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Tintura.

L'atto e l'effetto del fare assumere a qualche cosa un colore diverso da quello originario. In particolare, l'attività del tingere tessuti, stoffe, indumenti, pelli e il modo con il quale la t. viene eseguita. ║ La sostanza usata per colorare o per tingere. ║ L'applicazione di una soluzione colorante sui capelli o la soluzione stessa. Le t. per capelli si distinguono in: permanenti, costituite da sostanze sintetiche incolori che penetrano nei capelli e vengono quindi ossidate con acqua ossigenata assumendo colori diversi; semipermanenti o dirette, costituite da coloranti sintetici o da estratti vegetali che si legano in modo reversibile ai capelli e vengono rimossi dopo alcuni lavaggi; temporanee, rappresentate da coloranti sintetici che aderiscono molto debolmente ai capelli e possono essere rimosse con un solo lavaggio. • Farm. - Nella chimica farmaceutica, denominazione di preparati liquidi ottenuti per azione di alcool o di altri solventi su sostanze vegetali essiccate (droghe) o, più raramente, su organi animali. In base al tipo di solvente utilizzato per l'estrazione, le t. possono essere alcoliche (V. ALCOOLITO), acquose, vinose, eteree, acetiche, ecc. Dato che la maggior parte delle t. odierne sono preparate con alcool, il termine non accompagnato da altra specificazione indica le preparazioni alcoliche. A seconda del numero di sostanze trattate durante la preparazione, le t. si distinguono inoltre in semplici e composte: le prime (le più diffuse sono quelle di belladonna, di valeriana e la t. di oppio) sono costituite da un'unica sostanza mentre le altre (fra le quali si ricorda il laudano) vengono preparate con una miscela di sostanze. La preparazione delle t. può essere effettuata per macerazione, per percolazione oppure per digestione. • Ind. tess. - Processo finalizzato a conferire a un manufatto tessile una colorazione stabile, regolare e duratura che penetri profondamente in tutto lo spessore del tessuto in maniera uniforme sia per quanto riguarda l'intensità sia per la qualità del colore. Il conferimento del colore al substrato tessile dipende infatti dall'adsorbimento, da parte della fibra, del colorante, dalla penetrazione di quest'ultimo all'interno dei pori e infine dal suo fissaggio, che può avvenire per via fisica, chimica o meccanica. Solitamente i coloranti per t. vengono classificati in base al loro comportamento tintoriale e alle condizioni di applicazione, tuttavia anche la costituzione chimica può essere assunta come criterio classificativo. ║ Classificazione dei coloranti: per le fibre naturali di origine animale (lana, mohair, cachemire, cammello, seta) si utilizzano di norma coloranti acidi, particolarmente indicati per tessuti leggeri, d'arredamento e per la maglieria, coloranti al cromo, che per le loro caratteristiche di elevata solidità alla luce e ai trattamenti a umido sono adatti alla t. della lana, coloranti premetallizzati, indicati in modo particolare per la seta grazie all'ottima solidità alla luce e al lavaggio, coloranti reattivi, caratterizzati da una grande brillantezza e da una notevole solidità al lavaggio, e coloranti al tino. Per la t. delle fibre naturali di origine vegetale (cotone, lino, canapa, iuta) si usano: coloranti sostantivi o diretti, caratterizzati da una discreta brillantezza ma da una scarsa resistenza alla luce e al lavaggio, coloranti al tino, ampiamente utilizzati per tingere articoli da bucato, tessuti da esterno e da arredamento, coloranti allo zolfo, dal punto di vista applicativo simili ai precedenti, coloranti reattivi, caratterizzati dalla vivacità dei toni e dall'elevata resistenza alla luce e al lavaggio, coloranti azoici a sviluppo, caratterizzati da toni brillanti e da un'ottima solidità alla luce e alla bollitura. Le fibre artificiali