Pseudonimo di
Josip Broz. Uomo politico jugoslavo.
Membro di varie organizzazioni politiche e sindacali della socialdemocrazia
croata, partecipò alla prima guerra mondiale quale soldato dell'esercito
austro-ungarico, cadendo in mano russa nel 1915. Ritornato in Croazia nel 1920,
entrò a far parte del Partito comunista jugoslavo, subendo nel 1928 una
condanna a cinque anni di reclusione. Divenuto membro del Comitato centrale e
dell'Ufficio politico del partito (1934), a partire dal 1937 acquisì una
posizione di assoluto rilievo all'interno del movimento comunista jugoslavo,
assumendo nel 1939 la segreteria del partito. Nel corso della seconda guerra
mondiale,
T. guidò la lotta di liberazione contro i Tedeschi,
divenendo nel 1945, con l'appoggio anglo-americano, capo del Governo e ministro
della Difesa. I contrasti con l'Unione Sovietica, che si manifestarono in quegli
anni e che culminarono nella rottura con il Kominform (1948), spinsero
T.
a stringere legami politici ed economici con le potenze occidentali. La rottura
definitiva con l'Unione Sovietica si consumò, però, solo nel 1956
a seguito dell'intervento sovietico in Ungheria, ponendo fine a una fase di
distensione nei rapporti con Mosca iniziata negli anni immediatamente successivi
alla morte di Stalin (1953). Nei primi anni Sessanta,
T., presidente
della Repubblica dal 1953 (a vita dal 1963), si fece promotore del movimento dei
Paesi non allineati, che raccoglieva numerosi Paesi neutrali del Terzo Mondo.
Sul fronte interno, invece, alternò soluzioni accentratrici a misure di
cauta liberalizzazione, finché, per stemperare le crescenti tensioni
nazionalistiche interne, nel 1974 si adoperò per l'approvazione di una
Costituzione fortemente federalista (Kumrovec, Zagabria 1892 - Lubiana
1980).
Il maresciallo Tito