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QUARTIERI E MONUMENTI DI PARIGI - Il Marais - La via trionfale - La Défense - I Grands-Boulevards - La Rive Gauche

QUARTIERI E MONUMENTI DI PARIGI - Il Quartiere Latino - Dalla Tour Eiffel a Montparnasse

QUARTIERI E MONUMENTI DI PARIGI -  I grandi musei di Parigi - Musée du Louvre - Musée d'Orsay - Beabourg - I DINTORNI DI PARIGI - Fontainebleau - Versailles

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GEOGRAFIA - EUROPA - FRANCIA

QUARTIERI E MONUMENTI DI PARIGI

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Il Marais
Compreso tra l'Hôtel de Ville, Place de la Bastille e Place de la République, e delimitato a Sud dalla Senna, il Marais è un quartiere molto interessante, nonché molto diverso da una zona all'altra. Verso Place de la République, nello square du Temple, in rue Charlot, in rue de Bretagne e fino a rue Rambuteau, si concentrano tradizionalmente piccole industrie di abiti e di pelletteria. Percorrendo le strade della parte più orientale e di quella meridionale del Marais si ha l'impressione di trovarsi in un borgo di provincia, dove solo il maestoso Hôtel de Ville, il municipio parigino, stride per la sua architettura di derivazione rinascimentale. Attorno a rue de Francs-Bourgeois, in rue Pavée, rue Veille-du-Temple, rue des Archives e fino alla bellissima Place des Vosges, il quartiere diventa invece residenziale e le gallerie d'arte, i musei, i negozi di vestiti e gli antiquari non hanno nulla da invidiare a quelli della Rive Gauche. Dal momento del suo recupero, promosso dallo scrittore André Malraux (ministro della Cultura sotto de Gaulle, negli anni '60), il Marais ospita studiosi e commercianti, ebrei, ricchi borghesi e popolani ed è sempre animato. A tale vivacità non sono estranei la realizzazione delle Halles e del Beaubourg, a Ovest, e la più recente valorizzazione della zona attorno alla Bastiglia, a Est.

Hôtel de Ville. Dopo l'incendio che distrusse l'edificio nel 1871, il cinquecentesco Hôtel de Ville fu ricostruito dagli architetti Ballu e Deperthes (tra il 1874 e il 1882) in stile neorinascimentale. Da allora, oltre ad essere la sede amministrativa della città, ospita ogni anno, nell'enorme sala delle feste, celebrazioni e balli. La parte centrale della facciata attuale riproduce quella disegnata nel 1533 da Domenico Bernabei, detto Boccadoro. Le nicchie sulle facciate dell'edificio sono ornate da 146 statue di personaggi illustri e di cittadini francesi. La ricca decorazione, incerta tra stile rinascimentale e Belle Epoque, comprende opere di Puvis de Chavannes.

Hôtel de Lamoignon e rue des Rosiers. La dimora, al n. 24 di rue Pavée, è di grande interesse storico-artistico, sia per la data di costruzione (1584), sia per le lesene corinzie che si elevano per più piani. Deve il nome al suo illustre inquilino, Guillaume de Lamoignon, primo presidente del Parlamento di Parigi. Nel timpano due amorini tengono in mano uno specchio e un serpente simboli della Verità e della Prudenza. Nel 1966 è stato aggiunto un nuovo edificio per poter ospitare la Bibliothèque Historique de la Ville de Paris, che raccoglie più di un milione di manoscritti e libri sulla storia della città.

A Sud del palazzo, perpendicolare a rue Pavée (in cui sorge la sinagoga Guimard, del 1913), s'incontra rue des Rosiers, così detta per via dei roseti che la circondavano nel '300. Gli oltre 2.500 ebrei che vivevano a Parigi prima della Rivoluzione abitavano in questa via e nelle vicinanze. Oggi la strada è il centro di una piccola comunità di askenaziti, ebrei dell'Est dell'Europa venuti a raggiungere nel '900 la comunità parigina, e di sefarditi, provenienti dall'Africa del Nord. Qui si possono scoprire le delizie della cucina yiddish.

Hôtel de Carnavalet. Superbo esempio di architettura rinascimentale, costruito fra il 1548 e il 1560, ospita il Musée omonimo, con oltre 5.000 opere relative alla storia di Parigi, fra cui un insieme di mobili e boiseries che provengono da palazzi d'epoca e case distrutte. Al centro della corte campeggia la statua di Lugi XIV, opera di Coysevox del 1689. Collegato al Carnavalet, l'Hôtel le Peletier contiene la più grande raccolta di oggetti e di cimeli sulla Rivoluzione, nonché una collezione di dipinti del '900.

Archives Nationales. L'Hôtel de Soubise, l'Hôtel de Rohan e il Caran (Centre d'accueil et de recherche des Archives Nationales, inaugurato nel marzo del 1988) compongono l'insieme degli Archivi Nazionali, che riuniscono tutti i documenti relativi alla storia francese.

