Henri de Latouche.
Latouche, Henri de. Pseudonimo di Hyacinthe-Joseph-Alexandre Thabaud Latouche. Scrittore francese. Seguì la corrente romantica, provandosi in tutti i generi letterari. Nel 1819 curò la prima edizione delle opere di André de Chénier. Nel 1825, divenne direttore del "Le Mercure de France du XIX siècle" e gli impresse un tono liberale; nel 1828 passò a "Le Figaro". Tra le opere: Oliver (1826); Fragoletta (1829); La regina di Spagna (1831); France et Marie (1836); Addii (1843); Gli agresti (1844) (La Châtre, Indre 1785 - Aulnay-sous-Bois 1851). Pseudònimo. Di opera pubblicata o nota sotto un nome diverso da quello del suo vero autore. ║ Falso nome, in particolare quello con cui uno scrittore firma le sue opere o i suoi scritti. - Dir. - Lo p., quando abbia assunto la stessa importanza del nome, è tutelato allo stesso modo di questo, cioè mediante azione giudiziaria in caso di usurpazione o di contestazione da parte di altri. Chi svolge attività letteraria, scrivendo opere di varia natura e argomento con finalità artistiche. ║ Con significato specifico, autore di una determinata opera. LETTERATURA FRANCESE Nelle raffinate corti provenzali, a partire dalla fine del sec. XI e sino agli inizi del XIII, fiorì una produzione poetica in lingua occitana, ispirata al sentimento d'amore (poesia cortese) e realizzata con una metrica già evoluta, oltreché con modalità espressive ricercate (letteratura provenzale). Tra i principali autori si segnalarono A. Daniel, B. de Ventadorn, B. de Born, J. Rudel. Nel nord, dopo i primi testi letterari risalenti al sec. X (biografie esemplari e agiografiche, tra cui si segnala la Vita di S. Alessio), si sviluppò, fra il sec. XI e il XIII, la letteratura cavalleresca. Nei due principali cicli di essa, il carolingio e il bretone (rispettivamente dedicati alle vicende dei paladini di Carlo Magno e a quelle dei cavalieri di re Artù), si esprimono diversi ideali di vita: più austeri quelli delle chansons de geste, tutte incentrate sull'amor patrio, la fedeltà al sovrano, la religione; più laici e mondani quelli del ciclo arturiano, per l'importanza che vi assumono le tematiche amorose e per la celebrazione dello spirito d'avventura e del desiderio di gloria. L'opera più importante del primo ciclo fu la Chanson de Roland, mentre nel ciclo bretone si segnalano il Lancelot di Chrétien de Troyes e il Tristan di Thomas d'Angleterre. Nella seconda metà del sec. XII Maria di Francia, lasciò, con i famosi lais (brevi racconti d'amore in versi), testimonianze preziose degli ideali cortesi. Più vicini al gusto e alla sensibilità borghese furono invece i fabliaux, composti tra il sec. XIII e il XV. Allo stesso ambiente culturale si ricollegano i racconti in versi, a carattere parodistico, del Roman de Renart (sec. XII-XIII), laddove il coevo Roman de la Rose (due libri in versi, opera rispettivamente di Guillaume de Lorris e Jean de Meung), assolve invece un intento didascalico e allegorico. Sempre nel nord fiorì anche una poesia lirica, a partire dal sec. XIII, che, se non raggiunse i livelli estetici di quella provenzale, ebbe però il merito di ampliare il quadro delle tematiche rappresentate e delle soluzioni tecnico-stilistiche sperimentate. Da ricordare a questo proposito i caposcuola Chrétien de Troyes e G. de Machaut; le opere, a volte realistiche e satiriche, a volte incentrate su una problematica amorosa convenzionale, di E. Deschamps e la produzione poetica di Charles d'Orléans, caratterizzata da raffinata musicalità. Una citazione a parte esige F. Villon, che pose la sua cultura e la sicura padronanza tecnica al servizio di una potente ispirazione realistica, eccellendo nella rappresentazione delle passioni umane e della realtà sociale. Verso la metà del sec. XII era iniziata anche una produzione teatrale in lingua francese, di argomento strettamente religioso. Le rappresentazioni, distinguibili in misteri, di argomento biblico, e miracoli, attinenti alla