Città dell'Umbria e capoluogo della provincia
omonima; è situata a 130 m s/m., in prossimità della confluenza
del torrente Serra nel fiume Nera. 107.640 ab. CAP 05100. • Econ. - Attivo
centro commerciale, è sede di industrie siderurgiche, meccaniche
(acciaierie e altiforni), idroelettriche, tessili, grafiche e per la lavorazione
delle materie plastiche. • St. - L'antica
T., fondata dagli Umbri
presumibilmente nel 672 a.C. con il nome di
Interamna Nahars o
Nahartium per la
sua ubicazione tra due fiumi, fu città
federata di Roma durante le guerre sannitiche e poi municipio romano
fiorentissimo dopo le guerre sociali. Devastata più volte in epoca
barbarica, prima da Totila (546) e poi da Narsete (554), per tutto il Medioevo
T. fu in lotta con le città rivali di Narni e Spoleto. Distrutta
(1174) da Cristiano di Magonza, resistette agli assalti di Federico II. Contesa
dall'Impero e dalla Chiesa, finì tra i possedimenti di quest'ultima alla
morte di Matilde di Canossa. Dopo la breve signoria degli Orsini, di Ladislao il
Magnanimo, re di Napoli (1408-14), e di Braccio da Montone (1416-23), la
città tornò definitivamente possesso della Santa Sede. Teatro di
guerre durante la prima campagna d'Italia delle truppe di Napoleone (1798),
passò sotto la giurisdizione francese durante il regime napoleonico. Nel
1867 da
T. mosse la colonna comandata da Giovanni ed Enrico Cairoli
diretta a Roma. La fondazione nel 1884 delle omonime acciaierie
(V. TERNI) diede alla città un notevole
impulso, esauritosi progressivamente quando il complesso ternano risentì
della crisi nazionale del settore siderurgico e della successiva urgenza di
riconversione industriale. • Archeol. - Le prime testimonianze di vita
protourbana nella zona risalgono al IX sec. a.C. Tra il 1905 e il 1913, durante
i lavori di ampliamento delle acciaierie di
T., fu riportata alla luce
una vasta necropoli che conteneva tombe a inumazione e tombe a cremazione
dell'Età del Ferro (secc. X-VIII a.C.). Vicino all'odierna stazione
ferroviaria furono rinvenute tombe a inumazione dei secc. VIII-VII a.C. •
Arte - Della città antica rimangono i resti dell'anfiteatro, del teatro e
delle mura. Tra gli edifici risalenti all'età medioevale spiccano la
chiesa romanica di San Salvatore, innestata in un edificio romano a pianta
centrale; la chiesa di San Pietro (XIV sec.) con il chiostro; palazzo
Mazzancolli (XIV sec.); i resti delle mura cittadine (secc. XII-XIII). Il teatro
comunale, andato distrutto nei due conflitti mondiali, è stato
completamente riedificato. La pinacoteca civica ospita opere insigni di B.
Gozzoli e N. Alunno. Nel palazzo Carrara (XVII sec.) ha sede la biblioteca
comunale, che raccoglie oltre 100.000 volumi e importanti collezioni di
manoscritti e incunaboli. ║
Provincia di T. (2.122 kmq; 222.893
ab.): si estende nell'Umbria meridionale. Il suo territorio, prevalentemente
collinoso, è coltivato in prossimità dei fondivalle della Nera e
del Tevere, nella piana orvietana e nelle conche di
T. e Narni a cereali,
vigneti, oliveti, barbabietole da zucchero, ortaggi. Diffusi i pascoli, i boschi
e le aree verdi protette quali il parco fluviale della Nera, tutelato dal 1995;
fiorente l'allevamento. Assai sviluppato è l'artigianato, soprattutto a
Piediluco e Orvieto (ceramiche, ricami, ferro battuto) e diffusa è la
media e piccola impresa. Le industrie principali sono localizzate a
T.,
Narni e Nera Montoro. L'economia locale si è involuta nei comparti
chimico e siderurgico, che maggiormente hanno risentito negli ultimi decenni del
XX sec. della crisi strutturale dell'industria pubblica. La conseguente
marginalizzazione economica e il crollo occupazionale nei grandi poli
dell'industria pesante hanno reso precaria la situazione socio-economica
dell'intera provincia. L'auspicata ripresa economica punta sui prodotti
alimentari DOC dell'Orvietano, sul crescente sviluppo turistico, sulle vaste
risorse idriche in grado di produrre energia.