Musée Picasso. Il museo è ospitato dal 1985 nel restaurato Hôtel Salé, così chiamato a ricordo delle ricchezze accumulate grazie alle imposte sul sale dal suo proprietario, Jean Aubert de Fontenay, che ispirò a Molière Il borghese gentiluomo. Alcuni dettagli del palazzo, terminato nel 1659, preannunciano il regno di Luigi XIV, come l'imponente portale per l'entrata delle carrozze e la grande corte a emiciclo sulla quale si apre un cortile più piccolo su cui poggia il corpo principale. Pablo Picasso, alla sua morte (1973), lasciò in eredità migliaia di opere senza fare testamento. All'origine del museo è la legge della dation (applicata qui per la prima volta), che permette agli eredi di pagare allo Stato i diritti di successione in opere d'arte. La collezione si compone di 203 dipinti, 191 sculture, 16 papiers collée, 85 ceramiche e più di 3.000 disegni e incisioni. La collezione personale del pittore, composta da quadri di Cézanne, Matisse, Braque e Rousseau completa la visita e illustra il mondo estetico di Picasso.

Place des Vosges e dintorni. Per la sua "teatralità scenografica" è sicuramente una delle più belle piazze di Parigi e, forse, del mondo: un luogo magico, dove riposarsi nei giardini alberati che ne occupano la parte centrale, oppure seduti in uno dei caffè ad ascoltare i suonatori che spesso scelgono i portici per le loro esibizioni. La piazza mantiene l'aspetto assunto nel '600: un quadrilatero racchiuso da 36 palazzi in mattoni e pietra a contornare facciate e finestre, sormontati da tetti piramidali. Fu Corneille a chiamarla "Place Royale", nome che mantenne fino alla Rivoluzione. Dal 1799 fu chiamata Place des Vosges, in onore del primo dipartimento di Francia che pagò le imposte. Oggi, dopo un periodo di declino, è di nuovo un luogo branché (alla moda), costellata sotto le arcate da gallerie, ristoranti e negozi di lusso.

Al n. 6 della piazza si trova la Maison de Victor Hugo, la casa-museo in cui il grande romanziere visse per sedici anni (dal 1832 al 1848) e dove scrisse gran parte dei Miserabili e molti dei grandi drammi. Benché nel 1852 buona parte dell'arredamento sia stato venduto all'asta, sono tuttora visibili quadri, ritratti, fotografie, la biblioteca e alcuni mobili costruiti dallo stesso Hugo; ma la cosa più interessante sono i circa 600 disegni e schizzi di sua mano.

Uscendo dal lato meridionale della piazza e percorrendo rue de Birague si arriva in rue St-Antoine: già nel XIV secolo questa via aveva la larghezza odierna, allora inusuale, ed era teatro di un intenso passeggio. Ancora oggi ha conservato l'atmosfera dei secoli passati: ai palazzi, alle case antiche e alle chiese che la costeggiano si mescolano gli ottimi negozi di alimentari, i caffè e i ristoranti che la rendono viva e allegra. Al n. 62 di rue St-Antoine si trova l'Hôtel de Sully; l'edificio, costruito nel 1624, ricorda l'Hôtel Carnavalet per i bassorilievi allegorici della corte e per le mansarde molto elaborate: fu il duca di Sully che spese una fortuna per abbellirlo. Il palazzo ospita la Caisse nationale des Monuments historiques et des Sites, che organizza mostre temporanee di fotografia.

Percorrendo invece la strada verso Est, al n. 17 sorge il Temple de la Visitation Ste-Marie. L'ordine della Visitazione si installò nel Marais nel 1621. La chiesa, costruita nel 1634, a pianta centrale, è forse la prima opera di Mansart che insiste sulle forme rotonde del portico, delle cappelle ovali e a ellisse della cupola.

Place de la Bastille. Della celeberrima Bastiglia, simbolo della Rivoluzione, non resta che una traccia impressa sul suolo in boulevard Henri-IV. Costruita nel 1370 da Hugues Aubriot per difendere il palazzo di Carlo V, la fortezza della Bastiglia aveva quattro torri per lato ed era circondata da un fossato alimentato dalla Senna. Per circa due secoli conservò il ruolo di cittadella militare e fu solo con Richelieu che si trasformò in prigione di Stato: vi furono detenuti, tra gli altri, Voltaire, Cagliostro, il marchese de Sade e la leggendaria Maschera di ferro. La Bastille non fu distrutta dai rivoluzionari insorti, che si limitarono a uccidere la piccola guarnigione di guardia e a liberare i pochi prigionieri che vi erano reclusi. La demolizione, ordinata poco tempo dopo, fu portata a termine alla fine del 1789. Anche se la costruzione della piazza iniziò nel 1792, fu solo nella seconda parte dell'800 che essa prese la forma attuale. Parigi decise di dedicare un monumento ai caduti della rivoluzione del 1830, al centro della piazza venne così eretta la Colonne de Juillet, alla base della quale furono seppellite 504 vittime del 1830 e numerosi caduti della rivoluzione del 1848.

