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Servìzio.

(dal latino servitium, der. di servus: schiavo). Atto del servire e condizione di chi è servo. ║ Per estens. - Assoluta dedizione nei confronti di qualcuno o di qualcosa: sono al vostro s. ║ Frequente in formule di cortesia: sempre al suo s. ║ Attività lavorativa effettuata in casa altrui come domestica: lo scarso stipendio del marito la costringe ad andare a s. Donna a mezzo s.: quella che lavora solo per mezza giornata. ║ Donna a tutto s.: quella che lavora per l'intera giornata. ║ Di s.: in relazione ai dipendenti di una casa e a tutto quanto è loro riservato (porta di s.).I s.: l'insieme degli impianti igienici di cui è fornita un'abitazione. ║ Attività lavorativa di un prestatore di lavoro subordinato presso un ente pubblico o privato: prendere s. Stato di s.: attestato su cui sono indicati in ordine cronologico le attività svolte, i movimenti e i trasferimenti di un dipendente. ║ In locali pubblici, quali ristoranti, bar, alberghi, l'attività di servire i clienti; anche il modo in cui tale s. viene espletato: il s. è stato ottimo. ║ S. all'italiana: si ha quando il cameriere porta a ciascun commensale il proprio piatto, dopo averlo preparato in cucina. ║ S. alla francese: si ha quando ogni commensale si serve dal piatto di portata presentato dal cameriere. ║ S. all'inglese: si ha quando è il cameriere che preleva la vivanda dal vassoio di portata e la serve nel piatto di ciascun commensale. ║ S. al guéridon: si ha quando il vassoio di portata viene appoggiato su un tavolinetto, detto guéridon appunto, su cui lo chef prepara le vivande da presentare poi in tavola. ║ S. di buffet: si ha quando i commensali prelevano cibo, vino e bibite da una tavola appositamente apparecchiata. ║ Con significato generico, svolgimento della propria attività; anche turno di lavoro: è sempre di cattivo umore quando è in s.Di s.: in relazione a tutto ciò di cui si fa uso per ragioni concernenti la propria attività o che è stato concesso al fine di facilitare l'esercizio delle proprie mansioni: appartamento di s.Francobolli di s. o ufficiali: tipo particolare di francobolli, oppure francobolli comuni su cui compaiano in sovrastampa o in perforazione parole o segni, emessi a uso esclusivo degli uffici governativi o dei funzionari di Stato. In alcuni Stati ve ne sono di tanti tipi quanti sono i ministeri e gli enti governativi che possono usufruirne. In Italia, dopo una prima emissione nel 1875, nel 1878 i francobolli di s. vennero aboliti, mentre quelli già pronti per essere utilizzati vennero sovrastampati e impiegati per la corrispondenza ordinaria. ║ Favore, cortesia: non so come ringraziarti di questo s. ║ In senso ironico, sinonimo di brutto tiro: mi avete reso proprio un bel s.! ║ Fig. - Faccenda, affare: ho vari s. da fare. ║ In relazione a oggetti, l'uso che se ne fa o i vantaggi che ne possono derivare: la giacca che ho acquistato lo scorso anno mi ha reso un bel s. ║ Funzionamento di un meccanismo, specie nell'espressione essere fuori s.: il distributore automatico di bibite è fuori s. ║ Insieme di oggetti che servono a un determinato scopo: un s. da caffè. ║ S. da tavola: ogni serie completa di stoviglie, bicchieri, posate e tovagliato per apparecchiare la tavola. ║ S. all'americana: quello in cui, al posto della tovaglia singola, si utilizzano tovagliette di tessuto pesante, da disporre davanti a ogni commensale. ║ Per estens. - Complesso di oggetti fra loro coordinati, ciascuno dei quali è deputato ad assolvere una particolare fase di una medesima operazione: s. da barba. È sinonimo di set. ║ Serie di prestazioni organizzate su vasta scala dallo Stato o da un ente pubblico e destinate a provvedere ai bisogni della collettività: s. ferroviario. ║ Per estens. - Insieme di persone o di uffici atto a fornire tali prestazioni. ║ S. sociale: il complesso dei s. di assistenza materiale, morale e psicologica offerti da soggetti pubblici o privati per il miglioramento del benessere sociale. In relazione al destinatario, tali s. si distinguono in individuali, di gruppo o di comunità. Il s. sociale dei casi individuali si rivolge all'individuo socialmente anormale, di cui analizza gli elementi condizionanti e si sforza di eliminare o ridurre le cause dei bisogni. Il s. sociale