La Germania durante il III Reich Adolf Hitler durante un discorso Adolf Hitler e Benito Mussolini Piccolo lessico Campi di concentramento Spartachismo Personaggi celebri Adolf Hitler Adolf Hitler assiste ad una parata STORIA CONTEMPORANEA - IL NAZISMOLA REPUBBLICA DI WEIMARIn Germania, dopo il crollo dell'impero, la nuova Costituzione promulgata a Weimar nell'agosto del 1919 diede vita ad uno Stato repubblicano, denominato appunto Repubblica di Weimar. Essa era stata preceduta dai moti rivoluzionari del novembre 1918 che avevano avuto come punti focali Kiel, Monaco e Berlino, mentre dovunque si erano costituiti consigli rivoluzionari degli operai e dei soldati. La Repubblica di Weimar si trovò a dover fronteggiare non solo la destra nazionalista, ma anche l'opposizione dei socialisti indipendenti e soprattutto degli spartachisti, capeggiati da Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, che nel dicembre del 1918 avevano fondato il Partito Comunista. Fedeli alla parola d'ordine leninista "tutto il potere ai Soviet", prima della convocazione dell'Assemblea nazionale a Weimar gli spartachisti si erano impegnati in violenti scontri con le forze armate, e, in occasione dello sciopero del gennaio 1919, avevano operato a Berlino un tentativo rivoluzionario che venne schiacciato e si concluse con l'assassinio di Liebknecht e della Luxemburg. La guerra civile continuò tuttavia a infuriare soprattutto in Baviera, dov'era stata istituita una Repubblica socialista presieduta da Kurt Eisner. Nata sotto cattivi auspici, la Repubblica di Weimar, presieduta dal socialdemocratico Friedrich Ebert, fu dotata di una Costituzione profondamente democratica che, tuttavia, si innestava nel tessuto del vecchio ordine rimasto intatto sia nell'amministrazione pubblica sia nell'assetto economico-sociale. Inoltre, poiché il sentimento più diffuso nel Paese era l'umiliazione della disfatta e il risentimento contro le condizioni del trattato di pace, la nuova Repubblica tedesca presentava, sin dal suo nascere, tutti gli elementi che non avrebbero tardato a distruggerla: nazionalismo, militarismo, antisemitismo. Mentre i socialdemocratici, divisi in due gruppi rivali (socialisti maggioritari e indipendenti), erano riusciti a guadagnare solo 185 dei 421 seggi del Parlamento, così da essere costretti a costituire una ibrida e debole coalizione con i partiti di centro (cattolici e liberali), le correnti antidemocratiche cominciarono a organizzarsi per lanciare un'offensiva in grande stile, preceduta da una catena di assassinii, di cui sarebbero cadute vittime, tra gli altri, Mathias Erzberg (agosto 1921), che aveva firmato l'armistizio, ed Emil Rathenau, ministro degli Esteri (giugno 1922), che aveva firmato il trattato di Rapallo con la Russia. Il partito nazionalista e quello populista, rappresentanti del conservatorismo militare, erano riusciti a fare eleggere 63 deputati nel febbraio del 1919. A Monaco si costituiva il partito nazista, nato come partito degli operai tedeschi e poi trasformato in Partito nazionalsocialista degli operai tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiter Partei - NSDAP), su basi antisemite e antiparlamentari. Nel marzo del 1920 si ebbe un putsch (colpo di Stato) capeggiato da W. Kapp e dal generale von Lüttwitz, con l'appoggio di quasi tutte le alte gerarchie militari. Esso fallì grazie allo sciopero generale proclamato dai sindacati, e andò a vuoto anche il tentativo di putsch compiuto nel novembre del 1923. Esso era stato organizzato dal partito nazionalsocialista degli operai tedeschi, sostenuto da varie società patriottiche, nel quale si era ben presto messo in luce l'ex caporale austriaco Adolf Hitler. Condannato a cinque anni di reclusione, in gran parte condonati, Hitler scrisse in carcere il volume autobiografico Mein Kampf, in cui esponeva le basi teoriche del movimento che, dieci anni più tardi, avrebbe travolto la Repubblica di Weimar.IL CROLLO DELLA DEMOCRAZIAA partire dal 1929 si succedettero in Germania numerosi ministeri instabili, costretti a governare con poteri d'emergenza nel tentativo di bloccare la crisi economica. La situazione era esasperata dalle crescenti inquietudini della piccola borghesia, già