Movimento religioso sviluppatosi in Inghilterra tra il XVI sec. e il XVII sec.
con l'intento di purificare da ogni elemento cattolico sia la struttura sia la
dottrina della Chiesa inglese. In aperta contrapposizione alle direttive romane,
il
P. intendeva conformare la Chiesa d'Inghilterra ai rigorosi principi
del Calvinismo, proponendo un'organizzazione sinodale (presbiterianesimo) o una
federazione di Chiese fra loro indipendenti (congregazionismo). ║ Per
estens. - Atteggiamento di severità e intolleranza, di eccessivo e
intransigente moralismo ostentato da chi è solito esagerare in rigore.
• Encicl. - Il termine
puritano venne utilizzato per la prima volta
nel 1564, con senso sarcastico, nei confronti di quanti non concordavano con il
compromesso tra Cattolicesimo e Protestantesimo, che la regina Elisabetta
cercò di attuare nell'ambito della Chiesa d'Inghilterra. Il nucleo
centrale del movimento puritano fu costituito da quei riformati che, esiliati in
passato da Maria Tudor, avevano subito il fascino del Calvinismo e, una volta
tornati in patria, cercarono di improntare ai principi ginevrini la Chiesa
inglese. L'impresa non ebbe grande successo: di fronte alla loro richiesta di
abolire i paramenti sacerdotali, Elisabetta ordinò a tutti gli
ecclesiastici di obbedire alle regole stabilite (1566), pena la destituzione. Fu
così che un terzo dei sacerdoti di Londra, rimossi dal loro incarico,
diede origine a una Chiesa separata, sul modello di quella svizzera.
L'organizzazione di tale chiesa si ispirò al Nuovo Testamento, al punto
che venne rigorosamente bandito tutto ciò che non fosse previsto dalla
Sacra Scrittura. In seguito a ciò, la Corona, d'intesa con l'arcivescovo
di Canterbury, istituì una commissione ecclesiastica, che inaugurò
una vera e propria repressione nei confronti dei seguaci del
P. Divenuti
oggetto di violente persecuzioni religiose, tra il 1620 e il 1635 numerosi
puritani finirono in carcere, altri (circa 20.000) emigrarono nell'America del
Nord alla ricerca di una maggior libertà di culto. I puritani che
lasciarono l'Inghilterra esasperarono il loro ascetismo, portando in America un
P. di tipo particolarmente rigoroso. Là fondarono una
comunità dedita non soltanto alla professione del proprio credo
religioso, ma anche alla riforma e al riordinamento del mondo secondo i principi
puritani. I valori ispirati dal
P. rappresentarono la legge effettiva del
Nuovo Mondo per quasi un secolo; del resto, ancora molti dei capisaldi
dell'attuale società americana (come la laboriosità e la
parsimonia) derivano dai coloni puritani inglesi. In Inghilterra, frattanto, la
dittatura di Cromwell inaugurò una nuova organizzazione ecclesiastica, in
seguito alla quale la Chiesa venne ristrutturata in modo da comprendere al suo
interno sia comunità puritane sia comunità indipendenti. Dopo la
morte di Cromwell, tuttavia, Carlo II restaurò l'episcopalismo e fece
approvare l'Atto di Uniformità (1662), che sancì la destituzione
di 2.000 sacerdoti; nel 1664, inoltre, i puritani si videro negato anche il
diritto di riunione e migliaia di essi vennero imprigionati. Solamente nel 1689
l'Atto di Tolleranza restituì al
P. la piena libertà di
culto. • Rel. - L'aspetto più originale e interessante del pensiero
puritano è la cosiddetta teologia del patto, fondata sul tema biblico del
patto che Dio stabilì con Adamo. Tale dottrina si suddivide in due
livelli: il livello delle opere e quello della grazia. Il patto delle opere
risiede nella promessa che Dio fece ad Abramo: se Abramo avesse rispettato la
legge morale, Dio gli avrebbe garantito la vita eterna; il peccato di Abramo,
però, provocò la perdita dei beni soprannaturali e la corruzione
di quelli naturali, nonché la dannazione dell'intero genere umano.
