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Puerpèrio.

Periodo di tempo che fa seguito al parto, durante il quale l'organismo materno e gli organi genitali in particolare riprendono le condizioni normali esistenti prima della gravidanza. In alcuni casi può portare a complicazioni, tra le quali le più frequenti sono le emorragie o le febbri puerperali (V. PUERPERALE). • Fisiol. - La durata del p. varia a seconda dei soggetti, da un minimo di quattro settimane a un massimo di otto. Caratteristica del periodo è l'amenorrea, che accompagna una progressiva diminuzione di volume dell'utero fino a dimensioni normali (verso il 40° giorno). Contemporaneamente c'è la graduale ricostituzione dell'epitelio della mucosa uterina, processo della durata di circa cinque settimane, caratterizzato dalla lochiazione, cioè dall'eliminazione per le vie naturali di un secreto composto da sangue e detriti deciduali chiamati lochi. Nello stesso tempo le lacerazioni prodotte durante il periodo espulsivo del parto si cicatrizzano. Le trasformazioni del periodo puerperale non provocano, in genere, particolari disturbi, fatta eccezione per i cosiddetti morsi uterini, vere e proprie contrazioni spastiche causate dal restringimento dell'utero, o dal lieve rialzo termico caratteristici dei primi due giorni. Tra il terzo e il quinto giorno si verifica la montata lattea, preceduta da emissione di colostro e caratterizzata dall'aumento delle secrezioni e da turgore, a volte doloroso, alle mammelle.