vita dei santi, si spostarono in quest'epoca dall'interno delle chiese ai sagrati antistanti. Non ci restano testimonianze significative della produzione comica e buffonesca, sicuramente già avviata nel sec. XIV. Anche la produzione in prosa non fu in origine particolarmente rilevante, essendo limitata sostanzialmente ai generi della cronaca (R. de Clary, G. Villehardouin) e più tardi della storiografia (P. de Commynes). La letteratura francese moderna si sviluppò con la civiltà umanistico-rinascimentale, nel sec. XVI. G. Budé, classicista e filologo, fu una delle figure di maggior rilievo dell'umanesimo francese. Sono inoltre da ricordare B. Des Périers, autore del Cymbalum mundi, dialoghi satirici di tono irreligioso, e Margherita di Navarra, autrice dell'Heptaméron (1558), raccolta di novelle di impronta realistica, che offrono una satira pungente della chiesa, della nobiltà e dei suoi costumi. Ma le nuove idee filosofiche e morali trovarono la loro più compiuta e convincente espressione nel capolavoro di F. Rabelais Gargantua e Pantagruel (1532-64), ricco di spunti comico-fantastici accompagnati da elementi di vivace realismo critico e da appassionate considerazioni filosofiche e ideologiche. Nei 1580 apparvero poi, suscitando subito uno straordinario interesse, i Saggi di M. Montaigne, che inaugurarono la grande tradizione moralistica francese; nell'opera, che è una sintesi organica e approfondita della cultura rinascimentale, ma evidenzia anche inquietudini nuove, Montaigne affrontò con originalità varie tematiche filosofiche, morali, storiche e letterarie. Significativa opera di riflessione politica fu infine La repubblica di J. Bodin (1576). Al classicismo e alla tradizione petrarchesca si ispirò la poesia del sec. XVI; tale tendenza trovò i suoi teorizzatori e i maggiori interpreti nel gruppo della Pléiade (P. Ronsard, E. Jodelle, J. du Bellay e altri), la cui influenza fu dominante fin verso il 1620, quando venne contrastata dalle riflessioni poetiche di F. de Malherbe, che superò il classicismo operando sul linguaggio e sulla metrica, con una ricerca di originalità favorita dalla straordinaria perizia tecnica. L'affermazione del gusto barocco, con i suoi eccessi immaginifici e le sue stravaganze formali, fu accompagnata nella lirica dal successo di poeti quali M. Régnier, T. de Viau e A. Saint-Amant. Nell'ambito del genere romanzesco si segnalarono i lavori di Cyrano de Bergerac, P. Scarron, C. Sorel e A. Furetière. Nella produzione teatrale, di un certo rilievo furono le opere di A. de Montchrestien e A. Hardy. Dopo il 1630 cominciò invece una ripresa degli orientamenti classicisti, destinati a convivere per alcuni decenni, tra le polemiche, con le concezioni barocche. In ambito letterario la disputa riguardò essenzialmente le regole aristoteliche e il teatro tragico, ma fu influenzata anche dalle riflessioni razionalistiche di R. Cartesio e da quelle più tormentate e tragiche, ma non meno rigorose sul piano logico, di B. Pascal. Una sintesi efficace di questi valori fu realizzata nei maggiori drammi di P. Corneille (il Cid, l'Orazio), tragedie `regolari' e caratterizzate da una grande disciplina stilistica, ma nel contempo cariche di elementi fantastici e deliranti. Durante il regno di Luigi XIV (1643-1715) la concezione classicista della letteratura impronta le commedie di Molière, le tragedie di J. Racine, le poesie e le favole di J. de la Fontaine, le Satire di J. Boileau, che teorizzò i principi del classicismo razionalista nei quattro libri dell'Arte poetica. Da segnalare ancora le opere coeve dei moralisti F. de la Rochefoucauld, J. de la Bruyère, L. de Saint-Simon e il contributo rilevante dell'elemento femmimile, con le lettere di M.me de Sévigné e con il racconto La principessa di Clèves, pubblicato nel 1678 da M.me de Lafayette e considerato da molti critici il primo romanzo moderno. Negli ultimi anni del sec. XVII si sviluppò un'accesa controversia tra fautori della