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Geografia Europa Territorio Storia Economia della Bielorussia Europa - Indice

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GEOGRAFIA - EUROPA - BIELORUSSIA

PRESENTAZIONE

Stato dell'Europa orientale; confina a Nord-Ovest con la Lituania e la Lettonia, a Nord e a Est con la Russia, a Sud con l'Ucraina, a Ovest con la Polonia. Ha un'estensione di 207.600 kmq e una popolazione di 9.824.000 abitanti, con una densità di 48 abitanti per kmq. La popolazione è costituita in maggioranza da Bielorussi (81,2%), con una significativa percentuale di Russi (11,4%). Sono presenti minoranze di Polacchi (3,9%), Ucraini (2,4%) ed Ebrei (0,3%). Lingue ufficiali sono il bielorusso e il russo. La religione più diffusa è la cristiano-ortodossa (31,5%), con minoranze cattoliche (17,7%) e di altre religioni (50,8%). Già Repubblica federata nell'ambito dell'URSS, e proclamatasi indipendente nel 1991, la Bielorussia è una Repubblica presidenziale. Secondo la Costituzione, approvata nel 1996, il presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale, rimane in carica per 5 anni e dispone di ampi poteri: nomina il Governo, guida le forze armate e può dichiarare lo stato di emergenza. Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento, formato dalla Camera dei deputati (110 membri eletti a suffragio universale) e dal Consiglio della Repubblica (64 membri, di cui 56 eletti da organi amministrativi e 8 nominati dal presidente). L'unità monetaria è il rublo bielorusso. La capitale è Minsk (1.741.372 ab.).

 

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IL TERRITORIO

La Bielorussia presenta una struttura prevalentemente collinare nella sezione centrale e nord-occidentale, pianeggiante nelle zone meridionali e settentrionali. Caratteristica è la disposizione zonale dei terreni, da mettere in relazione con le successive espansioni dei ghiacciai quaternari. A Nord-Ovest delle colline vi sono due vaste aree pianeggianti attraversate dai fiumi Dvina e Neman. Le aree più fittamente popolate sono quella orientale e quella nord-occidentale. Il clima è abbastanza umido; essendo la regione attraversata da correnti aeree atlantiche, le temperature sono piuttosto basse d'inverno e alte d'estate. Numerosissimi sono i laghi (oltre 4.000), situati principalmente nella Polessia e nel bacino della Dvina, tra i quali i maggiori sono quelli di Cervonoe (43 kmq) a Sud, e di Naroc (80 kmq) a Nord. I fiumi principali sono il Dnepr, che attraversa la Bielorussia per 500 km, il Bug, che per un tratto fa da confine con la Polonia, il Neman, la Dvina meridionale e la Berezina.

Cartina della Bielorussia

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L'ECONOMIA

Il Paese presenta un'economia prevalentemente agricola. Si coltivano principalmente lino, patate, cereali (segale, avena), canapa, ortaggi (cipolle, cavoli, piselli, fagioli). Notevole è l'allevamento di suini, caprini e bovini, con cospicua produzione di latte e carne. La Bielorussia è stata pesantemente danneggiata dall'incidente nucleare di Chernobyl, che ha provocato la contaminazione di un terzo del territorio. Lo sviluppo industriale, ostacolato dalla scarsità di risorse minerarie (soprattutto potassa e torba), ha ricevuto una notevole spinta dall'arrivo del petrolio, portato dall'oleodotto dell'Amicizia, e degli idrocarburi della Siberia occidentale. Il principale comparto è quello petrolchimico (fibre sintetiche, fertilizzanti, materie plastiche) localizzato a Novopolotzk, Svetlogorsk e Grodno; quello meccanico (macchine utensili, veicoli industriali, macchine agricole) e il complesso militare industriale che produce non solo armi, ma computer e prodotti elettronici di largo consumo.

