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Steppa.

Formazione vegetale caratterizzata da erbe annuali o perenni, diffusa nelle regioni tropicali, subtropicali e temperate, con periodi piovosi brevi. ║ Flora: la vegetazione della s. è costituita principalmente da piante a breve ciclo vegetativo, come alfa, sparto e artemisia, xerofite, distribuite sul terreno in modo molto distanziato, così che lo sviluppatissimo apparato radicale di ciascuna di esse possa disporre di un cospicuo volume di terreno dal quale trarre l'acqua necessaria alla sopravvivenza; più rare sono, invece, le piante erbacee perenni. Durante la corta stagione delle piogge le s. si ricoprono di erbe rigogliose, folte e di fiori dai colori vivaci, mentre durante i lunghi periodi siccitosi assumono un aspetto desolato, molto simile a quello dei vicini deserti. Le s. sono diffuse sia nell'emisfero settentrionale sia in quello australe e sono presenti un po' in tutti i continenti: in America si trovano le pampas argentine, nelle quali prevalgono le graminacee, e le s. messicane, ricoperte da numerose varietà di specie erbacee intercalate, nelle zone con temperature più alte e umidità minore, da agavi, euforbie, piante grasse e cactus che conferiscono all'intero paesaggio un aspetto caratteristico. S. estese sono presenti anche nel continente eurasiatico e in particolare in Ucraina, Ungheria e Siberia meridionale, dove il terreno, costituito in prevalenza dalla cosiddetta terra nera, è particolarmente fertile, e perciò adatto per le coltivazioni del grano, delle graminacee in genere e della barbabietola. S. bianche sono presenti in prossimità del Mar Caspio su terreni salini, sui quali è in grado di crescere una magra vegetazione di piante erbacee e arbustacee alofile. In Siberia, tra i fiumi Ob e Irtys, esistono aree steppiche intervallate da zone palustri. ║ Fauna: la s. presenta una fauna piuttosto ricca. Numerosi sono gli ungulati, di solito di grandi dimensioni, i roditori, solitamente notturni, i rettili, gli insetti, specialmente quelli saltatori e scavatori, mentre più rari sono i molluschi e gli anfibi. Tipica di tale fauna è l'abitudine a riunirsi in gruppi per difendersi e per cacciare e la consuetudine a compiere lunghe migrazioni a causa delle forti variazioni climatiche e per ricercare pascoli più freschi e nuove fonti d'acqua. Gli uccelli che abitano le s. hanno quasi tutti abitudini migratorie; le poche specie stanziali delle s. asiatiche comprendono otarde, gru, sirratti e, soprattutto in Mongolia e in Manciuria, fagiani reali e fagiani orecchiuti. ║ Agricoltura: fino all'avvento delle prime utilizzazioni agricole, la s. ha rappresentato un ambiente naturalmente povero o addirittura privo di risorse, per il quale il concetto di impiego agrario era limitato all'esercizio di una pastorizia nomade o seminomade. In questa condizione si trovano ancora oggi i terreni steppici più poveri, disposti nelle aree subdesertiche e destinati all'allevamento delle mandrie di cammelli, di dromedari e di ovini, e i terreni più vicini alle zone subaride, impiegati come pascoli anche per le mandrie di bovini. In tempi più recenti, vaste aree originariamente steppiche sono diventate terreni agricoli in grado di rendere economicamente molto meglio dei terreni destinati al semplice allevamento. La trasformazione di terreni steppici da pascolo in terreni coltivabili, tuttavia, ha comportato un radicale cambiamento di mentalità e di abitudini delle popolazioni che da nomadi si sono trasformate in stanziali. In tempi ancora più recenti l'enorme sviluppo della tecnologia legata all'agricoltura, e in particolar modo alla cerealicoltura, ha consentito di sfruttare molte aree primitivamente steppiche in modo ancor più specifico realizzando immense colture cerealicole. • Arte - Arte delle s.: insieme delle produzioni artistiche, risalenti in gran parte all'Età del Bronzo, delle popolazioni nomadi o seminomadi, principalmente dedite alla pastorizia, che occupavano le immense s. eurasiatiche, estese dalla Mongolia all'Ungheria e dalla tundra boreale alle campagne cinesi. In questi sconfinati territori, a partire dalla prima metà del II millennio a.C. fino alla fine del I millennio d.C., si è diffusa una forma d'arte, a scopo ornamentale, nella quale si riconoscono alcuni caratteri comuni, che risentono dell'influenza delle culture cinese, iranica e mediterranea. Caratteristica principale di quest'arte è la stilizzazione lineare di motivi naturalistici, per lo più animalistici, usata per decorare il vasellame, le armi e le lamine delle bardature dei cavalli. Nonostante i caratteri unitari, l'arte delle s. può essere divisa in tre grandi correnti stilistiche collegate ma diverse, che corrispondono a tre distinte aree storico-geografiche: l'Altaj, l'Ordos e la Scizia (Russia europea meridionale). Nella zona altajca sono stati rinvenuti i grandi tumuli di Pazyryk, risalenti al V sec. a.C., che hanno restituito intatti corredi funerari e numerosi oggetti in metalli preziosi. L'altopiano dell'Ordos, a ridosso della grande muraglia cinese, ha conservato molti bronzi (i più recenti sono datati al III sec. a.C.), che rappresentano linci, cervidi, stambecchi, sempre definiti da una controllatissima stilizzazione. La cultura artistica degli Sciti risulta molto legata all'Iran, ma risente anche degli influssi ellenici che, con il tempo, hanno finito col diventare preponderanti portando l'arte locale a evolvere in senso più realistico: i pezzi di oreficeria, per esempio, venivano preparati da artigiani ellenici che lavoravano per le colonie del Mar Nero e per i re della s. Intorno al II sec. a.C. la terra degli Sciti fu invasa dai Sarmati e il prevalere di questi ultimi riportò l'arte figurativa della Russia meridionale a forme di stilizzazione sempre più decorativistiche, arricchite da elementi coloristici quali smalti, vetri e pietre preziose. Accanto alle raffigurazioni di animali apparve quindi l'uomo. Con le successive invasioni dei Goti e degli Unni, tale tipo di decorazione, che in questa regione si mantenne a lungo, si diffuse anche nell'Europa occidentale, ove per tutto il I millennio d.C. andò incontro a una diffusione vastissima, influenzando in maniera imponente gli stili barbarici come l'arte dei Vichinghi e la prima arte cristiana dell'Europa settentrionale.