'XI sec. fu istituito il Comune che entrò in rivalità con Milano. Le due città si contesero a lungo la supremazia politica, economica, culturale e religiosa nella regione. Durante le lotte fra i Comuni e gli Imperatori Svevi Pavia si schierò dalla parte degli Imperatori. Con la sconfitta degli Svevi (XIII sec.) si avvicendarono al governo della città numerose famiglie, molto spesso in rivalità fra loro. Nel 1359 la città cedette ai Visconti dopo una resistenza durata tre anni. Sotto i Visconti e poi sotto gli Sforza Pavia continuò a contendere a Milano il ruolo di centro politico, militare e culturale del ducato. Nei secoli seguenti seguì le sorti del ducato di Milano e fu occupata dagli Spagnoli e poi dagli Austriaci. Con il passaggio di parte del suo territorio (Lomellina e Oltrepò) ai Savoia la città iniziò un lento processo di decadenza che venne solo in parte arrestato dalle riforme di Maria Teresa d'Austria. Nel 1796 fu occupata dai Francesi e nel 1815 ritornò agli Austriaci. Durante la Restaurazione e il Risorgimento fu centro di cospirazioni antiaustriache. Nel 1859 venne annessa allo Stato Sabaudo. ARTE. La città conserva la forma geometrica di antico castrum romano, rimasta inalterata nel suo disegno generale attraverso i secoli. Rari appaiono i resti architettonici d'età romana mentre nel museo civico sono conservate alcune opere scultoree e un ricco complesso di suppellettili. Anche il pilone romano conservato nel ponte trecentesco sul Ticino andò distrutto col ponte stesso durante la seconda guerra mondiale. Quello attuale è un rifacimento del 1951. La fisionomia artistica pavese è decisamente d'impronta medievale: dopo la fondazione delle prime chiese paleocristiane erette alla fine del V sec. al di fuori della cerchia di mura (SS. Gervasio e Protasio; SS. Nazaro e Ivenzio), inizia per Pavia un felice periodo sotto la dominazione di Teodorico, che ne fece una splendida sede regale. A quest'epoca risale la costruzione del palazzo regio (distrutto nel 1024), dell'anfiteatro, delle terme. Di origine longobarda (VIII sec.), la Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro fu riedificata in stile romanico nei sec. XI-XII; nell'interno, notevole è l'Arca marmorea di Sant'Agostino (II metà XIV sec.), a tre piani, di fattura lombarda con influssi pisani. Stesso destino ebbe la Basilica di San Michele, vero capolavoro dell'architettura romanico-lombarda, longobarda, ma rifatta nel 1117. La caratteristica facciata a capanna in arenaria presenta nella parte superiore una galleria ad arcatelle e in quella inferiore sculture disposte in fasce orizzontali. Del XII-XIII sec. è il Broletto, con facciata in cotto a due ordini di logge e portico interno. La Pavia gotica vanta le chiese di San Tommaso (oggi sconsacrata), Santa Maria del Carmine (1390), il Castello Visconteo (1360-65) fatto costruire da Galeazzo II duca di Milano dopo la conquista della città e abbellito nel XV sec. da numerose opere d'arte. È sede attuale dei Musei Civici (Sezione Archeologica e Museo di Scultura) e della Pinacoteca Malaspina (con magnifici affreschi tra cui la celebre Pala Bottigella eseguita da Vincenzo Foppa nel 1486). Centro culturale della città è l'Università (XIV-XV sec.), voluta dai Visconti e successivamente ingrandita con l'aggiunta di corpi di fabbrica appartenenti all'Ospedale quattrocentesco di S. Matteo. L'odierno aspetto dell'edificio è in gran parte dovuto alle importanti sistemazioni neoclassiche del Piermarini prima e del Pollack e Marchesi poi. L'arte pavese del Rinascimento ha il suo monumento più significativo nel Duomo, a pianta centrale, iniziato nel 1488 ad opera del Dolcebuono. La costruzione fu al centro degli interessi di numerosi artisti ed architetti più o meno illustri: O Rocchi, G. A. Amadeo, Leonardo, Bramante. I lavori, dopo la sospensione dell'inizio del '500, ripresero con il Pellegrini, protraendosi a lungo sino al XIX sec. (la cupola venne eretta dal Maciachini nel 1885 e la facciata, rimasta incompleta, nel 1895) per terminare nel 1933. Del XV sec. sono alcuni bei palazzi, in cui spesso si nota l'intervento dell'Amadeo, come il Palazzo Bottigella-Carminali, il Palazzo Cavagna e quello Orlandi. Attribuibile al Bramante 1,sia pure con riserva, il progetto di S. Maria di Canepanova eseguita dall'Amadeo (1492-1507). Interessante la visita al Teatro Fraschini (1771) disegnato dal Bibiena. Un cenno a parte merita la Certosa di Pavia, nella pianura lombarda a circa 10 km dalla città, vasto complesso conventuale iniziato nel 1396 da Bernardo da Venezia su incarico di Gian Galeazzo Visconti. La lentezza dei lavori fece sì che solo nella seconda metà del XV sec. (1473) si ponesse mano alla facciata (conclusa nel 1550 da Cristoforo Lombardi) alla cui decorazione collaborarono gli scultori Cristoforo e Antonio Mantegazza e G. A. Amadeo. L'interno è a tre navate. LA PROVINCIA. La provincia di Pavia (493.753 ab.; 2.965 kmq) è situata nella zona sud-occidentale della Lombardia. È attraversata dal Po che la divide in due parti: a sinistra la Lomellina e il Pavese e a destra l'Oltrepò. Il territorio, molto fertile, è prevalentemente pianeggiante, ed è attraversato da canali di irrigazione naturali e artificiali che favoriscono le coltivazioni. Prodotti dell'agricoltura sono riso, mais, foraggi, barbabietole da zucchero, frumento, tabacco, vini. Diffuso è l'allevamento bovino, suino e avicolo. Le industrie sono alimentate dall'agricoltura: riserie, caseifici, zuccherifici, mangimifici, ma non mancano industrie calzaturiere, meccaniche, del cemento, dei materiali da costruzione, metallurgiche, chimiche, degli strumenti musicali. Fra i centri principali ricordiamo Broni, Mortara, Stradella, Vigevano, Voghera.
Sondrio(21.642 ab.). La città di Sondrio è situata sulla destra del torrente Mallero allo sbocco della val Malenco nella Valtellina. È un centro commerciale e industriale con cotonifici, mobilifici, concerie, industrie delle confezioni e alimentari. STORIA. Le origini della città sono probabilmente longobarde. Nell'XI sec. divenne Comune e fu coinvolta nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Passata ai Visconti nel 1335 rimase sotto il loro dominio fino al 1512 quando la conquistarono i Grigioni. Nel 1797 i Francesi la annessero alla Repubblica Cisalpina e con la Restaurazione entrò a far parte del Lombardo-Veneto sotto gli Austriaci. ARTE. Nelle immediate vicinanze di Sondrio si trova il Santuario della Madonna della Sassella (XV sec.) con portico del '600 e all'interno una Natività attribuita a Gaudenzio Ferrari. La Parrocchiale fu eretta nel XVIII sec. (facciata rifatta nel 1838) su disegno di P. Ligari cui spetta anche l'architettura del campanile. All'interno sono conservate grandi tele di G. Parravicini (pittore originario di Caspano in provincia di Sondrio) e il capolavoro di Ligari raffigurante il Miracolo di San Gregorio Magno. Tra le testimonianze più integre del periodo medievale ricordiamo il Castello Masegra (a pianta tradizionale con corpi di fabbrica eretti in tempi diversi) e il Castello Grumello, sorti entrambi in funzione difensiva contro i popoli invasori della valle. Palazzo Pretorio, attuale sede del Municipio, risale al XVI sec. e costituisce un caratteristico esempio di architettura rinascimentale valtellinese (cortile interno a due logge); il Palazzo del Governo è opera di G. Muzio. Palazzo Quadrio merita una visita per il Museo Valtellinese di Storia ed Arte (testimonianze archeologiche e storiche della Valtellina; raccolta ligariana; Pinacoteca), annesso alla Civica Biblioteca