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Pìllola.

(dal latino pilula e pillula: piccola palla, diminutivo di pila: palla). Prodotto farmaceutico per uso orale, di forma perlopiù sferica, di consistenza dura o pastosa e di massa variabile tra 0,3 e 0,5 g; le p. devono essere deglutite senza essere masticate. ║ Fig. - Cosa o situazione spiacevole, difficile da accettare: dovere ingoiare la p. ║ Fig. - Dorare, inzuccherare la p.: cercare di rendere meno amaro un danno, un'umiliazione che si reca a qualcuno. ║ Fig. - In p.: a piccole dosi, in quantità modeste. ║ Fig. - Pallottola, proiettile. • Farm. - Le p. vengono preparate incorporando le sostanze medicamentose, ridotte in polvere, in eccipienti (miele, gomma adragante, caolino, talco, liquirizia, amido di riso). La scelta dell'eccipiente è subordinata al tratto dell'apparato digerente destinato all'assorbimento del farmaco. La p. può inoltre presentare una copertura ottenuta con gelatina, zucchero, cheratina. ║ P. antifecondativa: contraccettivo ormonale estroprogestinico. La p. antifecondativa provoca il blocco dell'ovulazione attraverso l'inibizione della secrezione degli ormoni che regolano il ciclo ovulatorio, le gonadotropine; essa, inoltre, induce modificazioni dell'endometrio e del muco cervicale tali da impedire agli spermatozoi l'accesso all'utero. I primi contraccettivi ormonali di questo genere furono messi a punto tra il 1951 e il 1954 da G. Pincus e M.C. Chang, ricercatori presso la fondazione Worcester di Shrewsbury (Massachusetts); successivamente la formula iniziale da essi utilizzata venne notevolmente modificata, per attenuare gli effetti collaterali derivanti dall'assunzione di preparati estroprogestinici. ║ P. abortiva: steroide sintetico usato come p. contragestativa, scoperto da E. Sakiz negli anni Ottanta del XX sec. e commercializzato in Francia con il nome di RU-486. Assunta entro il primo mese dal concepimento, la p. abortiva consente una precoce interruzione di gravidanza, esercitando una forte azione indiretta antiprogestinica e impedendo l'annidamento dell'ovulo fecondato, con un indice di fallimento pari al 2%. Diffusa in Francia dal 1988, è oggi regolarmente usata anche in Gran Bretagna e in Svezia. Dopo l'approvazione da parte della Food and Drug Administration (1997), iniziò la produzione anche negli Stati Uniti; in Italia non è invece commercializzata, ma viene usata in alcuni esperimenti clinici. Nel 1997, tuttavia, la Roussel-Uclaf (filiale francese della casa madre tedesca Hoechst) cessò la produzione della RU-486 per porre fine alle polemiche sollevate dalle numerose associazioni antiabortiste ed evitare il minacciato boicottaggio dell'intera linea di medicinali di cui è produttrice, cedendo tutti i diritti sulla molecola alla ditta Exelgyn, fondata dallo scopritore stesso della p. abortiva.