Ciò nonostante, all'uomo resta una seconda possibilità: credere in
Cristo e nella sua opera redentrice. Si tratta del nuovo patto, quello della
grazia, intelligibile unicamente attraverso la fede e non, come il patto delle
opere, attraverso la sola ragione. Il
P., dunque, si basava sull'assunto
religioso della predestinazione dell'uomo e poneva l'accento sia sulla natura
corrotta e peccaminosa dell'uomo dopo il peccato originale sia sulla suprema
volontà di Dio. In virtù delle loro convinzioni religiose, i
puritani imponevano ai fedeli di vivere secondo la legge del Regno di Dio,
così com'era espressa nelle Sacre Scritture (e consideravano estremamente
lontano, se non del tutto estraneo a tale legge, il
modus vivendi
dell'Inghilterra elisabettiana). Essi, inoltre, erano convinti di possedere la
verità e reputavano in errore coloro che professavano una fede diversa
dallo loro; per questo manifestavano, talvolta, un'intolleranza eccessiva che li
portava a rifiutare la convivenza con qualsivoglia fede. ║
La
famiglia: fondamento della famiglia puritana era una struttura rigorosamente
patriarcale. Al capo famiglia competeva la suprema autorità, mentre i
figli dovevano sottomettersi alla volontà del padre con umiltà e
rispetto; opporsi alla volontà del padre significava ribellarsi
all'istituzione della famiglia e, quindi, ai valori religiosi. Il padre
sceglieva il futuro marito o moglie per i suoi figli; secondo la morale
puritana, infatti, era prescritto che moglie e marito si amassero per
volontà stessa di Dio; per questo ogni buon puritano non poteva non amare
il coniuge anche se non era stato scelto da lui liberamente, ma dal padre.
Inoltre, nel sistema puritano era profondamente radicato il valore della
castità prematrimoniale. Questo stato di cose mutò radicalmente
dopo la fine della guerra civile americana. In quel periodo, infatti, si
andò affermando un nuovo tipo di
P., che reputava il successo
negli affari e il possesso di beni materiali come un segno della volontà
di Dio o, meglio, come segno dell'appartenenza alla schiera degli eletti.
Così, mentre nel periodo precedente il lavoro era strettamente connesso
alla fede religiosa e veniva interpretato come adempimento ai doveri religiosi,
in seguito il
P. finì per riflettere sempre più i dogmi del
mondo degli affari e per asservire la religione medesima ai nuovi valori
economico-sociali. Questo nuovo culto degli affari, ponendo l'accento sulla
presunta superiorità del maschio, ebbe importanti ripercussioni sulla
struttura della famiglia. Le norme sessuali, che prima imponevano l'astinenza
per entrambi i sessi, mutarono: all'uomo riconobbero, insieme con la naturale
superiorità, una maggiore libertà sessuale, mentre per le donne si
irrigidirono ulteriormente. La deviazione dalla norma sessuale era relativamente
diffusa; ciò nonostante, chi veniva scoperto si esponeva al rischio della
pubblica condanna. • Psicol. - Alla repressione puritana dei piaceri dei
sensi, in genere, e di quello sessuale, in particolare, la moderna psicologia ha
attribuito molti dei problemi personali e sociali venutisi a creare nella
società di quel periodo storico. Basti pensare alle esplosioni di
isterismo collettivo che si ebbero nell'America del Nord nel 1647 e nel 1692,
quando l'ossessione di alcune ragazze che si dissero stregate da uno schiavo
negro si comunicò a tutta la comunità: alcuni, accusati di
stregoneria, rigettavano l'accusa su altri per sfuggire all'impiccagione; altri,
suggestionati, confessavano di aver stretto patti con il diavolo, e tutto questo
portò ad arresti, impiccagioni e linciaggi. Questa situazione si spiega
con il fatto che il puritano era ossessionato dal senso del peccato.