Campagna di Macedonia.

Cartina dell'Italia

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Macedonia, Campagna di.

Insieme di operazioni che ebbe inizio nell'ottobre del 1915 quando sbarcarono a Salonicco le prime forze anglo-inglesi (comandate dal generale Sarrail) che avevano il compito di ostacolare l'avanzata austriaca in Serbia. Ma le forze mandate in soccorso della Serbia risultarono insufficienti. L'esercito serbo, battuto su tutta la linea, fu costretto a ripiegare sull'Adriatico e a imbarcarsi nei porti di Durazzo e Valona su navi di soccorso inviate dall'Italia. Fallito questo tentativo, il Sarrail impiegò le sue forze sul fronte bulgaro, ma fu costretto a ripiegare sulla Cerna e a ritirarsi in Salonicco. All'inizio del 1916 il corpo di spedizione alleato fu rinforzato dall'arrivo della 35ª divisione italiana comandata dal generale Petitti di Roreto che venne immediatamente impiegata in combattimento nel settore del Koursa Balkan. Nell'agosto del 1916, al momento dell'entrata in guerra della Romania a fianco degli alleati, Sarrail disponeva di circa 400.000 uomini di cui circa 35.000 italiani. L'iniziativa fu però assunta dalle truppe bulgare che il 19 agosto riuscirono a occupare Florina e a minacciare l'invasione della Romania. Per evitare questo, Sarrail attaccò la città di Monastir, dove avevano sede i comandi unificati germanico e bulgaro. La città fu presa, ma le linee bulgare resistettero e Sarrail fece approntare le sue truppe su una linea di difesa. Nel marzo 1917 avvenne un secondo tentativo di sfondamento delle linee bulgare da parte degli alleati, che riuscì nuovamente fallimentare. Lo stesso esito ebbe una nuova offensiva che venne tentata in maggio. In giugno l'armata alleata venne rinforzata da un contingente greco, in seguito al mutamento di regime in Grecia avvenuto dopo l'abdicazione di Costantino. Nel dicembre del 1917 il governo francese decise la sostituzione di Sarrail con il generale Guillamaut per tentare di far fronte alla prevedibile offensiva dei Tedeschi che avevano ottenuto la pacificazione sul fronte russo in seguito agli sviluppi della Rivoluzione d'ottobre. Precedentemente anche il comandante del corpo di spedizione italiano, Petitti di Roreto, era stato sostituito con il generale Pennella. Tuttavia, in seguito ai rovesci francesi sul fronte tedesco, anche il generale Guillamaut venne richiamato in patria e sostituito con il generale Franchet d'Esperey, cui vennero impartiti ordini che prevedevano un'offensiva generale a breve termine su tutto l'arco del fronte. In conseguenza delle necessità della battaglia che si combatteva sul fronte francese, la massima parte delle truppe tedesche era stata ritirata dalla Macedonia. Il 15 settembre 1918 le truppe dell'Intesa iniziarono l'offensiva durante la quale le linee bulgare vennero sfondate tra la Cerna e il Vardar. In seguito a ciò la Bulgaria chiedeva il 29 settembre l'armistizio e consentiva alle truppe dell'Intesa il libero passaggio sul suo territorio. Le restanti truppe tedesche e austriache ripiegarono verso il nord distruggendo dietro di sé tutte le vie di comunicazione in modo da impedire all'armata d'Oriente l'invasione del territorio degli Imperi centrali. In questo modo la soluzione finale del conflitto si ebbe solo con l'offensiva italiana di Vittorio Veneto, che scardinò le residue difese tedesche e austriache. Sulla necessità e sulla riuscita della c. di M. si accesero in seguito molti contrasti fra i responsabili militari italiani. Malgrado il suo esito vittorioso, essa venne criticata per la sua dispendiosità in uomini e materiale.

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Salonicco.

La tradizione racconta che la città venne fondata nel 315 a.C. sul sito dell'antica Therme dal generale macedone Cassandro, il quale le diede il nome della moglie Tessalónica, sorella di Alessandro Magno. Capitale di uno dei quattro stati della provincia romana di Macedonia, divenne un vivace centro di scambi e di cultura grazie alla costruzione della Via Egnatia, parte del sistema viario che univa Roma all'Oriente. Agli inizi del sec. IV, divenne con Galerio, deciso persecutore dei cristiani, residenza imperiale, accrescendo così la sua importanza. Con l'editto di Tessalonica (390), Thodosio I il Grande ufficializzò la religione cristiana, confermando l'ortodossia proclamata nel concilio di Nicea. Divenne sotto Giustiniano la seconda città dell'impero d'Oriente, 'dietro' solo a Bisanzio: centro di religione e cultura, conobbe allora la costruzione di numerose chiese e l'affermarsi di due scuole di arte musiva, una di derivazione romana, l'altra orientalizzante. Saccheggiata da Goti, Avari, Slavi e Saraceni, all'epoca della IV crociata fu capitale del regno latino fondato da Bonifacio del Monferrato (1205 - 1223) e del despotato d'Epiro, Macedonia e Tracia (1224-1246). Nel 1430 cadde sotto i Turchi e nel 1492 venne ingrandita per dare asilo a oltre 20.000 ebrei sefarditi cacciati dalla Spagna, che formarono una delle più consistenti comunità cittadine e contribuirono a farla divenire una delle città più ricche d'Oriente. Patria di Atatùrk, primo presidente della Repubblica turca, fu agli inizi del sec. XX culla di un movimento di rivolta che portò alla destituzione dell'ultimo sultano e alla disgregazione dell'impero ottomano. Nell'ottobre del 1912, durante la prima guerra dei Balcani, l'esercito liberò la città che tornò alla Grecia. In gran parte distrutta da un gravissimo incendio nell'agosto 1917, fu ricostruita secondo il piano regolatore di un architetto francese. Molti monumenti furono ulteriormente danneggiati dal grave terremoto del 1978.