di gruppo si esplica nella realizzazione di varie attività, culturali, ricreative, sportive, ecc., nelle quali il singolo diviene oggetto d'attenzione in quanto parte di un gruppo. Il s. sociale di comunità, infine, opera su basi collettive ed è finalizzato al miglioramento della situazione degli individui. ║ S. di difesa: in seguito all'approvazione della L. 24-10-1977, n. 801, la direzione politica generale e il coordinamento dei s. per le informazioni e la sicurezza sono stati affidati al presidente del Consiglio dei ministri, che si avvale della collaborazione del CIIS (Comitato Interministeriale per le Informazioni e la Sicurezza) e del CESIS (Comitato Esecutivo per i S. di Informazione e di Sicurezza). L'attività operativa viene esplicata dal SISMI (S. per le Informazioni e la Sicurezza MIlitare) e dal SISDE (S. per le Informazioni e la Sicurezza DEmocratica): il primo, alle dipendenze del ministro della Difesa, assolve ai compiti informativi per la sicurezza sul piano militare e ai compiti di controspionaggio all'estero; il secondo, alle dipendenze del ministero degli Interni, attende ai compiti informativi a tutela della sicurezza interna delle istituzioni. Semestralmente, il presidente del Consiglio è tenuto a una relazione sull'attività dei s. in presenza del Parlamento, e in particolare di un comitato, istituito in seno al Parlamento stesso, formato da quattro deputati e quattro senatori. Al presidente del Consiglio spetta anche la decisione sul finanziamento delle attività dei s. e sulla ripartizione delle risorse tra CESIS, SISDE e SISMI. • Dir. amm. - Fino alla seconda metà del XIX sec. prevalse la convinzione che allo Stato fossero esclusivamente riservate le attività di manifestazione del potere d'imperio. Soltanto in seguito anche le attività di interesse collettivo vennero parimenti esercitate dallo Stato e qualificarono quest'ultimo come Stato sociale, ovvero come Stato che si pone come fine la soddisfazione dei bisogni dei cittadini che ne fanno parte. L'obiettivo suddetto è stato perseguito in duplice modo: con l'attribuzione all'autorità amministrativa di determinati poteri su specifiche attività private di interesse pubblico e con l'assunzione e la gestione diretta dei s. di interesse pubblico da parte dello Stato e degli enti pubblici territoriali. In Italia sono state realizzate entrambe le prospettive: se numerose leggi hanno regolamentato le attività private di interesse pubblico (ad esempio, il commercio, l'attività farmaceutica, le professioni di medico e di avvocato), numerose altre hanno attribuito allo Stato e agli enti pubblici territoriali la gestione di attività di interesse sociale (ad esempio, le poste, la telefonia, le ferrovie). Dalla disciplina legislativa concernente l'esercizio dei pubblici s. si ricava la definizione stessa di pubblico s. quale prestazione di un'attività economicamente e socialmente rilevante a favore dei cittadini, considerati sia come singoli che come collettività. Un'attività è a favore dei singoli quando si instaura un rapporto particolare fra ente e singolo (è il caso del s. ferroviario), mentre è a favore della collettività quando soddisfa un bisogno di tutti, senza che ne derivi per questo un rapporto tra amministrazione e utente del s. (è il caso dell'illuminazione pubblica). I s. si suddividono in obbligatori e facoltativi: sono facoltativi quelli che un ente pubblico può assumere con proprio atto amministrativo; sono obbligatori quelli che una norma di legge pone a carico dello Stato o di altri enti pubblici. È compito dell'amministrazione pubblica stabilire regole idonee a disciplinare l'esercizio del s., quali ad esempio il pagamento di un prezzo o di una tassa. La prestazione del s. può essere a carico dell'ente gestore oppure di un concessionario; quest'ultimo, nel prestare il s. suddetto, è tenuto a osservare i modi precisati nell'atto di concessione ed è periodicamente soggetto a controlli. • Dir. pen. - Penalmente è considerato incaricato di un pubblico s. colui che, a qualunque titolo, presta un pubblico s., quest'ultimo inteso come qualunque attività d'interesse pubblico, a esclusione delle funzioni pubbliche (art. 357 Cod. Pen.) e dei s. di pubblica necessità. Un s., per essere tale, deve essere perciò privo delle mansioni d'ordine e delle