Pio Rajna. Un interessante contributo di Sondrio all'arte rococò è dato dall'elegante decorazione pittorica del salone d'onore di Palazzo Sertoli, improntata ad un vivace illusionismo architettonico. Il Teatro Pedretti fu costruito su progetto del Canonica (1820). LA PROVINCIA. La provincia di Sondrio (176.856 ab.; 3.212 kmq) si trova all'estremità settentrionale della Lombardia e confina a nord con la Svizzera (Cantone dei Grigioni). Il territorio è prevalentemente montuoso e comprende parte delle Alpi Retiche e il versante settentrionale delle Alpi Orobie. Risorsa principale è l'allevamento bovino che alimenta la produzione di formaggi e salumi tipici (bresaola) a cui segue l'industria (costruzioni edili, industrie tessili, dell'abbigliamento, metallurgiche, meccaniche e della lavorazione del legno). Prodotti dell'agricoltura sono vino, frutta, patate, cereali e foraggi. Importante è l'industria turistico-alberghiera nelle località termali e di sport invernali (Bormio, Madesimo, Chiesa Valmalenco, Livigno, Santa Caterina Valfurva). Fra i centri principali ricordiamo Chiavenna, Grosio, Morbegno, Teglio, Tirano, Sondalo.
Varese(80.511 ab.). La città di Varese è situata ai piedi delle Prealpi Lombarde non molto distante dal lago omonimo. È un importante centro commerciale e industriale con industrie dell'abbigliamento, tessili, delle calzature, del cuoio, delle costruzioni aeronautiche, automobilistiche e meccaniche, elettrotecniche, del legno, alimentari e tipografiche. STORIA. Nel Medioevo il centro fortificato di Varese, le cui origini sono incerte, si schierò con Milano nelle lotte contro Como(1117-1127). Alla fine del XII sec., pur essendo sotto la giurisdizione dell'arcivescovo di Milano, ebbe uno statuto proprio che venne confermato nel secolo seguente. Nel XVI sec. fu coinvolta nelle guerre franco-spagnole e nel 1756 Maria Teresa d'Austria la concesse in Signoria a Francesco III d'Este. Conquistata dalle truppe napoleoniche Varese fece parte della Repubblica Cisalpina e dopo la Restaurazione venne assegnata all'Austria. Nel 1859 entrò a far parte del Regno di Sardegna. ARTE. Nonostante l'esistenza di antichissimi insediamenti umani, il territorio varesino offre concrete testimonianze, utili a fissare il punto di partenza per la storia dell'arte, solo nella zona ove apparve la civiltà di Golasecca, sviluppatasi in età del Ferro. I reperti dei sepolcreti (vasellame ceramico, armi, utensili) sono visibili nelle sale dei Musei Civici di Varese. Nei secoli successivi l'arte romana, tardo romana e alto-medievale lascia scarsi documenti di rilievo nella regione, ad eccezione della chiesa di S. Maria Foris Portas a Castelseprio, importante presidio militare longobardo. La chiesa di S. Vittore, antica Basilica forse anteriore all'età barbarica, fu completamente ricostruita tra il 1580 e il 1615 su disegno del Pellegrini. Al Pollack spetta invece la facciata (1791) in stile neoclassico; il campanile barocco è del Bernasconi. Nell'interno si segnalano i dipinti del Cerano (Messa di San Gregorio) e gli affreschi di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone (nella Cappella del Rosario), famoso pittore originario del Varesotto. Strutture inferiori paleocristiane presenta il Battistero romanico di S. Giovanni, con paramento esterno in pietra grigia e interno decorato da affreschi gotici votivi. Il Palazzo Estense o Ducale (1766-73) dell'architetto G. A. Bianchi, destinato a Francesco III duca di Modena e Varese, ospita il Municipio. Nell'area retrostante si estendono i Giardini Pubblici, notevole esempio di parco all'italiana, con aiuole, viali alberati e fontane. La Villa Comunale Mirabello (già Villa Litta) è sede del Museo Archeologico e del Museo del Risorgimento. Nei dintorni di Varese importante testimonianza artistica è il Santuario di Santa Maria del Monte, edificato su di un'altura sopra Velate. Il viale che risalendo il Sacro Monte conduce al Santuario è fiancheggiato da una serie di 14 cappelle (il cui progetto è di G. Bernasconi) datate tra il 1604 e il 1680, e nel cui interno si trovano gruppi di statue in terracotta raffiguranti i Misteri del Rosario (la cappella della Flagellazione fu affrescata dal Morazzone) secondo gli intenti della controriforma sostenuti dal cardinal Borromeo. Nella curiosa villa fatta costruire da L. Pogliaghi al Sacro Monte lo scultore trascorse gli ultimi anni della sua vita tra i resti delle sue raccolte comprendenti reperti archeologici, dipinti rinascimentali e barocchi, oggi visibili nel Museo Pogliaghi. LA PROVINCIA. La provincia di Varese (812.477 ab.; 1.199 kmq) confina a nordest con la Svizzera e si estende su un territorio prevalentemente collinare, che comprende la sponda occidentale del lago Maggiore e i laghi di Varese, Comabbio, Monate, Biandronno, Ganna, Ghirla. Risorsa principale della provincia sono le industrie tessili, meccaniche, metalmeccaniche, delle calzature, valigerie, dell'abbigliamento e delle confezioni, chimiche e delle materie plastiche, del legno, della carta, alimentari. Fra i centri principali ricordiamo Angera, Busto Arsizio, Caronno Pertusella, Cassano Magnago, Castellanza, Castiglione Olona, Gallarate, Gavirate, Laveno-Mombello, Luino, Malnate, Porto Ceresio, Saronno, Sesto Calende, Somma Lombardo.PICCOLO LESSICOClima continentaleIl clima è un complesso di elementi e di fattori che determinano lo stato dell'atmosfera. Quello continentale è caratteristico delle regioni lontane dal mare; in esso le variazioni termiche diurne e stagionali sono accentuate, e non risente della positiva influenza apportata dal mare (piogge, brezze ecc.).GlaciazioneFenomeno consistente nell'espansione dei ghiacci polari e vallivi che ha interessato, in varie epoche, vaste estensioni della superficie terrestre. Si distinguono due tipi di glaciazione: quello che ebbe luogo all'inizio dell'era quaternaria e quello attuale. I periodi glaciali si sono ripetuti varie volte nella storia della Terra. Per spiegare questa ricorrenza periodica sono state formulate numerose teorie. Nell'arco dell'era quaternaria si sono avute quattro o cinque espansioni glaciali, nel corso delle quali i ghiacci giunsero a coprire fino al 27% dell'area delle terre emerse e contemporaneamente ebbe luogo un notevole raffreddamento delle acque degli oceani.Popolazione attivaInsieme di abitanti di una nazione, in grado di svolgere un lavoro. È costituito dai censiti in età da 14 anni in poi, che alla data del censimento risultavano: occupati; disoccupati; temporaneamente impediti a esercitare una professione; in cerca di prima occupazione. Le prime tre categorie costituiscono la popolazione attiva in condizione professionale.Servizi sociali o pubbliciServizi offerti alla collettività dallo Stato e da altri enti con finalità pubbliche. Questi intervengono nell'offerta di servizi, quando questa concerne gli organismi istituzionali a tutela dei diritti (difesa, giustizia ecc.); oppure richiede forti capitali da investire (telecomunicazioni, ferrovie ecc.); oppure comporta, accanto ai vantaggi diretti dei cittadini, vantaggi indiretti per la collettività (istruzione, sanità ecc.).SetaFibra tessile formata da un filamento secreto dal baco da seta con il quale la larva si costruisce il bozzolo. La seta greggia è brillante, bianca, gialla o verde a seconda del colore del bozzolo. È un filo continuo che si dipana in matasse per essere poi ulteriormente lavorato. Esso subisce un particolare trattamento, idoneo a togliere parzialmente o totalmente la gomma che lo riveste, la sericina. Il filo di seta è di colore