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Panenteismo.

(dal greco pán en théo: tutto in Dio). Concezione filosofica secondo cui il mondo esiste in Dio che, però, conserva una propria essenza autonoma e distinta. Il termine fu introdotto da K.C. Krause che, nelle sue Lezioni sul sistema della filosofia (1828), designa come panenteista il proprio sistema metafisico che vuole essere una sintesi del Personalismo kantiano e del Panteismo idealistico di Hegel. In esso Dio è ancora trascendente ma, oltre che conoscenza e volontà, è anche realtà che vive e si manifesta nel mondo. Concezioni filosofiche di tipo panenteistico si sono avute anche prima che Krause introducesse il termine e ne precisasse il significato filosofico. Tra i sistemi filosofici che si possono considerare panenteistici rientrano la metafisica di Plotino, che sostiene che il mondo è in Dio e da Dio, ma non è Dio; la dottrina di Scoto Eriugena che, per quanto consideri il mondo una necessaria teofania, non si identifica con la sua fonte assoluta (Dio, oltre che come trascendenza ineffabile, si presenta come volontà, personalità e scelta); la filosofia di Spinoza, che giunge al riconoscimento della piena coincidenza di Dio e della natura, poiché afferma che in Dio vi sono l'infinità degli attributi di cui soltanto il pensiero e l'estensione costituiscono la natura del mondo. Fra i filosofi successivi a Krause possono essere considerati panenteisti J.H. Fichte, R.H. Lotze, G.T. Fechner, R. Eucken.