depauperata dalla politica finanziaria inflazionistica del dopoguerra. L'incertezza della congiuntura economica, l'incombere della povertà e della disoccupazione contribuirono all'espansione delle forze disgregatrici e del Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler in particolare. Durante la presidenza di Hindenburg (1925-34), i nazionalsocialisti, ricorrendo a violenze e ad agitazioni di piazza, convinsero il presidente del Consiglio Brüning, esponente del Centro cattolico, a sciogliere il Reichstag (Parlamento) e a indire nuove elezioni (1930). Le consultazioni si svolsero poi nel settembre del 1930 in un clima intimidatorio. Il Partito nazionalsocialista passò da 12 a 107 seggi e ciò indusse Hitler a pensare che la presa del potere fosse oramai imminente. I socialdemocratici tuttavia, con 143 deputati, rimanevano ancora il gruppo più consistente del Reichstag senza contare che i comunisti avevano ottenuto 77 seggi. Brüning, mantenuto il potere, non fu però in grado di opporsi efficacemente alla radicalizzazione della lotta politica e sociale, acuita dagli scontri tra i gruppi paramilitari delle opposte fazioni: da un lato la Lega rossa dei comunisti e il Fronte di ferro dei socialdemocratici, dall'altro le formazioni naziste (le SA: Sturm Abteilungen, Sezioni d'assalto; le SS: Schutz Staffeln, Squadre di difesa), più forti e violente, nonché meglio armate e finanziate. A questo punto Brüning cercò di indirizzare il proprio Governo in senso decisamente nazionalista, nel tentativo di battere sul suo stesso terreno la destra hitleriana. Favoriti da una crisi economica che, nel 1932, aveva fatto salire a sei milioni il numero dei disoccupati, i nazisti non solo non vennero indeboliti, ma riuscirono a fare nuovi proseliti. Nelle elezioni presidenziali del 1932, Hitler ottenne addirittura 13 milioni di voti contro i 19 ottenuti dal vecchio Hindenburg: un vero successo se si tiene conto che questi era considerato un vero e proprio padre della patria. Solo dopo questo avvenimento, il cancelliere Brüning decise di decretare lo scioglimento delle bande armate naziste. Ma era ormai troppo tardi: nel giugno successivo Brüning venne sostituito dal cattolico di destra Fritz von Papen, appoggiato dalle gerarchie militari e da organizzazioni nazionaliste conservatrici facenti capo alle oligarchie terriere e ai grandi industriali. Egli godeva inoltre del consenso dei nazisti, che, nelle elezioni del luglio, ottennero poco meno di quindici milioni di voti e 230 seggi, affermandosi come il maggior partito del Reichstag. Nel novembre del 1932 si tennero nuove elezioni nelle quali i nazisti ebbero una flessione di due milioni di voti e scesero da 230 a 197 seggi, mentre i comunisti salirono da 89 a 100. Tale flessione avrebbe potuto costituire l'inizio di un rapido declino del partito hitleriano, ma i febbrili intrighi di von Papen per far cadere il Governo presieduto da Kurt von Schleicher favorirono l'avvento al potere di Hitler (30 gennaio 1933) che fu chiamato a costituire un Governo di destra con von Papen come vice cancelliere. I calcoli di quanti credevano che l'astuto von Papen avrebbe facilmente controllato Hitler si dimostrarono presto sbagliati. Inscenato l'incendio dell'edificio del Reichstag (febbraio 1933) alla vigilia delle elezioni di marzo e ordinato l'arresto dei capi del Partito comunista che fu dichiarato illegale, i nazisti fecero in modo che le elezioni si svolgessero in un clima di terrore, senza tuttavia ottenere la maggioranza assoluta. Essi riportarono infatti solo il 44% dei voti e 288 seggi su 647. Potendo contare anche su 52 deputati nazionalisti, i nazisti ottennero poteri dittatoriali per Hitler, mettendo al bando tutti i partiti di opposizione. La Repubblica di Weimar si avviò così malinconicamente al tramonto. Al suo crollo, in ultima analisi, contribuirono soprattutto le onerose riparazioni di guerra imposte alla Germania e la crisi di Wall Street.Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. IL REGIME NAZISTANell'ottobre del 1933, la Germania abbandonò la Società delle Nazioni, dando libero sfogo al fanatismo nazionalista e all'applicazione della dottrina razzista secondo la quale i Tedeschi costituivano una "razza superiore", storicamente destinata a dominare il mondo. Il successo del partito nazista dipendeva in gran parte dall'appoggio che gli era stato dato da latifondisti, finanzieri, industriali e nazionalisti piccolo-borghesi. Una buona parte dei voti era tuttavia dovuta anche al programma "socialista", programma che aveva i suoi più fervidi sostenitori tra gli appartenenti delle SA (camicie brune). Presto le richieste di quanti avrebbero voluto far seguire alla rivoluzione nazionalista una rivoluzione socialista che abolisse i redditi non prodotti da lavoro, cominciarono a farsi più insistenti e imbarazzanti, così che Hitler ritenne giunto il momento di liquidare anche i promotori della "seconda rivoluzione" e per tale scopo si servì delle formazioni rivali delle SA, ossia le SS, e della Gestapo, la polizia segreta di Stato (istituita nel 1933 da Goering). L'azione venne condotta il 30 giugno 1934, nella famosa notte "dei lunghi coltelli". Vittime principali della strage furono Ernst Rohm, capo delle SA; Gregor Strasser, capo della corrente socialisteggiante, e varie altre personalità invise al regime, tra cui l'ex cancelliere von Schleicher e il capo del partito cattolico renano, Erich Klausenet. Nel 1934, alla morte di Hindenburg, Hitler oltreché capo di Governo divenne capo di Stato, con un plebiscito popolare. Ridotte le SA all'impotenza, il potere hitleriano si appoggiò alle SS, alla polizia e all'esercito, assoggettato alla volontà assoluta del dittatore e del piccolo gruppo di uomini che detenevano con lui le posizioni chiave del regime: Goering, Goebbels, Himmler. Venne quindi immediatamente ripudiata la democrazia parlamentare di cui Hitler si era servito per conquistare il potere. Diretto da una minoranza, ma collegato caPILlarmente alle masse, il nazismo riuscì ad appoggiarsi sui tre più solidi PILastri dello Stato, ossia burocrazia, esercito e giustizia. Inoltre, facendo leva sulla mistica razziale e su ogni altro tasto emotivo, riuscì a trasformare il popolo tedesco in un docile strumento nelle mani dell'élite di potere. La cultura venne trasformata in propaganda, ogni istituzione libera annientata, l'insegnamento a ogni livello venne posto sotto controllo e tutti i giovani inquadrati nella "gioventù hitleriana", in modo da controllare l'intero popolo tedesco. La fusione tra capitalismo privato e socialismo di Stato venne attuata assoggettando capitale e lavoro, proprietari e operai, ai dettami dello Stato totalitario, con lo scopo di mobilitare l'intera economia e tutte le forze attive del Paese in vista della guerra. Dopo aver organizzato lo Stato totalitario, Hitler diede avvio alla sua politica estera caratterizzata da un'accentuata aggressività. Nel 1934 istigò i nazisti austriaci a promuovere un colpo di Stato allo scopo di abbattere la Repubblica e di annettere l'Austria al Reich (Anschluss). Sin dalla sua nascita, la Repubblica austriaca aveva rivelato debolezze che non avrebbero tardato a dimostrarsi fatali. Il nuovo Stato era privo di una tradizione nazionale unitaria, chiuso nei propri particolarismi provinciali e dotato di una capitale ormai troppo grande e troppo poco rappresentativa per un Paese dal quale era divisa anche politicamente. Sin dalle prime elezioni si era creata una situazione di equilibrio tra le due maggiori forze politiche: il Partito socialdemocratico, portavoce del proletariato industriale viennese, e il partito cristiano-sociale, a base prevalentemente contadina e provinciale. Il Governo presieduto dal socialista Karl Renner venne sostituito dopo il 1920 da Governi di minoranza cristiano-sociale, appoggiati dalla destra nazionalista. Soprattutto sotto la presidenza di monsignor Ignaz Seipel (1922-24, 1926-29) il Governo austriaco era andato accentuando il proprio carattere conservatore e antisocialista. A peggiorare la situazione si erano aggiunte le manovre della Heimwehr, una formazione paramilitare avente lo scopo di schiacciare le forze democratiche. Mentre il partito cattolico andava orientandosi verso la costituzione di uno Stato autoritario-corporativo, alle Heimwehren si erano aggiunte le sezioni d'assalto (SS) del partito nazista e nel 1932, in un clima di guerra civile, il potere era stato