Nome di alcune antiche lingue volgari dell'India. Le lingue indoarie
medio-indiane furono racchiuse sotto questo nome, che significa naturale, non
elaborato, per distinguerle da quelle usate nei testi religiosi e letterari,
grammaticalmente più elaborate e raffinate, che vennero indicate con il
nome "sanscrito" che significa perfetto. Nei drammi sanscriti infatti
le parti relative a personaggi di bassa estrazione sociale venivano scritte in
p. Il più antico esempio di
p. è quello
epigrafico utilizzato nelle iscrizioni del re Ashoka, risalenti al III
sec. a.C. Alcuni dialetti
p. evolsero verso forme più complesse ed
assunsero dignità letteraria. Tra essi vi sono il
pāli, che
fu in parte utilizzato per redigere il canone buddhista; il
māhārāstrī, che fu la lingua ufficiale del Giainismo,
e l'
apabhramsha da cui deriva l'indiano moderno.