Mit. - Personaggio del ciclo troiano, re di Itaca,
figlio di Laerte e di Anticlea, marito di Penelope e padre di Telemaco. Le sue
vicende sono narrate nell'
Iliade, nell'
Odissea e nei poemi
ciclici. Tentò inutilmente di sottrarsi alla guerra di Troia (su
avvertimento dell'oracolo), fingendosi pazzo, e smascherò, a sua volta,
Achille, travestito da donna alla corte di Licomede in Sciro. Fondamentale fu il
suo apporto, basato su una spregiudicata scaltrezza, alla conquista di Troia: le
sue imprese più importanti furono il furto del Palladio (perpetrato
insieme a Diomede) e l'ideazione del cavallo di legno, fatale ai Troiani. Il
viaggio di ritorno nell'isola natale, narrato nell'
Odissea
(
Odysséus è il nome greco di
U.), si protrasse per
anni e fu costellato da peregrinazioni e pericoli, attraverso terre ignote e
incontri avventurosi: i Ciconi, i Lotofagi, il ciclope Polifemo, Eolo, i
Lestrigoni, la maga Circe, i Cimmeri, gli spiriti dell'Ade, le Sirene, Scilla e
Cariddi, la ninfa Calipso, i Feaci. Rientrato finalmente a Itaca, con l'aiuto
del figlio Telemaco uccise i pretendenti (Proci) della moglie Penelope, a lui
fedele. Secondo una tradizione che collega i miti dell'Occidente al ciclo
troiano,
U., sospinto dal desiderio di viaggiare e conoscere,
lasciò ben presto Itaca e intraprese nuove peregrinazioni, che lo
portarono in Arcadia, Tesprozia, nell'Occidente, in Italia; la tradizione
riguardante
U. si arricchì progressivamente di ulteriori viaggi in
terre sempre più lontane: Gallia, Caledonia, Germania, penisola iberica
(gli venne attribuita la fondazione di Lisbona). Il racconto più diffuso
vuole
U. ucciso inconsapevolmente da Telegono, il figlio avuto da Circe.
• Lett. - Il personaggio di
U. esercitò grande fascino sin
dall'antichità presso gli uomini di cultura; l'accento è caduto,
secondo la sensibilità delle epoche e degli autori, ora sulla sua
saggezza (è il caso, in particolare degli stoici), ora sul carattere
fraudolento della sua astuzia (come in Virgilio). Polibio, dal canto suo, lesse
in
U. le virtù del capo, in grado di guidare l'azione. Dante, nel
canto XXVI dell'
Inferno (l'eroe è punito per le sue frodi), mette
in risalto la sete di “virtute” e “canoscenza” di
U., ma al tempo stesso condanna il suo “folle volo”
(
U. scompare in mare, dopo essersi spinto oltre le colonne d'Ercole).
• Icon. - Gli episodi principali del mito di
U. trovano ampio
spazio nell'arte greca antica, a cominciare dal VI sec. a.C., nelle
raffigurazioni sui vasi; l'immagine di uomo forte e deciso si alterna con quella
di uomo provato dalle sue vicissitudini. Non ci sono pervenute le pitture greche
di età classica, mentre un ciclo di età augustea è
custodito nei Musei Vaticani. Anche nelle pitture etrusche, nei sarcofagi e nei
mosaici romani compaiono scene riguardanti l'eroe.