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Tantra.

Voce sanscrita: ordito, trama; da cui: sistema [di dottrine]; da cui: libro. Termine con il quale si indicano numerosi testi esoterici di carattere prevalentemente mistico e magico, frutto di una pregressa e antichissima tradizione orale in cui confluirono insegnamenti, discipline e nozioni non solo estranei ma anche anteriori all'ortodossia brahmanica. Le dottrine esposte nei t. furono alla base delle forme di Induismo complessivamente note come Tantrismo (V.) e per molti versi identificabili con lo S'aktismo (V.). L'età di composizione dei singoli t. è assai varia e spesso difficile da stabilire: gli studiosi ritengono che i testi più antichi possano essere datati al V sec. e che la produzione letteraria di questo genere proseguì (vastissima) per qualche secolo. Alcuni dei t. giunti fino a noi sono scritti su supporti di corteccia o anche di foglie di palma: si tratta (ovviamente) di copie di copie, scritte in cattivo sanscrito o anche in dialetti pracriti o dravidici. Ciò testimonia l'ampia diffusione del Tantrismo, che interessò non solo i principali centri dell'India, ma anche le regioni più periferiche rispetto all'area di cultura sanscrita. La pluralità delle tradizioni spirituali che trovò espressione nei t., la varietà della forma, del contesto cronologico e geografico della loro composizione rendono impossibile un'unica definizione del loro contenuto che sia valida per tutti. Tuttavia sono riscontrabili elementi comuni: l'insegnamento (a carattere magico-esoterico) è rivolto a tutti, a prescindere dalla casta e dal sesso; vi si rilevano l'assimilazione di elementi autoctoni preari e un profondo sincretismo con le tradizioni filosofiche non brahmaniche; gli autori sono anonimi, non si può attribuire alcun testo a un singolo; la forma letteraria è quella del dialogo tra la divinità maschile e la sua s'akti (V.), cioè la personificazione femminile della sua energia; vi si afferma la possibilità per i fedeli di raggiungere la liberazione dal ciclo delle esistenze e l'unione con l'Assoluto mediante il retto esercizio del culto e di precisi rituali che sono appunto oggetto dell'insegnamento tantrico. Il linguaggio e il simbolismo sono volutamente criptici e destinati ai soli iniziati. In ambito induista, sono noti sia t. vishnuiti (tra cui le Samhitā, composte intorno al VII sec. e che indicano come divinità assoluta Vishnu, che creò l'universo per mezzo di S'rī, la sua s‘akti) sia s'ivaiti (tra cui i 28 Āgama del canone, che arrivano a 77 per lo s'aktismo). Sono t. a tutti gli effetti, però, anche componimenti buddhisti (alcuni dei quali raggiunsero la redazione scritta in epoca anteriore a quelli induisti, intorno al III sec.) e giainisti.