superiorità artistica degli antichi e sostenitori delle potenzialità dei moderni (querelle des anciens et des modernes), la quale, dietro l'apparenza di un dibattito letterario, nascondeva in realtà un conflitto ideologico tra apologeti dell'autorità e delle tradizioni e sostenitori della ragione e del progresso. La vittoria di questi ultimi rappresentò un primo passo verso l'affermazione delle concezioni illuministe. Scrittori come B. Fontenelle e P. Bayle all'inizio del sec. XVIII apparvero già pienamente inseriti nel nuovo clima culturale. Nell'età dei lumi emersero generi relativamente nuovi (il pamphlet, l'entretien, il dialogo) o interpretazioni innovative di altri (il romanzo, il saggio) più idonee a conseguire gli scopi pedagogici e sociali perseguiti dai philosophes e dai loro seguaci. Nel romanzo, accanto a validi autori come A.R. Lesage, A.F. Prévost, P.C. de Marivaux, si misurarono con successo quasi tutte le figure dominanti del sec.: da Montesquieu (Lettere persiane), a D. Diderot (La religiosa), a Voltaire (Candido), a J.J. Rousseau (La nuova Eloisa), come pure C. de Laclos (I legami pericolosi) e il marchese de Sade (Justine). Tra i saggisti si segnalarono Montesquieu, Voltaire, D. Diderot, J.J. Rousseau, J.B. D'Alembert, P.H. D'Holbach, C.A. Hélvetius. Da ricordare ancora che l'intento di diffondere una conoscenza vasta, moderna e razionale portò alla compilazione della Enciclopedia (1772). Ma già la produzione di J.J. Rousseau conteneva elementi di sensibilità tormentata, malinconica e inquieta, in qualche modo anticipatori della successiva cultura romantica. Dopo la rivoluzione e il crollo dell'ottimismo riformatore dei grandi illuministi, si affermò un'ideologia più individualistica, fondata sull'introspezione, sull'esaltazione del sentimento e sulla fantasia. I primi interpreti e diffusori della cultura romantica furono M.me de Staël, B. Constant, R. Chateaubriand; ma le personalità artistiche di maggior rilievo furono i poeti A. de Lamartine, A. de Vigny, A. de Musset e V. Hugo; i romanzieri G. Sand, A. Dumas padre e soprattutto lo stesso Hugo; gli storici J.N.A. Thierry, A. de Tocqueville e J. Michelet; infine C.A. Sainte-Beuve fu il fondatore della critica moderna. Sempre di cultura romantica, ma con una posizione distinta, perché decisamente orientata verso il filone realistico, fu la produzione dei tre altri grandi romanzieri del primo '800: Stendhal (Il rosso e il nero, La certosa di Parma), H. de Balzac (La commedia umana) e P. Merimée (Carmen). La narrativa realista si affermò pienamente solo nella 2a metà del secolo, con la teorizzazione e le opere dei fratelli E. e J. Goncourt e di G. Flaubert (L'educazione sentimentale, Madame Bovary). Sempre in questa direzione, con l'avvento della società industriale e l'affermazione delle teorie del positivismo, il romanzo affrontò l'esperimento naturalistico. E. Zola (Thérèse Raquin, il ciclo dei Rougon-Macquart) e G. de Maupassant (Bel-Ami, La casa Tellier) segnarono il punto più alto di questa ricerca, mentre la produzione di J.K. Huismans, che pure mosse dagli stessi assunti, si orientò nel periodo più maturo in direzione di un compiaciuto e raffinato atteggiamento estetizzante (A ritroso). In poesia spiccò su tutte la figura di C. Baudelaire (I fiori del male); la sua concezione dell'immaginazione come capacità di comprendere e armonizzare gli elementi vari e disorganici della realtà naturale sta alla base della poesia moderna, pur se la sua opera, versatile e poliedrica, sfugge a ogni rigida classificazione. Sulla strada aperta da C. Baudelaire si inserì dapprima la poesia di gusto decadente, poi la poetica dell'artista-veggente che giunge alla conoscenza della realtà attraverso una sistematica sregolatezza dei sensi (A. Rimbaud), la poesia musicale e languida di P. Verlaine, quella simbolista di S. Mallarmé. La produzione lirica del primo '900 risentì ancora della lezione simbolista, che però fu coniugata con un nuovo