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CENNI STORICI

Dal I sec. d.C. l'odierno territorio della Bielorussia (Russia Bianca) venne abitato dai clan slavi Kriviè, Radimiè e Dregoviè. Nel IX sec. le tribù dell'Est, comprese nel territorio della Russia occidentale, formarono la Russia di Kiev dando origine all'attuale Russia, all'Ucraina e alla Bielorussia. In quel periodo sorsero le città di Polotsk, Turov, Brest, Vitebsk, Orsha, Pinsk e Minsk. Insofferente al dominio tartaro, al quale non versò mai il tributo, la Bielorussia fu sottomessa dalla Lituania all'inizio del XIV sec. e, in seguito, quando quest'ultima nel 1386 si unì alla Polonia degli Iagelloni, la Bielorussia ne seguì le sorti. Il dominio polacco fu sanzionato dall'Unione di Lublino (1569), ma già durante lo stesso secolo i Russi si impadronirono del distretto di Polock. Nel 1772, la Russia occupò la parte orientale della Bielorussia e nel 1793-95 la zona restante; terra di confine dell'Impero zarista, la Bielorussia fu nel 1812 il teatro dell'iniziale e veloce avanzata napoleonica su Mosca e della conseguente disastrosa ritirata, che ebbe nel passaggio del fiume Berezina l'episodio più tragico. Lo zar di Russia intanto aveva abolito la servitù del contadini (1861), mettendo fine ai vincoli feudali con la nobiltà terriera, senza che tuttavia il provvedimento risolvesse la questione della terra. Solo il 35% di questa venne distribuita ai contadini bielorussi, e ciò provocò varie rivolte, la più importante scoppiata nel 1863. Nel marzo 1899 si riunì clandestinamente a Misnk il primo Congresso del Partito operaio socialdemocratico della Russia (POSDR), ispirato al Socialismo marxista e che intendeva abbattere il regime dello zar; alcuni gruppi intellettuali fondarono quindi nel 1902 un movimento autonomista bielorusso, mirante a ravvivare la cultura nazionale. Durante la prima guerra mondiale, parte della Bielorussia venne occupata dall'esercito tedesco che giunse a conquistare Minsk nel 1918. Il 3 marzo dello stesso anno, a Brest, fu firmata la gravosa pace fra la Russia bolscevica e gli Imperi centrali; subito dopo, la Bielorussia dichiarò la propria indipendenza. Tale indipendenza fu però vanificata dalla vittoria dei bolscevichi nella guerra civile, e nel 1919 la Bielorussia divenne una Repubblica sovietica. Nello stesso anno la Conferenza di Pace di Versailles propose come confine fra Polonia e Bielorussia il limite linguistico (linea Curzon), ma la Pace di Riga (1921) permise alla Polonia di annettersi la parte occidentale della Bielorussia. Il 3 dicembre 1922 lo Stato entrò nell'Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche come fondatrice ufficiale insieme a Federazione russa, Ucraina e Federazione transcaucasica (Armenia, Georgia e Azerbaigian); contemporaneamente cominciò l'industrializzazione e la collettivizzazione dell'agricoltura. Il 19 febbraio 1937, il XII Congresso dei soviet della Bielorussia approvò la nuova Costituzione, mentre nel novembre 1939, come conseguenza del Patto Molotov-Ribbentrop, la Bielorussia occidentale fu reintegrata nell'Unione Sovietica. Nel giugno 1941, quando l'URSS fu a sua volta aggredita dai Tedeschi, la Bielorussia fu la prima delle Repubbliche sovietiche a essere invasa e rapidamente occupata. Nel Paese si sviluppò subito una tenace resistenza, che proseguì sino al luglio 1944, quando i Tedeschi furono scacciati da tutto il territorio dell'URSS. Alla fine della guerra, la Conferenza di Jalta riconfermò la linea Curzon come confine fra Polonia e Bielorussia. Nel dopoguerra la Nazione andò incontro a un graduale sviluppo industriale, mentre continuò a rivendicare una certa autonomia politica, tanto da avere una propria rappresentanza all'ONU. Alla fine degli anni Ottanta, la Bielorussia, favorita dalla serie di riforme democratiche promosse dal premier sovietico Michail Gorbaciov, avanzò proprie rivendicazioni indipendentiste. Nel luglio 1990 fu proclamata la sovranità della Repubblica; un anno più tardi, il 25 agosto 1991, venne dichiarata l'indipendenza, mentre l'8 dicembre a Brest i presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia siglarono un documento di scioglimento dell'Unione Sovietica e stabilirono la creazione di una Comunità di Stati Indipendenti (CSI), di cui Minsk sarebbe stata la sede operativa. Il patto venne ratificato ad Alma-Ata dai presidenti di 11 delle 14 Repubbliche ex sovietiche. A conferma della politica di riavvicinamento alla Federazione russa, manifestatasi in concomitanza all'accrescersi delle difficoltà economiche, nelle prime elezioni presidenziali del 1994 venne eletto il candidato filorusso Aljaksandr Lukashenko. Nel febbraio 1995, Minsk e Mosca firmarono un trattato di amicizia e cooperazione che permise alla Federazione russa di mantenere un proprio esercito all'interno dei confini bielorussi. Nei primi mesi del 1996, parte della popolazione manifestò contro la politica filorussa di Lukashenko e contro la repressione esercitata verso i gruppi politici di opposizione, come il Fronte popolare. Alla fine dell'anno, una riforma costituzionale diede maggiori poteri a Lukashenko, che accentuò il carattere autoritario del proprio Governo, imponendo limiti alla libertà d'espressione e ai diritti della persona. Nel 1997 Bielorussia e Russia sottoscrissero un accordo di unione che prevedeva una cittadinanza, un esercito e una moneta comuni; nel 1998, tuttavia l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico istituì a Minsk una missione permanente di osservatori per giudicare possibili violazioni dei diritti umani e politici denunciate dagli oppositori del premier. Il 19 maggio del 2000 infatti Mikhail Èiguir, capo dell'opposizione, venne condannato ed estromesso dalla corsa alle elezioni presidenziali di quello stesso autunno. In ottobre, quindi, si tennero le elezioni che scatenarono una serie di polemiche, che si concentrarono soprattutto nelle provincie dove l'affluenza era talmente bassa da rendere necessaria una nuova consultazione elettorale. Questa si tenne nel marzo 2001 e, nonostante le proteste, i risultati, favorevoli all'area di influenza del presidente, vennero considerati validi. Nel settembre dello stesso anno il presidente Lukashenko, che nel frattempo si era accordato con il presidente russo Putin per l'adozione di una moneta comune entro il 2008, venne rieletto in un clima di forte irregolarità, come sottolineato dai numerosi rapporti da parte di opposizione e osservatori stranieri. La violazione dei diritti umani perpetrata da Lukashenko indusse l'Ue a imporre dei limiti agli spostamenti sul proprio territorio dei diplomatici bielorussi. Il 17 ottobre 2004 il partito di Lukashenko vinse le elezioni legislative dopo che il suo leader, tramite referendum, aveva ottenuto l'abolizione della clausola che limitava a due il numero massimo di mandati presidenziali permessi per la stessa persona. Le elezioni presidenziali del marzo 2006, svoltesi in un clima di forte tensione, confermarono lo scontato trionfo di Lukashenko, che ottenne l'82,6% dei voti.

