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Siciliano.

Abitante, nativo della Sicilia. ║ Dialetto italiano meridionale, parlato in Sicilia. ║ Con valore di aggettivo, della Sicilia. • Lett. - Scuola s.: movimento letterario del XIII sec. che ebbe come centro la corte di Federico II, re di Sicilia, e dei suoi figli, Manfredi ed Enzo. La denominazione risale a Dante (De vulgari eloquentia, I, XII, 4). I poeti che aderirono a questa corrente letteraria utilizzarono il volgare s., per quanto depurato dall'influenza della lingua provenzale, del francese e del latino ed elevato a strumento d'arte. Essi erano per lo più notai o funzionari di corte che si dilettavano a scrivere versi. I principali esponenti del movimento (tutti di origine s.) furono: Giacomo da Lentini, Odo delle Colonne, Stefano Protonotaro, Guido delle Colonne, Mazzeo di Ricco, Tommaso di Sasso, Ruggero o Ruggerone da Palermo. Non mancarono, tuttavia, poeti meridionali, quali Pietro della Vigna, Rinaldo d'Aquino, Giacomino Pugliese, Folco di Calabria, Iacopo d'Aquino. Altri, di regioni diverse, si uniformarono al linguaggio della corte: Perzivalle Doria, Folcacchiero Folcacchieri, Paganino di Sarzana, Tiberio Galliziani, Compagnetto da Prato, Inghilfredi. Nella poesia s. si ravvisano chiari riflessi della poesia provenzale, sia nel contenuto, sia nella forma. Analogamente alle produzioni d'oltralpe, infatti, anche in Sicilia prevalse il tema dell'amore cortese, che è fine a se stesso e non necessita, per essere tale, della corrispondenza da parte della donna; si tratta di un sentimento che è sinonimo di vassallaggio, di devozione. Quanto alla forma, ebbe luogo una rielaborazione metrica della canzone provenzale, che si definì in Sicilia come misto di settenari ed endecasillabi. Accanto ad essa fu frequente l'uso della canzonetta, costituita esclusivamente da settenari, e del sonetto, la cui invenzione si deve a Iacopo Mostacci. In seguito alla dissoluzione della dinastia sveva, l'indiscusso centro letterario della penisola divenne la Toscana e il volgare di questa regione fu innalzato a nuova lingua nazionale. Numerosi, tuttavia, furono gli influssi della scuola s. sui Toscani, sia nel contenuto della nuova produzione, che in vari elementi fonetici e lessicali. • Artig. - Sfilato s.: elegante ricamo realizzato mediante la ripetizione regolare e ininterrotta di punti su punti. • Zool. - Espressione con cui si indicano alcune razze di animali, e in particolare: 1) una razza di cavalli proveniente dall'Oriente e diffusa in tutta la Sicilia, caratterizzata oltre che da una particolare resistenza alla fatica anche da un'andatura molto rapida; 2) una razza di bovini presente in tutta la Sicilia, suddivisa nelle tre sottorazze dette modicana (la più prestigiosa), mezzaluna e montanina; 3) una razza di pecore dal mantello bianco (solo raramente scuro o nero) e dalla testa macchiata di nero, in grado di fornire un'abbondante quantità di lana con una sola tosatura. • Geol. - Termine cronostratigrafico che venne utilizzato per la prima volta nel 1872 da P. Doderlein in riferimento al piano superiore del Pleistocene inferiore, di facies marina. Caratterizzati da forme di climi freddi, i terreni del S. si trovano in Sicilia, specie nei dintorni di Palermo, in Calabria e sulle coste del Tirreno.