Dialetto medio-indiano o pracrito (V.). È
la lingua letteraria in cui fu redatto il Canone buddhista di Ceylon, il
Tipitaka (Triplice canestro), fissato nel I sec. a.C. Gli studiosi,
tuttavia, ritengono che il
p. fosse in uso già in precedenza: le
parti in versi dei testi canonici dovrebbero risalire, almeno nella loro
composizione orale, al III sec. a.C. Il termine
p. significa
letteralmente
testo e designava originariamente il puro testo canonico
contrapposto ai commentari; tuttavia, nel XVII sec. passò ad indicare la
lingua dell'intera produzione letteraria buddhista antica. Di difficile
determinazione è il luogo d'origine del
p.: probabilmente si
è formato a partire dalla
magâdhî, il dialetto della
regione Magadha (odierno Bihâr), usato dal Buddha nelle sue predicazioni;
determinanti furono anche elementi derivanti da dialetti medio-indiani
occidentali, che contribuirono a formare una sorta di lingua franca letteraria
contrapposta a quella dell'ortodossia brahmanica, il sanscrito. Attualmente, il
p. è la lingua dottrinale e letteraria del Siam, dello Srî
Lanka e del Myanmar. • Lett. - Il complesso delle opere letterarie
composte in lingua
p. è solitamente suddiviso in tre grandi
gruppi. Nelle
opere canoniche si conservano gli insegnamenti impartiti
direttamente dal Buddha ai suoi primi discepoli; il loro insieme, detto
Tipitaka, fornisce le norme disciplinari e monastiche del buddhismo
antico, o la dottrina degli anziani (
theravâda): comprende tre
sezioni o
canestri (
pitaka), il
Vinayapitaka o canestro
della disciplina, il
Suttapitaka o canestro delle prediche del Buddha, e
l'
Abhidhammapitaka o canestro della dottrina. Il secondo gruppo è
costituito dalle
opere paracanoniche, affini nel contenuto a quelle
canoniche, di cui spesso costituiscono una integrazione; le principali risalgono
al I sec. d.C. e sono il
Petakopadesa (Introduzione allo studio dei
Pitaka), il
Nettippakarana (Il libro guida), e il
Milindapañha, il celebre dialogo tra il sovrano indo-greco Milinda
e il monaco Nâgasena sui principali quesiti dottrinali buddhisti. Le
opere extracanoniche contengono testi più recenti, esegetici,
profetici, sapienziali, grammaticali, lessicografici, e inoltre cronache e
racconti; furono composte per lo più a Ceylon, da monaci singalesi e
indiani, quali Buddhaghosa, Ananda, Dhannapâla, soprattutto nel V sec.
d.C.; ricordiamo le cronache
Dîpavamsa (Storia dell'isola),
Mahâvamsa (Grande storia) e
Bodhivamsa (Storia dell'albero
dell'illuminazione), e i poemi in stile ornato (
kâvya)
Jinâlamkâra (Ornamento del vincitore) e
Jinacarita
(Vita del vincitore).