prestazioni d'opera materiale. • Mil. - S. militare o di leva: prestazione obbligatoria dei cittadini a favore delle Forze armate del proprio Paese al fine di partecipare, in caso di necessità, alla sua difesa. Il s. militare costituisce la base della difesa della maggior parte degli Stati (a eccezione del Regno Unito e degli Stati Uniti che hanno fatto ricorso ad esso soltanto nel periodo compreso fra la prima e la seconda guerra mondiale) e viene assolto mediante un periodo di s. continuativo oppure più periodi intervallati di una determinata durata. Implica la limitazione o sospensione temporanea di alcuni diritti individuali, parallelamente all'assunzione di particolari obblighi. Oltre alla leva obbligatoria vi sono altre due forme classiche di s. militare: il volontariato militare, cui si accede mediante bando di arruolamento, e la scelta volontaria del s. militare obbligatorio, per cui, fermo restando l'obbligo del s. militare, si fa domanda per esercitarlo in una determinata qualifica (in corpi speciali, oppure come partecipanti a missioni di mantenimento della pace). Dal 1989, tutte le grandi democrazie occidentali hanno manifestato la tendenza a diminuire la durata del s. militare obbligatorio, allargando nel contempo le esenzioni per cause diverse; parallelamente ha acquisito concretezza sempre maggiore la proposta di trasformare il s. militare obbligatorio in volontario. A favore di questo progetto si possono citare: la maggiore efficienza bellica, la diminuzione dell'importanza delle riserve istruite, il minor impatto sull'opinione pubblica in caso di eventuali perdite. Per contro, tra gli aspetti negativi si annoverano: le ingenti spese necessarie per attuare la transizione verso il volontariato, il rischio di ridurre la solidarietà civica e sociale, la competizione con le forze di polizia nel reclutamento di volontari in costante diminuzione, la difficoltà di attribuire a personale istruito una qualifica inferiore a quella di ufficiale. Numerose sono state inoltre le proposte di istituire s. sociali sostitutivi al s. militare, e ciò sia per ragioni di giustizia sociale (ad esempio, consentire anche alle donne di prendere parte al s.), sia per risolvere il problema dell'obiezione di coscienza. Tra i s. sostitutivi potrebbero rientrare quello dei vigili del fuoco (già contemplato dalla legislazione italiana), il s. ausiliario negli ospedali, la difesa dell'ambiente e del patrimonio artistico, la disciplina stradale, ecc. ║ Istituito per la prima volta nelle città greche, il s. militare obbligatorio interessava esclusivamente i cittadini abbienti, i soli in grado di equipaggiarsi a proprie spese; in caso di necessità, tuttavia, anche coloro che appartenevano agli strati più bassi della popolazione venivano chiamati alle armi e forniti del necessario per combattere a spese dell'erario. Negli ultimi tempi le città greche, pur senza abolire l'obbligo militare, fecero ricorso con frequenza sempre maggiore a leve di mercenari, arruolandole dalle città o mediante condottieri che assoldavano corpi in proprio. Nell'antica Roma le norme di arruolamento erano simili a quelle greche: il s. militare, pur essendo obbligatorio, riguardava solo i possidenti, con la possibilità di arruolare e armare, in casi di estremo bisogno, anche i non abbienti, i liberti e addirittura gli schiavi. Le operazioni di leva dovevano avvenire dietro stretta osservanza delle norme ordinarie; non erano infrequenti, tuttavia, i casi di appello straordinario (delectus tumultuarius), con conseguente giuramento in massa (coniuratio) dei cittadini. Già verso la fine del IV sec. la leva obbligatoria era scomparsa del tutto per far posto a un esercito esclusivamente costituito da volontari e mercenari. Negli Stati romano-barbarici prestavano s. militare i possessori di terre o di ricchezza mobile; a questi si aggiunsero, in epoca carolingia, i vassalli del re, dell'imperatore o dei grandi. Caratteristico e frequente fu il ricorso all'istituto dell'adiutorium, per cui, se i beni di un uomo libero non bastavano per acquistare l'equipaggiamento necessario a combattere, si associavano fra loro più uomini liberi, uno solo dei quali andava in guerra a spese di tutti. A partire dal XII sec. i maggiori eserciti europei cominciarono ad assoldare cavalieri mercenari; nel