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Superfìcie.

Il contorno di un corpo come elemento di separazione della regione dello spazio occupata dal corpo da quella circostante. Estensione dell'area che delimita esternamente un corpo. ║ S. della Terra o s. terrestre: la s. fisica della Terra nella sua totalità, cioè comprendendo sia la parte solida, sia la parte liquida. ║ S. territoriale: la s. totale di un territorio comprendente sia la s. improduttiva, cioè quella incoltivabile per sua natura oppure occupata da costruzioni, sia la s. produttiva, costituita dal complesso delle aree lavorabili e dei pascoli permanenti e dal territorio occupato dalle foreste. • Geol. - S. strutturale: parte superficiale di una formazione geologica non modificata da azioni di erosione, abrasione, ecc. • Dir. - Diritto di s.: diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo altrui una costruzione di cui si acquista la proprietà. Nel diritto romano, nacque come rimedio del concetto romano di proprietà, per cui apparteneva necessariamente al fondo tutto ciò che al fondo s'incorporava, quindi anche l'edificio. Dimostratasi questa concezione, col crescere della città e con lo sviluppo dell'edilizia, antieconomica, si introdusse l'uso di concedere ad altri, prima sui fondi dello Stato, poi della città, e infine sulle stesse aree private, il diritto di fabbricare e di godere a tempo o in perpetuo dell'edificio, dietro un corrispettivo annuo o col pagamento di una somma una tantum. Nel diritto giustinianeo la s. si configura come un diritto reale, e al superficiario sono concessi gli stessi rimedi giuridici che sono accordati al proprietario, nonché gli interdetti possessori. Nel Medioevo le concezioni germaniche importano il principio della doppia proprietà, sul suolo e sull'edificio; il risorgere del diritto romano riafferma l'unità del dominio. L'odierno diritto italiano considera il diritto di s. come una forma di proprietà immobiliare (proprietà superficiaria) che può avere inizio o da una concessione ad aedificandum o dall'alienazione di una costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà del suolo. • Chim. - Chimica delle s.: branca della chimica che studia le caratteristiche strutturali e di reattività delle s. dei solidi. Queste ultime, infatti, sono costituite da atomi o da ioni insaturi i quali, a causa del loro stato di insaturazione, possiedono un comportamento chimico diverso da quello degli atomi o ioni interni. La chimica delle s. non si limita ad analizzare lo strato più esterno, ma prende in esame anche quelli immediatamente sottostanti, dal momento che la presenza di una s. modifica la struttura elettronica e quindi le proprietà degli atomi appartenenti a questi strati. Essa infine studia quelle s. interne dei solidi che, come accade nei pori o nelle cavità di alcune strutture (ad esempio, zeoliti), sono accessibili a eventuali reagenti. Questi ultimi, interagendo con la s. di un solido, possono dare luogo a composti superficiali. I principali processi nei quali la chimica delle s. gioca un ruolo importante sono: la corrosione, la lubrificazione, la catalisi eterogenea, l'adesione di strati protettivi, l'elettrochimica degli elettrodi. Ciascuna delle tecniche d'indagine impiegate è volta a mettere in evidenza particolari aspetti della struttura superficiale e possiede una diversa sensibilità nei confronti delle proprietà di s. Tra le principali metodiche utilizzate si ricordano: la microscopia elettronica, le tecniche spettroscopiche e quelle diffrattive. La microscopia elettronica consente di fare una valutazione complessiva della s. mettendo in evidenza i contorni, i grani e gli eventuali difetti. In particolare, mediante il microscopio elettronico a scansione è possibile analizzare il fascio di elettroni proveniente da una particolare e piccolissima area del campione e altri segnali prodotti dall'interazione del fascio di elettroni con il campione, dai quali vengono acquisite preziose informazioni sulla composizione chimica della s. Alcuni particolari microscopi elettronici a scansione consentono persino di mappare la s. e renderne distinguibili i singoli atomi. Per l'analisi chimica di specifici distretti superficiali vengono largamente impiegate le microsonde, strumenti nei quali il fascio collimato di elettroni, fotoni o ioni che viene emesso colpisce il campione e provoca la formazione di una radiazione secondaria caratteristica. Le spettroscopie elettroniche, la spettroscopia ottica di s. e quella di fotoemissione si basano tutte sull'utilizzo di particelle sonda: queste scambiano energia con il sistema provocando l'eccitazione dei livelli elettronici o vibrazionali. L'analisi dell'energia degli elettroni emessi (riflessi o trasmessi), condotta mediante opportuni dispositivi, consente di trarre informazioni sulle caratteristiche chimiche e strutturali degli atomi della s. Le principali tecniche diffrattometriche sono: la diffrazione di elettroni lenti, in grado di fornire informazioni circa la posizione degli atomi superficiali (informazioni comunque non sufficienti per definire in modo univoco la struttura della s.), e la diffrazione di fasci molecolari, mediante la quale è possibile conoscere la struttura della nube elettronica degli atomi superficiali utilizzando fasci quasi monoenergetici di elio, neon, idrogeno, deuterio. • Ind. chim. - S. specifica: termine con il quale viene indicata la s. totale delle particelle presenti in un grammo di una sostanza in polvere. Nel caso dei catalizzatori, questo