La piazza attuale si segnala per il porto turistico Paris-Arsenal, costruito sull'ultimo tratto del canal St-Martin (il canale che da Bastille arriva alla Villette, passando sotto il boulevard Richard-Lenoire), e per l'enorme avveniristico teatro dell'Opéra de la Bastille, realizzato negli anni '80 del Novecento dall'architetto Carlos Ott (non senza suscitare accese polemiche tra i parigini).

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La via trionfale
L'avenue des Champs-Elysées occupa una parte strategica del lungo e spettacolare asse prospettico che idealmente collega la Pyramide del Louvre, Place de la Concorde, l'Arc de Triomphe e la Grande Arche. A ogni epoca sono stati aggiunti qualche metro alla prospettiva e un nuovo monumento per celebrare l'ennesimo traguardo: dal re Sole, che ordinò all'architetto di corte Le Nôtre di ridisegnare il percorso delle Tuileries, a Napoleone, che fece costruire l'Arc de Triomphe, fino a Mitterrand, che, con l'estensione della città verso Neuilly e l'urbanizzazione della Défense, promosse e realizzò la "finestra sul mondo" della Grande Arche.

Jardins des Champs-Elysées. Oggi come ieri i parigini passeggiano tra i viali alberati e affollano le terrazze degli antichi caffè. Maria de' Medici aveva fatto piantare al di là dell'attuale Place de la Concorde quattro filari per un tratto di circa un chilometro, facendone, secondo le cronache del tempo, un luogo molto animato (di giorno si passeggiava, di sera si danzava al lume delle torce). A partire dal 1667, André Le Nôtre iniziò la trasformazione dell'area: tra le aiuole cominciarono a nascere i primi padiglioni e i caffè-terrazza. Ma è soprattutto durante il Secondo Impero che i giardini cominciarono a prendere la loro attuale fisionomia: giardini all'inglese, aiuole fiorite, piante esotiche ed eleganti padiglioni. Nel 1836 l'architetto Jacques-Ignace Hittorff fece illuminare il giardino con candelabri in bronzo, nei quali ardevano bruciatori a gas. Teatri, circhi e chioschi per la musica (con orchestre dirette da Berlioz e da Offenbach) accoglievano una folla di parigini in cerca di divertimento. Nel 1859, Adolphe Alphand, su ordine del barone Haussmann, trasformò ancora i giardini, che si arricchirono di viali sinuosi. Nacquero nel 1858 il Théâtre du Rond-Point (tra l'avenue Franklin-Roosevelt, il Grand Palais e l'avenue des Champs-Elysées) e nel 1884 il Théâtre Marigny (1, avenue de Marigny). Gli Champs-Elysées divennero il luogo privilegiato dell'aristocrazia. Durante il '900 i giardini hanno continuato a essere centro di piacere e di divertimento, e nel 1931 fu costruito il pavillon des Ambassadeurs, l'attuale Espace Cardin.

Petit Palais. Costruito da Charles Girault, costituisce insieme al Grand Palais una delle rare architetture create per le esposizioni universali che sono sopravvissute. Concepito su una pianta trapezoidale, il Petit Palais obbedisce a tutti i canoni della cultura neoclassica e dell'eclettismo dell'epoca, ma è meno fastoso del suo più grande vicino. Il portale monumentale domina sulla scalinata, il frontone che oltrepassa il livello della trabeazione è ornato di un'allegoria di Injalbert ("La città di Parigi circondata dalle Muse"). L'interno ospita il Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris, museo fra i più importanti della capitale, inaugurato nel 1901: fanno parte della collezione preziosi oggetti d'arte egizia e romana, rarità numismatiche, gioielli, manoscritti e miniature d'epoca medievale, capolavori dell'arte rinascimentale italiana e francese e un'importantissima raccolta di pitture fiamminghe del '600 e del '700.

Grand Palais. Dalle severe e imponenti forme neoclassiche, fu costruito dagli architetti Henry Deglane, Albert Louvet e Albert Thomas in occasione dell'Esposizione Universale del 1900 per accogliere le manifestazioni dedicate alle arti. Il progetto rinnega le istanze moderniste del suo tempo. Mascherando dietro un colonnato neoclassico la struttura in ferro e vetro della grande sala, per il Grand Palais fu utilizzato un codice architettonico già caduto in disuso. Ma all'interno furono applicate soluzioni interessanti, come lo scalone monumentale in acciaio (di Louvet), un curioso incrocio tra neoclassicismo e Art Nouveau. Nel tempo l'immensa sala d'esposizione ha accolto maestri come Gauguin e Cézanne, ma anche concorsi ippici, saloni dell'automobile e perfino mostre di elettrodomestici, dimenticando completamente la sua vocazione di palazzo delle arti. Il Palais de la Découverte occupa tutta l'ala del Grand Palais lungo l'avenue Franklin-Roosevelt. Il Museo, realizzato per fare opera di divulgazione scientifica, raccoglie al suo interno apparecchi che possono essere utilizzati dal pubblico. Attraverso queste brevi esperienze, si è proiettati negli universi di chimica, fisica, matematica, biologia e medicina. Un magico planetario introduce ai segreti dell'astronomia.