assunto da Engelbert Dollfuss che instaurò una dittatura clerico-conservatrice. Pertanto, quando nel luglio del 1934 i nazisti cercarono di impadronirsi del potere, per operare l'annessione (Anschluss), la democrazia austriaca era già morta. Il cancelliere Dollfuss venne assassinato, ma il putsch si rivelò un fallimento giacché Mussolini, non gradendo ingerenze tedesche, inviò alcune divisioni al Brennero. Nel 1935, dopo che gli abitanti della Saar si erano espressi per il ritorno in seno alla Germania, Hitler intensificò la politica di riarmo, contravvenendo agli accordi di pace, mentre gli alleati in disaccordo tra di loro esprimevano una semplice condanna verbale.La Germania durante il III Reich L'IDEOLOGIA HITLERIANAL'ideologia nazista fu elaborata da A. Hitler nell'opera Mein Kampf (1925-27) e da A. Rosenberg nel volume Il mito del XX secolo (1930), affermatasi in Germania come sistema di Governo dal 1933 al 1945, in seguito alla presa del potere da parte del Partito nazionalsocialista. Elementi centrali nel complesso di idee e valori alla base del nazionalsocialismo erano la dottrina razziale (strettamente connessa con l'antisemitismo) e il complementare principio dello "spazio vitale''. Per quanto riguarda la dottrina razziale, la teoria della superiorità della razza ariana enunciata nel Mein Kampf, da cui derivava la convinzione della necessità di procedere con forza al ripristino e alla tutela della purezza ariana, può essere sintetizzata nei seguenti punti: 1) Ogni progresso sociale avviene attraverso una lotta per la vita in cui i più capaci sono selezionati, mentre i più deboli soccombono, e poiché questa lotta avviene nell'ambito di una razza, essa dà origine a una élite naturale. 2) L'ibridazione, che avviene attraverso l'incrocio di individui di razza diversa, comporta la degenerazione di quella superiore e la sua decadenza culturale, sociale e politica. Tuttavia una razza può purificarsi, dato che gli ibridi tendono a scomparire rapidamente. 3) Tutte le civiltà o le culture di rilievo sono state create da una sola razza, poiché esiste una sola razza creatrice di cultura, quella ariana. Vi sono poi razze portatrici di cultura, capaci di operare adattamenti e modifiche, ma non di creare una propria cultura. Infine esiste la razza distruttrice della cultura, ossia la razza ebraica. Nell'opera di Rosenberg, intitolata Il mito del XX secolo, è enunciata la concezione secondo la quale tutta la storia dovrebbe essere riscritta e reinterpretata sulla base del principio della "lotta di razza'' e, più in particolare, "della lotta tra la razza ariana, creatrice di cultura, e tutti i prodotti inferiori dell'umanità''. Rosenberg supponeva che gli ariani, originari delle regioni settentrionali del globo, si fossero diffusi, attraverso varie ondate migratorie, in Egitto, India, Persia, Grecia, Roma, dando vita a tutte le civiltà antiche, poi decadute per il mescolamento degli ariani con razze inferiori. Secondo il teorico del nazionalsocialismo, a salvaguardare l'integrità della razza ariana rimasero i rami teutonici, impegnati in una lotta secolare contro il caos razziale dell'Impero romano. Essi realizzarono tutto ciò che aveva valore morale o culturale (scienza, arte, filosofia, istituzioni politiche, ecc.) negli Stati dell'Europa moderna. In contrapposizione alla razza ariana creatrice, Rosenberg, poneva l'"antirazza parassitaria, quella dei giudei'', alla quale si doveva, da un lato la produzione di tutti i moderni veleni, capitalismo, finanza, democrazia, marxismo, intellettualismo, dall'altro la creazione degli "ideali effemminati di amore e di umiltà del Cristianesimo''. Secondo l'autore de Il mito del XX secolo tutte le facoltà mentali e morali dell'uomo erano legate alla razza; egli affermava che poiché esse si fondavano su intuizioni o forme di pensiero innate, qualsiasi impostazione e soluzione di problema, da parte di individui e popoli, traeva origine da caratteri razziali. Pertanto non esistevano norme generali di valore morale o estetico né principi generali di verità scientifica ed ogni razza avvertiva la necessità di sopprimere ciò che fosse estraneo ad essa. Rosenberg aveva inizialmente presentato le proprie teorie come un