classicismo e diede risultati rilevanti soprattutto nelle opere di P. Claudel e P. Valéry. Ma anche questa esperienza venne superata dall'intenso sperimentalismo formale delle varie avanguardie. L'iniziatore fu G. Apollinaire, poi numerosi autori si riconobbero nelle diverse correnti (futurista, dadaista, surrealista). Tra gli altri sono da ricordare T. Tzara, J. Cocteau, P. Éluard, L. Aragon, A. Artaud, R. Queneau, A. Breton. Nel 2o dopoguerra i poeti più significativi sono stati E. Michaux, F. Ponge, A. Frenaud, J. Prévert. Nell'ambito della narrativa il sec. XX si è aperto con la manifestazione del disagio sociale e delle inquietudini di R. Rolland, con il decadentismo estetizzante e lo psicologismo estenuato e raffinato di M. Proust, la cui opera segna una tappa fondamentale nello sviluppo della letteratura moderna, con l'intellettualismo esasperato di A. Gide. Vi è stata poi una corrente ispirata a una visione cristiana e tragica della realtà sociale e umana (F. Mauriac, G. Bernanos) e una di orientamento populista (E. Dabit, L. Guilloux). Un caso a parte è rappresentato dalla visione drammatica e disperata della vita, che è rivelata dalle opere di L.F. Céline. Intorno agli anni '40 si è affermata una letteratura di forte impegno sociale e politico, che ha avuto i maggiori esponenti in A. de Saint-Exupéry, L. Aragon, A. Malraux. La filosofia esistenzialista, elaborata in particolare da J.P. Sartre, dominata dalla tragica consapevolezza dell'assurdità della vita, ha ispirato i grandi romanzi di A. Camus, mentre S. de Beauvoir ha centrato il suo contributo significativo soprattutto sulle problematiche della liberazione femminile. H. de Montherlant ha ripreso impostazioni raffinate e classicheggianti. Dagli anni '60 è iniziata una produzione sperimentale, di carattere molto vario, definita complessivamente come nouveau roman, che ha in comune l'obiettivo della disgregazione e dissoluzione delle strutture tradizionali del romanzo (A. Robbe-Grillet, C. Simon, M. Duras, M. Yourcenar). Per quanto riguarda il teatro, infine, alla produzione di P. Claudel e di J. Cocteau, e al teatro surrealista ha fatto seguito una produzione ispirata alla problematica esistenzialista. Un interessante teatro di avanguardia si è poi affermato a partire dagli anni '50 a opera di artisti di origine straniera come S. Beckett, E. Ionesco e F. Arrabal. Sostenitore del Romanticismo. ║ Di persona che ha carattere appassionato e sognante, in particolare nell'amore; di persona più incline al sentimento che al ragionamento. Ordine che comprende più cose o individui aventi caratteristiche, tipo, qualità comuni. ● Arte - Pittura di g.: pittura che ritrae con fedeltà scene di vita quotidiana, di carattere spicciolo e aneddotico. Tipica dei pittori olandesi del XVII sec., fu molto in voga anche nel XVIII sec. ● Filos. - Nel linguaggio filosofico, nozione, ordine che comprende in sé più specie, che indica ciò che è comune a più specie. ● Scient. - Nelle scienze naturali, raggruppamento sistematico di più specie aventi caratteristiche, tipo, qualità comuni. ● Gramm. - Nella maggior parte delle lingue indoeuropee moderne distingue solo il maschile e il femminile. Nel tedesco e in alcune altre è conservato anche il g. neutro. In altre lingue il g. tende a scomparire, come nell'inglese in cui la distinzione è limitata ai pronomi. In nessuna lingua il g. grammaticale corrisponde strettamente al g. naturale. ● Lett. - G. letterario: espressione della stilistica letteraria con la quale si raggruppano opere d'arte simili tra loro nel contenuto e nello stile. Il concetto di g. letterario risale al periodo greco con Platone che praticò le prime distinzioni tra g. mimetico (tragedia, commedia), narrativo (ditirambo, nomo) e misto (epopea), e con Aristotele che fissò la bipartizione in drammatica e narrativa e richiese, per la tragedia, l'unità di azione. Propagato dalla cultura letteraria romana con Orazio e Quintiliano, il concetto di