Place de l'Etoile (o Place Charles De Gaulle). Simbolo della Repubblica, immancabile palcoscenico di tutte le parate militari e nodo stradale tra i più trafficati della capitale, la grande piazza (dal raggio di 120 m) fino al 1770 era solo un incrocio in piena campagna. Nel 1806, dopo Austerlitz, Napoleone affidò a Jean-Arnaud Raymond e Jean-François Chalgrin la costruzione dell'arco monumentale che la domina: l'Arc de Triomphe è a un solo fornice e posa su quattro piloni; su ciascuno dei lati si apre un arco. Con la caduta di Napoleone i lavori furono bloccati per un certo periodo, poi si succedettero una serie di architetti e scultori e il progetto iconografico subì dei cambiamenti: accanto alla gloria della Grande Armée fu celebrata l'armata rivoluzionaria. Il ciclo dei bassorilievi segue un ordine cronologico: La partenza dei volontari del 1792, con la splendida immagine della Marseillaise, di François Rude (lato Parigi, pilastro destro); Il Trionfo del 1810 di Jean-Pierre Cortot (lato Parigi, pilastro sinistro); La resistenza del 1814 di Antoine Etex (lato Défense, pilastro sinistro) e La pace del 1815, dello stesso autore (lato Défense, pilastro destro). Nel 1920 l'arco fu dedicato al Milite Ignoto e venne sepolta sotto una lastra di pietra la salma di un soldato caduto nella guerra del 1914-18. Un museo all'interno dell'arco ripercorre la storia del monumento; dalla terrazza si gode invece una splendida vista panoramica.

Avenue Foch. Di dimensioni ancora più imponenti degli Champs-Elysées, ma senza la loro animazione, fu ideata dal barone Haussmann quale accesso privilegiato al polmone verde del Bois de Boulogne. Hittorff, che venne incaricato di studiarne il tracciato, realizzò una strada larga 120 m, quattro volte più grande, quindi, delle avenues che convergono verso l'Arc de Triomphe, e lunga 1.300 m. Nonostante l'opposizione del Consiglio di Stato, furono infine piantate ai bordi essenze rare, perché il lusso regnasse nel nuovo viale; tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, vennero altresì costruiti numerosi Hôtel particulier.

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La Défense
La piattaforma lunga più di un chilometro ("Esplanade de La Défense", a Ovest di Parigi) che corre tra una miriade di grattacieli dal ponte di Neuilly alla Grande Arche, ricoperta di fontane, enormi sculture e verdi platani, è tutti i giorni attraversata da decine di migliaia di impiegati che raggiungono i loro uffici. Al di sotto, il nodo ferroviario più importante d'Europa (la linea 1 della metropolitana, la RER, 18 linee ferroviarie della SNCF) assicura lo spostamento di oltre 100 milioni di persone all'anno. Una statua, La Défense de Paris (eretta nel 1883 in memoria ai caduti della rivolta della Comune del 1870), ha dato il nome al quartiere circostante.

