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Tenore.

(dal latino tenor: tenuta, continuità, accento tonico). Comportamento, modo di procedere. ║ T. di vita: livello di vita, con riferimento alle possibilità economiche. ║ Tono, contenuto di uno scritto o di un discorso. ║ A t. di legge: in base a ciò che dispone la legge. ║ Proporzione di una sostanza in una soluzione o in una lega. • Mus. - Termine con cui viene designata la più acuta delle voci adulte maschili e il cantante che ne è dotato. Ha un'estensione che va dal do secondo al do quarto, coprendo di norma circa due ottave. Si distingue in: t. di grazia (Almaviva nel Barbiere di Siviglia), di tessitura acuta e dotato di agilità; t. lirico (a sua volta distinto in lirico spinto - Andrea Chénier -, lirico di mezzo carattere - Turiddu nella Cavalleria rusticana - e lirico vero e proprio - il Duca nel Rigoletto), che ha una voce più robusta e squillante, con grande risonanza espressiva; t. drammatico (Otello di Verdi), dotato di una voce dal timbro robusto, di grande potenza, talvolta vicina a quella del baritono nelle note centrali. Come solista, la voce del t. fu considerata secondaria nei secc. XVII e XVIII, cominciando invece ad assumere un ruolo di crescente importanza nel XIX sec. In seguito, con il Romanticismo e con la scomparsa dei cantori evirati il t. fu pienamente valorizzato e ricoprì il ruolo dell'eroe protagonista. ║ Termine che unito al nome di alcuni strumenti ne indica la tessitura, corrispondente a quella dell'analogo registro vocale. Si hanno per esempio un sassofono t., un trombone t., ecc., quando la loro voce corrisponde a quella umana di eguale estensione. ║ Chiave di t.: quella che indica la linea del do centrale e comprende un registro un po' più basso di quello del contralto.