parametro è estremamente importante, in quanto è indice della probabilità che queste molecole hanno di intervenire nelle reazioni: più grande è la s., maggiore è infatti questa probabilità. • Mat. - In geometria analitica, figura dello spazio cartesiano caratterizzata da un'equazione del tipo f (x, y, z) = 0, dove f è una funzione definita in una regione A dello spazio, aperta e non vuota. Le coordinate di ciascun punto P appartenente alla s. sono date, quindi, dalle soluzioni dell'equazione f (x, y, z) = 0; risolvendo, se possibile, l'equazione rispetto a una variabile, si ottiene l'equazione z = g(x, y), che permette di rappresentare la s. come grafico della funzione g(x, y). La s. si dice parametrica se le coordinate dei suoi punti dipendono da due parametri u, v: x = x(u, v), y = y(u, v), z = z(u, v), dove le tre funzioni x(u, v), y(u, v), z(u, v) sono definite nello stesso dominio D del piano (u, v), sono supposte differenziabili e stabiliscono una corrispondenza biunivoca tra i punti del dominio D e la s. Indipendentemente dal sistema di riferimento, una s. rappresentabile analiticamente mediante l'equazione f(x, y, z) = 0 si dice algebrica se la funzione f è un polinomio; in caso contrario si dice trascendente. Data una s. algebrica S, si dice ordine della s. il grado del polinomio f che la definisce, pari al numero di intersezioni della s. con la generica retta dello spazio. Si definisce classe della s. il numero di piani tangenti che possono essere condotti da una retta generica alla s.; un punto appartenente alla s. si dice s-plo se la generica retta per esso ha s intersezioni coincidenti con la s. nel punto stesso; una curva di punti s-pli giacente sulla s. viene detta curva s-pla. Una s. rappresentabile analiticamente mediante l'equazione f(x, y, z) = 0 si dice differenziabile se la funzione f è differenziabile. Data una s. differenziabile, si chiama retta tangente alla s. in un generico punto P0 di coordinate (x0, y0, z0) ogni retta passante per P0, tangente a qualche curva giacente sulla s.; l'insieme delle rette tangenti alla s. in un punto prende il nome di cono tangente, che si riduce a un piano tangente se il punto in esame è ordinario, cioè quando le derivate parziali della funzione f, valutate in (x0, y0, z0), non sono tutte nulle. Due s. aventi lo stesso piano tangente in un dato punto vengono dette tangenti in quel punto. Si definisce normale a una s. in un dato punto la retta normale al piano tangente alla s. in quel punto; si definiscono, poi, tangenti di curvatura o tangenti principali in un punto le tangenti mutuamente perpendicolari che, insieme alla retta normale, individuano le due sezioni (sezioni normali principali) aventi curvatura massima e minima rispettivamente, nell'insieme delle sezioni normali. Infine, si definiscono curvatura media in un punto la somma delle curvature delle sezioni normali principali, e curvatura totale il loro prodotto. ║ S. analitica: s. rappresentata da una funzione analitica. ║ S. apparente: con riferimento a un elemento di s. dS e a un punto O fuori di esso, proiezione ortogonale di dS sul piano normale alla retta a congiungente O con il centro di dS, e passante per tale centro. Se l'angolo formato dalla retta a e dalla normale a dS misura α, l'area dΣ della s. apparente è data dalla relazione dΣ = dS cosα. ║ S. applicabili: s. aventi la stessa metrica, cioè la stessa prima forma quadratica fondamentale. ║ S. di area minima: s. passante per una linea chiusa dello spazio, fissata, avente area minima nell'insieme di tutte le s. passanti per tale linea. ║ S. circolare: s. algebrica contenente il cerchio all'infinito di tutte le sfere dello spazio. ║ S. elicoidale: s. generata dal moto rigido elicoidale di una linea l. Se l è una retta, la s. che si ottiene è un elicoide rigato. ║ S. inviluppo: s. considerata come l'insieme dei suoi piani tangenti. ║ S. podaria: con riferimento a un punto P appartenente a una data s., luogo descritto dai piedi delle normali condotte da P ai piani tangenti alla s. assegnata. ║ S. razionale: s. algebrica tale che esiste una corrispondenza birazionale tra i suoi punti e i punti di un piano. ║ S. riducibile: s. algebrica rappresentata da un polinomio riducibile. Essa è data dalla somma di due componenti proprie, ciascuna delle quali è a sua volta una s. algebrica. ║ S. rigata: s. costituita da infinite rette. Una s. rigata le cui rette generatrici si incontrano in un determinato punto V0 si dice cono di vertice V0; caso particolare è il cilindro, geometricamente definito come il cono avente vertice all'infinito. ║ S. di rotazione: s. generata dal moto rigido di una curva intorno a una retta fissa, detta asse di rotazione. Ogni punto P appartenente alla curva descrive una circonferenza, detta parallelo della s., che ha centro sull'asse e giace nel piano passante per P e normale all'asse. La sezione della s. con un piano passante per l'asse e avente una qualsiasi delle infinite direzioni possibili prende il nome di meridiano. S. di rotazione sono il cono rotondo e il cilindro rotondo. ║ S. sviluppabile: s. applicabile sopra un piano. ║ S. topologica: insieme di punti tali che l'intorno di ogni punto, non appartenente al bordo della s., sia una cella di dimensione due. ║ S. di traslazione: s. generata dal moto rigido traslatorio di una curva. ║ S. unilatera: s. tale che la normale orientata in un suo punto P cambia orientamento facendo percorrere a P un opportuno cammino chiuso sulla s. stessa. In caso contrario la s. si dice bilatera.