La Défense cominciò a prendere forma all'inizio del '900. Furono banditi due concorsi, uno nel 1929 e l'altro nel 1931, ma nessuno dei numerosi progetti fu allora adottato. Le Corbusier, tuttavia, propose di separare la circolazione dei veicoli da quella pedonale: coerente alla sua dottrina urbanistica, riservò il suolo e il sottosuolo per la circolazione delle automobili, mentre organizzò gli accessi agli edifici attraverso passerelle aeree, soluzione adottata qualche decennio più tardi. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, il primo ministro dell'epoca chiese a tre grandi architetti di organizzare i luoghi per accogliere l'Esposizione Universale del 1958. L'esposizione fu fatta a Bruxelles, ma il progetto di Robert Camelot, Jean de Mailly e Bernard Zehrfuss testimoniò l'importanza di creare una nuova vetrina per Parigi capitale. Nasceva così, sempre a opera dei tre, il CNIT (Centre National des Industries et des Techniques), simbolo della rinascita dell'industria francese. Contemporaneamente il Governo francese costituì l'EPAD (Etablissement Public pour l'Aménagement de la Région de La Défense) con missione di costruire in trent'anni un centro d'affari degno della capitale, su un'area di 760 ettari compresa tra i comuni di Courbevoie, Puteaux e Nanterre. Il CNIT, inaugurato nel '59 dal generale de Gaulle in persona, restò per dieci anni il solo edificio della Défense. Nel 1964 fu finalmente approvato un piano urbanistico che prevedeva la costruzione della piattaforma sospesa per separare la circolazione pedonale da quella delle vetture, più una serie di norme per la realizzazione degli edifici, che non dovevano superare i 100 m d'altezza. Si stabilì che le abitazioni fiancheggiassero la grande arteria pedonale (esplanade du Général-de-Gaulle), in posizione avanzata rispetto ai grattacieli, per beneficiare di una completa esposizione alla luce. Il résidence Boïeldieu (di Gilbert e Rabaud) e il résidence Lorrain (di Camelot) furono i primi a essere costruiti in questo modo. A partire dal 1967 nacquero le torri dette di "prima generazione", come la tour Aquitaine (oggi AIG) e la tour Nobel (diventata Roussel-Hoescht). Grande fu la fortuna dell'operazione Défense e l'EPAD ricevette l'autorizzazione di raddoppiare il suo parco immobiliare. Le torri ormai potevano raggiungere quota 200 m e aumentare la propria superficie al suolo; tutti gli impianti e gli ascensori erano concentrati in una colonna centrale in cemento armato; gli uffici non usufruivano più della luce del sole, ma soltanto di quella dei tubi fluorescenti e l'aria proveniva esclusivamente dai grossi impianti di condizionamento. Nacquero allora gli edifici della seconda generazione: la verde tour GAN, la tour FIAT (diventata Framatome), la più alta di tutte con i suoi 178 m di granito nero, e la tour Assur. Con la crisi petrolifera degli anni Settanta, l'EPAD registrò una battuta d'arresto e per cinque anni, fino al '78, non vendette un solo metro quadrato. Ma lo Stato non abbandonò il progetto della Défense e nel 1980 cofinanziò Les 4 Temps, uno dei centri commerciali più grandi d'Europa. Cominciarono allora a sorgere le torri della terza generazione. Si richiese agli architetti di adottare eco-tecnologie e di inventare nuove forme: la tour PFA e la tour ELF rappresentano bene la nuova tendenza. Fu indetto inoltre un concorso d'architettura per completare la prospettiva dell'asse dell'esplanade e nel 1989, dopo alterne vicende, la Grande Arche fu finalmente terminata.

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I Grands-Boulevards
Tra la Bastiglia e la Porte St-Denis (dalla quale, fin dal Medioevo, i re facevano le loro entrate trionfali e passavano i cortei funebri per condurre gli stessi sovrani al cimitero reale di St-Denis) correvano le mura fortificate di Carlo V, che proseguivano fino a dove ora sorge la Madeleine con un terrapieno innalzato da Carlo IX e Luigi XIII. Nel 1660 le fortificazioni, ormai in rovina, furono abbattute e trasformate in un ampio viale che venne terminato nel 1705. Questa lunga passeggiata, denominata Boulevards, si trovava allora in aperta campagna. Nel 1778 venne pavimentata; nel 1817 fu illuminata con lampioni a gas. A partire dalla fine del 1998 il Comune di Parigi ha posto in opera il restauro completo dei Grands-Boulevards. Dall'Opéra al Boulevard Beaumarchais, passando per Place de la Republique e fino a Place de la Bastille, si percorre una delle zone più vivaci di Parigi, animata da molti negozi e dalle tipiche "terrasses des café" - i grandi caffè inconfondibilmente parigini - tra case opulente e negozi dalle vetrine raffinate; proseguendo verso Est i negozi di moda cedono il posto alle brasserie e alle grandi sale cinematografiche. I nomi dei Grand Boulevards sono tra i più suggestivi e carichi di storia: Boulevard des Capucines, Boulevard des Italiens, Boulevard Montmartre, Boulevard Poissonnière, Boulevard de Bonne-Nouvelle, Boulevard St-Denis, Boulevard St-Martin e Boulevard Beaumarchais, che chiude il Marais e arriva fino a Place de la Bastille.

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La Rive Gauche
Durante il periodo romano, la Rive Gauche era più abitata della Rive Droite; solo dopo la bonifica della zona paludosa (il Marais), la creazione del Louvre e delle Tuileries, la riva sinistra perse questo primato. Dal Medioevo il quartiere fu occupato dalle grandi confraternite religiose e dall'Università, allora proprietarie di tutto il territorio; il latino era la lingua parlata per le strade e gli studenti arrivavano anche da molto lontano. Una volta gli atelier di pittori e scultori erano disseminati qua e là e i bar erano decorati con i quadri degli artisti che li frequentavano assiduamente. Oggi certo non si può più dire che la Rive Gauche sia il quartiere esclusivo dei letterati e degli artisti: i negozi di abbigliamento e le profumerie ne hanno in gran parte cambiato l'atmosfera.