g. passò alle letterature tardo-latina e bizantina. Il Medioevo diede vita a forme letterarie che non hanno riscontro nei g. antichi (la canzone di gesta, la sacra rappresentazione, il poema romanzesco). Il Rinascimento letterario italiano, con lo studio della Poetica di Aristotele, si richiamò ai g. teorizzandone rigidamente i caratteri. La teoria dei g. entra in crisi con il Romanticismo, che non tollera caratteristiche prefissate o modelli. Croce rinnovò la condanna dei g., che tuttavia sono ancora usati dalla critica come oggetto di studio storico, e come strumenti empirici di classificazione. ● Mat. - G. di una curva algebrica è un numero P intero, non negativo, legato ad alcune particolari proprietà della curva. Il concetto di g. si estende anche nel caso di superfici e varietà algebriche e topologiche. Poeta neoclassico francese. Autore di elegie e idilli ispirati ai più puri ricordi dell'antichità greca. Per tre anni fu segretario di ambasciata in Inghilterra. Tornato in Francia pubblicò un generoso manifesto: Avviso ai francesi sui loro veri nemici. Ebbe tuttavia qualche simpatia per le conquiste della Rivoluzione, di cui fa fede un Ditirambo dedicato a David. Fallì come candidato all'assemblea legislativa. Da allora si oppose con ardore ai Girondini e ai Giacobini scrivendo vigorosi articoli sul "Giornale di Parigi". Caduta la monarchia, malgrado la sua intenzione di tenersi lontano dalla politica non seppe trattenersi dal prendere parte attiva alla difesa di Luigi XVI. Scrisse un'Apologia di Carlotta Corday. Arrestato a Passy e imprigionato a Saint Lazare, compose la splendida ode La giovane prigioniera, uno dei capolavori della poesia francese. Processato con un gruppo di altri 44 accusati, fu dal tribunale rivoluzionario condannato a morte come un nemico del popolo e complice dei Capeto (Costantinopoli 1762 - Parigi 1794). Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. Chi dirige, chi ha la direzione di un istituto, di un'azienda, di un ufficio, di un'attività, ecc. ║ D. di azienda: chi sovrintende all'amministrazione tecnico-economica dell'azienda e al coordinamento delle operazioni ad un fine preordinato. ● Pol. - D. generale: funzionario preposto, nei vari ministeri, a una direzione generale. ● Mar. - D. di macchina: nella marina italiana, capo responsabile dei servizi dell'apparato motore e di altri servizi tecnici di bordo. Nella marina militare, ufficiale del Genio navale; in quella mercantile, diplomato degli istituti nautici. ║ D. di tiro: nella marina militare, ufficiale di vascello, capo del servizio relativo all'impiego delle armi. ║ D. marittimo: ufficiale del corpo delle capitanerie di porto, capo di una direzione marittima. ● Aer. - D. d'aeroporto: funzionario dell'aviazione civile preposto alla direzione e alla sorveglianza dell'attività aerea che si svolge in un aeroporto statale aperto al traffico pubblico. ● Mus. - D. d'orchestra: chi, alla guida di un complesso orchestrale, lavora al coordinamento dei singoli e assicura la fusione e la qualità dell'esecuzione. ║ D. artistico: la persona preposta, in un ente teatrale o musicale, alle scelte artistiche dei programmi e che si assume la responsabilità del loro allestimento dal punto di vista artistico. ● Cin. - D. di produzione: in ambito cinematografico, colui che rappresenta sul set il produttore, organizzando il piano di lavoro relativo a un film, fissando il piano finanziario per la produzione di esso ma non trascurandone le esigenze artistiche. ● Rel. - D. spirituale: sacerdote che funge da guida spirituale di una persona o di una comunità. ● Sport - D. sportivo: chi dirige lo svolgimento di una gara e assicura l'osservanza, da parte dei contendenti, delle norme regolamentari. È detto anche d. di gara o semplicemente arbitro. ● St. - Ciascuno dei 5 membri del Direttorio nella costituzione francese del 1795. ● Mat. - Cono d.: cono formato dalle rette condotte da un punto O dello spazio, parallelamente