corso del XVII sec. i più noti furono i lanzichenecchi e le ordinanze svizzere, una vera e propria rappresentanza della Nazione armata posta al s. di questa o quella potenza. Fu tra la fine del XVIII sec. e l'inizio del seguente che, soprattutto per iniziativa della Prussia, venne nuovamente istituito il s. militare obbligatorio, che si affermò poi in tutta Europa (a eccezione del Regno Unito e della Svizzera) in seguito alla duplice affermazione prussiana del 1866 e del 1870. In Italia, in particolare, nel 1871 l'esercito si fondava su una ferma di due o tre anni, a seconda delle esigenze del momento, e su una milizia mobile e territoriale di riserva, in cui potevano essere arruolati tutti i cittadini maschi fino al trentanovesimo anno di età; con la prima guerra mondiale vennero ampiamente superati questi limiti. Nel 1920 il s. militare fu ridotto a 18 mesi e, in presenza di particolari condizioni di famiglia, anche a tre mesi. Nel 1927 e successivamente nel 1938, fermo restando il s. di 18 mesi, vennero introdotti e poi aboliti due tipi di ferma ridotta, rispettivamente di sei e tre mesi. Recentemente la materia è stata riordinata dalla L. 22-12-1996, in accordo alla quale la durata della leva nell'Esercito, nella Marina e nell'Aeronautica è stata portata a dieci mesi; la misura è valida per il personale arruolato a partire dal 1° gennaio 1997. Analoghe disposizioni sono state adottate anche per il s. sostitutivo civile. • Econ. - Il risultato di ogni attività che l'uomo svolge sia direttamente, mediante il lavoro, sia indirettamente, mediante i beni economici, al fine di soddisfare i propri bisogni. Ciò che qualifica il s. come tale è, dunque, l'immaterialità, nel senso che il s. cessa di essere nel momento stesso in cui viene realizzato. I s. si distinguono in reali e personali: i primi vengono resi da persone che mettono a disposizione di altre cose proprie, mentre i secondi sono resi da persone ad altre persone. Tentare una classificazione completa dei s. è un'impresa impossibile da realizzare. Una prima suddivisione, proposta dall'ISTAT, è quella fra i s. destinati alla vendita (commercio, trasporti e comunicazioni, credito e assicurazione) e quelli non destinati alla vendita (pubblica amministrazione, s. domestici e delle istituzioni sociali e private). Un'altra distinzione, ispirata a un approccio di tipo storico, separa i s. più antichi (connessi alle attività domestiche), dai nuovi (istruzione, cultura e tempo libero) e dai s. complementari resi alle imprese; a questi occorre aggiungere i s. di intermediazione, atti a collegare produttore e consumatore. Un'altra classificazione in uso è quella fra s. del terziario (trasporti e s. pubblici), del quaternario (assicurazione, credito, commercio) e del quinario (pubblica amministrazione, sanità, istruzione). Nel corso degli ultimi anni, infine, si sono imposti all'attenzione del mercato i s. alla persona e i s. legati al tempo libero, alla casa, alla famiglia, ecc. In seguito all'aumentata domanda di s. da parte della popolazione, è proporzionalmente cresciuto il numero degli occupati nel settore dei s.; gli esperti hanno definito questo fenomeno rivoluzione terziaria o terziarizzazione dell'economia. • Giorn. - Incarico particolare conferito a un inviato speciale o a un collaboratore di giornale, di ente radiofonico o televisivo in relazione a un determinato avvenimento; anche l'articolo o il reportage realizzati in seguito a tale incarico: non hai abbastanza esperienza per quel s. • Ord. scol. - Scuole di s. sociale: quelle che rilasciano il titolo di assistente sociale. Di durata triennale, sono aperte ai diplomati di scuola media superiore e articolano l'insegnamento in lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche. • Trasp. - Area di s.: spiazzo, edificio munito di attrezzature per il rifornimento e l'assistenza ad automobilisti e veicoli; appositi raccordi e corsie collegano l'area con le corsie di transito. ║ S. di linea: quello effettuato da una società di navigazione aerea o marittima per il trasporto di merci o passeggeri. • Sport - L'azione con cui il battitore mette in gioco la palla, inviandola nel campo avversario; nel tennis anche la fase di gioco, cioè il game, in cui uno dei giocatori ha la battuta. • Rel. - Atto di culto: s. sacerdotale.