mito; tuttavia, dopo l'assunzione del potere da parte dei nazisti, la dottrina razziale venne sviluppata come un'antropologia scientifica. Essa ebbe notevoli ripercussioni pratiche sulla politica nazista, producendo la legislazione eugenetica del 1933 e quella antisemita del 1935 e del 1938. La prima, formalmente destinata a impedire la trasmissione di malattie ereditarie, consistette in pratica, nella sterilizzazione e nello sterminio dei minorati fisici e mentali; anche la legislazione antisemita destinata, in linea teorica, all'accrescimento e alla conservazione della purezza della razza ariana, si trasformò progressivamente in una politica di totale sterminio degli Ebrei. In effetti, l'antisemitismo costituì un potente mezzo psicologico di coesione della società tedesca e di consolidamento del nazionalsocialismo poiché consentì per scaricare su un nemico fittizio le intolleranze e gli antagonismi di classe: il risentimento degli operai nei confronti dei datori di lavoro si trasformò nell'odio per il capitalismo giudaico; la paura della piccola borghesia nei confronti del comunismo divenne la paura per il marxismo giudaico; la mancanza di sicurezza economica si trasformò nell'odio per la finanza giudaica e la mancanza di sicurezza politica divenne il timore di una cospirazione giudaica per il dominio del mondo. L'accettazione della dottrina della superiorità e della purezza della razza ariana come dottrina ufficiale del Reich, segnò l'inizio delle persecuzioni antiebraiche. Dapprima si trattò di boicottaggio economico e dell'esclusione degli Ebrei dalle cariche pubbliche; successivamente, con le leggi di Norimberga (1935) si passò alla segregazione e alle violenze (incendi di sinagoghe, distruzione delle proprietà); infine si arrivò alla deportazione sistematica in campi di concentramento. La dottrina razziale, inoltre, servì per legittimare l'idea della costruzione di un grande Stato tedesco nell'Europa centrale, sottraendo ai Paesi confinanti quello che venne denominato lo spazio vitale, il Lebensraum. Come per la dottrina razziale, gli elementi fondamentali della dottrina del territorio traevano origine da una serie di luoghi comuni pseudoscientifici. Il concetto geopolitico dello "spazio vitale'' si basava sul presupposto che la prosperità economica si fondasse sul controllo politico e che entrambi questi elementi si reggessero a loro volta sulla potenza militare; gli Stati venivano visti come "organismi'' e i loro rapporti erano considerati come fondati sulla selezione naturale. Uno Stato che non avesse la capacità di espandersi era ritenuto in decadenza, oppure espressione di un popolo "spazialmente limitato'' con scarsa abilità nella costruzione politica. Non avendo uno Stato limiti fissi "naturali'', ma solo una linea di fronte temporaneo, secondo la teoria dello "spazio vitale'' i trattati e le leggi internazionali non potevano limitare le possibili forze naturali di un popolo. Poiché la forza e l'aggressività costituivano per il nazionalsocialismo i principi alla base del progresso, qualsiasi limitazione volontaria della lotta, esercitata attraverso il pacifismo o il controllo delle nascite, non faceva altro che abbandonare il futuro in mano alle razze inferiori. Sostanzialmente, la dottrina nazista dello "spazio vitale'' non rappresentava altro che la giustificazione del dominio politico attraverso la potenza militare; essa mirava a legittimare il mantenimento di un alto tenore di vita da parte della potenza dominante, attraverso un sistema di sfruttamento delle popolazioni ritenute "inferiori''. Nella logica nazista, la guerra diveniva dunque la pietra di paragone in base alla quale valutare la grandezza e il valore di un popolo: essa era necessaria proprio perché avrebbe designato il popolo chiamato a dominare sugli altri. Indicative, a questo proposito, sono le parole che Hitler rivolse in un discorso alla gioventù tedesca, spronandola al suo folle progetto: "È mio dovere usare ogni mezzo per addestrare il popolo tedesco alla crudeltà e per prepararlo alla guerra. Una gioventù violentemente attiva, dominatrice, intrepida e brutale: ecco che cosa voglio. Così deve essere la gioventù. Essa deve essere indifferente alla sofferenza e avere negli occhi il lampo d'orgoglio e d'indipendenza dell'animale da preda. Il debole deve essere spazzato via. Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo".Adolf Hitler durante un discorso Storiche immagini a colori di Adolf Hitler IL RIARMO DELLA GERMANIAL'aggressività espansionistica del regime hitleriano ebbe inizio nel 1936, con la rioccupazione tedesca della Renania, seguita da quella dell'Austria e della regione cecoslovacca dei Sudeti, a maggioranza tedesca. Nel frattempo, nonostante la tensione scaturita dal fallito colpo di Stato in Austria, si era venuta a creare una convergenza tra il fascismo italiano e il nazismo tedesco. Infatti nel 1935 Mussolini attaccò l'Etiopia, l'unica Nazione indipendente dell'Africa e membro a pieno titolo della Società delle Nazioni. Dopo la conclusione della campagna con l'ingresso delle truppe del generale Badoglio in Addis Abeba (5 maggio 1936), gli alleati applicarono nei confronti dell'Italia una serie di sanzioni economiche. L'isolamento diplomatico spinse Mussolini all'alleanza con Hitler al quale, del resto, era legato anche da una serie di affinità ideologiche. L'alleanza tra i due Paesi venne ratificata nell'ottobre con la creazione dell'Asse Roma-Berlino. La proclamazione dell'Anschluss (unione), che ridusse l'Austria a una provincia della Germania nel marzo 1938, non fu che la logica conclusione del dramma iniziato molti anni prima. Per quanto la tattica aggressiva di Hitler inducesse il Governo inglese a iniziare una nuova politica di armamenti, il primo ministro Chamberlain continuò a perseguire il sogno dell'appeasement, secondo cui non conveniva opporsi con intransigenza alle richieste espansionistiche dei dittatori nazifascisti. Fedele a una linea secondo cui era sufficiente fare in modo che la situazione si risolvesse pacificamente attraverso una serie di ragionevoli e tempestive concessioni, Chamberlain diede il proprio assenso alla disintegrazione della Cecoslovacchia (accordo di Monaco del settembre 1938), sperando che il sacrificio di quel Paese fosse sufficiente per salvare la pace. Assicuratosi il disimpegno della Gran Bretagna e della Francia, che avevano consentito l'annessione alla Germania dei territori cecoslovacchi a maggioranza tedeschi, Hitler ebbe mano libera e, dopo l'annessione del Sudetenland e della Slesia (ottobre 1938), occupò la Boemia e la Moravia, consentendo agli Ungheresi di impadronirsi della Rutenia.Adolf Hitler e Benito Mussolini Disintegrata la Cecoslovacchia, Hitler si preparò ad attaccare la Polonia, consapevole che in tal modo avrebbe trascinato la Germania in una guerra con Gran Bretagna e Francia. Per coprirsi le spalle a Oriente, cercò di assicurarsi la neutralità dell'URSS, promettendo in cambio i territori della Polonia orientale. Da parte sua l'URSS trovava conveniente guadagnare tempo per intensificare la propria politica di riarmo e guadagnare spazio a ovest, in modo da creare una zona-cuscinetto a difesa del territorio sovietico. Il 21 agosto 1939 il ministro degli Esteri tedesco Ribbentrop volò a Mosca e il 23 stipulò con Molotov il patto di non aggressione tra Unione Sovietica e Germania (patto Ribbentrop-Molotov), accompagnato da un accordo segreto che determinava le rispettive zone di influenza nell'Europa orientale. Frattanto l'alleanza italo-tedesca (Asse) aveva assunto carattere apertamente militare, con la firma del cosiddetto "patto d'acciaio" (22 maggio 1939). Esso impegnava i due Stati, che riconoscevano l'identità dei rispettivi regimi, a darsi reciproca assistenza in caso di guerra sia offensiva sia difensiva. All'alba del 1° settembre 1939 la Polonia veniva attaccata da divisioni blindate e da aerei tedeschi. Nel giro di un mese si attuavano la conquista e la spartizione della Polonia. PICCOLO LESSICOCampi di concentramentoSi tratta di un'ampia area recintata e sorvegliata in cui, durante il periodo bellico, venivano internati prigionieri ritenuti pericolosi per la sicurezza dello Stato. I primi campi di concentramento furono ideati da lord Kitchener durante il conflitto anglo-boero (1889-1902), allo scopo di stroncare la resistenza dei boeri. I campi di concentramento nazisti furono istituiti, a partire dal 1933, dal