alle generatrici di una superficie rigata. Nel caso in cui il cono si riduca a un piano, la rigata si dice a piano d. ║ Coseni d.: parametri che indicano l'orientamento di una retta orientata su un riferimento cartesiano; sono due nel piano e tre nello spazio. ║ Numeri d.: numeri che indicano l'orientamento di una retta orientata: sono proporzionali secondo una costante arbitraria ai coseni d e, come questi, sono due nel piano e tre nello spazio. (dal latino liberalis). Di persona che è favorevole alle libertà individuali, di colui che con un atteggiamento tollerante e garantista appoggia ogni principio di libertà. ║ Qualità propria dell'uomo generoso che dona spontaneamente e con profusione. ║ Seguace del liberalismo (V.). ║ Appartenente al Partito Liberale (V. LIBERALE ITALIANO, PARTITO). ║ In alcuni Paesi (Stati Uniti, America centro- meridionale, Europa settentrionale) sostenitore di una politica progressista, talora sinonimo di radicale. ║ Arti l.: discipline che si addicono alla persona di libera condizione e nobile d'animo. - Lett. - Libero, che esprime indipendenza, del tutto esente da atteggiamenti di servilismo e di viltà. - St. - Cattolicesimo l.: con questo termine vengono indicati una serie di movimenti culturali europei del XIX sec. i quali, muovendosi tutti nel solco della tradizione cattolica, tentavano di conciliare il pensiero e la pratica della Chiesa con i nuovi sviluppi della scienza moderna. Lo stesso tentativo di svecchiamento veniva compiuto nei confronti dell'atteggiamento della Chiesa verso lo sviluppo della cultura. Il primo paese europeo nel quale apparvero questi fermenti di tipo nuovo fu la Francia. Portabandiera di una nuova visione dei rapporti fra Stato e Chiesa fu, successivamente al 1830, il giornale "L'Avenir", diretto da Hugues- Félicité Lamennais. Quest'ultimo scrisse nel 1829 un saggio dal titolo Progressi della rivoluzione e guerra contro la Chiesa che segnava la nascita del cattolicesimo l. in Francia. Dopo la rivoluzione di luglio, Lamennais dette vita a una corrente politico- religiosa che cercava di conciliare il dogma cattolico con le libertà politiche e civili che erano uscite dalla Rivoluzione Francese. Lamennais si batteva anche in favore della libertà di pensiero, sostenendo che quest'ultima creava il clima più favorevole per un'autentica diffusione del messaggio cristiano. Le parole d'ordine in cui si riassumeva il pensiero di Lamennais e la sostanza della sua attività di pubblicista e di propagandista delle nuove idee erano: "Dio e libertà", "libera Chiesa in libero Stato" e "la Chiesa sotto il diritto comune". Con quest'ultima parola d'ordine Lamennais alludeva alla necessità che la Chiesa rinunciasse agli antichi privilegi che le erano concessi dagli Stati retti a monarchia assoluta e che si adattasse alle regole dello Stato di diritto che andavano allora formandosi sotto la spinta delle rivoluzioni borghesi. Fortemente avversato dalle tendenze gallicane e filo- monarchiche della Chiesa di Francia, Lamennais venne apertamente avversato nell'enciclica Mirari vos (1832) fatta redigere da papa Gregorio XVI anche per le sue prese di posizione in favore della libertà di insegnamento e di stampa e dell'estensione del diritto elettorale. I redattori de "L'Avenir" e Lamennais stesso fecero atto di sottomissione. Due anni dopo, la pubblicazione dell'enciclica Singulari nos (1834) accelerava il processo di distacco di Lamennais dalla Chiesa che veniva reso pubblico dalla pubblicazione del volume Parole di un credente, che ottenne uno straordinario successo malgrado la condanna del Papa. L'uscita di Lamennais dall'ortodossia cattolica non era però imitata da molti dei suoi collaboratori, alcuni dei quali, come Montalembert, proseguirono la battaglia dell'"Avenir" sostenendo in particolar modo la libertà d'insegnamento e la necessità della separazione della Chiesa dallo Stato. Montalembert fu anzi il primo che usò la formula "Libera Chiesa in libero