bianco o giallastro, elastico, tenace, cattivo conduttore dell'elettricità; è costituito di due sostanze: una interna, la fibroina, che rappresenta il 60-70%, ed una esterna, la sericina. Caratteri fondamentali della seta sono: la resistenza e l'elasticità. L'allevamento del baco da seta ha remotissime radici in Asia presso alcuni popoli confinanti con la Cina, che pare abbiano trasmesso il segreto del baco ai Cinesi. Attraverso questi ultimi, nel VI sec. d.C., sarebbe penetrato in Europa. Nell'età comunale l'industria serica ebbe particolare fioritura a Lucca, Firenze, Bologna, Milano, Venezia. Ai tempi attuali l'industria serica è soprattutto sviluppata nella provincia di Como. Qui vi sonole migliori seterie del mondo che trasformano la seta greggia importata in prodotto finito.SiderurgiaParte della metallurgia che studia l'estrazione del ferro dai minerali e la tecnica della produzione delle leghe di ferro e della loro lavorazione.PERSONAGGI CELEBRICesare BeccariaGiurista ed economista (Milano 1738-1794). Tra le maggiori personalità dell'Illuminismo, è autore del celebre trattato Dei delitti e delle pene che grandissimo influsso esercitò sulle legislazioni penali di molti Stati europei. Fu tra i primi ad auspicare l'abolizione della pena di morteCarlo CattaneoEconomista (Milano 1801 - Castagnola, Lugano, 1869). Fu discepolo di Domenico Romagnosi all'università di Pavia. Nel 1848 fu l'animatore delle Cinque Giornate di Milano, e come capo del Consiglio di guerra rifiutò eroicamente per due volte l'armistizio proposto da Radetzky. Angosciato per l'insuccesso di quel glorioso tentativo di riscatto e per gli attacchi mossigli dagli avversari politici, riparò a Parigi, dove pubblicò L'insurrezione di Milano e quindi si stabilì definitivamente in Svizzera. Autore di studi economici, glottologici, letterari, artistici, si pronunciò spesso dalle colonne di giornali e riviste d'avanguardia, da lui stesso fondati, come "Il Politecnico" e "Il Cisalpino". Cattaneo fu un illuminato esempio di positivismo politico ed uno storico d'avanguardia, per il quale le cognizioni tecniche costituivano uno strumento indispensabile ad una vera comprensione della realtà.Gaetano DonizettiCompositore di musica lirica (Bergamo 1797-1848). Tipico rappresentante del Romanticismo, del quale fu uno dei maggiori esponenti nel campo del melodramma, compose circa settanta opere, tra cui Lucia di Lammermoor, Elisir d'amore, Don Pasquale. A Vienna fu nominato direttore dei concerti privati di Sua Maestà.Alessandro ManzoniPoeta e romanziere (Milano 1785- 1873). Studiò presso i Padri Somaschi. Dopo un breve periodo trascorso a Parigi, tornato a Milano sposò Enrichetta Blondel. Per effetto di questo matrimonio si maturò nel Manzoni una profonda crisi spirituale che ebbe come conseguenza la sua conversione alla fede cattolica. Nel 1837 sposò in seconde nozze Teresa Borri. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in solitudine, sul Lago Maggiore. La sua opera più importante, capolavoro riconosciuto della letteratura italiana, è I Promessi Sposi, romanzo pervaso da un profondo senso religioso in cui i personaggi sono disegnati con esattezza di rilievi storico-psicologici. Quest'opera ha esercitato una decisiva influenza sullo sviluppo del romanzo italiano nel periodo successivo. tra le opere in versi si ricordano i Sonetti, le Odi e gli Inni Sacri (in cui e la famosissima ode il Cinque Maggio). Scrisse anche due tragedie: Il Conte di Carmagnola e Adelchi. Fra le opere minori si ricordano ancora Sentir Messa, sulla questione della lingua, e storia della colonna infame, opera storica sulla peste del 1630.Michelangelo Merisi detto Il CaravaggioPittore (Caravaggio 1573 - Porto Ercole 1610). Dopo essere stato discepolo di S. Peterzano a Milano, andò a Roma dove lavorò presso il Cavaliere d'Arpino. Tra le sue prime opere, per lo più di argomento religioso e di piccole dimensioni, si ricordano il Riposo nella fuga in Egitto, il Bacco, alcune nature morte e diverse pale per chiese. Nelle sue opere maggiori (Le sette opere di misericordia, a Napoli; Il seppellimento di Santa Lucia, a Siracusa; L'adorazione dei pastori, a Messina) la reazione alle falsità e ipocrisie del tempo, tipica del Caravaggio, è ottenuta mediante l'uso di violenti chiaroscuri e la realistica e talvolta drammatica scelta dei soggetti. Il Caravaggio è riconosciuto come uno tra i più grandi pittori italiani.Giuseppe PariniPoeta (Bosisio, Como, 1729- Milano 1799). Figlio di un modesto commerciante di tessuti, fu avviato alla carriera sacerdotale da una prozia cui era stato affidato. Con lo pseudonimo di Ripano Eupilino, pubblicò la sua prima opera (Alcune poesie di Ripano Eupilino) nel 1752. Precettore dei Borromeo e dei Serbelloni, fece parte dell'Accademia dei Trasformati. Severo censore dei costumi della nobiltà milanese del suo tempo, nella sua opera predomina la vena didascalico-satirica. Il suo capolavoro è Il Giorno, poemetto diviso in quattro parti: Il Mattino, Il Mezzogiorno, Il Vespro e La Notte. Tra le altre sue opere si ricordino Le Odi, in cui è La caduta. Appartatosi dalla vita pubblica negli ultimi anni, il Parini morì in povertà.Carlo PortaPoeta dialettale milanese (Milano 1776-1821). Modesto impiegato per tutta la vita, a contatto con il medio e basso proletariato urbano, ne ritrasse nella sua opera le angustie, le miserie e le vergogne. Il Porta è tra i maggiori poeti del primo Romanticismo italiano. Tra le poesie in cui raggiunge momenti artistici particolarmente alti sono da ricordare I Desgrazi de Giovannin Bongee, il Lament del Marchionn di gamb avert e la famosissima Ninetta del Verzee.SforzaFamiglia di origine romagnola che resse il ducato di Milano dal 1450 al 1500 e, per brevi periodi, dal 1512 al '35. Capostipite fu Muzio Attendolo detto Sforza (1369-1424), capitano di ventura, che si procurò vasti feudi nel napoletano; suo figlio Francesco (1401-66) ottenne nel 1450 il ducato di Milano, che passò ai discendenti Galeazzo Maria (dal 1466 al '76), Gian Galeazzo Maria (dal 1476 al '94) e Ludovico il Moro (1452-1508). Deposto quest'ultimo da Luigi XII di Francia (1500), riottennero il ducato i suoi figli: Ercole Massimiliano (1493-1530) con l'aiuto degli Svizzeri (1512), ma poi sconfitto a Marignano, cedette (1515) il ducato a Francesco I di Francia; e Francesco II (1495-1535), reinsediato dagli imperiali (1521), detronizzato da Francesco I (1524) e poi restaurato da Carlo V (1529) contro la promessa di designare eredi gli Asburgo.ViscontiFamiglia lombarda che detenne la Signoria di Milano (1277-1447, dal 1395 col titolo ducale). I Visconti raggiunsero il potere con Ottone (m. 1295) arcivescovo di Milano dal 1262, che sconfisse i rivali a Desio nel 1277. Il pronipote Matteo (m. 1322) signore dal 1295, costretto all'esilio (1302-10) da una coalizione guelfa guidata dai Della Torre, riprese il potere con l'appoggio di Enrico VII, di cui fu vicario imperiale (1311) ed estese il suo dominio a Pavia, Alessandria, Vercelli, Novara, Como, Lodi, Bergamo, Cremona, Piacenza. Questa egemonia suscitò l'ostilità del papato; scomunicato (1320), Matteo lasciò il potere al figlio Galeazzo I (1277-1328) che affrontò con successo una crociata bandita contro i Visconti (1323-24) consolidando il dominio della famiglia: imprigionato a Monza (1327-28) da Ludovico IV, si pacificò poi con lui. Il figlio Azzone (1302-39) signore e vicario imperiale dal 1329, partecipò alla guerra contro Giovanni di Boemia (1331-33) estendendo i domini fino a Brescia; nel 1339 batté a Parabiago gli Estensi che appoggiavano