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Savona.

Città della Liguria e capoluogo della provincia omonima; è situata a 4 m s/m., sulla Riviera di Ponente, in una piana alluvionale di dimensioni modeste formata dal torrente Letimbro. 65.205 ab. CAP 17100. • Econ. - Per quanto sviluppata (specie nei settori metallurgico e meccanico), l'industria non costituisce la ricchezza primaria della città, fin dal passato basata sulle attività commerciali del suo porto. Nella seconda metà del XX sec. quest'ultimo attraversò un periodo di crisi, imputabile principalmente alla concorrenza del vicino scalo genovese; in seguito alla successiva battuta d'arresto del porto di Genova, l'importanza di S. crebbe nuovamente finché il trasferimento delle principali funzioni commerciali nell'area di Vado trasformò S. in porto essenzialmente turistico. • St. - Oppidum dei Ligures Alpini al tempo della seconda guerra punica, S. ebbe scarsa importanza fino al X sec. quando, affermatasi come Comune autonomo, si liberò progressivamente della pesante tutela dei marchesi e, in seguito (XII sec.), anche di quella del vescovo. Centro commerciale di primo piano fin dall'inizio del XII sec., già nel 1153 S. fu costretta a sottomettersi a Genova; tuttavia, appoggiando Federico II in occasione della guerra di quest'ultimo contro Genova, si vide nuovamente riconosciuta la propria indipendenza. Alla morte di Federico II S. tornò a gravitare nell'orbita economica e politica di Genova e vi restò per tutto il XIII sec. Trascorse un periodo di relativa tranquillità nel XIV sec. quando, con la fedeltà di Genova ai Visconti, anche S. si diede ai signori di Milano. Successivamente passata ai re di Francia (XV sec.) e da questi a Francesco Sforza, S. ottenne dal duca, che era anche signore di Genova, il riconoscimento dell'autonomia politica e della libertà di commercio. Ne seguì un periodo di grande fioritura economica per la città: prosperarono anche le industrie della lana, dei metalli e delle armi. In seguito alla caduta del ducato di Milano, S. tornò ai Francesi che ripristinarono le vecchie condizioni favorevoli a Genova; quest'ultima, nel XVI sec., decise addirittura di distruggere il molo e di interrare il porto, annullando S. come città e facendo di essa una fortezza al suo servizio. Occupata da Carlo Emanuele III, re di Sardegna, in occasione della guerra di Successione d'Austria (XVII sec.), S. passò poi alternativamente in mano ai Francesi (1794 e 1796), agli Austriaci e agli Inglesi (1800) e nuovamente ai Francesi finché, nel 1905, entrò a far parte dell'Impero napoleonico. Nel 1815 fu annessa al Regno di Sardegna. • Arte - La città può essere suddivisa in due zone distinte: la città vecchia, dalle vie strette e tortuose, con piazzette e palazzi signorili, che sorge in prossimità del porto, e la città nuova, dalle vie ampie e rettilinee che si diramano a scacchiera. Tra i monumenti più importanti si ricordano: la torre di Brandale (XII sec.) e quella Trecentesca, detta di Leon Pancaldo; il palazzo Sansoni (XIV sec.); il palazzo Della Rovere, che fu commissionato a Giuliano da Sangallo da Giuliano (futuro papa Giulio II) nel 1495; il palazzo Lamba-Doria (XVI sec.) e quello vescovile (XVII sec.); il duomo (secc. XVI-XVII), al cui interno sono conservati pregiati arredi dei secc. XV-XVI; l'oratorio di Santa Maria Castello, con un polittico di V. Foppa e di L. Brea; la cappella Sistina, fatta erigere da Sisto IV e decorata nel XVII sec.; varie chiese rinascimentali e barocche, tra cui San Giovanni Battista e Santissima Concezione. La pinacoteca civica conserva raccolte di ceramiche (la cui industria fu fiorente nei secc. XVI-XVIII). La biblioteca civica, fondata nel 1840, venne riordinata e collocata nel palazzo comunale nel 1939; ad essa fu annesso poi l'archivio storico comunale. Attualmente possiede circa 120.000 tra volumi e opuscoli e 600 manoscritti.