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Tagikistan.

Stato (143.100 kmq; 6.015.000 ab.) dell'Asia centrale. Confina a Nord con il Kirghizistan, a Est con la Cina, a Sud con l'Afghanistan, a Ovest e a Nord-Ovest con l'Uzbekistan. Capitale: Dušanbe. Città principali: Hudžand, Kuljab, Horugh. Ordinamento: Repubblica presidenziale facente parte della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Il capo dello Stato è eletto ogni cinque anni a suffragio diretto; la Suprema Assemblea, costituita da 181 deputati, è nominata anch'essa ogni cinque anni. Moneta: rublo tagico. Lingua ufficiale: tagico; è parlato anche il russo. Religione: musulmana sunnita; esistono minoranze di musulmani sciiti e ortodossi. Popolazione: è costituita da una maggioranza di Tagiki (63%), da Uzbeki (23,5%), da Russi (7,5%) e da svariate minoranze di nazionalità diverse, tra cui spiccano i Tatari e i Kirghisi.

GEOGRAFIA

Morfologia: il T. è in prevalenza montuoso. Metà della sua superficie totale supera i 4.000 m di altitudine, mentre solo un quinto di essa si trova al di sotto dei 1.000 m. Il territorio si estende dall'Āmū Daryā e dal Pamir, a Sud, fino alle imponenti catene dell'Alai e del Transalai a Nord; quindi, ancora più a Nord, si spinge fino alla conca di Fergana, percorsa dal Sīr Daryā. Dal punto di vista morfologico si possono individuare tre aree distinte. La prima, nella parte orientale, si identifica con il Pamir e l'Alai, e presenta massicci e catene montuose dalle cime assai elevate (Picco del Comunismo, 7.495 m; Picco Lenin, 7.134 m), valichi di grande altitudine (Ak-Berdi, 4.602 m; Bajtal, 4.712 m) e valli che non si abbassano mai a un'altezza inferiore ai 3.500 m s/m. Quest'area è inoltre caratterizzata dalla presenza di vasti ghiacciai e di fosse di sprofondamento riempite da laghi (Karakul', 3.950 m). I ghiacciai alimentano diversi fiumi (Gunt, Bartang) immissari dell'Āmū Daryā, che ha origine tra i rilievi dell'Hindū Kush. La seconda area, nella parte occidentale del Paese, presenta allineamenti montuosi di minore altezza (Monte Zeravšan, 5.489 m), orientati da Ovest verso Est e inframmezzati da vaste vallate fluviali (Kafirnigan, Vachš, Zeravšan). La terza area, situata a Nord, è costituita dalla conca di Fergana. ║ Idrografia: il T. è attraversato da numerosi fiumi, i più importanti dei quali sono, oltre all'Āmū Daryā e ai suoi tributari, il Sīr Daryā, il Kyzyl-Su, il Vachš, lo Zeravšan e il suo affluente Fan, il Kafirnigan. Numerosi, soprattutto nelle vallate orientali, sono i laghi che, insieme ai fiumi, agevolano la pratica dell'irrigazione. Tra i principali laghi vanno menzionati quelli di Karakul', Sorkul', Jašilkul' e Sarezskoe. Assai aride sono, invece, la vallata superiore dello Zeravšan e quella del suo affluente Fan, dove l'irrigazione non può essere praticata a causa della morfologia molto tormentata del terreno. ║ Clima: il T. presenta una forte continentalità, notevoli escursioni termiche e precipitazioni scarse. In particolare, la rigidità climatica caratterizza gli altopiani del Transalai, nella parte nord-orientale del Paese, dove le temperature medie oscillano tra i -8 °C e i -10 °C nel mese di gennaio, con minimi assoluti che raggiungono i -50 °C, e arrivano ai +14 °C nella stagione estiva. Le condizioni climatiche del T. occidentale costituiscono invece una via di mezzo tra quelle delle regioni montuose e quelle torride delle pianure vicine dell'Asia centrale. ║ La steppa, sfruttata per l'allevamento del bestiame nella stagione estiva, caratterizza gli altopiani sud-orientali del Transalai; la foresta, invece, è tipica delle zone occidentali del Paese.
Cartina del Tagikistan