vengono trattate con coloranti diversi a seconda della fibra specifica: il raion, per esempio, viene tinto con coloranti sostantivi e reattivi mentre l'acetato con coloranti dispersi in fase acquosa. Spesso viene adottata la cosiddetta t. in massa, che consiste nell'incorporare direttamente nella soluzione del polimero gli opportuni pigmenti coloranti prima del passaggio attraverso le filiere. Per le fibre sintetiche, contraddistinte da strutture molto compatte e da un esiguo numero di gruppi atti ad interagire con le molecole dei coloranti, si ricorre a procedimenti ad alta temperatura e/o all'impiego di specifici trasportatori capaci di allentare i legami tra le catene macromolecolari. ║ Metodi e macchinari per la t.: la scelta del metodo di t. di un substrato tessile dipende dalla natura della fibra, dal tipo di colorante utilizzato e dalla presentazione del substrato, che può essere tinto in fiocco, in rocca, in subbio, in matassa e in pezza. Qualsiasi sia il metodo adottato, prima della t. vengono eseguite alcune operazioni preliminari delle quali la più importante è il candeggio. Il substrato in fiocco e i filati avvolti su rocca e in subbio vengono in genere tinti in apparecchi di acciaio inossidabile. All'interno una pompa reversibile fa circolare più volte il bagno di t. attraverso il materiale tessile. ║ Cenni storici: la t. dei tessuti risale all'epoca dell'antico Egitto. Già allora i tintori disponevano di una vasta gamma di coloranti naturali provenienti sia dallo stesso Egitto sia da altri Paesi, quali la Persia, l'India e la Cina, e praticavano la t. del lino al mordente. L'uso dei coloranti si diffuse anche in Occidente presso i Greci e i Latini e si sviluppò considerevolmente durante il Rinascimento. I coloranti allora più utilizzati, di origine naturale, venivano ricavati da sostanze come la cocciniglia, il campeggio, la robbia, lo zafferano, i licheni. Nella prima metà del Seicento venne messa a punto la mordenzatura al sale di stagno, che migliorò considerevolmente la resa e la solidità della t. In quel periodo i Fiamminghi introdussero la t. della lana in Inghilterra. Nel Settecento vennero introdotti i coloranti di origine minerale e fu migliorata la tecnica della mordenzatura. Al XIX sec. risalgono i primi coloranti a base di catrame di carbon fossile; da allora vennero introdotti numerosi coloranti di sintesi. ║ T. delle pelli: processo di lavorazione delle pelli da concia che consiste nel conferire alle pelli già conciate la tinta definitiva. I procedimenti di t. più utilizzati sono: la t. alla spazzola, utilizzata per le pelli pesanti da valigeria; la t. a spruzzo, adatta alle pelli al sommacco di concia fresca; la t. in barca, per pelli a concia vegetale e per il cuoio da legatura; la t. al tino, impiegata per pelli delicate; la t. al bottale, utilizzata per le pelli a cromo. Dopo la t. le pelli vengono sottoposte a un bagno di avvivaggio, quindi lasciate asciugare distese, inchiodate e, in alcuni casi, verniciate. • Tecn. - T. del legno: processo finalizzato a conferire al legno un determinato colore lasciando però trasparire la struttura del materiale e la t. stessa impiegata per raggiungere tale effetto. Il processo di t. del legno deve essere preceduto dal lavaggio con getto d'acqua bollente, dalla spugnatura, che serve a far risollevare le fibre compresse, e da una pomiciatura, che può essere ripetuta fra due mani successive di t. Quest'ultima viene effettuata con colori naturali di origine vegetale, animale o minerale, e con prodotti sintetici. Fra i coloranti vegetali si ricordano: la brasileina, rossa, il mallo di noce, rosso scuro, il quercitrone, giallo, il campeggio, rosso, e la robbia, rosso-arancio. I coloranti sintetici, oggigiorno i più utilizzati, derivano per lo più dall'anilina e dall'alizarina e possono essere acidi o basici.