le pretese signorili di suo nipote Lodrisio. Alla sua morte il potere passò congiuntamente agli zii Luchino (1292-1349) che acquisì Bellinzona, Locarno, Asti e Parma, e Giovanni (1290 circa - 1354) arcivescovo di Milano dal 1339, che, dopo la morte di Luchino, acquistò, con un'accorta politica diplomatica, Bologna (1350) e Genova (1354), pur rinunciando all'espansione in Toscana (pace di Sarzana, 1353). Alla sua morte, la Signoria fu divisa fra i nipoti Matteo II (1319-55) presto scomparso, Galeazzo II (1320-78) che ottenne i possessi occidentali con Pavia, e Bernabò (1323-85) che ottenne quelli orientali. Milano e Genova rimasero indivise, ma nella prima governò di fatto Bernabò, con la moglie Regina Della Scala, mentre Genova fu perduta nel 1356. La spartizione indebolì i Visconti, che, pur attaccati da varie coalizioni, riuscirono però a mantenere i domini; l'unità fu ricostruita da Gian Galeazzo (1351-1402), che nel 1385 si sbarazzò dello zio Bernabò e rimase unico signore, ottenendo il titolo ducale (1395). Con lui la potenza viscontea, estesasi in Veneto su Verona, Vicenza, Padova, Belluno e, a sud degli Appennini, su Lucca, Pisa, Siena, Perugia, toccò il culmine del prestigio politico. Nel 1387 la figlia Valentina (1366-1408) sposò Luigi d'Orléans, donde le pretese di Luigi XII sul Milanese. Dopo la fase di disgregazione seguita alla morte di Gian Galeazzo, il ducato fu ricostituito dal figlio Filippo Maria (1402-47) che tentò, anzi, una ripresa della politica di espansione, incontrando però la tenace opposizione di Venezia e Firenze. Alla sua morte si estinse la linea ducale della famiglia; nella lotta per la successione sarebbe prevalso (1450) Francesco Sforza, marito della sua unica figlia Bianca Maria (1425-68). Vari rami collaterali (Visconti di San Vito, di Modrone ecc.) mantennero i numerosi possedimenti minori della famiglia.Alessandro VoltaInventore (Como 1745-1827). Rimasto orfano di padre, contro la volontà di uno zio paterno che voleva avviarlo alla carriera forense, pur sprovvisto di cognizioni scientifiche, si interessò subito con passione alle leggi della fisica e prese a studiare i fenomeni naturali. Oltre alla pila elettrica, che è la sua più famosa invenzione, scoprì l'elettroforo perpetuo, antesignano delle future macchine a induzione, e l'elettroscopio condensatore. Costruì la pistola ad aria infiammabile che porta il suo nome, vennero poi l'accendilume elettrico e l'eudiometro. Nei pressi del Lago Maggiore scoprì il metano, chiamato allora gas delle paludi. Per i meriti acquisiti in campo scientifico, nel 1774 fu nominato professore nella scuola di Como e nel 1779 docente nell'università di Pavia. Pur rimanendo sempre un autodidatta, Alessandro Volta si occupò, ottenendo sempre risultati determinanti, di ogni settore della fisica. Grande fu la sua fama ai suoi tempi, Napoleone I il 6 novembre 1801 volle riceverlo nel Palazzo delle Tuileries e decorarlo con la medaglia d'oro.CENTRI MINORIAbbiategrasso(28.567 ab). Centro della provincia di Milano. Nel 1524 gli eserciti spagnoli ed imperiali vi sconfissero i Francesi. Importante è l'allevamento di bestiame, per l'abbondanza di prati e pascoli permanenti. Abbiategrasso ha un insigne monumento del primo Rinascimento, il pronao della chiesa di Santa Maria Nuova, opera del Bramante; all'interno, rifatti nel '700 da Francesco Croce, la prima cappella sinistra conserva tracce della decorazione a graffito quattrocentesca. Non molto di originale è rimasto del Castello, grandiosa fortezza d'origine duecentesca disposta in asse con il naviglio e la strada per Milano, abbellita dai Visconti nel '400 ma lasciata poi in progressivo degrado sotto gli Spagnoli.Bellagio(2.969 ab.). Centro in provincia di Como. Sorge su di un promontorio, all'incontro dei tre rami del Lago di Como. Famosa meta turistica. Abitata già in epoca preistorica, insediamento romano, poi borgo fortificato medievale, infine luogo di villeggiatura. Importanti la chiesa di San Giacomo, di stile romanico (XII sec.), trasformata però in epoca barocca e, più pesantemente, da restauri d'inizio '900; la piccola chiesa di S. Giorgio, di origine romanica (ma molto rimaneggiata). Nei dintorni, bellissimi parchi e ville, tra le quali la più nota è villa Serbelloni. Qui secondo un'antica tradizione, Plinio il Giovane aveva fatto erigere la sua villa. In epoca medievale si trovava un castello (demolito nel Trecento da Galeazzo II Visconti) di cui restano alcune tracce. L'attuale edificio, edificato nel XVIII secolo dai Serbelloni, venne trasformato in albergo nel 1870 e appartiene alla Rockefeller Foundation, che lo utilizza per convegni e soggiorni di studio. Vastissimo e piacevole il parco, che occupa parte del promontorio. Villa Melzi è un edificio neoclassico progettato all'inizio dell'Ottocento da Giocondo Albertolli per Francesco Melzi d'Eril, vicepresidente della Repubblica cisalpina, e decorato con affreschi e stucchi di Giuseppe Bossi, Andrea Appiani, Alessandro Sanquirico e dello stesso Albertolli. L'interno conserva gran parte dell'arredo d'epoca, con stanze di raffinato gusto neoclassico. Accanto alla villa si trovano un piccolo museo, con reperti archeologici e affreschi, e una splendida cappella, sempre progettata dall'Albertolli. Grandiosi sono i giardini, ornati da statue antiche. Altre due belle ville sono Villa Trivulzio (settecentesca, poi ampliata da Giuseppe Balzaretto verso la metà dell'Ottocento) e villa Trotti (anch'essa settecentesca, ma rifatta in forme neogotiche nel secolo successivo).Bormio(4.088 ab.). Centro alpinistico e termale di grande importanza in provincia di Sondrio. Il clima è relativamente mite, asciutto e molto costante. Le sorgenti termali sono situate ai piedi del monte Areit e hanno una temperatura che si aggira intorno ai 37°-39°. Le acque contengono sostanze in sospensione che, depositate, formano fango, consigliabile nel reumatismo articolare cronico, nella gotta, in nevralgie, sciatica ed esiti di interventi chirurgici. Questa cittadina è una delle più importanti stazioni di villeggiatura estiva e di sport invernali delle Alpi, nonché base di partenza per escursioni e ascensioni nel gruppo dell'Ortles-Cevedale. Nodo importante sin dal '400 e '500, per i traffici tra ducato di Milano, Serenissima e stati transalpini, dopo l'apertura della strada militare dello Stelvio (1825) i commerci si spostarono verso il Tirolo. Nel vecchio nucleo abitativo di trovano numerose case pregevoli per i portali, le decorazioni e gli affreschi (sec. XV-XVI) che abbelliscono le facciate (Palazzo De Simoni, è sede del Municipio e del Museo Civico). Tra gli edifici religiosi degni di nota la romanica chiesetta di S. Vitale, con affreschi trecenteschi sulla facciata e, all'interno, un'ancona lignea intagliata e dipinta dell'inizio del '500; la collegiata dei Ss. Gervasio e Protasio, menzionata nel sec. IX e ricostruita in età barocca; il trecentesco santuario del Crocifisso, con affreschi dei sec. XIV-XVI. Merita una visita il Kuèrc (coperchio), loggia con tetto di ardesia dove anticamente si amministrava la giustizia.Busto Arsizio(77.569 ab.). Centro in provincia di Varese, a 288 m s/m.; tra i fiumi Ticino e Olona. Ha un discreto sviluppo industriale caratterizzato dalla presenza di cotonifici e fabbriche di macchinari per l'industria tessile. Nel Medioevo fu un centro di notevole importanza commerciale. Feudo dei Torriani dalla fine del XIII sec., passò poi ai Visconti. Nel Trecento era molto rinomato per la lavorazione del ferro; dal Quattrocento in poi per la lavorazione delle