Da Palais Bourbon a rue de Varenne. Tra rue de Babylone, la Senna e les Invalides è organizzata la vita politica della capitale: intorno a Palais Bourbon, sede della Camera dei Deputati, gravitano alcuni ministeri e molte ambasciate. Rue de l'Université è in un certo senso la spina dorsale di questo territorio: tra rue du Bac, quai Voltaire, rue de St-Pères e rue de l'Université gli antiquari hanno da alcuni anni inventato il Carré Rive Gauche, una fiera di primavera dove esibiscono il frutto delle loro ricerche invernali; nei dintorni risiedono importanti gallerie d'arte e case editrici.

Palais Bourbon. È il palazzo più in vista di Parigi per la sua posizione sulla Senna ma anche perché è stato nel '700 il primo esempio di edificio moderno. Fu costruito nel 1722-28 per Louise-François de Bourbon, figlia illegittima di Luigi XIV e di madame de Montespan e sposa del principe di Condé, su disegno di Lorenzo Giardini. La parte più antica è quella su rue de l'Université, che si armonizza con la bella Place du Palais-Bourbon, circondata da palazzi in stile Luigi XVI. Durante l'Impero, Bernard Poyet innalzò la facciata a Nord in stile antico e in armonia con quella della Madeleine dall'altra parte del fiume: costruita sopra una scalinata, è ben visibile da Place de la Concorde.

La biblioteca e la sala Delacroix del Palais Bourbon sono decorate da dipinti di Eugène Delacroix; nella biblioteca si trova anche il testo della Costituzione del 1791 annotato da Robespierre.

Hôtel de Beauharnais. Dal 1871 è la residenza dell'ambasciatore di Germania. Alla facciata severa che dà sulla strada è stato aggiunto nella corte un portico in stile neo-egizio (1807), secondo una moda introdotta dopo la spedizione d'Egitto di Napoleone I, a cui il proprietario Eugène de Beauharnais aveva preso parte. L'arredamento all'interno del palazzo è rimasto intatto.

Hôtel de Salm-Kyrburg. Costruito fra il 1782 e il 1787 da Pierre Rousseau per il principe Frédéric de Salm-Kyrburg, è sede del Musée de la Légion d'Honneur, che conserva cimeli, quadri, decorazioni, commende, collari e placche di diversi ordini europei e del resto del mondo. La Légion d'Honneur è l'unico ordine nazionale francese ancora in vigore. Nella piazza, decorata con statue in bronzo ottocentesche, si trova il Musée d'Orsay.

Musée Maillol-Fondation Dina Vierny. Ultima modella e moglie dello scultore catalano Aristid Maillol, Dina Vierny ha realizzato un progetto estremamente funzionale: i disegni, i bozzetti, le stampe e i modelli originali del maestro sono esposti in questo palazzo, che accoglie anche la sua collezione di quadri, con opere di Matisse, Poliakoff, Duchamp, Picasso e di alcuni pittori russi.

Hôtel Boisgelin. Costruito da Jean-Sylvain Cartaud verso il 1787, fu affittato nel 1937 allo Stato italiano quale sede dell'Ambasciata italiana, in cambio di palazzo Farnese a Roma. I due saloni al piano terra hanno conservato le decorazioni originali. Il giardino, che comunica con quello di Matignon, non è visibile dalla strada.

Hôtel Matignon. Dal 1959 è la sede del primo ministro. Costruito da Jean Courtonne nel 1721, è il più bel palazzo del quartiere e racchiude un giardino tra i più grandi di Parigi.

Musée Rodin. Il palazzo (Hôtel Biron) fu costruito per Abraham Peyren, ricco parruccaio, nel 1731. Nel 1753 il duca di Biron lo comperò e fece diventare il giardino uno dei più belli di Parigi. Lo Stato lo mise a disposizione dello scultore Rodin, che alla sua morte lo restituì con le sue collezioni. Il Pensatore, nella corte, e Balzac sono tra le opere più rappresentative.

Da St-Germain-des-Prés a St-Sulpice. Dominati dal campanile della chiesa, Place St-Germain e dintorni sono stati per anni il centro della vita intellettuale parigina. St-Germain-des-Prés era il posto dove scrittori e artisti lavoravano e scrivevano nei bar. Gli americani avevano il loro locale in questa zona, di fianco a Lipp, dove c'era il mitico Drugstore. Oggi le cose sono cambiate: da quando Vuitton ha aperto sulla piazza, da quando Christian Dior ha preso il posto di una delle più importanti librerie (Le Divan), da quando il Drugstore ha lasciato il posto ad Armani, è iniziata una nuova era che è difficile dire dove porterà.

Arrivando a St-Sulpice lo scroscio della fontana di Visconti (1844) al centro della piazza copre il rumore della città; i pochi alberi riparano le carrozzine dei bambini mentre gli anziani si riposano sulle panchine. In giugno la fiera d'antiquariato di St-Germain occupa tutta la piazza.

