Città delle Marche e capoluogo della provincia omonima. È situata
a 11 m s/m., sul litorale adriatico in prossimità della foce del fiume
Foglia. La città si estende parallelamente alla costa, su una piana
alluvionale delimitata a Nord-Ovest dal colle di San Bartolo e a Sud-Est dal
rilievo del Monte Ardizio. 91.086 ab. CAP 61100. • Econ. - Oltre ad
accentrare le attività amministrative pubbliche della provincia,
P. è un notevole centro commerciale e industriale. Il traffico
commerciale, facilitato dal porto-canale, riguarda i prodotti dell'allevamento,
sviluppato nell'entroterra, e quelli agricoli (ortaggi, cereali, foraggi, olive,
barbabietole, uva, carni, latte). Le industrie, per lo più di piccole
dimensioni, sono attive soprattutto nel settore della lavorazione del legno
(mobilifici) e in quello metalmeccanico (macchine utensili); esistono anche
industrie tessili, alimentari, per la lavorazione della paglia e del vetro.
L'industria della seta è oggi quasi scomparsa, mentre è ancora
fiorente quella delle maioliche. È importante il contributo dato allo
sviluppo economico dal turismo, non solo balneare ma legato anche alle
manifestazioni culturali della città. • St. - È l'antica
colonia romana
Pisaurum (dal nome latino del Foglia,
Pisaurus),
sorta nel 184 a.C. sull'area di precedenti insediamenti etruschi e piceni. Fu
nuovamente colonizzata da Ottaviano e Antonio durante il secondo triumvirato e
in epoca imperiale fu un rinomato centro industriale e commerciale, in
particolare per le ceramiche. Nel 539 fu distrutta dagli Ostrogoti di Vitige ma
subito dopo ricostruita da Belisario (544) e inclusa nella Pentapoli. Nell'VIII
sec. fu conquistata dai Longobardi, i quali posero fine alla dominazione
bizantina e mantennero il possesso della città fino a quando il re dei
Franchi, Pipino, non se ne impadronì; egli tuttavia la cedette subito
dopo alla Chiesa (774), anche se di fatto in età carolingia la
città fu governata da un emissario imperiale. A partire dal XII sec.
P. diventò un fiorente Comune e, in occasione della discesa in
Italia di Federico Barbarossa, si mantenne fedele alla parte imperiale.
Schierata a lungo in campo ghibellino, si ribellò a Federico II per
aderire poi alla lega delle città guelfe della Marca, che si opponevano a
re Enzo (1239). Nel 1259 fu riconquistata da Manfredi, ma alla sua morte (1266)
tornò alla Chiesa. Il 1285 segnò l'inizio della signoria dei
Malatesta, il cui dominio ebbe fine quando nel 1445 la città fu
acquistata da Alessandro Sforza. Dopo essere stata sottratta alla dominazione
degli Sforza da Cesare Borgia, il papa Giulio II la cedette al nipote Francesco
Maria della Rovere, già duca di Senigallia e di Urbino. Da allora, con
l'esclusione di un breve periodo nel quale passò in feudo a Lorenzo de'
Medici (1516-19),
P. fu legata alla dinastia roveresca che vi
stabilì la residenza ducale favorita e che fece della città un
fiorente centro culturale. Con la morte di Francesco Maria II (1631), ultimo dei
Della Rovere, il Ducato tornò alla Chiesa ospitando, in alternanza con
Urbino, i legati cardinali. Il destino di
P. rimase da allora legato a
quello dello Stato papale. Dopo l'invasione francese delle Marche (1796) vi fu
istituito un Governo provvisorio. Annessa alla Repubblica romana e quindi alla
Cisalpina tornò poi allo Stato papale (1799-1801). Dopo alterne vicende
tornò definitivamente alla Chiesa, alla quale rimase fino
all'unificazione, quando fu conquistata dai piemontesi di E. Cialdini. •
Urban. - L'opera di prosciugamento della piana intorno a
P.,
originariamente paludosa, fu realizzata durante il pontificato di Clemente XI
(1700-21) seguendo un piano di bonifica ideato da G. Lancisi. La città