pelli, del lino e della seta, e, nel Settecento, per la lavorazione del cotone. Tra i monumenti, la chiesa di Santa Maria in Piazza, del XVI sec., disegnata probabilmente dal Bramante, con campanile frutto del riadattemento di una torre a cura di Carlo Maciachini (1873-77) e all'interno dipinti di B. Luini, del Giampietrino, un polittico (Madonna col Bambino e santi, 1539) di Gaudenzio Ferrari e nel presbiterio, affreschi di Giovanni Battista della Cerva; la basilica di S. Giovanni Battista, originariamente romanica, ma con campanile quattrocentesco e veste barocca su disegni di Francesco Maria Ricchino (1615-35).Campione d’Italia(2.279 ab.). Centro in provincia di Como, sulla riva orientale del lago di Lugano, circondato completamente da terre ed acque svizzere. Famosi i suoi maestri marmorai, scultori ed architetti (Maestri campionesi) che lavorarono al Duomo di Milano, alla Certosa di Pavia e in altre città. Notevoli monumenti sono l'Oratorio di San Pietro e la chiesa di Santa Maria dei Ghirli (cioè "delle rondini"), trecentesca ma rimaneggiata in stile barocco, con una scenografia scalea che scende al lago; all'interno pregevoli gli affreschi tardo-gotici e rinascimentali (storie della Vergine e del Battista, sequenza dei Mesi). Campione è stazione climatica estiva e possiede una casa da gioco.Cantù(35.172 ab.). Comune in provincia di Como (anticamente Canturium). Centro principale della Brianza, famoso per l'industria dei mobili, per la produzione di pizzi e merletti e per la bachicoltura. Stazione climatica. Antico borgo fortificato nato sulla cima di una ripida collina, fu avamposto fedelissimo di Milano nelle lotte contro i comaschi. L'impianto storico dell'abitato, creato nel XIV secolo da Gaspero Grassi, il feudatario che fece costruire le mura, è stato in gran parte distrutto nel corso dell'Ottocento e del Novecento per dare spazio alla forte crescita produttiva, basata inizialmente sul merletto e sulle lavorazioni tessili e oggi soprattutto sull'artigianato del mobile, di cui Cantù è una delle capitali europee. L'antica basilica di San Vincenzo risale al 1007 e la chiesa romanica di San Paolo (XI secolo) rimaneggiata tra Cinquecento e Seicento, in seguito alla decisione di Carlo Borromeo di trasferirvi la sede della pievania, fino a quel momento ubicata a Galliano; all'interno si trova una pregevole tela del Procaccini e affreschi di G.B. della Rovere. Interessante anche la piccola Cappella della Madonnina, per alcuni affreschi del primo '500, con storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. Il vecchio borgo aveva diversi insediamenti ecclesiastici, in buona parte trasformati (o distrutti quasi completamente), come il monastero di S. Ambrogio, di cui resta solo, il relitto della chiesa dedicata alla Trasfigurazione. Tra le costruzioni meno modificate è la chiesa di S. Maria, a pianta centrale disegnata da Gerolamo Quadrio nel 1665 accanto a un monastero cluniacense che sorgeva sul luogo. Meritevole di attenzione è anche il santuario della Madonna dei Miracoli, edificio cinquecentesco rifatto poi, con esclusione della parte di fondo, nel corso dell'Ottocento; le parti originali conservano ancora stupendi affreschi di Giovan Mauro della Rovere, di Stefano Montalto e di Camillo Procaccini.Cinisello Balsamo(75.773 ab.). Centro in provincia di Milano alla periferia settentrionale della città. Industrie chimiche, tessili, meccaniche, elettrotecniche e alimentari. Lavorazione del legno e delle materie plastiche.Clusone(8.148 ab.). Centro in provincia di Bergamo. Stazione climatica e di sport invernali. Importante borgo commerciale già ai tempi dei Romani, libero comune dal sec. XIII, passò nel 1427 ai veneziani, diventando sede di pretura e residenza del podestà. Dall'800 anche frequentata località turistica, vide nei primi decenni del '900 lo sviluppo dell'industria tessile e manifatturiera. Chiesa di S. Maria Assunta (G.B. Quadrio, fine sec. XVII), preceduta da una spettacolare scalinata a tenaglia e fiancheggiata sul lato destro da un porticato, all'interno opere di Andrea Fantoni (altare maggiore, pulpito, statue) e dipinti di scuola veneta e di pittori locali. Di fronte alla basilica è il quattrocentesco oratorio dei Disciplini che nel portico esterno conserva un famoso ciclo di affreschi del 1485 (Trionfo della morte e Danza macabra) di ignoto pittore forse lombardo con influenze toscane. La cittadina possiede un orologio planetario del 1583; bello anche il quattrocentesco Palazzo comunale.Crema(33.176 ab.). Città in provincia di Cremona. Belle chiese, tra cui la Cattedrale, Santa Maria della Croce, la Santissima Trinità, di epoca barocca. Tra gli altri monumenti notevoli, ricordiamo il cinquecentesco Palazzo comunale e alcune abitazioni nobiliari risalenti ai secc. XVI-XVIII. Importante centro agricolo (cereali, foraggi, bachicoltura, allevamento del bestiame) e industriale (industrie alimentari, tessili, metallurgiche e meccaniche). Noto centro di fabbricazione di strumenti musicali. Crema fu fondata nel VI sec. dopo che Milano fu distrutta dai Goti. Nel 1453 fu ceduta a Venezia da Francesco Sforza. Il 27 marzo 1797 venne occupata dai Francesi e poi seguì le sorti della Lombardia.Dalmine(18.968 ab.). Centro in provincia di Bergamo. Risale al X sec. Nel 1927 acquistava autonomia amministrativa con l'unione dei centri di Sforzalico, Mariano al Brembo e Sabbio. L'importanza economica di Dalmine è dovuta alla formazione nel 1906 della società per la fabbricazione di tubi metallici.Desenzano del Garda(23.662 ab.). Centro in provincia di Brescia. Di origine romana, fu contesa nel Medioevo da Verona e Brescia e nel XV sec. fu conquistata da Venezia. Sorge sulla riva occidentale del lago di Garda ed ha il porto più attivo del lago stesso. Stazione climatica e luogo di villeggiatura. La cittadina di origini romane, ebbe operosa e serena prosperità sotto il dominio della Serenissima, quando ogni settimana vi si teneva un importante mercato delle granaglie che fissava il prezzo valido non solo per la Repubblica di San Marco, ma anche per la Romagna e parte della Germania. Tra gli edifici degni di nota l'ex Palazzo comunale (1580), il Palazzo del Provveditore veneto (1585), il Duomo, ricostruito tra il 1586 e 1611 con facciata settecentesca e all'interno splendida Ultima cena di G.B. Tiepolo. Di epoca medievale il Castello, costruito forse nell'alto medioevo ma rifatto nel '300 e '400 e poi ancora dagli austriaci.Erba(16.272 ab.). Centro agricolo e industriale in provincia di Como, in Brianza. Industrie tessili, meccaniche e cartarie. Località di villeggiatura, questa vocazione, ben visibile nella corona di ville nobiliari che tuttora circonda la città, fu continuata poi, con accenti più ‘popolari’, nell'Ottocento e nel primo Novecento, quando la linea ferroviaria Milano-Asso ne fece una delle mete preferite per le gite fuori porta dei milanesi. La costruzione, negli anni '50 del XX sec., della superstrada Valassina, ha ancor più avvicinato la località a Milano, favorendo anche lo sviluppo del già robusto tessuto produttivo locale. Il centro abitato è strutturato in numerosi nuclei tra loro indipendenti. Quello centrale, l'antica Incino, che derivava il suo nome dalla romana Forum Licini, si sviluppa intorno a piazza Vittorio Veneto, tradizionale sede del mercato. Qui sorge la chiesa romanica di S. Eufemia, costruita probabilmente sulle fondamenta di un più antico edificio altomedievale, fu in seguito rimaneggiata; bello il campanile contiguo in cui è incastonato materiale romano di spoglio. Meritevoli di interesse