St-Germain-des-Prés. Era con Ste-Geneviève la più antica chiesa della Rive Gauche e la più densa di storia, ma i continui restauri l'hanno trasformata. La chiesa primitiva risaliva al 557-59 d. C. e fu chiamata St-Germain solo quando vi venne sepolto il vescovo di Parigi, san Germano, nel 576. Nel Medioevo veniva chiamata "la città di St-Germain", perché l'abbazia si trovava al di fuori della cinta costruita da Filippo Augusto e le leggi in vigore all'interno delle sue mura erano diverse da quelle della capitale. Di questo periodo restano le mura del campanile fino a sotto le arcate e i sostegni della navata che fu coperta da una volta nel '600. Nei 1790 l'abbazia fu soppressa e nel 1794 un incendio devastò la biblioteca.

Sulla sinistra della chiesa, si apre la piccola rue de Fürstenberg, che conduce nella piazzetta omonima, sovrastata da quattro alberi di paolonia: al n. 6, dove abitava Eugène Delacroix, c'è ora il Musée Delacroix. Oltre a esporre oggetti personali e disegni del pittore, organizza mostre temporanee sull'artista e sulla sua epoca; da non perdere l'acquerello Un letto disfatto. Da rue de l'Abbaye si raggiunge rue de Buci, con l'allegro mercato e alcuni bar sempre animati. Al n. 14 della vicina rue Bonaparte si apre l'ingresso dell'École des Beaux-Arts: è l'Accademia di Belle Arti di Parigi e anche l'Università di Architettura. Costruita a partire dal 1820 su progetto di François Debret, occupa lo spazio del secentesco Convento des Petits-Augustins. Addossati alle mura del cortile si possono vedere frammenti di sculture provenienti da vari palazzi.

Hôtel des Monnaies. È il palazzo della Zecca realizzato tra il 1771 e il 1777 da Jacques-Denis Antoine. L'avancorpo della facciata è decorato con sei colonne ioniche. Le sale del '700 ospitano il museo della moneta.

Institut de France e dintorni. L'Istituto si compone di cinque Accademie, tra cui la più importante è l'Académie Française, fondata da Richelieu nel 1635. L'edificio fu voluto da Mazzarino per farne una scuola per 60 giovani promesse. Louis Le Vau lo disegnò in asse con l'entrata alla Cour Carrée del Louvre, dall'altra parte della Senna; Lambert e d'Obray effettuarono i lavori tra il 1663 e il 1674. La facciata, racchiusa tra due emicicli, è affiancata da due padiglioni. In quello a Est e in parte dell'emiciclo si trova la Bibliothèque Mazarine, che conserva 450.000 libri, 4.600 manoscritti, 2.100 incunaboli e 6.000 mazarinades (scritti polemici e satirici comparsi in Francia durante la Fronda, dal 1648 al 1653, sia a favore sia contro il cardinale Mazarino). La cappella dell'istituto è il luogo di ritrovo delle conferenze solenni: l'interno della cupola è ovale; nel vestibolo, la tomba di Mazzarino, progettata da Jules Hardouin-Mansart, è stata eseguita da Antoine Coysevox nel 1689.

Dalla rue Mazarine, disseminata di librerie, antiquari e gallerie d'arte, si raggiunge rue de l'Ancienne-Comédie, dove nel 1688, nel palazzo al n. 14, si trovava la prima sede della Comédie-Française. Al n. 10 Apollinaire riuniva i suoi amici, mentre al n. 4, in un caffè chiamato Landelle, nel 1132 si è formata la prima loggia massonica di Francia. Il ristorante Procope, al n. 13, esiste dal 1689: era un caffè frequentato da Voltaire, Danton, Marat e Robespierre, da George Sand e Musset e poi da Verlaine e Oscar Wilde. Passando per la Cour du Commerce-St-André, al n. 4 si vede una delle torri della cinta muraria di Filippo Augusto; al n. 9 il dottor Guillotin provava sulle pecore la sua "macchina perfetta", la ghigliottina.

Théâtre de l'Odéon. Ricostruito dopo un incendio nel 1801 da Jean-François Chalgrin, è uno dei pochi teatri di Parigi realizzato al centro di una piazza. Era stato edificato la prima volta tra il 1779 e il 1782 da Marie-Joseph Peyre e Charles De Wailly per ospitare la Comédie-Française, perseguendo la Ragione, dunque la geometria pura, identificata con i modelli antichi (come i templi greci). Il teatro è decorato con colonne sulla facciata e circondato da arcate. All'interno, le sculture e le pitture delle pareti ritraggono gli attori nei loro ruoli più conosciuti.