ECONOMIA

In epoca sovietica l'economia del T., pur risentendo notevolmente della dipendenza da Mosca, era riuscita a volgere a proprio favore la situazione di apparente equilibrio derivante dall'isolamento internazionale e dalla chiusura del sistema. Con lo scioglimento dell'Unione Sovietica, la precarietà del sistema interno non tardò a venire alla luce, e i dissidi etnici e politici che lacerarono il T. negli anni 1992-93 non fecero che danneggiare ulteriormente le fragili strutture del Paese: il prodotto nazionale lordo scese ancora, mentre il tasso di inflazione crebbe fino a raggiungere il 2.000%. Anche in seguito la costante precarietà della situazione politica non rese agevole il miglioramento delle condizioni economiche: al contrario, il mantenimento del rublo come unità monetaria e la diminuzione del sostegno russo provocarono, insieme al taglio dei fondi necessari al pagamento degli stipendi, acute tensioni sociali e diedero inizio a un grave processo di impoverimento della popolazione. ║ Agricoltura: l'agricoltura, pur avendo a disposizione solo il 6% della superficie totale, costituisce la principale fonte di reddito del Paese. Tra le colture destinate a coprire il fabbisogno alimentare le più diffuse sono i cereali (frumento, orzo, avena, mais) e le patate. Destinazione commerciale ha invece il cotone a fibra lunga. Nella conca di Fergana vengono praticate la viticoltura e l'ortofrutticoltura, mentre nella valle di Gissar sono diffuse le oleaginose. Nelle aree irrigue viene allevato il baco da seta. Le zone asciutte sono sfruttate per praticare l'allevamento e un'agricoltura di sussistenza. ║ Allevamento: l'allevamento, praticato spesso in forma itinerante, è diffuso soprattutto sugli altopiani. Il patrimonio zootecnico del T. comprende, oltre a cammelli, pecore e yak, numerosi ovini e bovini. In particolare, tra i primi vanno menzionati la razza di Gissar per la produzione di carne, e la razza karakul' per quella della lana. ║ Industria: l'attività industriale del T. si è sviluppata tardi, affiancandosi all'artigianato locale e in parte sostituendolo. Sono presenti industrie metalmeccaniche, tessili, alimentari, elettrotecniche e chimiche. Tuttavia, data l'abbondanza locale di risorse minerarie (piombo, zinco, lignite, petrolio, gas naturale, mercurio, stagno, carbone, ferro, arsenico, bismuto, tungsteno, cromo, uranio, radio e oro, oltre a numerose pietre preziose), le grandi imprese operano soprattutto nel settore minerario. Il T. dispone inoltre di un'ottantina di centrali elettriche. ║ Commercio e comunicazioni: la bilancia commerciale del T. è in deficit; il commercio si svolge principalmente con i Paesi della CSI. I collegamenti interni sono limitati.