sono alcune ville signorili, oggi d'uso pubblico: la sette-ottocentesca villa Majnoni, attualmente municipio, e villa Amalia, oggi dell'amministrazione provinciale, pregevole edificio ricavato da Leopold Pollack all'interno di un convento quattrocentesco.Gallarate(45.213 ab.). Centro industriale in provincia di Varese, si stende fra le prime colline del Varesotto e una vasta brughiera. Noto per le sue filature e tessiture di cotone; nodo stradale e ferroviario importante. Notevoli, fra i suoi monumenti, il Duomo ottocentesco di S. Maria Assunta con campanile di quattro secoli più antico (vi è annesso un Museo d'Arte sacra, con dipinti di Daniele Crespi, il Morazzone e Carlo Francesco Nuvolone); la chiesa lombarda di San Pietro, costruita in stile romanico nel secolo XI ma restaurata tra il 1897 e il 1907. Da visitare anche il Museo della Società gallaratese di Studi patrii che espone materiali preistorici provenienti da Golasecca (secoli IX-V a.C.), reperti celtici e romani, oltre a collezioni d'arte antica, opere di artisti locali e cimeli del Risorgimento e la Civica galleria d'Arte moderna che conserva centinaia di opere di artisti italiani contemporanei (Afro, Birolli, Carrà, Cassinari, Migneco, Morlotti, Radice, Soldati, Tavernari, Vedova, Vespignani).Gardone Riviera(2.502 ab.). Centro in provincia di Brescia. Elegante località turistica e climatica. Fedele fino all'ultimo alla Serenissima, fu distrutta dai soldati del governo giacobino formatosi a Brescia con l'arrivo dei francesi nel 1797. Tra gli edifici degni di nota la tardo-neoclassica villa Alba, oggi sede di congressi; in riva al lago la torre di S. Marco, che in origine serviva come darsena della sontuosa dimora, la chiesa settecentesca e il celebre Vittoriale degli italiani, fastosa dimora di Gabriele D'Annunzio che vi soggiornò dal 1921 fino alla morte (1938). L'arco dell'Ospite si trova subito dopo l'ingresso, bello il teatro all'aperto, costruito in posizione panoramica secondo modelli greco-antichi; la Prioria è la prima abitazione del poeta, a sinistra è lo Schifamondo, dove D'Annunzio si ritirò negli ultimi anni di vita (oggi trasformato in museo di cimeli); nella parte alta del parco si trova il mausoleo, dove è sepolto il poeta.Goito(9.481 ab.). Centro agricolo e industriale in provincia di Mantova alla destra del Mincio. Cereali, bestiame, industrie alimentari, cartarie. Ricca di storia, vi nacque Sordello (1200-73), il trovatore in lingua provenzale ricordato da Dante; dal Medioevo e per tutta l'età gonzaghesca fu importante fortezza a salvaguardia del confine settentrionale del contado mantovano; nelle sue vicinanze ebbe luogo nel 1848 uno scontro tra gli Austriaci di Radetzky e i Piemontesi di Carlo Alberto. I primi dovettero ripiegare sulla riva sinistra del Mincio. L'antica vocazione militare è ancora chiara nella pianta a scacchiera del borgo, cui si accede scavalcando il Ponte della Gloria. Bella la basilica di S. Pietro, costruita in stile barocco nel 1729 da Giovanni Maria Borsotto. Degna di nota è anche l'imponente Villa d'Arco, disegnata da G. B. Marconi e Giuseppe Crevola alla fine del '700, con un ampio parco che si estende sul bastione morenico del Mincio.Legnano(53.788 ab.). Centro in provincia di Milano; famoso nella storia per la battaglia con la quale gli associati della Lega Lombarda batterono l'esercito di Federico Barbarossa (29 maggio 1176). Così ogni anno, l'ultima domenica di maggio, la Sagra del Carroccio ricorda l'evento storico con la sfilata delle contrade in costume medievale e un palio ippico. La città sorge presso la riva sinistra dell'Olona. Industria tessile e meccanica. Tra gli edifici degni di nota la basilica di S. Magno, a croce greca di forme bramantesche (1504-13), con un polittico di Bernardino Luini e una cappella decorata a fresco da Bernardino Lanino. Il Museo Civico "Guido Sutermeister" ricco di reperti archeologici delle Età del Rame, del Ferro, urne e lapidi romane e tardo-romane, corredi tombali longobardi, affreschi ed elementi architettonici quattro-seicenteschi, nonché alcune tele di Gaetano Previati e una notevole sezione numismatica.Livigno(5.065 ab.). Centro in provincia di Sondrio, a 1.816 m s/m. Stazione climatica di interesse alpinistico e sciistico. Zona franca doganale.Luino(14.187 ab.). Cittadina in provincia di Varese, sulla riva orientale del Lago Maggiore, a 211 m s/m. Agricoltura (viti, alberi da frutta, ortaggi, cereali, castagneti). Industria tessile (cotonificio e setificio), meccanica (fonderia e trafileria) e delle forniture sanitarie. Località di villeggiatura. Importante raccordo ferroviario. Nel Medioevo la cittadina fece parte della contea di Angera ed ebbe privilegi comunali; dalla fine del 1400 al 1526, durante le guerre di predominio del Milanese, fu con la Val Travaglia possesso degli Svizzeri. Fra le cose artisticamente notevoli di Luino, vanno ricordati i dipinti di scuola di G. Ferrari nella chiesa del Carmine (XV sec.), e il Palazzo comunale (XVIII sec.) del luganese F. Soavè. L'abitato originario conserva stradine strette e contorte e case addossate l'una all'altra; bella la chiesa di S. Pietro, ricostruita nel 1668, con affreschi cinquecenteschi tra cui un'Adorazione dei Magi attribuita a Bernardino Luini. Al nucleo iniziale si aggiunsero poi il lungolago, con la quattrocentesca chiesa della Madonna del Carmine e i palazzi barocchetti e neoclassici di piazza della Libertà, e la parte moderna verso Sud.
Menaggio(3.096 ab.). Centro in provincia di Como. Una delle più frequentate stazioni turistiche sulla riva occidentale del lago di Como ai piedi di un monte. Numerosi sono gli alberghi. Antico centro mercantile fortificato in epoca medievale da un castello (del quale restano solo pochi ruderi), Menaggio vanta tuttora un centro storico molto carino. Tra gli edifici degni di nota la parrocchiale di S. Stefano, romanica ma rielaborata nel Seicento, la fontana del Salvatore e la barocca chiesa di S. Carlo.Merate(14.974 ab.). Centro agricolo ed industriale in provincia di Lecco, nella Brianza, a 288 m s/m. Mercato di cereali, frutta. Industria tessile. Di origine medievale. Bei palazzi settecenteschi: Palazzo Prinetti, incompiuto e costruito nell'area su cui sorgeva il castello locale, spicca per la sua torre cilindrica che si erge dall'imponente quadrilatero; Villa Belgioioso edificata probabilmente su un insediamento degli Umiliati che a metà del XV sec. passò alla famiglia Novati; costruita da Giuseppe Muttoni, la residenza fu ampiamente trasformata dopo il 1749, dall'architetto Francesco Croce, quando ne entrarono in possesso i Belgiojoso (da visitare anche il giardino terrazzato all'italiana, con motivi prospettici curvilinei tipicamente barocchetti) La cittadina di Merate è nota anche per l'importante osservatorio astronomico sul colle di San Rocco (350 m s/m) e per il collegio dei padri Somaschi presso il quale studiò adolescente Alessandro Manzoni.Orzinuovi(11.142 ab.). Centro in provincia di Brescia, sul fiume Orzi, a 2 km dalla riva sinistra dell'Oglio. Fu fondato nel 1193 dai Bresciani per difendersi dalle incursioni dei Cremonesi. Conservò la funzione militare sotto i veneziani, che costruirono una struttura difensiva a pianta stellare, distrutta nel 1828, di cui rimangono la rocca e la porta S. Andrea. Dietro la rocca si trova la piazza rettangolare dove si ergono il Palazzo Obici del '500, il Palazzo Corniani del '700 e il Palazzo municipale, con portale del 1568 sormontato dal leone di S. Marco, dove si conservano tre tele (1575) di Pier Maria Bagnadore, nativo del