regime hitleriano con lo scopo puramente politico di annientare qualsiasi forma di opposizione all'interno della Germania. Durante la seconda guerra mondiale servirono ad avere continuamente a disposizione una enorme massa di schiavi da adibire ai più svariati lavori e ad attuare lo sterminio degli Ebrei e delle altre "razze inferiori", come gli zingari, gli Slavi dell'Europa orientale e gli antinazisti. I campi erano distribuiti in Austria (Mauthausen), Germania (Dachau, Buchenwald, Bergen Belsen, ecc.) Alsazia, Polonia (Auschwitz, Birkenau, ecc.) e nei Paesi baltici. Sotto il comando diretto delle SS, a partire dal 1936, lo sterminio degli uomini vi era regolato e amministrato da una perfetta organizzazione burocratica. Secondo lo psicanalista americano Bettelheim, che fu internato in Germania, i campi furono la prova preventiva di organizzazione e di dominio dei popoli vinti che i nazisti avrebbero attuato una volta sottomessa l'Europa. Nei "campi della morte lenta" persero la vita, nelle camere a gas e nei forni crematori, undici milioni di persone.SpartachismoMovimento rivoluzionario sorto all'estrema sinistra del Partito socialdemocratico tedesco. Costituitosi nel 1916 con intenti antimperialisti e antimilitaristi, nacque su iniziativa di K. Liebknecht, R. Luxemburg e C. Zetkin, mutuando il nome dallo pseudonimo Spartacus con cui Liebknecht firmava i documenti politici e le lettere indirizzate alla Luxemburg e alla Zetkin. Nel 1917 lo spartachismo aderì al Partito socialdemocratico indipendente (l'USPD che si era separato dalla socialdemocrazia di orientamento più moderato) e nel 1918, in un clima di estrema instabilità politico-sociale, prese parte alla rivoluzione di novembre (culminata il 3 novembre con la rivolta dei marinai di Kiel), proponendosi quale obiettivo l'annientamento della Monarchia e l'instaurazione di una Repubblica di Consigli. Nel gennaio 1919 Liebknecht e la Luxemburg maturarono la decisione di staccarsi dall'USPD per dar vita (1° gennaio 1919) a una nuova formazione politica denominata Partito comunista tedesco. L'attività degli spartachisti cessò con i moti del 5-15 gennaio 1919 che vennero duramente repressi dal Governo socialdemocratico con l'aiuto dell'esercito e delle forze conservatrici. La Luxemburg e Liebknecht vennero assassinati, ma la tradizione dello Spartachismo si mantenne viva tra le masse lavoratrici tedesche fino all'avvento del regime nazista e oltre.PERSONAGGI CELEBRIAdolf HitlerDittatore tedesco, fondatore del nazismo (Braunau 1889 - Berlino 1945). Figlio di un piccolo funzionario asburgico, trascorse l'infanzia nel villaggio austriaco in cui era nato, Braunau, al confine tra l'Austria e la Baviera. Soggiogato dal padre, duro e autoritario, e da lui contrastato nelle sue aspirazioni artistiche, si orientò, suo malgrado, verso gli studi tecnici, abbandonandoli nel 1905, due anni dopo la morte del padre. Nel 1907 moriva anche sua madre ed egli, che già s'era trasferito a Spittel, immergendosi nella lettura delle opere di Nietzsche e nell'ascolto della musica di Wagner, si stabilì a Vienna. Non essendo riuscito a ottenere l'ammissione all'Accademia di Belle arti, condusse per alcuni anni una vita di stenti. Trasferitosi a Monaco nel 1913 per sottrarsi all'obbligo di leva, allo scoppio della guerra, nel 1914, si arruolò come volontario, ottenendo il grado di caporale e la croce di ferro. Al termine del conflitto ritornò a Monaco dove, nel gennaio del 1919, era stato fondato il Partito degli operai tedeschi (Deutsche Arbeiter Partei), uno dei tanti piccoli movimenti di malcontento di quel periodo, basati sull'ideologia diffusa dal pangermanismo e su idee nazionalistiche. Hitler entrò a farvi parte in settembre e benché non vi assumesse alcuna carica ufficiale, ne divenne presto uno degli uomini di punta, grazie alle sue capacità oratorie e ai suoi legami con gli ambienti militari bavaresi, che consentirono al partito di ottenere anche aiuti finanziari. La sua tecnica oratoria consisteva nello sfruttare ed esasperare le contraddizioni e le paure del Tedesco medio, soprattutto nei confronti dell'ebraismo, rifiutandosi di accettare la discussione e il dibattito. Nel marzo 1920, il partito, che allora contava