Città (1.191.043 ab.) dell'Iran settentrionale,
capoluogo dell'Azerbaigian orientale, a 1.348 m s/m., sul fiume Talkheh; sorge
in un'area resa fertile dall'irrigazione, all'incrocio delle vie di
comunicazione tra il Mar Nero e l'Oceano Indiano. • Econ. - Mercato
agricolo e centro commerciale di primaria importanza della Persia, produce ed
esporta rinomati tappeti, pelli, lane. L'industria è attiva nei settori
tessile e meccanico. • St. - Centro di grande rilevanza sin dai tempi di
Marco Polo,
T. ebbe il suo periodo di massimo splendore all'epoca
dell'invasione dei Mongoli. Nel XV sec. divenne capitale di uno Stato
indipendente che comprendeva l'Armenia e l'Azerbaigian. Nel XVI sec. e per tutto
il XVII sec. fu alternativamente sottoposta al dominio degli Osmanli e della
Persia, rimanendo oggetto di contesa fra le fazioni turche per tutto il XVIII
sec. Nel 1848 venne fucilato il Bab. Occupata dai sovietici nella seconda guerra
mondiale (agosto 1941), fu restituita all'Iran nel 1946. • Arte - Restano
poche testimonianze del suo glorioso passato a causa dei terremoti di grande
intensità cui è esposta l'intera area. Le rovine di maggiore
interesse artistico sono quelle della moschea ilkhanide, poi trasformata in
cittadella e della moschea azzurra (XV sec.) Rinomata per le sue miniature
già a partire dalla dominazione mongola, fu sede di un'importante scuola
di miniatori, diretta da Bihād sino agli inizi dell'epoca safawide nel XVI
sec.