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LE CITTÀ

Minsk

(1.741.372 ab.). Capitale della Bielorussia, situata sulle rive dello Svisloc, affluente della Beresina, a 209 m s/m. È sede universitaria, dell'accademia di scienze e della biblioteca statale bielorussa. Minsk deve la propria fortuna economica alla posizione favorevole, al centro d'un vasto distretto agricolo. Tra gli insediamenti industriali situati nei pressi della città, rivestono notevole importanza gli stabilimenti siderurgici e meccanici, quelli per la lavorazione tessile, della birra e della carta. Minsk è anche un cruciale nodo ferroviario per le comunicazioni fra Mosca e Varsavia. Fondata verso la metà del XI sec., fu in seguito più volte distrutta, finché agli inizi del XII sec. formò un principato indipendente, annesso a Kiev nel 1129. Dopo l'invasione mongola, verso il 1240, la città passò sotto il dominio della Lituania, raggiungendo notevole prosperità nel corso del XV sec. quale capitale del voivodato omonimo dello Stato polacco-lituano. Nel 1654 fu tenuta per breve tempo dallo zar Alessio Michajloviè, passando poi a far parte della Russia con la prima spartizione della Polonia. Durante la prima guerra mondiale, fu occupata da truppe tedesche (febbraio-dicembre 1918), raggiungendo in seguito un notevole sviluppo industriale ed edilizio (automobili e trattori). Nel corso della seconda guerra mondiale, Minsk fu invasa dalle truppe naziste; da allora la città rimase sotto il controllo dei Tedeschi che operarono una dura repressione soprattutto nei confronti della comunità ebraica. Energica fu tuttavia la resistenza della città contro gli invasori, i quali subirono a Minsk gravi perdite di uomini e di mezzi, sebbene durante le operazioni di riconquista la località venisse in gran parte distrutta.

Gomel

(481.197 ab.). Città della Bielorussia, capoluogo dell'omonima provincia (40.400 kmq; 1.505.400 ab.), è posta sulla riva destra del Soz, affluente dello Dnepr, in una regione di paludi e boschi. Attorno al suo centro gravita un commercio assai sviluppato (lana, lino, legname) e sono situate importanti industrie (fonderie, fabbriche di macchine agricole, vetrerie, zuccherifici, molini). Notevoli sono il castello, ora museo di storia, e la cattedrale. Di notevole importanza strategica, nella seconda guerra mondiale, fu teatro di una grande battaglia e cadde in mano dei Tedeschi (1941), sino al 1943.

Mogilev

(365.102 ab.). Città della Bielorussia, capoluogo della provincia omonima (29.100 kmq; 1.169.200 ab.) e porto sul Dnepr, Mogilev è anche un importante nodo stradale e ferroviario. Attorno alla città sono insediate industrie legate all'attività agricola e zootecnica, oltre che fabbriche tessili, delle confezioni, chimiche, metalmeccaniche, conciarie, delle calzature. Sorta nel XIII sec., appartenne successivamente alla Lituania, alla Polonia e, dal 1772, alla Russia.

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PICCOLO LESSICO

Linea Curzon

Linea di confine provvisorio tra Polonia, Lituania e Russia, proposta nel 1919 dal ministro degli Esteri britannico George Nathaniel Curzon of Kedleston.

Russia Bianca

Altro nome della Bielorussia, indicata nelle fonti storiche a partire dal XIII sec. come Alba Ruthenia. Incerte sono le ragioni di tale denominazione, imputabile secondo alcuni alla prevalenza del colore bianco nel costume nazionale o all'aspetto dato alla regione dalle distese sabbiose, o per altri, infine, al rifiuto che i Bielorussi opposero sempre al pagamento del tributo in favore dei dominatori Tartari.

 

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