cinquemila iscritti, assunse il nome di Partito nazionalista degli operai (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiter Partei-SND), accentuando il proprio carattere antisemita, anticomunista e antiparlamentare. Cardini del suo programma erano la protesta contro il trattato di pace, l'esasperato pangermanismo, nazionalista e antisemita, e un vago anticapitalismo. Approfittando delle drammatiche condizioni del dopoguerra tedesco e valendosi della travolgente oratoria di Hitler, il partito ebbe una notevole espansione, soprattutto tra gli ex combattenti e i piccolo-borghesi, e si diede un'organizzazione armata, le SA. Nel novembre del 1923, il partito, del quale nel frattempo Hitler aveva assunto i pieni poteri, tentò un putsch a Monaco, in seguito al fallimento del quale venne decretato lo scioglimento del partito e Hitler fu processato e condannato a cinque anni di reclusione, ottenendo poi un condono. Nel carcere di Laudsberg, dettò al compagno di cella, Rudolf Hess, il primo volume della sua autobiografi!, Mein Kampf (La mia battaglia), in cui esponeva la dottrina culminante nell'idea della superiorità della razza ariana e gettava le basi teoriche del movimento che dieci anni più tardi avrebbe rovesciato la Repubblica di Weimar. Scarcerato nel 1924 si dedicò alla riorganizzazione del partito cui affiancò formazioni paramilitari come le SA e le SS che dovevano assicurargli il predominio nei violenti scontri di piazza con le forze di sinistra. Hitler affrontò nel 1930 le elezioni generali al Parlamento nelle quali il Partito nazista ottenne sei milioni di voti. In seguito, applicando una strategia combinata di terrorismo squadrista e di azioni legalitarie, si oppose a Hindenburg nelle elezioni presidenziali, uscendo sconfitto ma confermando la propria forza. Le elezioni del luglio 1932 segnarono la sua vittoria definitiva e Hitler fu nominato da Hindenburg Cancelliere del Reich. Costituì dapprima un Governo di coalizione ma riuscì presto ad ottenere i pieni poteri dopo di che, eliminata l'opposizione interna nella cosiddetta "notte dei lunghi coltelli" (30 giugno 1934), instaurò una ferrea dittatura personale. Perseguì fino al 1939 una costante politica di espansionismo e di riarmo violando progressivamente tutte le clausole del trattato di Versailles. Nel 1939 aggredì la Polonia provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo i grandi successi iniziali (invasione di Polonia, Francia e Norvegia) Hitler decise di portare il decisivo attacco all'URSS. Sconfitto alle porte di Mosca ed a Stalingrado e battuto in Africa dovette far fronte alle opposizioni interne dell'esercito e rischiò di perdere la vita nell'attentato fallito del 20 luglio 1944. L'invasione alleata della Normandia e l'avanzata russa determinarono il crollo del Reich. Hitler, rifugiatosi da tempo a Berlino insieme a Eva Braun, si uccise il 30 aprile 1945 quando i Russi stavano per penetrare nella città. Il suo corpo, per suo stesso ordine, fu bruciato in modo da non lasciarne alcuna traccia.RIASSUNTO CRONOLOGICO1918: Fondazione del Partito Comunista Tedesco.1919 (agosto): Nascita della Repubblica di Weimar. 1923 (novembre): Ascesa del nazismo. Fallisce il colpo di Stato (putsch) di Hitler a Monaco. 1925-27: Hitler scrive il Mein Kampf. 1930: Ministero Brüning, esponente del Centro cattolico. Successo elettorale dei nazisti. 1932: Rielezione di Hindenburg alla presidenza della Repubblica. Ministero del cattolico di destra von Papen. 1933 (30 gennaio): Hitler sale al potere. 1933 (febbraio): Viene incendiato l'edificio del Reichstag. 1933 (ottobre): La Germania esce dalla Società delle Nazioni. 1934: Hitler è capo di Stato. Inizia la dittatura nazista. 1934 (30 giugno): La notte dei lunghi coltelli. 1936: La Germania occupa la Renania. 1938 (marzo): L'Austria viene annessa alla Germania. 1938 (settembre): Annessione della Cecoslovacchia alla Germania. 1939 (22 maggio): Mussolini firma il patto d'acciaio con Hitler. 1939 (agosto): Firma del patto Ribbentrop-Molotov di non-aggressione tra URSS e Germania. 1939 (1 settembre): Hitler attacca la Polonia. Enciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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