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Pròtesi.

Struttura artificiale che supplisce alle funzioni di un organo mancante o in parte asportato. • Ling. - V. PROSTESI. • Arch. - Piccolo ambiente a pianta quadrata, diffuso nelle basiliche paleocristiane, ricavato a fianco dell'abside, spesso a sinistra di questa. Tale spazio era preposto ad accogliere le offerte dei fedeli e l'occorrente per la cerimonia sacra. • Med. e Chir. - Dispositivo o apparato artificiale volto a sostituire un organo o un segmento corporeo, imitandone le funzioni o, talora, affiancandosi ad esso senza sostituirlo, come nel caso delle p. acustiche. Con il termine p. si indica sia l'apparecchio artificiale sia l'intervento di applicazione di tale apparecchio. In generale si distinguono p. interne e p. esterne. Le prime, dette anche endoprotesi, sostituiscono parti di ossa, legamenti o intere articolazioni e sono in genere permanenti. Le p. esterne, permanenti o temporanee, possono a loro volta classificarsi in p. passive, o puramente cinematiche, in cui il movimento non si avvale di nessun apporto energetico interno, e in p. attive, in cui l'energia viene garantita da un dispositivo attivo. Le p. hanno raggiunto ormai un alto grado di efficienza e di compatibilità: dalle primordiali realizzazioni in legno, che andavano a sostituire arti amputati, si è passati successivamente alla costituzione di apparecchi elettrici in grado di riprodurre le funzioni dell'arto sostituito. ║ P. a comando mioelettrico: di recente messa a punto, sono p. dotate al loro interno di un elaboratore elettronico che rende possibile lo sfruttamento degli impulsi motori che giungono dai muscoli contenuti nei monconi degli arti interessati dall'amputazione. P. a comando pneumatico o idraulico: p. attive, il cui movimento è comandato da un particolare gesto volontario dell'amputato. Tale movimento innesca l'apertura di determinate valvole, garantendo la fuoriuscita di gas complesso o fluido che assicura il movimento della p.P. cardiache: costituiscono la più diffusa applicazione delle p. interne, il cui impiego iniziale risale al 1952. Ne esistono due tipi fondamentali: il primo tende a riprodurre interamente le funzioni del cuore umano; il secondo, costituito da una gabbia contenente una sfera di poliammide, presenta il vantaggio di essere praticamente indistruttibile ma è meno funzionale del primo. Entrambe queste p. vengono collocate con interventi a cuore aperto e la possibilità della loro applicazione è strettamente legata alle condizioni generali del paziente. ║ P. acustiche: p. costituite da apparecchi forniti di un microfono, di un apparato amplificatore e di un ricevitore. Queste tre parti possono essere contenute sia in un apparecchio a scatola che può essere appoggiato dietro l'orecchio, sia inserite in appositi occhiali (detti acustici). Negli apparecchi costruiti con tecnica più avanzata è possibile la regolazione automatica del volume e del tono. I tipi di sordità in cui questi apparecchi si rivelano efficaci sono quelli di sordità di trasmissione e alcuni casi di sordità di ricezione. ║ P. dentarie: si dividono sostanzialmente in fisse e mobili. Le prime, altrimenti dette ponti, sono costituite da due elementi: l'elemento dentario e l'elemento di fissaggio alla dentatura residua. La p. mobile è costituita da un blocco di resina sintetica o di metallo al quale è stata applicata la corona di denti artificiali. È usata quando, per una particolare conformazione delle gengive, non sia possibile applicare un ponte. Per la preparazione di p. dentarie vengono impiegate leghe di diversi metalli quali l'oro, l'argento, il platino e il molibdeno, le resine e la porcellana. I recenti successi dell'implantologia dentaria, così come la scoperta di nuovi materiali sintetici sempre più biocompatibili, hanno aperto la strada a p. sempre più personalizzate in base alle esigenze del paziente, e in grado di prevenire e contenere al massimo i disagi masticatori e i fenomeni di usura ossea, principali conseguenze del vacillamento degli impianti tradizionali.