Stato", formula ripresa poi in Italia da Cavour. L'esperienza cattolico- l. in Italia era stata raccolta e diffusa da intellettuali e artisti come Tommaseo, Manzoni, Amari e Cantù ed ebbe soprattutto riflessi in campo politico con le tendenze neoguelfe che trovarono modo di affermarsi prima del 1848 attorno alla figura di Pio IX. Quest'ultimo, dopo un periodo di intensa attività riformatrice, vide nel 1848 e nelle vicende della Repubblica Romana un tentativo di eliminare del tutto il papato e lo Stato pontificio dalla scena politica italiana. Si decise quindi a cambiare rotta, sostenuto in questo proposito dai filoni più intransigenti del cattolicesimo francese. A contribuire all'irrigidimento di Pio IX fu anche l'intersecarsi della Questione romana, che vedeva praticamente diviso in due l'episcopato italiano. Il Sillabo (1864) e la proclamazione del dogma dell'infallibilità del papa, avvenuta durante il Concilio Vaticano I (1870), diedero la misura della crescente avversione del papato verso la corrente cattolico- l. Dopo la fine del potere temporale dei papi (1870) cominciarono a farsi strada, all'interno delle più alte gerarchie ecclesiastiche, propositi di rinnovamento culturale e tentativi di affrontare con un atteggiamento meno prevenuto le esperienze del cattolicesimo l. Portavoce di questa parziale apertura fu papa Leone XIII che, nelle due encicliche Immortale Dei (1885) e Libertas (1888), modificava il pensiero tradizionale della Chiesa in materia di rapporti con lo Stato, giungendo fino a una rottura con elementi oltranzisti d'oltralpe. Con esse si spingevano i cattolici francesi ad aderire al regime costituzionale della Terza Repubblica. Successivamente gli intellettuali cattolici italiani che si riconoscevano nel pensiero cattolico- l. (Bonomelli, Stoppani, Cantù) si impegnarono per modificare nella sostanza il pensiero della Chiesa sulla questione dei rapporti Chiesa- Stato e per combattere l'influenza degli elementi più intransigenti. Altre correnti cattolico- l. presenti in Europa furono quella tedesca, più tradizionalista sul piano politico, ma profondamente innovatrice sul piano teologico e storiografico, rappresentata soprattutto da Möhler e da Döllinger, e quella inglese del cosiddetto "movimento di Oxford" che ebbe come principale animatore il cardinale Newman, favorevole alla separazione tra Stato e Chiesa, e all'emancipazione incondizionata delle forze cattoliche. ║ Protestantesimo l.: corrente filosofico- religiosa sviluppatasi in seno al Protestantesimo in conflitto con la posizione luterana e calvinista. ║ Azione l. (Action libérale): schieramento politico sorto in Francia dopo la legge sulle associazioni (luglio 1901) e in previsione delle elezioni delle 1902. Nato sotto la guida di Jacques Piou, raggruppò le forze cattoliche entrando nel Blocco nazionale (1919). ║ Impero l.: in Francia, periodo riformista del Secondo Impero, successivo all'Impero autoritario (1859- 1869). ║ Unione l.: durante il Secondo Impero francese, la coalizione che raggruppò sotto la guida di Thiers gli oppositori monarchici e repubblicani per impedire l'elezione dei candidati ufficiali nel 1863. Nel 1869 venne abbandonata dai repubblicani. Quotidiano francese di informazione, con diffusione internazionale. Nacque come settimanale satirico nel 1825, ma in breve fu costretto a chiudere per riprendere le pubblicazioni nel 1854. Sotto la direzione di H. de Villemessant, nel 1866, si trasformò in quotidiano. Monarchico nel 1870, sempre conservatore ma repubblicano dal 1879, mantenne tale impostazione fino al 1940 quando, benché trasferito a Lione per sfuggire all'occupazione tedesca, sospese le pubblicazioni. Di nuovo stampato dal 1944, possiede da allora una grande autorevolezza in campo politico e letterario: dalla fine degli anni Settanta, infatti, esce con numerosi supplementi letterari. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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