Asia.

Cartina dell'Asia

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Asia.

MUSICA E FOLCLORE

Giappone: dopo la vittoria ottenuta dall'imperatrice giapponese Jingo sui Coreani, intorno alla metà del III sec. d.C., fra i tributi pagati dai principi della Corea vi furono anche quelli musicali. È da quel momento, dunque, che ebbe inizio la storia della musica giapponese. Più tardi, musici cinesi e coreani vennero accolti presso la corte del Sol Levante. Fu l'imperatore Mommu, nel 724, a istituire il ga-gakuryo, ovvero la prima scuola di musica cinese in Giappone. Già prima dell'anno 1000 d.C. i Giapponesi disponevano di vari strumenti, quasi tutti di derivazione continentale, e tra questi ricordiamo: la biwa, il flauto shakuhaci, una specie di oboe detto hichiriki, l'organo a bocca sho, oltre a vari tipi di tamburo, di flauto, di gong, e ad alcuni tam-tam. Prima di possedere tale patrimonio di strumenti, i Giapponesi basavano la loro musica sui canti o-uta o sui canti tatsi-uta, dai quali poi derivarono gli spettacoli bugaku e kagura, ancor oggi rappresentati nelle grandi solennità. Musiche popolari e danze folcloristiche ebbero un periodo felice subito dopo l'anno mille con i canti dei vassalli (saibara), gli adzuma-maki, il ballo delle scimmie (detto sarugaku) e la danza dei raccoglitori di riso, la ta-mahi. Nuovi strumenti arricchirono il patrimonio nazionale: il tamburo kakko, il gong detto skoko e il soono-koto, sicuramente derivato dallo tcheng cinese a 13 corde. Famosi musicisti furono i Minamoto e i Fujiwara; grandi mecenati si dimostrarono, per la musica, molti nobili del tempo. Moltissimi artisti ciechi suonavano la biwa e, appoggiati dai Bonzi, costituirono una potente organizzazione sindacale di suonatori (biwa-bozu). Alla fine del XIII sec. diventò di moda un genere nuovo: il nogaku, spettacolo musicale di finissimo gusto, rappresentato da tre personaggi più un coro e l'orchestra. È il cosiddetto Teatro del no, in cui la prosa si alterna alla poesia e l'orchestra è composta soltanto da un flauto e due tamburi; lo spettacolo è di intonazione molto triste e pessimistica. Dopo il XVII sec. si ebbe in Giappone una grande fioritura di musica popolare imperniata su nuovi modi e su nuovi tipi di scale (rosen e inrosen). Nella musica colta si affermarono i modi kumoi (fa diesis, sol, si, do diesis, re), ivato (fa diesis, sol, si, do, re), hiragioshi (fa diesis, sol diesis, la, do diesis, re), modi che ebbero origine dalle accordature degli strumenti koto. Nel XVII sec. nacque anche il teatro delle marionette, il famoso bunraku, che si valeva della musica giuguri, la più popolare fra le forme in voga allora. Oltre al bunraku prese piede anche lo spettacolo kabuki, presentato da compagnie miste e offerto principalmente ai clienti delle case da tè (iniziò, dunque, uno spettacolo un po' equivoco, ma forse per questo ancora in voga ai nostri giorni). La musica, in questa forma teatrale, è molto importante, anche perché aiuta nella comprensione dei soggetti naturalistici che costituiscono lo spettacolo kabuki. Oltre alle musiche di carattere liturgico e teatrale, il Giappone conobbe anche una forma di musica "da camera", eseguita soprattutto da cordofoni e dai koto in particolare. In questo secolo sono sorte in Giappone numerose scuole di musica all'europea e non pochi sono i musicisti che si sono distinti in questo campo (Ifukube, Kobune, Matsudaira, Kob, Mayuzumi, ecc.). Interessanti sono anche le danze, e tra queste la celebre danza paesana sui trampoli, la raffinata danza con le mani, oltre alle tipiche danze delle case di piacere con l'uso dei tradizionali ventagli.

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14 Giu. 2025 6:42:19 am

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