STORIA


Inizialmente il T. occupava una superficie geografica di maggiore estensione rispetto a quella attuale: in particolare, abbracciava quelle regioni dell'Asia centrale che, dopo il V sec., furono occupate dalla popolazione iraniana dei Tagiki, costretti a lasciare le loro dimore originarie per il sopraggiungere delle invasioni unne. Anche dopo la lunga soggezione al dominio dei nomadi turco-mongoli (alla quale si deve peraltro la diffusione della religione islamica tra i Tagiki), non assunse mai una fisionomia politica definita, ma rimase un territorio marginale dell'Impero persiano, conteso tra la Persia e gli Uzbeki nei secc. XVI-XVII, e tra l'Afghanistan e i canati di Bukara e di Kokand dal XVII al XIX sec. Quando i Russi conquistarono i due canati (1868 e 1876) e il Pamir settentrionale (1895), la maggior parte del T. passò sotto il dominio russo, mentre le regioni a Sud dell'Āmū Daryā restarono all'Afghanistan. Durante il regime sovietico i territori annessi alla Russia entrarono a far parte della Repubblica del Turkestan e di Bukara e, a partire dal 1924, furono costituiti nella Repubblica autonoma del Tagikistan. Nel 1929 il T. divenne una Repubblica federata dell'Unione Sovietica. In un primo tempo la crisi dell'Unione Sovietica sembrò non avere gravi ripercussioni sulla Repubblica asiatica: nelle elezioni del 1990, nonostante l'opposizione del Partito democratico e del Partito della rinascita islamica, i rappresentanti del Partito comunista ottennero la maggioranza dei seggi. Nell'aprile 1990 fu nominato presidente della Repubblica il comunista R. Machkamov: la sua partecipazione al tentativo di colpo di Stato dell'agosto 1991 lo costrinse tuttavia a dimettersi. Nel settembre 1991 il Governo di Dušanbe, che nell'agosto 1990 aveva già proclamato la sovranità della Repubblica, dichiarò l'indipendenza del T. Presidente della Repubblica indipendente divenne il comunista R. Nabiov. Ben presto, tuttavia, le conflittualità interne, determinate principalmente dalle forze d'opposizione che, con il sostegno delle popolazioni delle regioni meridionali e orientali, miravano a creare una Repubblica islamica, sfociarono in una lunga e sanguinosa guerra civile. Nel maggio 1992 il potere centrale costituì un Governo di coalizione con l'opposizione islamica; capo dello Stato fu nominato I.S. Rakhmanov. La mediazione così cercata non fece comunque cessare le operazioni di guerriglia che, ripresa alla fine di giugno, provocarono fughe in massa della minoranza etnica russa. I combattimenti tra gli Islamici e i sostenitori di Nabiov proseguirono anche dopo le dimissioni di quest'ultimo e la nomina a presidente di A. Iskandarov. Nel 1992 Dušanbe fu occupata da bande armate filocomuniste: gli Islamici furono costretti a fuggire, mentre il Governo centrale, pur non riuscendo a porre fine alla guerriglia, ristabilì la propria autorità sulla maggior parte del Paese. Le elezioni presidenziali del 1994 confermarono nella carica di capo dello Stato Rakhmanov, considerato l'uomo adatto a contenere gli islamici. Ma i combattimenti ripresero, con bombardamenti dall'Afghanistan e controffensive da parte russa. Nel 1994 rappresentanti del Governo e dell'opposizione islamica e liberale si riunirono a Mosca: Rakhmanov propose un progetto per una nuova Costituzione, approvata per via referendaria. Il presidente uscente fu comunque rieletto, anche se l'opposizione parlò di brogli elettorali. Due tregue ottenute grazie all'aiuto delle Nazioni Unite e un accordo firmato a Mosca alla fine del 1996 non furono sufficienti a porre fine ai combattimenti. La guerra civile terminò ufficialmente il 27 giugno 1997 con la firma a Mosca di un trattato di pace tra Governo e opposizione. Nonostante l'accordo, le violenze continuarono. In quattro anni la guerra provocò migliaia di morti, 600.000 profughi all'interno del Paese e 300.000 rifugiati negli Stati confinanti, distrusse gran parte dell'economia, in un Paese già poverissimo. Nel 1998 il Governo annunciò l'intenzione di accelerare il programma di privatizzazioni per incoraggiare gli investimenti. Le modifiche alla Costituzione approvate con un referendum nel 1999 contribuirono alla normalizzazione della situazione politica. Nelle elezioni svoltesi nello stesso anno venne rieletto Rakhmanov, con il 97% dei voti. Il risultato riaccese nel 2000 le violenze e gli sconfinamenti nelle aree di frontiera con l'Uzbekistan e il Kirghizistan, dove operavano bande di ribelli islamici in contrasto con il Governo centrale. Con le elezioni legislative del febbraio 2000 e la costituzione del nuovo Parlamento, la Commissione per la riconciliazione nazionale dichiarò ufficialmente concluso il processo di pace. Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle e il Pentagono, il T. appoggiò l'operazione antiterrorismo "Libertà duratura" lanciata dagli Stati Uniti a partire dall'Afghanistan. Dušanbe mise a disposizione degli Anglo-Americani le sue basi aeree, ma pose un limite alla sua collaborazione annunciando che non avrebbe consentito il transito di truppe statunitensi sul proprio territorio.