luogo. La nuova provincia di Monza e Brianza comprende l'area geografica del Monzese, del Vimercatese e della Brianza meridionale.Ponte di Legno(1.862 ab.). Centro in provincia di Brescia, nella parte più alta della Valcamonica, ai piedi del monte Tonale. Stazione climatica attrezzata per gli sport invernali e meta di pionieri dello sci sin dai primi anni del '900. Ponte di Legno, dove si scia anche d'estate sul ghiacciaio del Presna raggiungibile in funivia dal passo del Tonale , è oggi il centro turistico più importante della valle. La cittadina, che ha subito gravi danneggiamenti durante la prima guerra mondiale, conserva una splendida Parrocchiale (1685) con all'interno presso l'altare maggiore una pregevole ancona, interessante gruppo in legno scolpito, opera di G.B. Zotti e di altro artista della bottega dei Ramus.Salò(10.056 ab.). Centro in provincia di Brescia, sulla sponda occidentale del lago di Garda, nella sezione più interna del golfo omonimo. Olive, uva, ortaggi, fiori. Già fiorente centro di industrie tessili, ora la sua economia si basa sul turismo, sull'industria alimentare e degli alcoolici. D'antiche origini, fu capoluogo della Riviera del Garda sotto i Visconti e sotto la Repubblica Veneta. Dal settembre 1943 all'aprile 1945 fu sede di uffici governativi della fascista RSI che perciò fu detta anche Repubblica di Salò. Tra gli edifici degni di nota il Palazzo del Podestà (Municipio), sul lungolago Zanardelli, riedificato nel 1905 sul luogo di un antico edificio del '500 distrutto da un violento terremoto; il Palazzo della Magnifica Patria, del 1524, sede del Museo Civico Archeologico; Palazzo Fantoni, con facciata del '400, sede della Biblioteca dell'Ateneo di Salò, che raccoglie 25.000 volumi, manoscritti del '200, codici, incunaboli, cinquecentine, nonché documenti della Magnifica Patria, e del Museo Storico del Nastro Azzurro, con documenti e cimeli dell'epoca napoleonica alla resistenza. Il Duomo in stile tardo-gotico (1453-1502), con un portale rinascimentale e a tre navate, conserva all'interno pregevoli dipinti cinquecenteschi, tra i quali opere di Zenon Veronese (S. Girolamo, Deposizione, Redentore al Limbo), un affresco attribuito a Francesco Torbido (S. Antonio abate tra i Ss. Rocco e Sebastiano) e il polittico della scuola di Paolo Veneziano, Madonna in trono e santi, sormontato dalla Madonna col Bambino e i Ss. Bonaventura e Sebastiano del Romanino (1520-29). L'altare maggiore è invece decorato da un'ancona gotica di Bartolomeo da Isola Dovarese (1476-1510).San Pellegrino Terme(4.976 ab.). Centro in provincia di Bergamo, in riva al fiume Brembo, nella Val Brembana. Notissimo per le sue ben attrezzate stazioni idrominerali, particolarmente in auge tra la fine dell'800 e l'inizio del '900. L'acqua contiene bicarbonato di calcio e di magnesio, cloruro di sodio, di potassio e di litio. È notevolmente radioattiva ed esce ad una temperatura di 27°-19°. La cura si pratica principalmente per bevanda e si può completare con bagni ed inalazioni. È particolarmente efficace nelle calcolosi, renelle, catarri delle vie urinarie, cistiti, gotta. Stazione climatica. Oltre il fiume si trova il Grand Hôtel, progettato in stile liberty da Romolo Squadrelli e Luigi Mazzocchi. Gli stessi architetti realizzarono, sempre all'inizio del '900 sul pendio opposto, il Palazzo della Fonte e l'ex Casinò municipale (oggi sede di congressi e manifestazioni culturali), edifici molto eleganti, collegati tra loro da un portico attrezzato; particolarmente sfarzoso, nel Palazzo della Fonte, il salone "pompeiano" per la bibita. Nella parte bassa dell'abitato, la settecentesca parrocchiale di S. Pellegrino; nell'interno riccamente decorato a stucchi, Condanna di S. Pellegrino, grande dipinto attribuito a Pietro Longhi.Sarnico(5.963 ab.). Centro in provincia di Bergamo, sulla punta meridionale del Lago di Iseo, conosciuta per via dell'estrazione della pietra arenaria e, in tempi recenti, per la motonautica. Cereali, viti, olivi. Famosi sono i così detti fatti di Sarnico del 1862 come preludio all'alleanza prussiana ed alla conseguente liberazione del Veneto. Stazione climatica. Il nucleo antico, caratterizzato da vicoli, sottopassaggi e case a portico e loggiato, si sviluppa a semicerchio intorno alla chiesa di S. Paolo (sec. XV). Fuori dall'abitato, sul lungolago si incontra la Villa Faccanoni, progettata da Giuseppe Sommaruga nel 1912 e ritenuta uno dei migliori esempi di stile floreale.Saronno(36.805 ab.). Centro in provincia di Varese. Celebre Santuario della Madonna dei Miracoli iniziato nel 1498 ad opera di Giovanni Antonio Amadeo. La chiesa, caratterizzata da facciata barocca (1596-1612, con la consulenza di Pellegrino Tibaldi) e da un campanile, opera di Paolo della Porta (1511-16), custodisce numerose opere pregevoli, fra cui il Concerto d'angeli (1535) eseguito a fresco da Gaudenzio Ferrari nella volta della cupola, gli affreschi (Sposalizio di Maria, Gesù fra i dottori, Adorazione dei Magi, Presentazione al tempio, 1521-31) di Bernardino Luini nella Cappella della Madonna e, nella Cappella del Cenacolo, il gruppo policromo dell'Ultima cena di Andrea da Milano (1528-31) trasposizione tridimensionale dell'opera leonardesca. Nel centro dell'abitato sorge inoltre la chiesa di S. Francesco (XV secolo) con facciata barocca. La parte moderna della città è attivo centro commerciale e industriale. Distillerie.Sesto Calende(9.806 ab.). Centro in provincia di Varese, all' uscita del Ticino dal Lago Maggiore, a 198 m s/m. Industria vetraria, tessile e meccanica (costruzioni aeronautiche). Il centro è cresciuto d'importanza grazie allo sviluppo delle ferrovie, di cui è un notevole nodo di traffico. Qui infatti la linea del Sempione, che attraversa il fiume con un ponte in ferro a due piani, ricostruito dopo la seconda guerra mondiale seguendo il modello originale del 1882, s'incontra con la ferrovia che passando da Luino porta al Gottardo. L'espansione degli ultimi decenni ha trasformato l'antico centro storico – con la parziale eccezione del lungolago – dove l'unica presenza interessante è il Museo Civico Archeologico Naturalistico, che conserva una buona campionatura di materiali della cultura di Golasecca. Poco fuori da Sesto Calande degna di nota è l'Abbazia di San Donato, antico monastero benedettino (IX secolo), caratterizzato da una cripta molto antica a tre navate con volte a crociera e archi traversi e affiancato da un campanile del XII secolo; nel Battistero, affreschi attribuiti a B. Zenale (1503).Sesto San Giovanni(75.421 ab.). Centro in provincia di Milano. Fino agli anni '80 era luogo di numerose acciaierie e industrie metallurgiche. In seguito alla crisi dell'industria diverse fabbriche come la Breda o la Falck sono state chiuse e le aree dismesse sono state oggetto di piani di riqualificazione. Altre zone ed edifici sono diventati invece sedi di industrie nel settore delle nuove tecnologie (informatica, telefonia, multimedialità). Storiche le filande e i filatoi; bella anche Villa Torretta, antica (fine XVI sec.) residenza nobiliare, una delle poche qui sopravvissute all'espansione dell'edilizia industriale. Dopo aver attraversato a partire dall'Ottocento un lungo periodo di decadenza (inizialmente fu adibita a uso agricolo, in seguito venne usata come alloggio per gli operai degli adiacenti stabilimenti della Breda), l'edificio è stato restaurato negli ultimi anni del '900 e oggi è un raffinato centro alberghiero e congressuale (all'interno magnifici gli affreschi settecenteschi). Patria del pittore Cesare da Sesto.Soncino(7.261 