St-Sulpice. La chiesa offre un esempio interessante dei cambiamenti di gusto intercorsi tra il '600 e il '700. La facciata è composta da due portici sovrapposti; una terrazza con balaustra rimpiazza il frontone caduto dopo un uragano nell'800. I due campanili sono diversi l'uno dall'altro (quello a Sud non è mai stato terminato). L'interno sorprende per la sua grandezza. Nella prima cappella a destra si trovano gli affreschi di Eugène Delacroix (1861); all'inizio della navata le due acquasantiere (1745) sono opera di Jean-Baptiste Pigalle.

Intorno al Luxemburg. Verso rue de Vaugirard, il Palais du Luxembourg, con la sua severa facciata e le guardie impettite, ha un aspetto molto austero da dimora fortificata, mentre dal giardino sembra una villa di campagna. Il giardino più grande della Rive Gauche è attraversato tutti i giorni da studenti che si dirigono verso le varie facoltà disseminate tutt'intorno. Poco più a Sud i bambini vengono portati a passeggio dai pony; altri giocano in spazi a loro riservati; di fianco, i campi da tennis sono sempre occupati. Scendendo per rue de l'Observatoire, sotto il viale costeggiato da meravigliosi ippocastani sono sistemati i tavoli da ping pong; all'angolo con boulevard Montparnasse si raggiunge la Closerie des Lilas, un tempo caffè frequentato da Baudelaire e Verlaine, poi da Gide e da Jarry fino ad Apollinaire e Paul Fort. Sui piani di legno dei tavoli o sulle seggiole si possono leggere i nomi di coloro che vi passavano le serate. Da rue St-Jacques fino a rue Mouffetard si estende un quartiere frequentato da studenti di tutte le nazionalità: molte delle più importanti università di Parigi, infatti, hanno qui sede.

Palais du Luxembourg. Sede del Senato dal 1958, è circondato da uno dei giardini più grandi di Parigi. Morto Enrico IV, Maria de' Medici decise di costruire un palazzo alla periferia della città. L'architetto, Salomon de Brosse, a partire dal 1615 costruì una villa con le caratteristiche dei palazzi di città per il porticato al piano terreno e la pianta a U, ma i padiglioni, dove si trovano gli appartamenti, la fecero assomigliare a un grande edificio di campagna. Il rivestimento in bugnato è stato voluto dalla regina in ricordo di palazzo Pitti a Firenze, dove aveva passato la sua infanzia. A lato del palazzo si trova il Petit Luxembourg, che Maria de' Medici donò nel 1627 a Richelieu (oggi è la residenza del presidente del Senato). Un piccolo museo per mostre temporanee è situato vicino alle limonaie.

Grande polmone verde e oasi di pace di un quartiere molto convulso, il Jardin du Luxembourg, creato nel 1617, fu aperto al pubblico la prima volta nel 1778. Chalgrin durante il Primo Impero costruì il grande bacino centrale circondato da terrazze, piantò 2.000 ippocastani allineati e realizzò il giardino all'inglese verso rue d'Assas. La parte più antica è quella verso il palazzo; le sculture sono state collocate nell'800.

All'estremità Sud-occidentale dei giardini, si trova il Musée de minéralogie: degli 80.000 pezzi della collezione, solo 5.000 sono esposti al pubblico; alcuni sono tra i frammenti di roccia più grandi che si conoscano conservati in un museo.

Observatoire de Paris. A Sud del Luxembourg, si percorre l'avenue de l'Observatoire, ideata da Chalgrin per dare più prospettiva ai giardini reali e al n. 61 si raggiunge l'Observatoire, il più antico osservatorio astronomico ancora in funzione al mondo (1672), nonchè importante centro di ricerca. Si compone di un corpo centrale rettangolare con due torri ottagonali alle estremità; dal 1845 una cupola in rame ricopre quella a Est. All'interno, nel vestibolo, ci sono i due telescopi di Foucault e un orologio parlante del 1933. Al primo piano si trova una collezione di antichi strumenti scientifici.

Ancienne abbaye de Port-Royal. Focolaio nel '600 del movimento giansenista, ha origine nel '200 e nel 1664 fu chiusa da Luigi XIV, che espulse tutte le religiose. L'edificio è oggi occupato dalla direzione dell'ospedale Cochin.

Val-de-Grâce. Voluta da Anna d'Austria, moglie di Luigi XIII, per voto esaudito di avere un figlio, è una delle chiese più celebri e armoniose di Francia, opera di Jacques Le Mercier, Pierre Le Muet e Gabriel Le Duc (1662), su disegno di Mansart. La cupola, è una delle più alte di Parigi (40,28 m), con contrafforti molto prominenti ed elaborati. Nell'interno, all'abside si collegano tre parti distinte: a sinistra la cappella della regina (comunicante con il palazzo reale), a destra quella per le religiose (con annesso il convento) e al centro la navata per i fedeli. Il baldacchino in bronzo è opera di Le Duc (1665). Il Musée du Valde-Grâce è situato dove si trovava il monastero e conserva insegne, decorazioni e molti documenti che testimoniano l'attività dei medici negli ospedali militari.

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