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Durazzo.

Città (85.400 ab.) e porto dell'Albania, situata tra la costa adriatica e una laguna litoranea, capoluogo del distretto omonimo (848 kmq; 251.000 ab.). Commercio di prodotti agricoli (granaglie, olive, tabacco, uva) e del bestiame (pelli). Stazione balneare. ● St. - Fondata nel VII sec. a.C. col nome di Epidammo da coloni di Corinto e di Corfù, fiorì come il maggior porto dell'Illiria. Nell'orbita romana dal 229 a.C., fu ribattezzata Dyrrachium e divenne base militare. Passa poi alternativamente in mano a Bizantini, Bulgari e Normanni (1802), fu occupata, nel corso della quarta Crociata, da Venezia. Capitale del Regno di Albania sotto gli Angiò-Durazzo (1272-1368), passò ancora a Venezia tra il 1392 e il 1501, anno in cui fu conquistata dai Turchi. Occupata dai Serbi nel 1912, fu annessa nel 1914 all'Albania.

Valona.

(in albanese Vlorë). Città (73.800 ab.) dell'Albania sud-occidentale, capoluogo del distretto omonimo (1.609 kmq; 180.725 ab.) e della regione omonima (5.589 kmq; 429.017 ab.), detta anche Sud-Occidentale. Sorge nei pressi della baia di V., sulla quale si affaccia il porto. - Econ. - Attivo centro commerciale, è sede di industrie alimentari e tessili e di cementifici. - St. - La città ha antiche origini: ricordata con il nome di Aulon già al tempo della guerra tra Cesare e Pompeo, fu sede vescovile fin dal V sec. e dal IV al IX sec. fu compresa nell'Impero d'Oriente, nel tema d'Epiro. In epoca medievale fu fondata, a Sud dell'antico centro, una nuova città, che nel 1080 fu conquistata da Roberto il Guiscardo e nel 1085 tornò ai Bizantini. Compresa quindi nel despotato d'Epiro, riconquistata da Bisanzio (1314), subì alterne vicende fino a quando, nel 1414, fu definitivamente occupata dai Turchi, che ne mantennero il controllo fino al 1912, allo scoppio della prima guerra balcanica. Nello stesso anno a V. fu proclamata l'indipendenza dell'Albania; occupata dagli Italiani dal 1914 al 1920 e poi nuovamente nel 1939, tornò in mano albanese nel 1944.

Bùlgaro.

Della Bulgaria. ║ Abitante della Bulgaria.

║ Lingua parlata in Bulgaria. ║ Cuoio di vacchetta o di vitellone avente colore rosso, sottoposto a conciatura con scorza di betulla e di salice che gli garantiscono un particolare odore gradevole, persistente nel tempo.

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Cerna.

Fiume (185 km) della Macedonia; nasce dal monte Babuna e confluisce nel Vardar. ║ Battaglie della C.: sono quelle svoltesi durante la prima guerra mondiale, combattute dai Francesi comandati dal generale Sarrail e dai Bulgaro-tedeschi per la conquista di Monastir, rimasto poi ai Francesi.

Petitti di Roreto.

Famiglia nobile piemontese, originaria di Cherasco, da dove discende il suo capostipite Antonio (XVI sec.). Diede i natali a militari e funzionari del Regno sabaudo; nel 1735 ottenne il feudo di Roreto con il titolo comitale. ║ Carlo Ilarione: economista e uomo politico. Laureatosi in Diritto civile ed economico all'università di Genova, funzionario dell'amministrazione sarda dal 1818 ad Asti e a Cuneo, nel 1831 entrò nel Consiglio di Stato. Di orientamento moderato, sostenne il movimento riformatore di Carlo Alberto, redigendo i nuovi Codici sardi e occupandosi di problemi economici e politici. Lasciò degli scritti, quali Delle strade ferrate italiane e del migliore ordinamento di esse (1845); Sull'attuale condizione del Risorgimento italiano (1848). Nel 1848 fu nominato senatore del Regno di Sardegna (Torino 1790-1850). ║ Agostino: generale e uomo politico. Figlio di Carlo Ilarione, fu il capostipite del ramo Petitti Bagliani di Roreto. Distintosi nelle battaglie di Goito, Sommacampagna e Custoza nel 1848, fu fatto capo di Stato maggiore in occasione della guerra di Crimea nel 1859 e delle campagne in Umbria e nelle Marche nel 1860. Fu nominato ministro della Guerra nel Governo Rattazzi (1862) e nel Governo La Marmora (1864-65). Deputato del collegio di Cherasco dalla quarta alla nona legislatura, divenne senatore nel 1870 (Torino 1814 - Roma 1890). ║ Carlo: generale. Nipote di Carlo Ilarione, prima ufficiale dei granatieri, poi ufficiale di Stato Maggiore, partecipò nel 1911 alla guerra italo-turca, come intendente generale del corpo di spedizione. Nel 1915, come generale di brigata, fu intendente della seconda armata. Nel 1916 ottenne il comando della trentacinquesima divisione nel Trentino. Inviato in Macedonia, fu ferito a Monastir e decorato con la medaglia d'argento al valore. Divenne poi comandante d'armata. Durante la ritirata del Piave fu nuovamente decorato con la medaglia d'argento al valore. Nel 1919 fu comandante generale dei carabinieri e successivamente comandante dei corpi d'armata di Firenze e di Torino. Nel 1919 fu nominato senatore (Torino 1862-1933).

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