ab.). Centro agricolo e industriale, in provincia di Cremona, nell'alto Cremasco, alla destra dell'Oglio. Cereali, foraggi, ortaggi. Allevamento. Caseifici, lavorazione del legno. Fondato nel IV sec., fu più volte distrutta nel corso del medioevo. Nel 1329 passò nelle mani del ducato di Milano, cui rimase, tranne una breve parentesi veneziana (1432-48), fino alla metà del '500, quando divenne proprietà della famiglia Stampa. sotto il dominio degli Sforza rifiorì, in questo periodo vennero costruite infatti le mura con le quattro porte d'accesso (abbattute dagli Austriaci) e l'imponente rocca, costruita tra il 1473 e il 1475 sopra un antico convento del XII sec., su progetto di Bartolomeo Gadio. Tutta in laterizio e a pianta quadrata, è caratterizzata da un ponte levatoio e da quattro torri (una delle quali cilindrica) unite da possenti mura (in alcuni punti esse raggiungono lo spessore di 4 m). Interessanti sia dal punto di vista storico che architettonico, i locali sotterranei (cunicoli, canali di scolo) Tra gli altri edifici degni di nota il Palazzo del Comune con a fianco la Torre dell'Orologio, di origine veneta, dietro la quale si erge, molto più alta, la torre del Palazzo pretorio (sec. XII); la parrocchiale di S. Maria Assunta (1889), all'interno della quale notevole è il dipinto del fiammingo Matthias Stomer (Vespasiano fa liberare Giuseppe Flavio dalle catene); la chiesa di S. Giacomo, d'origine trecentesca ma restaurata più volte tra '500 e '600, e una fila di belle case gotiche e rinascimentali, tra le quali spicca, la casa degli Azzanelli (sec. XV), con pregevoli decorazioni in cotto; la "casa degli Stampatori", nella quale si trova un Museo della Stampa che conserva gli originali o le copie dei libri stampati dai Soncino e ospita una specifica biblioteca delle pubblicazioni sull'argomento.Sotto il Monte Giovanni XXIII(2.666 ab.). Fino al 1963 Sotto il Monte. Centro in provincia di Bergamo, a 305 m s/m. Diede i natali a papa Giovanni XXIII.Suzzara(17.643 ab.). Centro in provincia di Mantova sulla destra del Po. Nel territorio coltivazione di grano, riso, foraggi, barbabietole, viti, gelsi. Mercato agricolo attivissimo; fabbriche di macchine agricole; caseifici. Le prime notizie sul borgo datano a partire dal IX sec.; in seguito fece parte dei territori canossiani, passando infine nelle mani dei signori di Mantova. Vi nacque Guido da Suzzara (sec. XIII), insigne giureconsulto medievale che insegnò nelle principali università italiane e fu difensore di Corradino di Svevia. Degni di nota la parrocchiale dell'Immacolata Concezione, con all'interno dipinti di Felice Campi e Giuseppe Bazzani; la torre merlata di 32 m, unico resto dell'antico castello medievale. Da visitare la Galleria Civica d'Arte contemporanea, che raccoglie la ricca collezione di opere premiate e acquistate nel corso della più che ventennale attività del Premio Suzzara.Tirano(9.044 ab.). Centro in provincia di Sondrio a 450 m s/m, è disposto sulle due rive dell'Adda dove la Val Poschiavina confluisce nella Valtellina. Di antica tradizione commerciale conserva un nucleo storico con pregevoli palazzi e resti delle fortificazioni tardo-quattrocentesche. Attività agricola; industria della seta e polverificio. Nel 1620 fu centro della rivolta contro i Grigioni. Tra gli edifici la parrocchiale di S. Martino, originaria del sec. XV, con campanile a bifore e trifore e portale ogivale sul lato sinistro; il Palazzo Quadrio Curzio (sec. XVI), con loggia settecentesca sulla facciata; il Palazzo Salis, con facciata del tardo '500 fiancheggiata da due torri. A qualche chilometro di distanza da visitare il Santuario della Madonna di Tirano della prima metà del XVI secolo. Imponente edificio rinascimentale cominciato nel 1505, forse da uno dei Rodari e concluso con la cupola nel 1580-84; notevoli la facciata, con portale marmoreo, e la parte absidale, affiancata dall'alto campanile a trifore; all'interno preziosi arredi, tra cui un bell'organo con eleganti intagli (1617). Sulla piazza del santuario si trova la settecentesca casa del Penitenziere, sede del Museo Storico-etnografico Tiranese, che conserva testimonianze delle attività contadine, manufatti, attrezzi di lavoro e documenti sulla storia, la cultura e le tradizioni valtellinesi.Treviglio(25.739 ab.). E' la seconda città in provincia di Bergamo, tra l'Adda e il Serio. Centro agricolo; industrie della seta e della lana, fabbriche di concimi chimici, officine meccaniche. Ebbe origine da un "castrum" romano, posto in posizione favorevole all'incrocio tra le vie di comunicazione che univano Bergamo e Milano, Crema e Brescia. Libero comune seppur per breve tempo agli inizi del XIV secolo eresse le mura difensive; nel 1335 passò sotto il controllo dei Visconti di Milano, da cui però ottenne lo statuto di "terra separata", che le consentiva l'esenzione dai dazi, privilegio che conservò, nonostante i cambi di dominazione, fino al 1761 e che ne favorì la prosperità economica. Nel XIX sec. la cittadina divenne un importante centro di sericoltura. Tra gli edifici degni di nota la collegiata di S. Martino, fondata nel sec. X-XI sul luogo di una precedente chiesa longobarda, rimaneggiata nel '400 e nel '700, epoca a cui si deve la movimentata facciata barocca (nell'interno, a tre navate, stupendo il polittico degli artisti locali Bernardino Butinone e Bernardino Zenale, Madonna e santi, 1485). Notevole è anche il santuario della Beata Vergine delle Lacrime, iniziato alla fine del sec. XVI.Vigevano(57.450 ab.). Città in provincia di Pavia nella Lomellina superiore. Industrie calzaturiere e attività complementari (concerie, tomaifici, aziende di collanti ecc.). Industrie tessili, delle confezioni, della carta e delle materie plastiche. D'origine medievale fu feudo di varie signorie, finché passò ai Visconti e quindi agli Sforza. Nel 1748 passò ai Savoia. Castello Visconteo: vi lavorò il Bramante, cui si deve anche la progettazione della torre civica e della splendida piazza Ducale, cinta per tre lati da una serie di edifici porticati. Sul quarto lato si affaccia il Duomo, riedificato nel 1532-53 da Antonio da Lonate, con facciata secentesca. Nei pressi di Vigevano si trova la Sforzesca, fattoria e tenuta di caccia degli Sforza, costruita nel 1486 da Guglielmo da Cassino.
Voghera(38.183 ab.). Centro agricolo e industriale, in provincia di Pavia, nell'Oltrepò pavese, all'imbocco della valle Stàffora, naturale direttrice verso l'Appennino, nel punto dove si incrociano le strade per Piacenza, Milano e Alessandria. Cereali, foraggi, frutta. Industrie alimentari, tessili, meccaniche. Centro commerciale. Grazie alla sua posizione, ai tempi dei Romani la città, conosciuta come "Iria", ebbe un ruolo importante per attività e traffici commerciali. Andò in decadenza nell'Alto Medioevo, fino a ridursi a villaggio ("Vicus Iriae", da cui deriva l'attuale toponimo) e si riprese solo con i Visconti. Nel 1372 Galeazzo II fece costruire il castello, imponente edificio a pianta quadrata con torri angolari, rimaneggiato più volte nei secoli. Tra i monumenti degni di nota la chiesa romanica del XII sec. dei Ss. Ilario e Giorgio, conosciuta anche come "chiesa rossa", con all'interno il sacrario della Cavalleria italiana; il Duomo seicentesco di S. Lorenzo con pianta a croce greca e facciata dell'Ottocento.Regione LombardiaProvincieBergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Città Metropolitana Milano Monza e della Brianza Pavia Sondrio VareseRegione Lombardia su Facebook
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