romana, sorta sulla destra del fiume, aveva pianta ortogonale con il decumano
corrispondente probabilmente alle vie Branca e Rossini e il cardo equivalente
all'attuale corso XI Settembre e a via San Francesco. Alla cinta muraria romana,
rettangolare, si adattarono le mura medioevali e solo gli Sforza, durante la
loro signoria, iniziarono opere di rafforzamento della parte settentrionale
(porta Riminese, XV sec.); nei primi anni del Cinquecento venne ultimata, subito
fuori le mura, a Est, la costruzione della rocca Costanza, incorporata poi nella
cinta pentagonale fatta erigere da Francesco Maria Della Rovere. Questo nuovo
cerchio di mura fu abbattuto all'inizio del XX sec. e sostituito da una serie di
viali, consentendo l'espansione della città verso il mare con quartieri a
maglie regolari sul modello della città-giardino e delle architetture in
stile Liberty. Per quanto riguarda la zona nelle vicinanze del tratto terminale
del Foglia, dove le acque si impaludavano nella piana, già in epoca
romana si tentarono opere di bonifica. Nel 1614 Francesco Maria II Della Rovere
portò a termine l'adattamento a porto della foce, ma a causa
dell'interramento provocato dalla corrente marina e dal limo trasportato dal
fiume, nel 1857 venne deviato l'ultimo tratto e fu sbarrato l'alveo naturale di
foce che, coperto dall'acqua marina, divenne l'attuale porto-canale. •
Arte - Nel centro storico
P. conserva ancora alcuni monumenti lasciati
intatti dalla seconda guerra mondiale, che danneggiò notevolmente la
città nel suo complesso. Il duomo (secc. XII-XIV) rappresenta una
commistione di elementi appartenenti a differenti periodi: alla facciata
romanica in mattoni con profilo a capanna e archetti pensili si affianca
l'interno completamente rifatto nel XIX sec. Sotto il pavimento rimane un
mosaico pavimentale policromo appartenuto a un edificio romano. Oltre alla
cattedrale, ricordiamo le chiese di San Francesco, San Domenico e Sant'Agostino
con i portali gotici (secc. XII-XIV), realizzati in pietra d'Istria. Alla
dominazione degli Sforza (1445-1512) risale la rocca Costanza a pianta quadrata
con torrioni cilindrici. Esempio dell'architettura rinascimentale che
trovò larga espressione a
P., sede della corte all'epoca di
Francesco Maria della Rovere (1512-38), è il palazzo ducale, opera degli
architetti Girolamo e Bartolomeo Genga: i massicci pilastri bugnati del portico
sorreggono sei arcate a tutto sesto, sulle quali si aprono cinque finestre
sormontate da festoni a nastro. Rimangono infine numerose chiese barocche e
alcuni palazzi dei secc. XV-XVIII, fra i quali palazzo Almerici (XVII sec.),
oggi sede del Museo Oliveriano e della Biblioteca. Nei Musei Civici di palazzo
ToschçMosca si trova la Pinacoteca, con notevoli dipinti (fra i quali una
Incoronazione della Vergine di Giovanni Bellini) e una ricca collezione
di maioliche. ║
Provincia di P. e Urbino (2.893 kmq; 351.214 ab.):
si estende dalla Romagna a San Marino, sulla sponda sinistra del Cesano,
comprendendo i bacini della Marecchia, del Conca, del Foglia e del Metauro, con
uno sviluppo costiero di 42 km. Il territorio è prevalentemente montuoso
e collinoso. L'attività agricola interessa soprattutto i prodotti
ortofrutticoli, in particolare barbabietola e vite. Lo sviluppo della provincia,
a partire dagli anni Settanta, è stato tuttavia determinato in primo
luogo dal diffondersi della piccola e media industria specializzatasi nella
fabbricazione di mobili. Buono anche lo sviluppo dell'industria meccanica,
metalmeccanica, chimica e tessile. Infine è da ricordare l'apporto dato
all'economia dal turismo estivo che trova nelle località di Gabicce Mare,
P. e Fano stazioni balneari ben attrezzate.
Pesaro: scorcio sul mare
Pesaro: la cattedrale
Pesaro: il palazzo ducale